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Alì Terme (Alì Jùsu in siciliano) è un comune italiano di 2 375 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.
L'abitato di Alì Terme sorge lungo la costa jonica ai piedi di un contrafforte montuoso del versante sud-est dei monti Peloritani che si allunga sul mare e prende il nome di Capo Alì.
🎥#Capo_Ali
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
L'abitato di Alì Terme sorge lungo la costa jonica ai piedi di un contrafforte montuoso del versante sud-est dei monti Peloritani che si allunga sul mare e prende il nome di Capo Alì.
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Storia
L'insediamento di Alì sembra risalga ai greci e al 638 a.C. La presenza delle acque termali fu probabilmente alla base della sua fondazione. Le terme di Granata risultano già note al tempo dei romani che le apprezzavano per il potere curativo delle loro acque termali. Anche il filosofo Cartesio parlò di queste acque ottime contro l'artrite. Il comune si formò nel 1911, prendendo il nome di Alì Marina. Ad esso, nel 1928, fu accorpato il comune di Ali Superiore che perse la sua autonomia riacquistata poi nel 1946. L'antico nome di Alì Marina, nel 1954, venne cambiato nell'attuale Alì Terme per sottolinearne la presenza di stabilimenti termali.
Tra le ipotesi riguardanti la fondazione del paese, è stata avanzata anche quella secondo cui questa sarebbe avvenuta da parte dei musulmani. La denominazione potrebbe quindi derivare da ʿAlī ibn Abī Ṭālib, genero e cugino di Maometto.
La stazione ferroviaria
La stazione venne aperta in seguito all'inaugurazione del tronco ferroviario Messina–Giardini della ferrovia Messina–Siracusa, una delle prime costruzioni ferroviarie in Sicilia della Società Vittorio Emanuele.
Venne messa in funzione il 12 dicembre 1866. La stazione venne costruita dal lato del monte, oltre la strada statale 114 che attraversa l'abitato, subito dopo una breve galleria di attraversamento del promontorio di Capo d'Alì.
Prese il nome di "stazione di Alì" e lo mantenne fino al secondo dopoguerra; nella seconda metà degli anni cinquanta il nome della stazione venne cambiato in "Alì Terme" per adeguarlo al nome del comune che era stato cambiato per effetto della legge regionale n° 250 del 31 luglio 1954.
A causa della disposizione esigua di spazio venne costruito solo un fascio di tre binari e un piccolo scalo merci.
Nel corso degli anni la stazione ha subito poche trasformazioni oltre all'elettrificazione degli anni sessanta e all'installazione dei banchi di manovra ACE.
In tempi recenti è stato attivato un apparato ACEI telecomandabile.
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L'insediamento di Alì sembra risalga ai greci e al 638 a.C. La presenza delle acque termali fu probabilmente alla base della sua fondazione. Le terme di Granata risultano già note al tempo dei romani che le apprezzavano per il potere curativo delle loro acque termali. Anche il filosofo Cartesio parlò di queste acque ottime contro l'artrite. Il comune si formò nel 1911, prendendo il nome di Alì Marina. Ad esso, nel 1928, fu accorpato il comune di Ali Superiore che perse la sua autonomia riacquistata poi nel 1946. L'antico nome di Alì Marina, nel 1954, venne cambiato nell'attuale Alì Terme per sottolinearne la presenza di stabilimenti termali.
Tra le ipotesi riguardanti la fondazione del paese, è stata avanzata anche quella secondo cui questa sarebbe avvenuta da parte dei musulmani. La denominazione potrebbe quindi derivare da ʿAlī ibn Abī Ṭālib, genero e cugino di Maometto.
La stazione ferroviaria
La stazione venne aperta in seguito all'inaugurazione del tronco ferroviario Messina–Giardini della ferrovia Messina–Siracusa, una delle prime costruzioni ferroviarie in Sicilia della Società Vittorio Emanuele.
Venne messa in funzione il 12 dicembre 1866. La stazione venne costruita dal lato del monte, oltre la strada statale 114 che attraversa l'abitato, subito dopo una breve galleria di attraversamento del promontorio di Capo d'Alì.
Prese il nome di "stazione di Alì" e lo mantenne fino al secondo dopoguerra; nella seconda metà degli anni cinquanta il nome della stazione venne cambiato in "Alì Terme" per adeguarlo al nome del comune che era stato cambiato per effetto della legge regionale n° 250 del 31 luglio 1954.
A causa della disposizione esigua di spazio venne costruito solo un fascio di tre binari e un piccolo scalo merci.
Nel corso degli anni la stazione ha subito poche trasformazioni oltre all'elettrificazione degli anni sessanta e all'installazione dei banchi di manovra ACE.
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L'Etna (detto anche Mongibello) è uno stratovulcano complesso della Sicilia originatosi nel Quaternario, ed è il più alto vulcano attivo della placca euroasiatica.
Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati nel tempo alle sue pendici.
Il 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del Comitato UNESCO ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell'umanità.
Questioni tecniche a parte resta sempre un punto di riferimento per tutta la popolazione, un identità tutta meridionale, simbolo della Sicilia e dell’Italia intera!
✍🏻@sicilianewseinfo
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🌋#Etna
Le sue frequenti eruzioni nel corso del tempo hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi nati nel tempo alle sue pendici.
