☀️Buongiorno a tutti voi Siciliani Beddi.
Il nostro buongiorno di questa mattina sarà con uno dei più famosi insegnamenti
dal nostro grande "Andrea Camilleri".
👉@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
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"In Sicilia quando non sei proprio convinto dici “ora poi lo facciamo...” oppure ad una domanda rispondi contemporaneamente “sì, no...”
Noi siciliani abbiamo una percezione del tempo molto particolare, ad esempio quello che hai fatto il giorno prima diventa passato remoto, come fossero trascorsi secoli... oppure quando stai uscendo di casa, rassicuri tutti affermando “sto tornando”, anche se il tuo rientro sarà dopo un paio d'ore.
Per noi il condizionale è quasi inutile, infatti lo sostituiamo direttamente con il congiuntivo, tipo “se putissi, u facissi”. Abbiamo anche il “potere” di far diventare transitivi i verbi intransitivi, infatti noi usciamo la macchina, saliamo la spesa, usciamo i soldi... Poi a noi piace molto utilizzare gli spostamenti “salire e scendere” in modi molto fantasiosi, infatti noi “scendiamo giù a Natale” e “saliamo dopo le feste”, anche il caffè “è salito” e la pasta si cala.
Qui, in Sicilia, le macchine camminano come avessero gambe, e non vengono guidate ma “portate”.
Spesso utilizziamo una sola parola per indicare più oggetti, ad esempio non c'è differenza tra tovaglia, asciugamano, tovaglietta, strofinaccio, per noi è solo tovaglia, e basta. Se vogliamo dire ad un amico di venire a trovarci, gli diciamo di “avvicinare”, che è meno formale e più amichevole.
Riusciamo anche a trasformare un luogo in un modo di fare, ad esempio il cortile diventa curtigghiu, ovvero spettegolare, anche se quest'ultimo non rende molto l'idea.
Se parliamo in questo modo non vuol dire che siamo ignoranti e arretrati, dietro ogni parola o espressione che utilizziamo si nascondono le nostre origini, la nostra storia. Ad esempio "tumazzu, carusu, cammisa", sono parole greche (vedi tumassu, kouros, poucamiso); "carrubo" deriva dall'arabo “harrub”, così come le parole "cassata e giuggiulena". "Accattari", deriva dal normanno “acater” (da cui il francese “acheter”), oppure "arrieri" (da darriere). Dal catalano abbiamo preso in prestito le parole “abbuccari” (da abocar),"accupari" (da acubar), "cascia" (da caixa) ecc... Questi sono solo alcuni esempi, in realtà sono migliaia i vocaboli presi in prestito dalle altre lingue.
Essere orgogliosi delle proprie radici però non significa chiudersi e rifiutarsi di conoscere la grammatica italiana, ritenendo snob "quelli del nord" quando ci correggono. Anzi, utilizzare il proprio dialetto (più che dialetto è una lingua a tutti gli effetti) con consapevolezza, può soltanto arricchire...
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Noi siciliani abbiamo una percezione del tempo molto particolare, ad esempio quello che hai fatto il giorno prima diventa passato remoto, come fossero trascorsi secoli... oppure quando stai uscendo di casa, rassicuri tutti affermando “sto tornando”, anche se il tuo rientro sarà dopo un paio d'ore.
Per noi il condizionale è quasi inutile, infatti lo sostituiamo direttamente con il congiuntivo, tipo “se putissi, u facissi”. Abbiamo anche il “potere” di far diventare transitivi i verbi intransitivi, infatti noi usciamo la macchina, saliamo la spesa, usciamo i soldi... Poi a noi piace molto utilizzare gli spostamenti “salire e scendere” in modi molto fantasiosi, infatti noi “scendiamo giù a Natale” e “saliamo dopo le feste”, anche il caffè “è salito” e la pasta si cala.
Qui, in Sicilia, le macchine camminano come avessero gambe, e non vengono guidate ma “portate”.
Spesso utilizziamo una sola parola per indicare più oggetti, ad esempio non c'è differenza tra tovaglia, asciugamano, tovaglietta, strofinaccio, per noi è solo tovaglia, e basta. Se vogliamo dire ad un amico di venire a trovarci, gli diciamo di “avvicinare”, che è meno formale e più amichevole.
Riusciamo anche a trasformare un luogo in un modo di fare, ad esempio il cortile diventa curtigghiu, ovvero spettegolare, anche se quest'ultimo non rende molto l'idea.
