100 anni, immagina. La coltre del tempo avrebbe dovuto cancellare quelle macchie che ancora deturpano la tua storia umana. Non scriverò dei tuoi trascorsi da fuorilegge, talvolta spietato, ma non più dei tempi che ti vedevano giovane contadino alle prese con una Storia assai più grande della tua e di quella dei tuoi compaesani.
Montelepre, un tratto sulla cartina geografica, divenuta caput Mundi, per ciò che rappresenta ed esprime, il racconto volgare, egemone, del Potere che non conosce verità, se non quella che asserisce il proprio dominio sugli oppressi.
Racconto che pretese il sangue, il dolore e le lacrime della gente del tuo paese, torturata e seviziata in modo inumano, sfinita a pugni e a calci, legata in ceppi, uomini, donne, vecchi e bambini.
Voglio ricordare appunto quella trama di verità di comodo, intessute da narrazioni via via ostili, poi asimmetriche, infine egemoni, quelle che raccontano a noi poveri umani ciò che il potere vuole che si sappia. Fosse anche una fantasiosa rivisitazione delle nostre storie personali.
👉@sicilianewseinfo
📌@sicil_iaterramia
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Montelepre, un tratto sulla cartina geografica, divenuta caput Mundi, per ciò che rappresenta ed esprime, il racconto volgare, egemone, del Potere che non conosce verità, se non quella che asserisce il proprio dominio sugli oppressi.
Racconto che pretese il sangue, il dolore e le lacrime della gente del tuo paese, torturata e seviziata in modo inumano, sfinita a pugni e a calci, legata in ceppi, uomini, donne, vecchi e bambini.
Voglio ricordare appunto quella trama di verità di comodo, intessute da narrazioni via via ostili, poi asimmetriche, infine egemoni, quelle che raccontano a noi poveri umani ciò che il potere vuole che si sappia. Fosse anche una fantasiosa rivisitazione delle nostre storie personali.
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Trinacria.info
Buon genetliatico, Salvatore Giuliano
La coltre del tempo avrebbe dovuto cancellare quelle macchie che ancora deturpano la tua storia umana
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Valguarnera sorge sulle pendici dei monti Erei, in una zona concava circondata da colline che fronteggiano la mole gigantesca dell’Etna.
A Nord-Est del paese ha le sue sorgenti il torrente Mulinello, affluente del Dittaino, l’antico Chrjsas, cioè dorato - così chiamato dai Greci per la fertilità delle terre da esso bagnate.
📸 Gloria Monastero
👉@sicilianewseinfo
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A Nord-Est del paese ha le sue sorgenti il torrente Mulinello, affluente del Dittaino, l’antico Chrjsas, cioè dorato - così chiamato dai Greci per la fertilità delle terre da esso bagnate.
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Il cavallo sanfratellano vive ancora allo stato brado, all'interno di una superficie boschiva di oltre 11.000 ettari. L'habitat naturale del sanfratellano sono i monti Nebrodi, in provincia di Messina, in un territorio, a pochi chilometri dal mare, che si estende fra la collina e la montagna e comprende il comune di San Fratello, e quelli limitrofi di Acquedolci, Caronia, Militello Rosmarino, Sant'Agata Militello, e Mistretta. Nella zona tipica di allevamento sono iscritte circa 300 fattrici, su una popolazione complessiva di circa 3300 cavalli iscritti al registro anagrafico.
Si tratta di una razza legata alle genti e alla storia di un preciso territorio siciliano, ovvero San Fratello dal quale prende il nome, un'isola linguistica alloglotta gallo-italica, che nei secoli ha sviluppato una razza forte, robusta, conosciuta per la sua resistenza e frugalità.
Le sue origini sono, tuttavia, molto incerte. Alcuni studiosi lo fanno discendere dai cavalli orientali importati dagli arabi prima del X secolo, altri pensano invece ad un'origine nordica di poco posteriore.
Secondo quest'ultima teoria il sanfratellano discenderebbe dai cavalli portati nell'XI secolo a San Fratello dai cavalieri di Adelaide del Vasto (1074–1118), figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato e di Savona, che sposò il gran conte normanno Ruggero, suggellando così un'alleanza in Sicilia tra aleramici e normanni.