Il 21 giugno 2013, la XXXVII sessione del Comitato UNESCO ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni costituenti il Patrimonio dell'umanità.
Questioni tecniche a parte resta sempre un punto di riferimento per tutta la popolazione, un identità tutta meridionale, simbolo della Sicilia e dell’Italia intera!
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Messina è la città "Porta della Sicilia". Col suo porto a forma di falce, è sempre stata una città commerciale.
È la città più vicina alla Penisola, e nonostante da tempo si parli di costruire un tunnel subaqueo o un ponte, mai realizzato, per collegare la città alla terraferma, superando lo Stretto di Messina, la città è comunque ottimamente collegata al resto d'Italia da un sistema di traghetti.
✍🏻@sicilianewseinfo
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🕍#MessinaBedda❤️
È la città più vicina alla Penisola, e nonostante da tempo si parli di costruire un tunnel subaqueo o un ponte, mai realizzato, per collegare la città alla terraferma, superando lo Stretto di Messina, la città è comunque ottimamente collegata al resto d'Italia da un sistema di traghetti.
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Fu fondata dai greci che le diedero il nome di "Zancle", che vuol dire "Falce", legato proprio alla forma del suo porto. In seguito la conquistarono i Romani, poi i Bizantini e quindi gli Arabi. Infine arrivarono i Normanni.
Il massimo splendore fu raggiunto da Messina quando, sotto il dominio di Svevi, Angioini ed Aragonesi divenne la capitale del Regno di Sicilia e soprattutto una delle città del Mediterraneo più fiorenti, grazie soprattutto al suo porto ed alla sua vocazione commerciale.
La città di oggi si sviluppa lungo tutta la costa ed è quasi totalmente moderna, soprattutto a causa dei violenti terremoti che l'hanno colpita più volte e dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gli edifici attuali si affacciano su vie molto larghe e sono relativamente bassi, proprio perché ricostruiti secondo le norme antisismiche, in modo da limitare i danni causati nel passato dai frequenti terremoti
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Il massimo splendore fu raggiunto da Messina quando, sotto il dominio di Svevi, Angioini ed Aragonesi divenne la capitale del Regno di Sicilia e soprattutto una delle città del Mediterraneo più fiorenti, grazie soprattutto al suo porto ed alla sua vocazione commerciale.
La città di oggi si sviluppa lungo tutta la costa ed è quasi totalmente moderna, soprattutto a causa dei violenti terremoti che l'hanno colpita più volte e dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale.
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🗞 Raffaello e la Sicilia: il grande arazzo secentesco Ananias e Saphira si sposta da Palermo a Catania
via catania.gds.i
By ⚡News e Info⚡
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Raffaello e la Sicilia: il grande arazzo secentesco Ananias e Saphira si sposta da Palermo a Catania
Dopo quattro mesi di esposizione alla Galleria regionale di Palazzo Abatellis, a Palermo, il grande arazzo «Ananias e Saphira», parte della collezione privata di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, inizierà un suo piccolo tour in sale espositive in Sicilia e…
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Allineamento lunare con l'asse viario Calatafimi-Vittorio Emanuele a Palermo.
📸 #Palermo
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Che Palermo, per sua disposizione, abbia un forte legame con l'astronomia credo di averlo, spesso, dimostrato.
Soprattutto nei periodi a ridosso dei Solstizi, la mia città si trasforma in una grande meridiana, un henge urbano che può sorprendere per quanto sia accurato.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Nel giorno del solstizio d'inverno ho voluto rappresentare la mia visione di un fenomeno omologo ad un altro che ho, a sua volta, più volte trattato nel mio profilo: l'allineamento solare con l'asse Calatafimi-Vittorio Emanuele (i due grandi viali che, insieme, dividono idealmente Palermo in due parti). Stavolta ambientando il tutto in un contesto notturno con protagonista la Luna e il suo riflesso.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
✅ Curiosità:
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Palermo possiede fra gli assi viari
perpendicolari più lunghi dell'Italia meridionale: L'asse Calatafimi-Vittorio Emanuele di circa 6 km e l'asse Libertà-Maqueda-Oreto di circa 8 km. Ciò vuol dire che si estendono idealmente lungo una retta perfetta, senza presenza di curve.
Percorrendoli potrete osservare praticamente quasi tutte le parti più importanti della città.
✍🏻@newseinfo
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Soprattutto nei periodi a ridosso dei Solstizi, la mia città si trasforma in una grande meridiana, un henge urbano che può sorprendere per quanto sia accurato.
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Nel giorno del solstizio d'inverno ho voluto rappresentare la mia visione di un fenomeno omologo ad un altro che ho, a sua volta, più volte trattato nel mio profilo: l'allineamento solare con l'asse Calatafimi-Vittorio Emanuele (i due grandi viali che, insieme, dividono idealmente Palermo in due parti). Stavolta ambientando il tutto in un contesto notturno con protagonista la Luna e il suo riflesso.
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✅ Curiosità:
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Palermo possiede fra gli assi viari
perpendicolari più lunghi dell'Italia meridionale: L'asse Calatafimi-Vittorio Emanuele di circa 6 km e l'asse Libertà-Maqueda-Oreto di circa 8 km. Ciò vuol dire che si estendono idealmente lungo una retta perfetta, senza presenza di curve.
Percorrendoli potrete osservare praticamente quasi tutte le parti più importanti della città.
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