Se parliamo in questo modo non vuol dire che siamo ignoranti e arretrati, dietro ogni parola o espressione che utilizziamo si nascondono le nostre origini, la nostra storia. Ad esempio "tumazzu, carusu, cammisa", sono parole greche (vedi tumassu, kouros, poucamiso); "carrubo" deriva dall'arabo “harrub”, così come le parole "cassata e giuggiulena". "Accattari", deriva dal normanno “acater” (da cui il francese “acheter”), oppure "arrieri" (da darriere). Dal catalano abbiamo preso in prestito le parole “abbuccari” (da abocar),"accupari" (da acubar), "cascia" (da caixa) ecc... Questi sono solo alcuni esempi, in realtà sono migliaia i vocaboli presi in prestito dalle altre lingue.
Essere orgogliosi delle proprie radici però non significa chiudersi e rifiutarsi di conoscere la grammatica italiana, ritenendo snob "quelli del nord" quando ci correggono. Anzi, utilizzare il proprio dialetto (più che dialetto è una lingua a tutti gli effetti) con consapevolezza, può soltanto arricchire...
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"Cu’ 'n sapi fari 'un sapi cumannari".
Chi non sa fare non sa comandare. Chi vuol ben comandare prima cominci a fare
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Pasqua ad Adrano 2023 La Diavolata | PROGRAMMA
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Pasqua ad Adrano 2023 La Diavolata | PROGRAMMA
La Domenica di Pasqua ad Adrano va in scena una rappresentazione sacra che prende il nome di Diavolata e le cui origini risalgono al Settecento. Il testo della rappresentazione della Diavolata di Adrano è tratto da un’opera di Don Anselmo Laudani dal titolo…
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🗞🌋Il tesoro dei proverbi siciliani: l'ultima parte di una finestra sulla saggezza antica e attuale
At @paesietnei By Paesi Etnei News
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Il tesoro dei proverbi siciliani: l'ultima parte di una finestra sulla saggezza antica e attuale
ITALIA – I proverbi più conosciuti in dialetto siciliano che presenteremo, in questa ultima parte, sono stati creati con l’intento di offrire un po’ di umorismo e di ironia sulle situazioni della vita quotidiana, mantenendo sempre il rispetto per la cultura…
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Borgo dei Borghi, terzo posto per Salemi: la cittadina siciliana la più votata dal pubblico
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Borgo dei Borghi, terzo posto per Salemi: la cittadina siciliana la più votata dal pubblico
IL CONTEST Il sindaco Domenico Venuti: «Un ottimo risultato del quale andiamo orgogliosi, da tempo scommettiamo su cultura e bellezza» Terzo posto per Salemi nel contest “Borgo dei Borghi 2023”, legato alla trasmissione di Rai3 “Kilimangiaro”. La cittadina…
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🛩️ Lillo e le balene 🐳
La natura è più incredibile o sorprendente?
Ti saresti mai immaginato di osservare giganti del mare come questi capodogli da un aereo ultraleggero in Sicilia?
Questi animali selvatici riposavano sulla superficie del Mar Mediterraneo durante la loro migrazione stagionale.
Video realizzato da👉🏻🎥@teo_appio
Post di 👉🏻©@sicil_iaterramia
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🐳 #Catania_Capodogli
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Chissà quante volte ci siete passati, ma vi siete accorti che la Sirenetta di Mondello ha due gambe?
🎥 @balarm.it
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🎥 @balarm.it
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Una caratteristica che rende questa statua davvero particolare.
Dettaglio non proprio trascurabile, ma sul quale molti di voi - ne siamo certi - non si sono mai soffermati più di tanto.
La celebre statua che caratterizza la fontana della piazza principale della borgata palermitana ha una storia ancora più curiosa. Sì perchè forse non tutti sanno che quella che i turisti di mezzo mondo ci invidiano è in realtà un'incompiuta.
Autore della scultura fu nel 1976, l'artista Nino Geraci (Palermo 1900-1980) che volle donare ai palermitani una fontana che rappresentasse in pieno la borgata di Mondello, così strettamente legata al suo incantevole mare. Eppure, come citano i documenti dell'epoca e come riportato anche sul sito ufficiale del Comune di Palermo, la statua della Sirenetta è un'incompiuta... per lungaggini burocratiche.
Cosa purtroppo non così rara nella nostra amata Isola. Ma chi si aspettava che lo fosse anche la statua simbolo della perla balneare di Palermo!
"La Sirenetta che guarda il mare" - questo il nome completo dell'opera realizzata in bronzo - sembra che con le sue braccia protese voglia accogliere quelli che approdano al suggestivo lido di Mondello, esprimendo con il suo ingenuo sorriso un inno allo stesso mare.
La scultura che riproduce il tradizionale essere mitico metà pesce e metà donna, possiede due "gambe" separate, alle cui estremità ci sono due pinne (al posto di umani piedi). Secondo alcuni esperti d'arte, probabilmente Nino Geraci voleva fare riferimento all'indipendenza delle donne.
👉@sicilianewseinfo
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💻Fonte
Dettaglio non proprio trascurabile, ma sul quale molti di voi - ne siamo certi - non si sono mai soffermati più di tanto.
