Un borgo immerso tra acque cristalline e palme: alla scoperta di Màcari, i Caraibi di Sicilia
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Un borgo immerso tra acque cristalline e palme: alla scoperta di Màcari, i Caraibi di Sicilia
Per i siciliani non è certo una scoperta la bellezza che custodisce questo piccolo golfo, portato al successo del grande pubblico grazie alla serie tv da cui prende il nome Ha fatto il suo debutto in televisione lo scorso anno e torna anche quest'anno grazie…
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È italiano il vulcano più bello del mondo
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È italiano il vulcano più bello del mondo
Tra i vulcani più belli del mondo da visitare, per panorami ed ecosistema, c’è l’italianissimo: Etna. Che poi dovremmo chiamare al femminile, visto che i locali amano chiamarla ‘a Muntagna‘. Uno dei luoghi più affascinanti e carichi di suggestione di tutto…
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La Chiesa risale ai primi decenni del XIV secolo in stile gotico "trecentesco". Come accade tante volte, la storia si unisce alla leggenda e c’è chi sostiene che il sovrano la fece costruire come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta ad Erice, dove si era rifugiato durante un tumultuoso periodo di lotte tra opposte fazioni di baroni siciliani, divisi tra Angioini ed Aragonesi che si contendevano il dominio sulla Sicilia.
Bello il racconto della gratitudine di Federico III, però forse ci fu anche un altro motivo per edificare questa bella chiesa su una cappella preesistente, anch’essa dedicata alla Vergine Assunta (già nel periodo romano), e adiacente ad una preesistente torre di avvistamento, trasformata in campanile.
La vera sorpresa è l'interno!
Qui tutto è chiaro, le volte del soffitto sembrano un pizzo prezioso, le costolature ritorte, i disegni arabescati e l’altare maggiore con al centro la Vergine con il Bambino.
Tutto bianco.
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Bello il racconto della gratitudine di Federico III, però forse ci fu anche un altro motivo per edificare questa bella chiesa su una cappella preesistente, anch’essa dedicata alla Vergine Assunta (già nel periodo romano), e adiacente ad una preesistente torre di avvistamento, trasformata in campanile.
La vera sorpresa è l'interno!
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Nei continui tentativi di adeguare l’antico edificio allo stile architettonico dei tempi, nel 1767 Don Ferdinando Fuga, regio ingegnere alla corte dei Borboni, su commissione dell’arcivescovo Filangeri, elaborò un grandioso progetto di totale trasformazione e ammodernamento della chiesa.
Accantonato per molti anni, il progetto fu ripreso e affidato alla direzione degli architetti Giuseppe Venanzio Marvuglia e Salvatore Attinelli, che vi lavorarono dal 1781 al 1801.
Questi lavori comportarono la cancellazione di almeno tre quarti della primitiva architettura: gli interni dell’antica fabbrica furono totalmente riconfigurati.
La trasformazione più evidente riguardò l’area presbiteriale, modificando nelle proporzioni l’originale “titulo” (coro) ed “antititulo” dell’antica basilica gualteriana.
Il coro modificato fu prolungato fino all’abside maggiore, si ricostruì il transetto e nel contempo fu innalzata una solenne cupola neoclassica, la cui altezza doveva sovrastare tutte le altre della città.
La Basilica normanna venne pesantemente deturpata e si trasformò in un’austera chiesa della controriforma, abolendo così ogni ricordo di quella che fu la più grande delle Cattedrali normanne di Sicilia.
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📍Cattedrale di Palermo
Accantonato per molti anni, il progetto fu ripreso e affidato alla direzione degli architetti Giuseppe Venanzio Marvuglia e Salvatore Attinelli, che vi lavorarono dal 1781 al 1801.
Questi lavori comportarono la cancellazione di almeno tre quarti della primitiva architettura: gli interni dell’antica fabbrica furono totalmente riconfigurati.
La trasformazione più evidente riguardò l’area presbiteriale, modificando nelle proporzioni l’originale “titulo” (coro) ed “antititulo” dell’antica basilica gualteriana.
Il coro modificato fu prolungato fino all’abside maggiore, si ricostruì il transetto e nel contempo fu innalzata una solenne cupola neoclassica, la cui altezza doveva sovrastare tutte le altre della città.
La Basilica normanna venne pesantemente deturpata e si trasformò in un’austera chiesa della controriforma, abolendo così ogni ricordo di quella che fu la più grande delle Cattedrali normanne di Sicilia.
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Stanotte, guardando mia figlia dormire, ho capito di essere Tifeo.
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Se non siete siciliani probabilmente non avete idea di chi sia, quindi ve la faccio breve: uno dei figli di Zeus la cui mamma, che era niente popò di meno che Gaia, la madre Terra, lo convinse a vendicare la morte dei fratelli titani combattendo contro il suo stesso padre.
