Il giorno più catastrofico della storia d'Italia fu a dicembre (e in Sicilia): cosa accadde più di 100 anni fa
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Il giorno più catastrofico della storia d'Italia fu a dicembre (e in Sicilia): cosa accadde più di 100 anni fa
Trentasette secondi. Questo fu il tempo che bastò alla natura. Le città di Messina e quella di Reggio Calabria furono sorprese nel sonno. Ecco cosa successe il 28 dicembre del 1908 Trentasette secondi. Questo fu il tempo che bastò alla natura. Le città di…
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Messina, 28/12/1908
Oggi a Messina si celebra il 113° anniversario da quel 28 Dicembre 1908, quando un devastante terremoto rase al suolo la città.
Fu una tragedia. Il dato delle vittime parla di un numero che si aggira fra le 75 000 e le 82 000.
📸 @messina_city_official
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📍#Messina1908
Oggi a Messina si celebra il 113° anniversario da quel 28 Dicembre 1908, quando un devastante terremoto rase al suolo la città.
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La notte i sismografi registrarono il verificarsi di un terremoto di grande magnitudo.
Il sisma risultò inquadrabile settorialmente in una zona ubicata in Italia. Nessuna più precisa informazione al riguardo era tuttavia disponibile: rimanevano solo le tracce marcate dai pennini sui tabulati degli osservatori sismici, che gli studiosi cominciarono velocemente ad analizzare e interpretare. I telegrafi infatti cominciarono a ticchettare, mentre i tecnici rimasero in attesa di ottenere e scambiare notizie.
Ancora prima di ottenere una qualsivoglia comunicazione ufficiale, molte nazioni del mondo e l'Italia stessa furono informate attraverso la strumentazione scientifica.
I sismografi misero in evidenza solo la grande intensità delle scosse senza consentire agli specialisti di individuare con certezza la specifica localizzazione. Si potevano solo immaginare i danni provocati da un sisma di quella intensità. Gli addetti all'osservatorio Ximeniano di Firenze annotarono:
«Stamani alle 5:21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: “Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.»
Il futuro premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo (che all'epoca aveva 7 anni) si trasferì a Messina tre giorni dopo il terremoto, perché il padre capostazione fu chiamato a dirigere il traffico ferroviario lì. Per mesi visse su due vagoni merci, e successivamente rievocò l'esperienza nella poesia Al Padre:
«Dove sull'acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d'uragani
e mare avvelenato.»
(Salvatore Quasimodo, Al Padre)
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Il sisma risultò inquadrabile settorialmente in una zona ubicata in Italia. Nessuna più precisa informazione al riguardo era tuttavia disponibile: rimanevano solo le tracce marcate dai pennini sui tabulati degli osservatori sismici, che gli studiosi cominciarono velocemente ad analizzare e interpretare. I telegrafi infatti cominciarono a ticchettare, mentre i tecnici rimasero in attesa di ottenere e scambiare notizie.
Ancora prima di ottenere una qualsivoglia comunicazione ufficiale, molte nazioni del mondo e l'Italia stessa furono informate attraverso la strumentazione scientifica.
I sismografi misero in evidenza solo la grande intensità delle scosse senza consentire agli specialisti di individuare con certezza la specifica localizzazione. Si potevano solo immaginare i danni provocati da un sisma di quella intensità. Gli addetti all'osservatorio Ximeniano di Firenze annotarono:
«Stamani alle 5:21 negli strumenti dell'Osservatorio è incominciata una impressionante, straordinaria registrazione: “Le ampiezze dei tracciati sono state così grandi che non sono entrate nei cilindri: misurano oltre 40 centimetri. Da qualche parte sta succedendo qualcosa di grave.»
Il futuro premio Nobel per la letteratura Salvatore Quasimodo (che all'epoca aveva 7 anni) si trasferì a Messina tre giorni dopo il terremoto, perché il padre capostazione fu chiamato a dirigere il traffico ferroviario lì. Per mesi visse su due vagoni merci, e successivamente rievocò l'esperienza nella poesia Al Padre:
«Dove sull'acque viola
era Messina, tra fili spezzati
e macerie tu vai lungo binari
e scambi col tuo berretto di gallo
isolano. Il terremoto ribolle
da due giorni, è dicembre d'uragani
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La Regione acquista la casa natale di Quasimodo - lasiciliaweb
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La Regione acquista la casa natale di Quasimodo - lasiciliaweb
MODICA (RAGUSA) – La Regione ha avviato le procedure che porteranno all’acquisizione della casa natale del poeta Salvatore Quasimodo a Modica, in provincia di Ragusa. Il via libera è arrivato con una delibera del governo Musumeci, approvata nel corso dell’ultima…
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Sicilia, alla scoperta dei misteri di Motta Camastra - La Voce dell'Isola
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Buona Sera Dal Duomo Di Messina🤩
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La Regione Siciliana acquisterà l'abitazione in cui visse Giovanni Pascoli, nel ruolo di casa museo
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La Regione Siciliana acquisterà l'abitazione in cui visse Giovanni Pascoli, nel ruolo di casa museo
MESSINA – Si trova a Messina la casa in cui il celebre poeta romagnolo, Giovanni Pascoli, e sarà comprata come proprietà della Regione Siciliana e trasferita successivamente nella “Rete regionale delle case museo”. La decisione è stata stabilita dal governo…
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🗺 A Marzamemi, guardando verso il Mar Ionio, al largo del porticciolo, possiamo ammirare l'Isolotto Brancati.
Alla fine dell’Ottocento fu dato in concessione demaniale dal principe Ottavio Nicolaci ad un nobile di Noto, che vi costruì un piccolo immobile da utilizzare nel periodo estivo.
Dopo la sua morte, nel 1918, nessuno degli eredi rinnovò la concessione demaniale e così la ottenne il dottor Raffaele Brancati che nel 1935 la sdemanializzò, divenendo così proprietario dell'isolotto.
Qui, fece costruire una villa, un gioiello che spicca nel bellissimo mare di Marzamemi.
🎥 @marcoferlitogram
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Alla fine dell’Ottocento fu dato in concessione demaniale dal principe Ottavio Nicolaci ad un nobile di Noto, che vi costruì un piccolo immobile da utilizzare nel periodo estivo.
Dopo la sua morte, nel 1918, nessuno degli eredi rinnovò la concessione demaniale e così la ottenne il dottor Raffaele Brancati che nel 1935 la sdemanializzò, divenendo così proprietario dell'isolotto.
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