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❤️ SCICLI <3
Scicli è una splendida cittadina della Sicilia Sud orientale facente parte del del libero consorzio comunale di Ragusa. Per la sua importanza culturale, nel 2002 il centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO.
Curiosità: Scicli è uno dei luoghi siciliani dove vengono girate le riprese della famosissima fiction "Il commissario Montalbano" in particolare Il palazzo del commissariato di Vigata è in realtà il municipio di Scicli.
📸A.G.
🌅@cartolinesiciliaterramia
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Scicli è una splendida cittadina della Sicilia Sud orientale facente parte del del libero consorzio comunale di Ragusa. Per la sua importanza culturale, nel 2002 il centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO.
Curiosità: Scicli è uno dei luoghi siciliani dove vengono girate le riprese della famosissima fiction "Il commissario Montalbano" in particolare Il palazzo del commissariato di Vigata è in realtà il municipio di Scicli.
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Ferrari omaggia l'Etna, arriva il 'Rosso Taormina'
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Ferrari omaggia l'Etna, arriva il 'Rosso Taormina'
Un nuovo colore per Ferrari SF90 Stradale. La super ibrida di Maranello è disponibile – per ora veramente solo in rendering – nell’inedito Rosso Taormina, una tonalità di rosso più scura del solito, completamente ispirata allo spettacolo della lava e alla…
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🌺 Aretusa, conosciuta in tutta la Grecia per la sua bellezza e la delicatezza dei suoi gesti, era una ninfa della dea Diana.
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Un giorno, mentre passeggiava nel bosco, Aretusa decise di rinfrescarsi in un bellissimo corso d’acqua immerso tra le piante.
Dopo essersi svestita, Aretusa si concedette ad un bagno rilassante in questo luogo ameno, ove il cinguettio degli uccelli, il vento tra le foglie e il dolce scorrere della acque suonavano come una melodia che rallegrava l'animo.
Improvvisamente però cadde il silenzio, gli uccellini smisero di cinguettare e il vento cessò, l'unico rumore che si udì fu un leggero mormorìo che spaventò la ninfa, la quale uscita dall’acqua inizio a correre impaurita .
Una voce maschile però le intimò di fermarsi; questi era il fiume Alfeo (figlio di Oceano e Teti), tramutato in un bel giovane biondo che, sollevando la testa fuori dell’acqua e crollandosi la folta chioma, si mostrò alla ninfa Aretusa, con gli occhi di un innamorato.
Ella cercò di scappare dal dio e chiamò Diana in aiuto.
La dea la nascose dentro una nuvola, ma Alfeo la sentì respirare e riprese l'inseguimento.
Allora Diana trasformò la ninfa Aretusa in nebbia e poi in acqua; aprì una voragine, dove Aretusa cominciò a scorrere in direzione della Sicilia.
Aretusa navigò sottoterra per parecchie miglia, finché non spuntò in un luogo incantato, pieno di fiori e uccelli variopinti e arrivata a Siracusa nei pressi dell'isola di Ortigia, si tramutò in una sorgente d’acqua dolce e fresca.
Alfeo, che non riusciva a darsi pace nell'aver perso il suo vero amore, chiese aiuto al padre Oceano che dopo aver appurato la sincerità dei sentimenti provati dal figlio per la ninfa Aretusa, aprì le acque dello Ionio e permise ad Alfeo di raggiungere Ortigia.
Aretusa, convinta da tanto amore e insistenza, cedette alle richieste di Alfeo.
🤍🖤 🌊Le acque di Alfeo e Aretusa si unirono e si mescolarono come il simbolo dello Yin Yang, così da non doversi lasciare mai più e insieme vissero felici per sempre.
⚜Buon San Valentino Sicilia Terra Mia❤️
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Dopo essersi svestita, Aretusa si concedette ad un bagno rilassante in questo luogo ameno, ove il cinguettio degli uccelli, il vento tra le foglie e il dolce scorrere della acque suonavano come una melodia che rallegrava l'animo.