Una genialità, proprio.
Cosa mai potrebbe andare storto se il tuo super potere è essere figlio di dio, quando decidi di combattere il dio di cui sei figlio?
Ma il colpo di genio non finisce qui.
Prendendo di sorpresa il padre, riesce ad avere la meglio su di lui, inizialmente, costringendo tutti gli dei a prendere sembianze animali e fuggire in Egitto, dando vita al culto faraonico per gli dèi animali.
E fu subito festa grande all'Olimpo.
E cosa mai farebbe chiunque, una volta raggiunte le alte sfere della società?
Ovviamente decide di impasticcarsi con un frutto che pare essere più potente dei funghetti allucinogeni, ma così, giusto per festeggiare.
Altro che mela di Eva, qui parliamo di potentissimo LSD.
Zeus, approfittando di questo momento di debolezza del figlio, decide di fustigarlo così tanto da fare scorrere sangue come se piovesse.
E poiché è un dio e in qualunque cultura un dio crea anche quando vorrebbe solo dare una valanga di mazzate, il sangue che scorre a seguito di questo pestaggio darà vita al monte Ema (sangue, in greco).
Finalmente il figlio si riprende e capisce che probabilmente non è stata la cosa più furba del mondo mettersi contro il proprio super potere.
Peggio di quella volta in cui Ulisse, prima di mettersi in mare, uccise il figlio di Poseidone, dio dei mari.
Insomma, la cultura greca è costellata da veri colpi di genio.
Dunque Tifeo, fuggito dall'Olimpo, decide di sollevare la Sicilia, terra mitologica secondo la cultura greca, per scagliarla contro il padre, ma Zeus lo colpisce così forte da fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere sotto il peso dell'isola, costringendolo a vivere sottoterra.
La leggenda narra che Tifeo in posizione supina, da allora, con la mano destra tenga Peloro (Messina), con la sinistra Pachino, con le gambe sorregga Lilibeo (Marsala) e con la testa l’Etna, agitandosi spesso e sputando fiamme di lava dalla bocca.
Quando Tifeo si agita per cercare di liberarsi, la terra trema. E questi movimenti provocano frequenti terremoti.
Stanotte, come dicevo, ho capito che questa è praticamente la storia della mia vita.
Ho cercato la libertà combattendo i miei genitori per ritrovarmi legato alle catene del matrimonio e ogni volta che faccio un rutto o un peto le coperte tremano, in segno di un corpo che prova a liberarsi dalla stretta morsa del letto matrimoniale al cui interno, costretta sotto il piumone, c'è una figlia che da cinque anni ha deciso che non c'è un posto più comodo del mio collo per poggiare i propri talloni mentre dorme.
La leggenda narra che io in posizione supina, ogni notte, con la mano destra ripari i testicoli, con la sinistra ripari le gengive e con la bocca preghi di non svegliarmi a causa di una tallonata sul pomo d'Adamo.
E sì, anch'io vorrei poter sputare lava dal mio Etna, ma a quanto pare non sono il nipote di Kronos...
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Una genialità, proprio.
Cosa mai potrebbe andare storto se il tuo super potere è essere figlio di dio, quando decidi di combattere il dio di cui sei figlio?
Ma il colpo di genio non finisce qui.
Prendendo di sorpresa il padre, riesce ad avere la meglio su di lui, inizialmente, costringendo tutti gli dei a prendere sembianze animali e fuggire in Egitto, dando vita al culto faraonico per gli dèi animali.
E fu subito festa grande all'Olimpo.
E cosa mai farebbe chiunque, una volta raggiunte le alte sfere della società?
Ovviamente decide di impasticcarsi con un frutto che pare essere più potente dei funghetti allucinogeni, ma così, giusto per festeggiare.
Altro che mela di Eva, qui parliamo di potentissimo LSD.
Zeus, approfittando di questo momento di debolezza del figlio, decide di fustigarlo così tanto da fare scorrere sangue come se piovesse.
E poiché è un dio e in qualunque cultura un dio crea anche quando vorrebbe solo dare una valanga di mazzate, il sangue che scorre a seguito di questo pestaggio darà vita al monte Ema (sangue, in greco).
Finalmente il figlio si riprende e capisce che probabilmente non è stata la cosa più furba del mondo mettersi contro il proprio super potere.
Peggio di quella volta in cui Ulisse, prima di mettersi in mare, uccise il figlio di Poseidone, dio dei mari.
Insomma, la cultura greca è costellata da veri colpi di genio.
Dunque Tifeo, fuggito dall'Olimpo, decide di sollevare la Sicilia, terra mitologica secondo la cultura greca, per scagliarla contro il padre, ma Zeus lo colpisce così forte da fargli perdere l'equilibrio e farlo cadere sotto il peso dell'isola, costringendolo a vivere sottoterra.
