♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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🫕Cúscus alla Trapanisa

Cúscus alla Trapanese🫕

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Cùscusu a la Trapanisa.

Pigghiàti ‘i pisci pì fàri ‘u broru bonu. Ci vonnu rèntici, scorfanu, cipudda, àddu, runcu, ammàri, cernia, trìgghi, cocciu, siccia, luvàru, faggianu, cicali e quàcchi ‘aranciu.

Puliti ‘i pisci e tiniti ‘i testi. ‘Nun tegàmi rusulati ni l’ògghiu d’alìva cipudda, caroti, acci, piddusinu e àgghia sana, allungati cu broru di pisci e mittitici ‘a passata ri pumaroru. Iunciti i pisci, chi hannu bisognu di coçiri assài, iunciti ogni tantu un po’ di broru chi aviti priparatu prima, e lassati coçiri pì 15 minuti, iunciti l’atri pisci, mittiti sali e pepi, 50 gr. di mènnula tritata e continuati la cuttura pì autri 20 minuti, ‘na spurvirata di pepiruncinu prima di finiri la cuttura.

Fattu ‘u broru, ora mittiti ‘u cuscus ‘na mafaràrda e miscàti ‘nt’antìcchia di pepiruncinu e zaffiranu squagghiàtu ‘na l’acqua tebbida e rimininati tuttu.

Ni la cuscusèra (pignàta ri crita chi buca no’ funnu) virsati ‘u cùscusu e appuiatila supra ‘a pignata ri sutta, mittitici metà r’acqua ‘i testi ri pisci, ‘na cipudda tagghiàta a’ pezzi rossi, piddusinu, acci e ‘ntaticchia, sali e pepi e nuci muscata. Sigillati ‘i du’ pignàti cu un cudduruni ri pasta, in manèra c’un passa ‘u vapuri, prima di mettili supra ‘u focu.

Bisogna fàri ‘ùgghiri ‘a pignata pì tri uri circa e riminari ogni tantu ‘u cùscusu chi coçi e pìgghia sapuri d’u vapuri.

Quannu ‘u cùscus è cottu, scinniti a cuscusèra e mittiti ‘u cùscusu ‘na mafararda e rimininati iuncennu ‘u broru di pisci, av’essiri tuttu ‘nzuppatu beni e lassati arripusari pì un’ura cuprennu cu ‘na cutra.

Sirviti a tàula e cunsàti, cu t’anticchia di broru caùru di sucu di pisci, a vostru piaçìri. Cu voli, i pisci, si ponnu mangiàri a sulu o cu cùscus.

E’ mègghiu accumpagnari cu vinu biancu forti, comu “Vesco” o “Alcamo” a 7-8°C, nun viviti acqua.

Cuscus alla Trapanese.

Prendete i pesci per fare un buon brodo. Servono dentice, scorfano scuro, scorfano rosso, pesce Sanpietro, gronco, gamberi, cernia, triglie, pesce prete, seppia, pagello, gallinella, cicale e qualche granchio.

Pulite i pesci e conservate le teste. In un tegame rosolate nell’olio d’oliva una cipolla tagliata fine, carote, sedano, prezzemolo ed uno spicchio d’aglio intero.

Allungate con il brodo di pesce e mettete la passata di pomodoro. Mettete dapprima i pesci che necessitano maggiore cottura, ogni tanto allungate con il brodo che avete preparato prima, e lasciate cuocere per 15 minuti, aggiungete gli altri pesci, mettete sale e pepe, 50 gr. di mandorle tritate e continuate la cottura per altri 20 minuti, spolverando con piccole dosi di peperoncino prima di finire la cottura. Fatto il brodetto, filtratelo.

Mettete il cuscusu nella grande scodella di terracotta ed intanto mescolate un po’ di zafferano e peperoncino da sciogliere in acqua tiepida prima di mescolare con il cuscus.

Nella pentola cuscusiera con i fori sul fondo, versate il cuscus e poggiatela sopra alla pentola che avete riempito a metà d’acqua e dove avete messo le teste dei pesci, una cipolla tagliata a grossi pezzi, prezzemolo, sale e pepe ed un pizzico di noce moscata.