Le nozze avvennero nel 1089 e per quell'occasione Adelaide giunse al porto di Messina in pompa magna su navi da cui sbarcarono dote, scorta e un nutrito seguito di suoi conterranei, delle sue terre del nord (in particolare dal Monferrato, in Piemonte), che l'avevano seguita per insediarsi sull'isola con animali, attrezzi e cavalli. Fu una prima avanguardia di un flusso migratorio poi massicciamente favorito per decenni. Adelaide concesse infatti alle sue genti territori in esclusiva e privilegi ancora oggi individuabili nei Nebrodi e, tra l'altro ripopolò il borgo di San Fratello con ulteriori coloni provenienti dall'Italia settentrionale (detti anche lombardi) e dalla Francia meridionale (in particolare dalla Provenza). Per questo, ancora oggi, gli abitanti di San Fratello parlano un dialetto gallo-italico, un dialetto alto-italiano fortemente influenzato dal francese, diverso dalla lingua siciliana delle zone circostanti.
Il cavallo sanfratellano si dice che discenda dai cavalli di queste popolazioni. Con l'arrivo di Adelaide ha comunque origine la prima immissione consistente e storicamente documentata sull'area nebroidea di soggetti equini “nordici” appartenenti a popolazioni equine differenti da quelle insulari e da quelle precedentemente giunte sull'Isola da sud e da oriente. Si trattò dell'inizio della lunga storia che avrebbe concorso alla formazione della popolazione equina dei monti Nebrodi e della razza sanfratellana.
La storia delle origini del cavallo sanfratellano dei Nebrodi resta, comunque indissolubilmente legata alle vicende storiche del territorio e alle sue genti. Quale che sia la sua origine, il sanfratellano moderno prende la sua conformazione da incroci recenti: si ritrova nella razza l'influenza di cavalli orientali, Maremmani e Nonius (razza ungherese).
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Si tratta di una razza legata alle genti e alla storia di un preciso territorio siciliano, ovvero San Fratello dal quale prende il nome, un'isola linguistica alloglotta gallo-italica, che nei secoli ha sviluppato una razza forte, robusta, conosciuta per la sua resistenza e frugalità.
Le sue origini sono, tuttavia, molto incerte. Alcuni studiosi lo fanno discendere dai cavalli orientali importati dagli arabi prima del X secolo, altri pensano invece ad un'origine nordica di poco posteriore.
Secondo quest'ultima teoria il sanfratellano discenderebbe dai cavalli portati nell'XI secolo a San Fratello dai cavalieri di Adelaide del Vasto (1074–1118), figlia di Manfredi Aleramo, marchese del Monferrato e di Savona, che sposò il gran conte normanno Ruggero, suggellando così un'alleanza in Sicilia tra aleramici e normanni.
Le nozze avvennero nel 1089 e per quell'occasione Adelaide giunse al porto di Messina in pompa magna su navi da cui sbarcarono dote, scorta e un nutrito seguito di suoi conterranei, delle sue terre del nord (in particolare dal Monferrato, in Piemonte), che l'avevano seguita per insediarsi sull'isola con animali, attrezzi e cavalli. Fu una prima avanguardia di un flusso migratorio poi massicciamente favorito per decenni. Adelaide concesse infatti alle sue genti territori in esclusiva e privilegi ancora oggi individuabili nei Nebrodi e, tra l'altro ripopolò il borgo di San Fratello con ulteriori coloni provenienti dall'Italia settentrionale (detti anche lombardi) e dalla Francia meridionale (in particolare dalla Provenza). Per questo, ancora oggi, gli abitanti di San Fratello parlano un dialetto gallo-italico, un dialetto alto-italiano fortemente influenzato dal francese, diverso dalla lingua siciliana delle zone circostanti.
Il cavallo sanfratellano si dice che discenda dai cavalli di queste popolazioni. Con l'arrivo di Adelaide ha comunque origine la prima immissione consistente e storicamente documentata sull'area nebroidea di soggetti equini “nordici” appartenenti a popolazioni equine differenti da quelle insulari e da quelle precedentemente giunte sull'Isola da sud e da oriente. Si trattò dell'inizio della lunga storia che avrebbe concorso alla formazione della popolazione equina dei monti Nebrodi e della razza sanfratellana.
La storia delle origini del cavallo sanfratellano dei Nebrodi resta, comunque indissolubilmente legata alle vicende storiche del territorio e alle sue genti. Quale che sia la sua origine, il sanfratellano moderno prende la sua conformazione da incroci recenti: si ritrova nella razza l'influenza di cavalli orientali, Maremmani e Nonius (razza ungherese).
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Il Sanfratellano è un cavallo di cui, oggi si parla molto, ma che è ancora poco conosciuto al di fuori del territorio d'origine. Viene allevato ancora allo stato semibrado e la razza è ben radicata nella cultura e nelle tradizioni dell'area. In passato veniva utilizzato per trainare i tradizionali "carretti siciliani" e nei lavori agricoli leggeri. Le femmine Sanfratellane, accoppiate con l'asino Ragusano, producevano ottimi muli, impiegati per decenni dai nostri Alpini.
