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Il meteo di domenica 16 gennaio
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Da Bagheria alla Silicon Valley: il dirigente Airbnb che "prevede" il futuro della Sicilia
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Da Bagheria alla Silicon Valley: il dirigente Airbnb che "prevede" il futuro della Sicilia
L'inventore dell'ultima frontiera in tema di traduttori e localizzazione per il noto portale racconta la sua storia. E ci svela la sua visione sulle nuove generazioni di lavoratori Salvatore Giammarresi, dirigente Airbnb Un filo rosso tra gli Stati Uniti…
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La storia di Aci e Galatea: Un sentimento che scorre ancora verso il mare
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Il dramma di un amore tra un pastore e una ninfa stroncato dalla gelosia di un crudele ciclope, una leggenda che affascina a distanza di secoli e da cui prenderebbero il nome le Aci in provincia del capoluogo etneo.
Nei pressi di Capo Mulini, in provincia di Catania, in una sorgente dal colore rossastro, chiamata u sangu di Jaci (il sangue di Aci), finisce il suo corso il fiume Aci. Un nome che il piccolo corso d’acqua condivide con ben nove dei comuni che costellano la costa siciliana nelle vicinanze. Tra i più noti, Aci Castello, con la sua fortezza normanna affacciata sul mare, Aci Trezza, il piccolo borgo marinaro in cui Verga ha ambientato i suoi Malavoglia nonché Luchino Visconti la sua pellicola La terra trema; a cui si aggiungono Aci Catena, sede del sito archeologico di Santa Venera al Pozzo e del palazzo Principe Riggio, e infine Acireale, città barocca famosa per le sue Terme e il carnevale. Qui, a villa Belvedere, è custodita una statua che ritrae due giovani Aci e Galatea. Alla loro tragica storia d’amore che si deve questa curiosa ossessione della toponomastica siciliana.
IL MITO. È infatti Ovidio, nelle sue Metamorfosi, a raccontarci la storia di Galatea, una delle cinquanta Nereidi, le ninfe del mare figlie di Doride e Nereo, e del bellissimo pastore Aci, figlio di Fauno e della ninfa Simetide. La loro storia ha inizio vicino al mare, dove Aci, che lì era solito pascolare le sue pecore, si innamorò perdutamente di Galatea al primo sguardo. L’amore e la passione del pastorello vennero ricambiate dalla ninfa, di cui era da tempo innamorato anche Polifemo, il ciclope che viveva nel vulcano, non contraccambiato da Galatea nonostante i suoi corteggiamenti. Una sera il gigante li vide baciarsi in riva al mare e, accecato dalla gelosia, decise di vendicarsi: non appena Galatea si tuffò in mare, scagliò un masso di lava su Aci che morì schiacciato dal suo peso.
Quando la ninfa si recò dove giaceva il corpo senza vita del suo amato, versò tutte le sue lacrime. Gli Dei, commossi dal dolore e dalla disperazione di Galatea, trasformarono il sangue di Aci in un fiume che scorrendo dall’Etna passava nella spiaggia, luogo dei loro incontri, per sfociare infine nel mare, dove la ninfa, immergendosi nelle sue acque, poté abbracciare di nuovo il suo amato e ricongiungersi a lui per sempre.
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Nei pressi di Capo Mulini, in provincia di Catania, in una sorgente dal colore rossastro, chiamata u sangu di Jaci (il sangue di Aci), finisce il suo corso il fiume Aci. Un nome che il piccolo corso d’acqua condivide con ben nove dei comuni che costellano la costa siciliana nelle vicinanze. Tra i più noti, Aci Castello, con la sua fortezza normanna affacciata sul mare, Aci Trezza, il piccolo borgo marinaro in cui Verga ha ambientato i suoi Malavoglia nonché Luchino Visconti la sua pellicola La terra trema; a cui si aggiungono Aci Catena, sede del sito archeologico di Santa Venera al Pozzo e del palazzo Principe Riggio, e infine Acireale, città barocca famosa per le sue Terme e il carnevale. Qui, a villa Belvedere, è custodita una statua che ritrae due giovani Aci e Galatea. Alla loro tragica storia d’amore che si deve questa curiosa ossessione della toponomastica siciliana.
IL MITO. È infatti Ovidio, nelle sue Metamorfosi, a raccontarci la storia di Galatea, una delle cinquanta Nereidi, le ninfe del mare figlie di Doride e Nereo, e del bellissimo pastore Aci, figlio di Fauno e della ninfa Simetide. La loro storia ha inizio vicino al mare, dove Aci, che lì era solito pascolare le sue pecore, si innamorò perdutamente di Galatea al primo sguardo. L’amore e la passione del pastorello vennero ricambiate dalla ninfa, di cui era da tempo innamorato anche Polifemo, il ciclope che viveva nel vulcano, non contraccambiato da Galatea nonostante i suoi corteggiamenti. Una sera il gigante li vide baciarsi in riva al mare e, accecato dalla gelosia, decise di vendicarsi: non appena Galatea si tuffò in mare, scagliò un masso di lava su Aci che morì schiacciato dal suo peso.
