OMAGGIO ALLA SICILIA

“Cantu a la terra mia”

C’è ‘nu tisoru ‘nmenzu di lu mari,
ca è ‘na terra sempri tutta ‘nciuri,
unni l’aceddi vènunu a cantari
li canzuneddi duci di l’amuri;
dda miludia ca trasi ‘nta lu cori
è comu puisia ca mai chiù mori.

Chista è la terra ca nun fa scurdari
d’ogni sirvaggia erba lu so ciuri,
chiù bedda ‘un la putìa appitturari
mancu lu re di tutti li pitturi;
comu ‘na rosa ‘nmenzu ‘na ciurera
pi li biddizzi so’ porta bannera.

Sicilia tu si tutta ‘nu giardinu,
sì terra di l’aranci e di lu granu,
sì prufumata cu lu gelsuminu
e Mungibeddu teni pi vardianu;
di li muntagni finu a la marina
pi tutti ‘i siciliani si ‘a rigina.

Sta terra è bedda ed è fatta d’incantu,
Idda è la matri di lu sintimentu,
li siciliani a chiamanu cu vantu
ci squagghia nni la vucca ogni mumentu;
l’unica pena sunnu l’emigranti,
luntanu d’idda tristi e lacrimanti.

Un sicilianu quannu s’alluntana
e lassa ‘a terra so ca voli beni,
senti la nustalgia ca lu trapana
cu ddu ricordu campa ‘ntra li peni;
appena la vacanza s’avvicina,
fa la valigia e rumpi dda catina.

Sta terra penza sempri a tutti pari
e nun si scorda mai di li so’ figghi,
v’aspetta pi vidìrivi turnari
tutti filici ‘nsemi a li famigghi;
pirchì chista è la terra ca vi fici
e ci purtati puru ‘i vostri amici.

Circati sempri di nun vi scurdari,
la radica di l’arbulu nustranu,
a li figghi facìtici ‘mparari
cu amuri, lu dialettu sicilianu,
e poi cu orgogliu lu gridati forti,
siciliani si resta finu a morti!

🖌 Santo Grasso

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Voliamo sopra Modica Rg.

Castello di Modica

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Il Castello di Modica, in Sicilia, fu per secoli la sede del potere politico e amministrativo della contea storica di Modica.

Con l'Unità d'Italia il Castello fu definitivamente abbandonato, poiché il Carcere, il Tribunale e gli Uffici Circondariali furono trasferiti nei vari conventi e monasteri da cui erano stati cacciati i vari Ordini religiosi.

Il Castello di Modica, una fra le attrattive del ragusano assolutamente da non perdere, si erge su un promontorio roccioso e proprio per questo motivo nasce come fortificazione.

Nel cortile interno è possibile vedere le carceri medievali: una serie di stanze squadrate ricavate dalla roccia. Ai briganti più pericolosi venivano riservate due grandi fosse profonde circa sette metri, chiuse da una grata di ferro.

Nello stesso cortile troviamo la chiesa della Madonna del Medagliere, risalente al 1930, costruita sui ruderi della chiesa di San Leonardo, che servì a dare conforto ai carcerati fino al 1865; inoltre, sono visibili anche i resti della chiesa di San Cataldo, cioè la cappella privata del Conte e del Governatore, e infine tre nicchie campanarie. Il terremoto del 1693 fece crollare 5 torri, 4 porte e la cinta muraria dell'antico Castello. Ad oggi è rimasta visibile la sola torretta dell'orologio.

Recentissimi scavi hanno riportato alla luce un misterioso cunicolo sotterraneo scavato nella roccia, suppellettili varie, arredi funerari, ceramiche, monete bronzee, vasellame, pavimentazioni, fondamenta di grosse mura portanti, tutto risalente a diversi periodi storici, come l'età del bronzo, il periodo ellenistico, quello romano, quello arabo, fino a tutto l'Ottocento.

Dal promontorio su cui erge il Castello di Modica è possibile ammirare una particolare panoramica della città.

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L’Etna è una delle aree di maggiore interesse naturalistico del bacino del Mediterraneo.

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Solitamente si pensa alle aree vulcaniche come luoghi desertici dove la vegetazione è molto scarsa o assente. Anche da questo punto di vista questo vulcano possiede delle unicità per la ricchezza del suo lato botanico.

Innanzitutto l’Etna presenta vaste aree coperte da vegetazione, nonostante gran parte del territorio sia spesso attraversata da colate laviche che distruggono ogni cosa che si trova sul loro cammino. I vulcani delle medie latitudini di solito non hanno estese aree verdi.

Al contrario in alcuni versanti dell’Etna il paesaggio vegetale è così rigoglioso da ricordare quello di alcuni vulcani tropicali.

Il contrasto tra il verde dei boschi e le scure colate laviche recenti crea un paesaggio unico, suggestivo e surreale. Inoltre questo vulcano offre una grande diversità botanica che si manifesta verticalmente con le variazioni altimetriche, ma anche orizzontalmente passando da un versante all’altro del vulcano.

Estese stagioni di fioriture
Se pensate che il paesaggio di un vulcano come una monotona successione di deserti di lava, sarete sorpresi dai colori del paesaggio dell’Etna! In realtà vi è un periodo molto esteso di fioriture che si presenta in diverse stagioni a diverse altitudini, quindi gran parte dell’anno questo vulcano si può vedere ornato dai bellissimi colori delle fioriture.

Inoltre durante la stagione autunnale, il vulcano mostra un’incantevole esibizione di colori quando le foglie degli alberi decidui mostrano una colorata e cangiante tavolozza di colori che variano dal giallo, all’arancione e al rosso.

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I “Guardiani solari” della Valle dell’Alcantara - La Voce dell'Isola
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Siciliy Sunrise

“La Sicilia: la più bella regione d’Italia: un’ orgia inaudita di colori, di profumi, di luci, una grande goduria”

~Sigmund Freud~

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La Regione finanzia il drone subacqueo per scoprire i tesori nei mari della Sicilia
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"L'Etna, Polifemo, il paese e il mare"

“Nella nostra terra vive un gigante a volte padre e a volte patrigno.
E' il vulcano dal cratere infuocato?
E' il ciclope Polifemo dall' unico occhio inquietante?
Nel mio immaginario, sovente, queste due presenze si fondono in un esaltante gioco di fantasia e realtà...”

🎨"Dipinto di S.C."

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🎶Nel blu dipinto in blu🎶

Teatro di Taormina

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Il Teatro fu realizzato in un punto panoramico meraviglioso, da cui si ammirano la mole dell'Etna e il Mar Jonio.

Su alcuni gradini è inciso il nome di Filistide, la moglie di Ierone II, il tiranno di Siracusa che molto probabilmente nel III secolo a.C. fece costruire il teatro taorminese.

L'edificio fu ricostruito in età romana e più precisamente nel II secolo d.C. La cavea, cioè lo spazio per le gradinate, ha un diametro di circa 109 metri ed è divisa in nove settori.

Il teatro di Taormina, per dimensioni, è il secondo della Sicilia dopo quello di Siracusa.

Alla sommità delle gradinate si trova un doppio portico, coperto da una volta. Trentasei piccole nicchie si aprono sul muro del portico e forse servivano per accogliere alcune statue.

In età romana, l'orchestra del teatro fu trasformata in arena per i giochi dei gladiatori.

La scena presenta tre grandi aperture, fiancheggiate da nicchie e da colonne qui ricollocate nel XIX secolo, dall'Architetto Francesco Saverio Cavallari.

Da anni ormai, il teatro di Taormina è la splendida cornice di eventi culturali e di premi di livello internazionale.

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