♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Le origini della frutta martorana

@newseinfo
Durante il mese di novembre le pasticcerie siciliane si riempiono di colori.

Non bastano il verde, il rosso e l'arancione delle cassate...si aggiungono colori su colori e forme bellissime di frutta e ortaggi, creati con minuzia e di forma identica all'originale.

La frutta martorana è il tipico dolce dei "Morti", un dolce di zucchero e farina di mandorla.

Certo, parlare a Pasqua dei dolci dei morti non ha proprio senso, ma dato che non conosco la leggenda dell?agnellino di Favara o delle colombelle, vi parlerò di questi incantevoli frutti zuccherati.

Sulla creazione di questi dolci esistono diverse teorie e leggende, di certo c'è soltanto che sono moooolto buoni e sono stati creati dalle Monache del convento di Santa Maria dell'Ammiraglio, a Palermo.

Chissà per quale motivo, le cose più ?licche? vengono sempre create da monaci e monache...Dom Perignon, cannoli siciliani etc...

Il convento di Santa Maria dell'Ammiraglio fu realizzato per le nobildonne dell'ordine di San Benedetto e voluta dalla nobildonna Elisa Martorana.

Si narra che all'interno del monastero le suore avessero creato uno dei giardini più belli della città e un'orto con buonissimi ortaggi.

Il Vescovo, incuriosito, decise di andarlo a visitare approfittando del suo status.

La visita, però, fu in pieno inverno, quando gli alberi erano spogli e l'orto non dava molti ortaggi. Le monache allora decisero di crare dei frutti colorati con la pasta di mandorla per addobbare gli alberi spogli, e creare degli ortaggi per abbellire l'orto.

In questo modo è nata la frutta martorana con coloratissimi mandarini, arance, melograni, limoni, zucche, carciofi e chi più ne ha più ne metta...

Le monachelle a quel punto iniziarono a fare business con l'idea...

Visto il successo iniziarono a preparare la frutta martorana per le famiglie ricche.

Un servo, mandato a ritirare il pacco di dolciumi, metteva una moneta nella ruota e in cambio riceveva un bel vassoio di frutta...dolce!

@newseinfo
L'arancino è una specialità della cucina siciliana. Come tale, è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con il nome di "arancini di riso". 
Arancino

specialità della cucina siciliana

L'arancino (in siciliano arancinu è una specialità della cucina siciliana. Come tale, è stata ufficialmente riconosciuta e inserita nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (PAT) del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (MiPAAF) con il nome di "arancini di riso".

Si tratta di una palla o di un cono di risoimpanato e fritto, del diametro di 8–10 cm, farcito generalmente con ragù, piselli e caciocavallo, oppure dadini di prosciutto cottoe mozzarella. Il nome deriva dalla forma originale e dal colore dorato tipico, che ricordano un'arancia, ma va detto che nella Sicilia orientale gli arancini hanno più spesso una forma conica, per simboleggiare il vulcano Etna.

@newseinfo
In genere, nella parte occidentale dell'isola questa specialità è conosciuta come "arancina", mentre nella parte orientale è chiamata "arancino". Tuttavia, il termine "arancina" è altrettanto prevalente in zone della parte orientale come le province di Ragusa e Siracusa, così come "arancino" lo è nelle province di Enna e Messina.

Secondo lo scrittore Gaetano Basile la pietanza dovrebbe essere indicata al femminile, in quanto il nome deriverebbe dal frutto dell'arancio, l'arancia appunto, che in lingua italiana è declinato al femminile. Tuttavia in siciliano la declinazione al femminile dei frutti non è frequente quanto in italiano, e nel caso specifico l'arancia viene detta arànciu; pertanto il nome di questa pietanza risulta originariamente al maschile (arancinu), come testimoniato dal Dizionario siciliano-italiano del palermitano Giuseppe Biundi, che nel 1857, al lemma arancinu, scrive: "dicesi fra noi [in Sicilia] una vivanda dolce di riso fatta alla forma della melarancia". A sua volta, il termine italiano arancino deriverebbe dal siciliano arancinu.