Improvvisamente però cadde il silenzio, gli uccellini smisero di cinguettare e il vento cessò, l'unico rumore che si udì fu un leggero mormorìo che spaventò la ninfa, la quale uscita dall’acqua inizio a correre impaurita .
Una voce maschile però le intimò di fermarsi; questi era il fiume Alfeo (figlio di Oceano e Teti), tramutato in un bel giovane biondo che, sollevando la testa fuori dell’acqua e crollandosi la folta chioma, si mostrò alla ninfa Aretusa, con gli occhi di un innamorato.
Ella cercò di scappare dal dio e chiamò Diana in aiuto.
La dea la nascose dentro una nuvola, ma Alfeo la sentì respirare e riprese l'inseguimento.
Allora Diana trasformò la ninfa Aretusa in nebbia e poi in acqua; aprì una voragine, dove Aretusa cominciò a scorrere in direzione della Sicilia.
Aretusa navigò sottoterra per parecchie miglia, finché non spuntò in un luogo incantato, pieno di fiori e uccelli variopinti e arrivata a Siracusa nei pressi dell'isola di Ortigia, si tramutò in una sorgente d’acqua dolce e fresca.
Alfeo, che non riusciva a darsi pace nell'aver perso il suo vero amore, chiese aiuto al padre Oceano che dopo aver appurato la sincerità dei sentimenti provati dal figlio per la ninfa Aretusa, aprì le acque dello Ionio e permise ad Alfeo di raggiungere Ortigia.
Aretusa, convinta da tanto amore e insistenza, cedette alle richieste di Alfeo.
🤍🖤 🌊Le acque di Alfeo e Aretusa si unirono e si mescolarono come il simbolo dello Yin Yang, così da non doversi lasciare mai più e insieme vissero felici per sempre.
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Porta Nuova, adiacente al Palazzo dei Normanni, fu costruita nel 1583 per volere del viceré Marcantonio Colonna in ricordo della vittoria di Carlo V nella battaglia di Tunisi.
Fu per secoli il principale ingresso alla città. Da questa porta si diramano Corso Vittorio Emanuele, detto il Cassaro, e la strada per Monreale. Molto interessanti sono i quattro telamoni che raffigurano i Mori, sconfitti, dei quali due hanno le braccia mozzate e due legate.
Completamente distrutta nel 1667, la porta fu ricostruita nel 1669 con l'aggiunta di una piramide maiolicata sulla sommità, decorata con un'aquila, simbolo di Palermo.
📍Porta Nuova, Palermo
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Fu per secoli il principale ingresso alla città. Da questa porta si diramano Corso Vittorio Emanuele, detto il Cassaro, e la strada per Monreale. Molto interessanti sono i quattro telamoni che raffigurano i Mori, sconfitti, dei quali due hanno le braccia mozzate e due legate.
Completamente distrutta nel 1667, la porta fu ricostruita nel 1669 con l'aggiunta di una piramide maiolicata sulla sommità, decorata con un'aquila, simbolo di Palermo.
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Un borgo immerso tra acque cristalline e palme: alla scoperta di Màcari, i Caraibi di Sicilia
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Un borgo immerso tra acque cristalline e palme: alla scoperta di Màcari, i Caraibi di Sicilia
Per i siciliani non è certo una scoperta la bellezza che custodisce questo piccolo golfo, portato al successo del grande pubblico grazie alla serie tv da cui prende il nome Ha fatto il suo debutto in televisione lo scorso anno e torna anche quest'anno grazie…
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È italiano il vulcano più bello del mondo
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È italiano il vulcano più bello del mondo
Tra i vulcani più belli del mondo da visitare, per panorami ed ecosistema, c’è l’italianissimo: Etna. Che poi dovremmo chiamare al femminile, visto che i locali amano chiamarla ‘a Muntagna‘. Uno dei luoghi più affascinanti e carichi di suggestione di tutto…
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La Chiesa risale ai primi decenni del XIV secolo in stile gotico "trecentesco". Come accade tante volte, la storia si unisce alla leggenda e c’è chi sostiene che il sovrano la fece costruire come ringraziamento per l’ospitalità ricevuta ad Erice, dove si era rifugiato durante un tumultuoso periodo di lotte tra opposte fazioni di baroni siciliani, divisi tra Angioini ed Aragonesi che si contendevano il dominio sulla Sicilia.