Oggi è utilizzato come cavallo da sella, adatto all'equiturismo e, incrociato col Purosangue inglese, genera ottimi prodotti per l'equitazione.
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Oggi è utilizzato come cavallo da sella, adatto all'equiturismo e, incrociato col Purosangue inglese, genera ottimi prodotti per l'equitazione.
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Con la sua facciata, alta e slanciata, il Duomo di Lentini si impone come elemento scenografico nello spazio della piazza più importante della città, poggiando su un meraviglioso tappeto musivo di ciottoli di fiume che ricamano l’atrio con bellissimi motivi geometrici.
La chiesa è innalzata su un complesso catacombale paleocristiano di cui, oggi, rimangono quelli che, per tradizione, sono considerati i sepolcri dei tre Santi fratelli Alfio, Filadelfo e Cirino.
📸 Diego Schilirò
👉@sicilianewseinfo
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Vestiva di nero, era "schietta" e amava Dio e i dolci: quando in Sicilia c'era a zza' monaca
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Vestiva di nero, era "schietta" e amava Dio e i dolci: quando in Sicilia c'era a zza' monaca
Ricamavano, cucinavano e dirimevano controversie familiari. Erano al centro di leggende su passioni proibite e stregoneria. La ricetta dei biscotti della monaca foto tratta da ItCatania-Italiani.it In Sicilia era ‘a zza monaca, ovvero la monaca di casa, la…
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📍Tindari
La spiaggia di Tindari è famosa per la particolare forma della lingua di sabbia circondata dal mare, che si estende ai piedi di un promontorio e racchiude dei piccoli laghetti.
La spiaggia, conosciuta come Marinello Olivieri, si trova tra Milazzo e Capo d’Orlando e si estende per circa 2 km all’interno della Riserva dei Laghetti di Marinello, lungo la costa della Sicilia nordorientale, a 60 km da Messina.
Questa bellissima oasi naturale incontaminata, circondata dal verde della macchia mediterranea, è bagnata da un mare limpido e cristallino dai fondali più o meno profondi: da un lato il mare è meno profondo e protetto dalla lingua di sabbia mentre, dall’altro è più profondo ed esposto
🎥 @pioandreaperi
👉@sicilianewseinfo
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🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
La spiaggia di Tindari è famosa per la particolare forma della lingua di sabbia circondata dal mare, che si estende ai piedi di un promontorio e racchiude dei piccoli laghetti.
La spiaggia, conosciuta come Marinello Olivieri, si trova tra Milazzo e Capo d’Orlando e si estende per circa 2 km all’interno della Riserva dei Laghetti di Marinello, lungo la costa della Sicilia nordorientale, a 60 km da Messina.
Questa bellissima oasi naturale incontaminata, circondata dal verde della macchia mediterranea, è bagnata da un mare limpido e cristallino dai fondali più o meno profondi: da un lato il mare è meno profondo e protetto dalla lingua di sabbia mentre, dall’altro è più profondo ed esposto
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Prime luci natalizie a Catania: le luminarie di Via Etnea e l’albero di piazza Università
By Catania Creattiva
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Cefalù, la planimetria della città nasconde una incredibile particolarità Di Jean Rodali.
Da un recente studio condotto sulla planimetria di Cefalù, cittadina medievale in provincia di Palermo (Sicilia), è emersa una costante: le dimensioni dei palazzi storici e degli isolati corrispondono alla dimensione del prospetto frontale della cattedrale normanna.
Il duomo è stata costruito in seguito al voto al Santissimo Salvatore di Re Ruggero II scampato ad una tempesta.
Di recente inserito nel patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.
Il monumento, con la sua posizione strategica e di dominio sulla città, non smette mai di stupire.
Non a caso Cefalù è da sempre definita una delle più belle località del globo.
🎥 @alessiopulvino
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Da un recente studio condotto sulla planimetria di Cefalù, cittadina medievale in provincia di Palermo (Sicilia), è emersa una costante: le dimensioni dei palazzi storici e degli isolati corrispondono alla dimensione del prospetto frontale della cattedrale normanna.
Il duomo è stata costruito in seguito al voto al Santissimo Salvatore di Re Ruggero II scampato ad una tempesta.
Di recente inserito nel patrimonio dell'umanità (Unesco) nell'ambito dell"Itinerario Arabo-Normanno di Palermo, Cefalù e Monreale.
Il monumento, con la sua posizione strategica e di dominio sulla città, non smette mai di stupire.
Non a caso Cefalù è da sempre definita una delle più belle località del globo.
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