Sull'argomento si è espressa anche l'Accademia della Crusca, affermando la correttezza di entrambe le diciture, sebbene la forma maschile continui a essere indicata da tutti i moderni dizionari della lingua italiana (nessuno riporta invece la forma al femminile).
Buon pranzo💋
Templi, mosaici e monumenti storici in Sicilia

La Sicilia non manca proprio di edifici storici, risalenti alle diverse epoche. Le prime tracce di culture umane provengono dal sesto millennio a.C., ed i Fenici e Siculi indigeni lasciarono in parte delle gigantesche necropoli, compresa la famosa necropoli di Pantalica. Poi furono soprattutto i Greci ad influenzare fondamentalmente l'architettura siciliana. Nelle città greche di Naxos, Taormina, Siracusa, Selinunte, Agrigento ed in molte altre sorsero dei grandi templi, molti dei quali oggi sono ancora conservati meglio rispetto a quelli della Grecia. Sculture, monete e famosi filosofi e matematici come Archimede vennero con i Greci in Sicilia.

Dei Romani, invece, sono rimasti ancora numerosi anfiteatri, le terme e le ville con alcuni mosaici unici come per esempio quelli nella Villa del Casale a Piazza Armerina. L’arte dei mosaici, risalente all'Impero bizantino, giocò anche nel tardo periodo normanno ancora un ruolo importante, come si può capire dai mosaici impressionanti di Palermo e Cefalù. Sotto i Normanni e poi gli Spagnoli sorsero anche molte delle cattedrali gotiche nelle città più grandi. Mentre gli elementi rinascimentali si trovano solo occasionalmente, molte città siciliane risplendono ancora nel tipico stile barocco. Dopo il devastante terremoto del 1693, intere città furono progettate a tavolino e ricostruite completamente in stile barocco. Tra le più belle troveremo Noto, Acireale, Avola, Grammichele e Pachino.

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Piazza Armerina
Pittura e letteratura siciliana

Anche se la Sicilia affascinò numerosi artisti, riuscì a dare vita solo a pochissimi maestri di fama mondiale: Antonello da Messina (1430 - 1479) e Renato Guttuso(1912 - 1987). Antonello è ancora oggi considerato quel pittore che trasmise ai maestri veneziani l’arte della pittura a base di resina e le sue rappresentazioni dell’annunciazione possono ancora essere ammirate a Messina, Palermo, Siracusa e pure in Germania ed in Austria. Renato Guttuso, invece, fu un artista politicamente impegnato del XX secolo che si dedicò al realismo politico.

Anche se pochi pittori nacquero in Sicilia, l'isola fu comunque patria di alcuni dei più celebri scrittori del mondo: Giovanni Verga (1840 - 1922), Luigi Pirandello(1867 - 1936), Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896 - 1957) e Leonardo Sciascia (1921 - 1989) sono solo alcuni dei più famosi tra i tanti autori siciliano di talento.
La pasta 'ncasciata, nota anche come pasta 'ncaciata, è un piatto tradizionale della cucina siciliana diffuso in quasi tutto il territorio del Messinese, in particolare nella località di Mistretta, dove è pietanza tipica. Trattasi, nella variante più comune, di un timballo di maccheroni a base di ragù, carne tritata, passata di pomodoro, uova sode, prosciutto cotto, mortadella, mozzarella, provoletta, parmigiano, besciamella, melanzane fritte e piselli.

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Buona cena💋
Torta light al limone e zafferano senza uova e burro

230 gr. Di farina 00
30 gr. Di fecola di patate
60 gr. Di olio di semi di girasole
60 gr. Di zucchero di canna
1 yogurt magro alla vaniglia
1 bicchiere d'acqua
Succo di 1/2 limone e scirza
1 bustina di zafferano
1 bustina divlievito per dolci
Zucchero a velo
Infornare a 180 gradi per 35 min circa