Sigillate i bordi delle due pentole con un “filone” di pasta fresca, in modo da non lasciare passare il vapore, prima di metterle sul fuoco.

Bisogna far bollire l’acqua per circa 3 ore e mescolare ogni tanto il cuscus per farlo insaporire e favorire la cottura.

Quando il cuscus è cotto, mettetelo nella grande scodella e mescolatelo aggiungendo il brodetto di pesce in modo che sia ben inzuppato ed insaporito e lasciate riposare per 1 ora coprendo con una coperta di lana.

Servite a tavola, ed a piacere, condite con un po’ di brodetto caldo, che avete messo a tavola in piccole scodelle.

Chi vuole, può mangiare i pesci da soli o accompagnati al cuscus.

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Oggi vi facciamo vedere qualche scorcio di 𝑷𝒂𝒍𝒆𝒓𝒎𝒐.Ma sapevate che....

Il mercato della ❞𝑽𝒖𝒄𝒄𝒊𝒓𝒊𝒂❞ ha ispirato il celebre dipinto ❞𝕝𝕒 𝕍𝕦𝕔𝕔𝕚𝕣𝕚𝕒 𝕕𝕚 ℙ𝕒𝕝𝕖𝕣𝕞𝕠❞ di 𝐆𝐮𝐭𝐭𝐮𝐬𝐨 oggi conservato a Palazzo Steri. 𝑽𝒊𝒏𝒄𝒆𝒏𝒛𝒐 𝑭𝒍𝒐𝒓𝒊𝒐 amava anche dilettarsi con la chimica e così impiantò una piccola industria ad Arenella.

Fu lui l'ideatore del Bitter Florio di cui disegnò .

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"ᴄɪ ꜱᴏɴᴏ ʟᴜᴏɢʜɪ ɪɴ Qᴜᴇꜱᴛᴀ ᴄɪᴛᴛÀ ᴅᴏᴠᴇ ʟᴀ ʙᴇʟʟᴇᴢᴢᴀ ᴛɪ ꜱᴏʀᴘʀᴇɴᴅᴇ ᴀᴅ ᴏɢɴɪ ᴀɴɢᴏʟᴏ"


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🌷BLUFI

I tulipani rossi di Blufi che crescono spontaneamente da metà marzo a inizio aprile, tra mandorli ed alberi di ulivo.
 
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Quella che avviene a Blufi, in provincia di Palermo, è una vera e propria magia. Qui, a partire dal mese di marzo, si assiste alla fioritura spontanea di migliaia di tulipani rossi.

Crescono spontaneamente in un campo coltivato a grano, tra mandorli e alberi di ulivo. Il colpo d’occhio è spettacolare. Si crea un paesaggio magico, in una Sicilia che sboccia di colori.

È la primavera che porta con sé la rinascita della natura. I tulipani di Blufi sono particolarmente resistenti alle operazioni di aratura, grazie alla posizione dei bulbi, a circa 50 centimetri di profondità. È il cosiddetto “tulipano precoce“, specie autoctona di origine ignota. Si chiama anche “Tulipano di Raddi”, dal nome del botanico Giuseppe Raddi.

L’appezzamento di terreno, che rientra tra i possedimenti della Curia di Cefalù, è condotto in affitto da Carmelo e Fabrizio Macaluso, entrambi blufesi.

Padre e figlio hanno lavorato con impegno per salvaguardare questo prezioso angolo di Sicilia. Siamo a due passi dal celebre Santuario della Madonna dell’Olio.
Da quando, infatti, si è diffusa la notizia della crescita dei meravigliosi tulipani di Blufi, in tanti arrivano per vederli dal vivo, ma non tutti hanno rispetto del territorio. Il campo, dunque, è stato recintato e sono state stabilite alcune regole.

È consentito entrare soltanto dall’ingresso principale e si può seguire il percorso obbligatorio all’interno del campo. Non si può, invece, entrare senza permesso, raccogliere o calpestare i tulipani, estirpare i bulbi, fare picnic o campeggiare.

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CALENDARIO DEI PROVERBI SICILIANI

Si voi campari mpaci, ascuta, varda e taci.

Se vuoi vivere in pace, ascolta, guarda e taci.

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