Quando la ninfa si recò dove giaceva il corpo senza vita del suo amato, versò tutte le sue lacrime. Gli Dei, commossi dal dolore e dalla disperazione di Galatea, trasformarono il sangue di Aci in un fiume che scorrendo dall’Etna passava nella spiaggia, luogo dei loro incontri, per sfociare infine nel mare, dove la ninfa, immergendosi nelle sue acque, poté abbracciare di nuovo il suo amato e ricongiungersi a lui per sempre.
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In Sicilia c'è un borgo "a forma di edera": dove si trova il paesino dei tesori segreti
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In Sicilia c'è un borgo "a forma di edera": dove si trova il paesino dei tesori segreti
La cittadina che custodisce la lingua parlata del Gallo-Italico, entra a far parte del circuito Bella Sicilia. Vi presentiamo il borgo, le sua storia e le sue bellezze Il borgo di San Piero Patti - Messina (foto di Gianni Distefano) Di certo non è tra i più…
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L'Università di Oxford studierà le epigrafi della Sicilia antica
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L'Università di Oxford studierà le epigrafi della Sicilia antica
L’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana ha siglato un accordo con l'Università di Oxford - Faculty of Classics, grazie al quale da oggi prende il via un percorso di collaborazione, di studio e ricerca scientifica sui beni archeologici…
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Il 18 gennaio 1987 moriva a Roma il grande artista siciliano Renato Guttuso.
"Io dico sempre che le cose che hanno più influito sulla scelte della mia vita sono Villa Palagonia e la pittura dei carretti. Sono i due elementi che hanno influito sulla mia immaginazione, sulla mia fantasia, profondamente. Non me li tolgo di dosso".
🖌Renato Guttuso
In foto: Renato Guttuso firma un carretto siciliano dei fratelli Ducato (Bagheria, anni '70)
Foto di Mimmo Pintacuda
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"Io dico sempre che le cose che hanno più influito sulla scelte della mia vita sono Villa Palagonia e la pittura dei carretti. Sono i due elementi che hanno influito sulla mia immaginazione, sulla mia fantasia, profondamente. Non me li tolgo di dosso".
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Qui è conservata un'opera di Aristotele: uno scrigno settecentesco (da scoprire) a Catania
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Qui è conservata un'opera di Aristotele: uno scrigno settecentesco (da scoprire) a Catania
È uno degli edifici tra i più belli della città antica, un vero gioiello dell’arte settecentesca. E la sua preziosa Aula Magna è tornata recentemente a risplendere Convitto Mario Cutelli di Catania (dettaglio foto di Salvo Puccio) L’edificio del Convitto…
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Vucciria è un dipinto di Renato Guttuso realizzato nel 1974.
Raffigura il famoso mercato di Palermo ed è il più noto dipinto dell’artista, viene considerato il suo dipinto più celebre.
Il quadro, caratterizzato da realismo crudo e sanguigno come le carni esposte nel famoso omonimo mercato di Palermo, esprime una delle tante anime della città siciliana, ed è talmente forte il segno dell'artista insieme al senso del colore che sembra sprigionare il vocio e la cantilena quasi araba dei "vanniaturi" del celebre mercato palermitano che dà il nome al quartiere ed emanare i profumi dei prodotti tipici, frutta e verdura, esposti sulle bancarelle, ingredienti saporosi per la cucina siciliana.
Il termine Vucciria deriva dal Francese “Boucherie” (Macelleria).
In Palermitano Vucciria significa "confusione"
Durante l’epoca angioina infatti nel luogo si trovava un macello con le attività di vendita.
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#RenatoGattuso
#18gennaio1987
Raffigura il famoso mercato di Palermo ed è il più noto dipinto dell’artista, viene considerato il suo dipinto più celebre.
Il quadro, caratterizzato da realismo crudo e sanguigno come le carni esposte nel famoso omonimo mercato di Palermo, esprime una delle tante anime della città siciliana, ed è talmente forte il segno dell'artista insieme al senso del colore che sembra sprigionare il vocio e la cantilena quasi araba dei "vanniaturi" del celebre mercato palermitano che dà il nome al quartiere ed emanare i profumi dei prodotti tipici, frutta e verdura, esposti sulle bancarelle, ingredienti saporosi per la cucina siciliana.
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VOGIA DI SAPERE
Notizie,curiosità e informazioni per soddisfare la vostra"voglia di sapere"
Il più grande nemico della conoscenza non è l’ignoranza,è l’illusione della conoscenza.
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