La celebre statua che caratterizza la fontana della piazza principale della borgata palermitana ha una storia ancora più curiosa. Sì perchè forse non tutti sanno che quella che i turisti di mezzo mondo ci invidiano è in realtà un'incompiuta.
Autore della scultura fu nel 1976, l'artista Nino Geraci (Palermo 1900-1980) che volle donare ai palermitani una fontana che rappresentasse in pieno la borgata di Mondello, così strettamente legata al suo incantevole mare. Eppure, come citano i documenti dell'epoca e come riportato anche sul sito ufficiale del Comune di Palermo, la statua della Sirenetta è un'incompiuta... per lungaggini burocratiche.
Cosa purtroppo non così rara nella nostra amata Isola. Ma chi si aspettava che lo fosse anche la statua simbolo della perla balneare di Palermo!
"La Sirenetta che guarda il mare" - questo il nome completo dell'opera realizzata in bronzo - sembra che con le sue braccia protese voglia accogliere quelli che approdano al suggestivo lido di Mondello, esprimendo con il suo ingenuo sorriso un inno allo stesso mare.
La scultura che riproduce il tradizionale essere mitico metà pesce e metà donna, possiede due "gambe" separate, alle cui estremità ci sono due pinne (al posto di umani piedi). Secondo alcuni esperti d'arte, probabilmente Nino Geraci voleva fare riferimento all'indipendenza delle donne.
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💻Fonte
Balarm.it
Ha due "gambe" ed è un'incompiuta: la (curiosa) storia della Sirenetta di Mondello
Un dettaglio particolare sulla statua che domina la piazza dell'incantevole borgata balneare di Palermo. Quello che non sai sulla "Sirenetta che guarda il mare"
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🏰 Salemi, Il borgo dei borghi 2023
Salemi è il cuore della Valle del Belice.
Ricco di storia e di tradizioni, come quella che vuole che siano stati i transfughi di Troia a fondarla- gli Elimi.
Salemi si è candidato al contest @borgodeiborghi per la sua storia e per la sua bellezza ineguagliabile che si staglia tra i vigneti e gli uliveti della valle.Un borgo ricco di tradizioni, tutte da scoprire.
Grazie a 🎥@visitborgosalemi
📸@borghitaliasicilia
👉@sicilianewseinfo
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🌎@postidavedere
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#borghitaliasicilia
#contest #sicily
Salemi è il cuore della Valle del Belice.
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Salemi si è candidato al contest @borgodeiborghi per la sua storia e per la sua bellezza ineguagliabile che si staglia tra i vigneti e gli uliveti della valle.Un borgo ricco di tradizioni, tutte da scoprire.
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Unica siciliana in gara, la cittadina del Trapanese è salita sul podio nella sfida tra i piccoli centri più belli d'Italia, legata alla trasmissione di Rai3 "Kilimangiaro"
Salemi sul podio del 'Borgo dei Borghi'. Nell'edizione 2023 della sfida tra i centri più belli d'Italia, legata alla trasmissione di Rai3 'Kilimangiaro', il comune del Trapanese si è piazzato al terzo posto, dietro solo al vincitore Ronciglione, in Lazio, e a Sant'Antioco in Sardegna. Un riconoscimento frutto anche del voto del pubblico, che l'aveva preferito tra tutti i 20 in lizza.
Inserita già dal 2016 inserita nel club dei Borghi più belli d'Italia, Salemi era l'unica cittadina siciliana in gara. A sostenere la sua corsa erano stati diversi testimonial, tra cui lo showman Fiorello, colpiti dal connubio tra arte, cibo e cultura.
E proprio nella valorizzazione dei piccoli centri la Sicilia sarà ancora protagonista, ospitando per la prima volta da venerdì a domenica prossimi l'Assemblea nazionale dei Borghi più belli d'Italia a Sambuca, nell'Agrigento, che insieme a Gangi, Petralia Soprana e Montalbano Elicona è tra i quattro siciliani che negli anni scorsi avevano conquistato il titolo di 'Borgo dei Borghi'.
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Inserita già dal 2016 inserita nel club dei Borghi più belli d'Italia, Salemi era l'unica cittadina siciliana in gara. A sostenere la sua corsa erano stati diversi testimonial, tra cui lo showman Fiorello, colpiti dal connubio tra arte, cibo e cultura.
E proprio nella valorizzazione dei piccoli centri la Sicilia sarà ancora protagonista, ospitando per la prima volta da venerdì a domenica prossimi l'Assemblea nazionale dei Borghi più belli d'Italia a Sambuca, nell'Agrigento, che insieme a Gangi, Petralia Soprana e Montalbano Elicona è tra i quattro siciliani che negli anni scorsi avevano conquistato il titolo di 'Borgo dei Borghi'.
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