Bello il racconto della gratitudine di Federico III, però forse ci fu anche un altro motivo per edificare questa bella chiesa su una cappella preesistente, anch’essa dedicata alla Vergine Assunta (già nel periodo romano), e adiacente ad una preesistente torre di avvistamento, trasformata in campanile.
La vera sorpresa è l'interno!
Qui tutto è chiaro, le volte del soffitto sembrano un pizzo prezioso, le costolature ritorte, i disegni arabescati e l’altare maggiore con al centro la Vergine con il Bambino.
Tutto bianco.
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Bello il racconto della gratitudine di Federico III, però forse ci fu anche un altro motivo per edificare questa bella chiesa su una cappella preesistente, anch’essa dedicata alla Vergine Assunta (già nel periodo romano), e adiacente ad una preesistente torre di avvistamento, trasformata in campanile.
La vera sorpresa è l'interno!
Qui tutto è chiaro, le volte del soffitto sembrano un pizzo prezioso, le costolature ritorte, i disegni arabescati e l’altare maggiore con al centro la Vergine con il Bambino.
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Nei continui tentativi di adeguare l’antico edificio allo stile architettonico dei tempi, nel 1767 Don Ferdinando Fuga, regio ingegnere alla corte dei Borboni, su commissione dell’arcivescovo Filangeri, elaborò un grandioso progetto di totale trasformazione e ammodernamento della chiesa.
Accantonato per molti anni, il progetto fu ripreso e affidato alla direzione degli architetti Giuseppe Venanzio Marvuglia e Salvatore Attinelli, che vi lavorarono dal 1781 al 1801.
Questi lavori comportarono la cancellazione di almeno tre quarti della primitiva architettura: gli interni dell’antica fabbrica furono totalmente riconfigurati.
La trasformazione più evidente riguardò l’area presbiteriale, modificando nelle proporzioni l’originale “titulo” (coro) ed “antititulo” dell’antica basilica gualteriana.
Il coro modificato fu prolungato fino all’abside maggiore, si ricostruì il transetto e nel contempo fu innalzata una solenne cupola neoclassica, la cui altezza doveva sovrastare tutte le altre della città.
La Basilica normanna venne pesantemente deturpata e si trasformò in un’austera chiesa della controriforma, abolendo così ogni ricordo di quella che fu la più grande delle Cattedrali normanne di Sicilia.
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📍Cattedrale di Palermo
Accantonato per molti anni, il progetto fu ripreso e affidato alla direzione degli architetti Giuseppe Venanzio Marvuglia e Salvatore Attinelli, che vi lavorarono dal 1781 al 1801.
Questi lavori comportarono la cancellazione di almeno tre quarti della primitiva architettura: gli interni dell’antica fabbrica furono totalmente riconfigurati.
La trasformazione più evidente riguardò l’area presbiteriale, modificando nelle proporzioni l’originale “titulo” (coro) ed “antititulo” dell’antica basilica gualteriana.
Il coro modificato fu prolungato fino all’abside maggiore, si ricostruì il transetto e nel contempo fu innalzata una solenne cupola neoclassica, la cui altezza doveva sovrastare tutte le altre della città.
La Basilica normanna venne pesantemente deturpata e si trasformò in un’austera chiesa della controriforma, abolendo così ogni ricordo di quella che fu la più grande delle Cattedrali normanne di Sicilia.
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