La leggenda narra che Tifeo in posizione supina, da allora, con la mano destra tenga Peloro (Messina), con la sinistra Pachino, con le gambe sorregga Lilibeo (Marsala) e con la testa l’Etna, agitandosi spesso e sputando fiamme di lava dalla bocca.
Quando Tifeo si agita per cercare di liberarsi, la terra trema. E questi movimenti provocano frequenti terremoti.
Stanotte, come dicevo, ho capito che questa è praticamente la storia della mia vita.
Ho cercato la libertà combattendo i miei genitori per ritrovarmi legato alle catene del matrimonio e ogni volta che faccio un rutto o un peto le coperte tremano, in segno di un corpo che prova a liberarsi dalla stretta morsa del letto matrimoniale al cui interno, costretta sotto il piumone, c'è una figlia che da cinque anni ha deciso che non c'è un posto più comodo del mio collo per poggiare i propri talloni mentre dorme.
La leggenda narra che io in posizione supina, ogni notte, con la mano destra ripari i testicoli, con la sinistra ripari le gengive e con la bocca preghi di non svegliarmi a causa di una tallonata sul pomo d'Adamo.
E sì, anch'io vorrei poter sputare lava dal mio Etna, ma a quanto pare non sono il nipote di Kronos...
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SELINUNTE (Tp)
Selinunte (in greco antico: Σελινοῦς, Selinùs; in latino: Selinus) era un'antica città siceliota situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, nell'odierna Provincia di Trapani; oggi costituisce il parco archeologico più grande d'Europa.
I ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nei pressi della foce del Belice.
Nel sito archeologico, sull'acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su una collina poco lontana.
Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo.
Fa eccezione l'opera più famosa, l'Efebo di Selinunte, che oggi è esposto presso il Museo Civico di Castelvetrano.
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Selinunte (in greco antico: Σελινοῦς, Selinùs; in latino: Selinus) era un'antica città siceliota situata sulla costa sud-occidentale della Sicilia, nell'odierna Provincia di Trapani; oggi costituisce il parco archeologico più grande d'Europa.
I ruderi della città si trovano sul territorio del comune di Castelvetrano, nei pressi della foce del Belice.
Nel sito archeologico, sull'acropoli vi sono alcuni templi insieme ad altre costruzioni secondarie, mentre altri templi si trovano su una collina poco lontana.
Le sculture trovate negli scavi di Selinunte si trovano soprattutto nel Museo Nazionale Archeologico di Palermo.
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📍Castello Maniace e Piazza del Duomo, Ortigia.
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🗞 Militello in Val di Catania tra i borghi più belli dell’isola, è primo in classifica
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Militello in Val di Catania tra i borghi più belli dell’isola, è primo in classifica
Militello in Val di Catania il “Borgo più bello di Sicilia 2022”. Lo ha decretato il contest online promosso dalla testata giornalistica regionale www.allfoodsicily.it, quotidiano online che si occupa di enogastronomia e di turismo in Sicilia scegliendolo…
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I Moti del 1848. Tra i liberali (alcuni loro esponenti erano stati arrestati in settembre) a Napoli e in Sicilia si faceva strada la convinzione che fosse necessario ricorrere alla forza.
La rivolta scoppiò a Palermo il 12 gennaio 1848. In pochi giorni gli insorti si impadronirono della città e, nei mesi successivi, di tutta l'isola, tranne la cittadella di Messina, rimasta in mano ai Borboni.
Intanto si era ribellato il Cilento. Preoccupato dalla piega degli avvenimenti, il 23 gennaio accordò la grazia a tutti i condannati e detenuti per cause politiche, ma questo non bastò.
Il 16 febbraio l'esercito borbonico, guidato dal generale De Majo, è costretto ad abbandonare Catania in rivolta. Dopo più di un mese di scontri e tumulti in tutta la Sicilia, viene ripristinata la Costituzione democratica del 1812. Essa resterà in vigore fino alla restaurazione del maggio 1849, quando i Borboni riconquistano con la forza il controllo dell’Isola.
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La rivolta scoppiò a Palermo il 12 gennaio 1848. In pochi giorni gli insorti si impadronirono della città e, nei mesi successivi, di tutta l'isola, tranne la cittadella di Messina, rimasta in mano ai Borboni.
Intanto si era ribellato il Cilento. Preoccupato dalla piega degli avvenimenti, il 23 gennaio accordò la grazia a tutti i condannati e detenuti per cause politiche, ma questo non bastò.
Il 16 febbraio l'esercito borbonico, guidato dal generale De Majo, è costretto ad abbandonare Catania in rivolta. Dopo più di un mese di scontri e tumulti in tutta la Sicilia, viene ripristinata la Costituzione democratica del 1812. Essa resterà in vigore fino alla restaurazione del maggio 1849, quando i Borboni riconquistano con la forza il controllo dell’Isola.
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