Il Castello Utveggio è un gioiello del Liberty palermitano sito su un costone del Monte Pellegrino, considerato ormai parte integrante del "più bel promontorio del mondo", come Goethe lo definì nel suo celebre "Viaggio in Italia".
La fabbrica si sviluppa su tre piani, ed è posizionata su un costone roccioso morfologicamente identificato come Primo Pizzo, a quota 346 metri. Esso, per la sua posizione aggettante, domina la città di Palermo dalla Conca d'Oro sino a Sferracavallo.
Il Progetto del Castello Utveggio fu firmato da Giovanbattista Santangelo su un'idea del costruttore Michele Utveggio.
A realizzare i lavori, iniziati nel 1928 e durati circa cinque anni, fu l'impresa "Utveggio e Collura", che a Palermo aveva già realizzato opere come il Cine-teatro "Utveggio" di Piazza Verdi e il Palazzo Utveggio in Via XX Settembre, e che ebbe un ruolo rilevante nel nuovo assetto urbanistico della città: si citano ad esempio lo Stadio della Favorita e l'asse di Via Notarbartolo e vie limitrofe, dove furono edificate numerose ville, oggi quasi tutte distrutte.
Il "Grande Albergo Utveggio" fu inaugurato nel 1934, ma ebbe vita breve.
👉@sicilianewseinfo
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La fabbrica si sviluppa su tre piani, ed è posizionata su un costone roccioso morfologicamente identificato come Primo Pizzo, a quota 346 metri. Esso, per la sua posizione aggettante, domina la città di Palermo dalla Conca d'Oro sino a Sferracavallo.
Il Progetto del Castello Utveggio fu firmato da Giovanbattista Santangelo su un'idea del costruttore Michele Utveggio.
A realizzare i lavori, iniziati nel 1928 e durati circa cinque anni, fu l'impresa "Utveggio e Collura", che a Palermo aveva già realizzato opere come il Cine-teatro "Utveggio" di Piazza Verdi e il Palazzo Utveggio in Via XX Settembre, e che ebbe un ruolo rilevante nel nuovo assetto urbanistico della città: si citano ad esempio lo Stadio della Favorita e l'asse di Via Notarbartolo e vie limitrofe, dove furono edificate numerose ville, oggi quasi tutte distrutte.
Il "Grande Albergo Utveggio" fu inaugurato nel 1934, ma ebbe vita breve.
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Sapevi che in Sicilia esiste un piccolo borgo fiabesco che sembra essere stato creato direttamente dal genio di Gaudí, si chiama Borgo Parrini e si può raggiungere facilmente da Palermo.
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📍Cappella Palatina
Maestosa e magica da perdercisi dentro.
🎥📸@francesco.scherma_art
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📍PALERMO
⛪️S.S Salvatore
🗺️Via Vittorio Emanuele n.398
🕦Lunedì-Domenica 10:30-17:00
🔔 La Chiesa del Santissimo Salvatore rappresenta uno dei massimi esempi di arte barocca a Palermo.
🔔 La chiesa fu costruita nel 1072 per volere di Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo.
🔔 Nel corso dei secoli la chiesa fu riedificata e ingrandita più volte grazie ai cospicui lasciti e le rendite che le suore ricevevano.
🔔 Nel 1682, le suore vollero ampliare la chiesa ed arricchirla nei decori e negli arredi, affidando il progetto a Paolo Amato.
🔔 Nel 1726 durante il Terremoto di Terrasini, la struttura subì dei dissesti , 1763 Vincenzo Giovenco iniziarono i lavori di consolidamento e restauro .
🔔 Dopo i devastanti bombardamenti del 1943 l’architetto Franco Minissi riadattò la chiesa ad auditorium.
🎥 @gira_con_noi_sicilia 📸
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🔔 La chiesa fu costruita nel 1072 per volere di Roberto d’Altavilla detto il Guiscardo.
🔔 Nel corso dei secoli la chiesa fu riedificata e ingrandita più volte grazie ai cospicui lasciti e le rendite che le suore ricevevano.
🔔 Nel 1682, le suore vollero ampliare la chiesa ed arricchirla nei decori e negli arredi, affidando il progetto a Paolo Amato.
🔔 Nel 1726 durante il Terremoto di Terrasini, la struttura subì dei dissesti , 1763 Vincenzo Giovenco iniziarono i lavori di consolidamento e restauro .
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Il “Salto del Ventimiglia” a Geraci Siculo , nel cuore del Parco delle Madonie in provincia di Palermo.
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Nei pressi della Biblioteca Comunale, uno stretto vicolo termina nel “Salto del Ventimiglia“. Un 'opera di affaccio urbano in vetro e acciaio, che si protende nel vuoto per alcuni metri ed è certamente, in Sicilia, unica nel suo genere.
La struttura, che si stacca dal filo della parete per alcuni metri, permette di camminare quasi nel “nulla”, con un panorama eccezionale sotto i propri piedi. Il pavimento è, infatti, anch’esso di vetro.
Dal vallone del Torrente Grosso, alle propaggini occidentali dei Monti Nebrodi e fino all’Etna, la veduta è eccezionale, soprattutto quando la neve copre le montagne più alte.
Inaugurato nel 2014, il “Salto” rievoca un episodio importante della storia dei Ventimiglia di Geraci, una delle famiglie nobili più potenti e influenti di Sicilia per almeno quattro secoli.
Il Borgo passa a questa aristocratica famiglia nel 1258, quando Enrico II Ventimiglia sposa la contessa Isabella di Geraci (già di Parisio), divenendo così conte di Geraci, oltre che di Ventimiglia, del Maro, di Ischia e signore di Gangi, Petralie e di una serie di altri possedimenti.
Succeduto al nonno Enrico attorno al 1308, Francesco Ventimiglia prende le redini della contea. Nel tentativo di placare i tumulti, il conte uscì dal castello e, inseguito dai nemici, precipitò dal burrone del versante orientale del paese.
Proprio in quel punto si trova, oggi, il Salto del Ventimiglia.
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La struttura, che si stacca dal filo della parete per alcuni metri, permette di camminare quasi nel “nulla”, con un panorama eccezionale sotto i propri piedi. Il pavimento è, infatti, anch’esso di vetro.
Dal vallone del Torrente Grosso, alle propaggini occidentali dei Monti Nebrodi e fino all’Etna, la veduta è eccezionale, soprattutto quando la neve copre le montagne più alte.
Inaugurato nel 2014, il “Salto” rievoca un episodio importante della storia dei Ventimiglia di Geraci, una delle famiglie nobili più potenti e influenti di Sicilia per almeno quattro secoli.
Il Borgo passa a questa aristocratica famiglia nel 1258, quando Enrico II Ventimiglia sposa la contessa Isabella di Geraci (già di Parisio), divenendo così conte di Geraci, oltre che di Ventimiglia, del Maro, di Ischia e signore di Gangi, Petralie e di una serie di altri possedimenti.
Succeduto al nonno Enrico attorno al 1308, Francesco Ventimiglia prende le redini della contea. Nel tentativo di placare i tumulti, il conte uscì dal castello e, inseguito dai nemici, precipitò dal burrone del versante orientale del paese.
Proprio in quel punto si trova, oggi, il Salto del Ventimiglia.
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fondoambiente.it
FAI - Fondo Ambiente Italiano
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