Quando l’orologio del “Fortino” si fermò: la triste storia del custode Orazio Oteri
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#storiesiciliane〽️
via catania.liveuniversity.it
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#storiesiciliane〽️
via catania.liveuniversity.it
Telegraph
Quando l’orologio del “Fortino” si fermò: la triste storia del custode Orazio Oteri
In quanti hanno mai sentito pronunciare il nome di Orazio Oteri? Si tratta di un uomo che, in tempi a noi parecchio lontani, si occupò di mantenere in vita un oggetto molto importante per la città di Catania: l’orologio di Porta Garibaldi, più nota come “Fortino”.…
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Sparkle e Fondazione Ortygia sostengono la formazione di dieci studentesse in Sicilia
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
via gds.it
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
via gds.it
Telegraph
Sparkle e Fondazione Ortygia sostengono la formazione di dieci studentesse in Sicilia
Sparkle, l’operatore di servizi internazionali del gruppo Tim, aderisce anche quest’anno a YEP - Young Women Empowerment Program, iniziativa promossa dalla Fondazione Ortygia Business School per favorire la crescita personale e professionale delle studentesse…
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Cartolina da Chiaramonte Gulfi
Una perla del Barocco Ibleo.Città dei musei e luoghi magici,facciamo un volo nella storia.
Nel territorio sono diffusamente presenti insediamenti fortificati
(castellieri) dell'etá del bronzo e del ferro, resti abitati dai greci arcaidi ed ellenistici.
La città venne fondata con il nome di Akrillai dai Siracusani nel VII secolo a.C. Distrutta dai Cartaginesi nel 406 a.C., fu sede di una sconfitta Siracusana ad opera delle forze del conole romano Marco Claudio Marcello nel 213 a.C. Con la conquista romana prese il nome si Acrillae.Sul territorio comunale è presente anche un abitato ellenistico rinvenuto mella località di Scornavacche,
caratterizzato dalla specializzazione nella produzione della ceramica.
L' abitato,fondato anch'esso dai Siracusani lungo il fiume Drillo,venne ugualmente distrutto dai Cartaginesi una prima volta nel 406 a.C. e una seconda,dopo la ricostruzione ad opera di Timoleonte,nel 280 a.C.
🎥@gsantoro82
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
Una perla del Barocco Ibleo.Città dei musei e luoghi magici,facciamo un volo nella storia.
Nel territorio sono diffusamente presenti insediamenti fortificati
(castellieri) dell'etá del bronzo e del ferro, resti abitati dai greci arcaidi ed ellenistici.
La città venne fondata con il nome di Akrillai dai Siracusani nel VII secolo a.C. Distrutta dai Cartaginesi nel 406 a.C., fu sede di una sconfitta Siracusana ad opera delle forze del conole romano Marco Claudio Marcello nel 213 a.C. Con la conquista romana prese il nome si Acrillae.Sul territorio comunale è presente anche un abitato ellenistico rinvenuto mella località di Scornavacche,
caratterizzato dalla specializzazione nella produzione della ceramica.
L' abitato,fondato anch'esso dai Siracusani lungo il fiume Drillo,venne ugualmente distrutto dai Cartaginesi una prima volta nel 406 a.C. e una seconda,dopo la ricostruzione ad opera di Timoleonte,nel 280 a.C.
🎥@gsantoro82
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Tutto pronto per il festival internazionale del gelato. «Straordinaria storia d'amore nata tredici anni fa»
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
via meridionews.it
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
via meridionews.it
Telegraph
Tutto pronto per il festival internazionale del gelato. «Straordinaria storia d'amore nata tredici anni fa»
Torna al teatro Massimo di Palermo Sherbeth, il festival del gelato internazionale. Saranno circa cinquanta i maestri gelatieri, provenienti dall'Italia e dall'estero, a darsi battaglia all'ultima spatola per conquistare il trofeo Procopio Cutò per il miglior…
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Super Mare Cross 2021
Gli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross si preparano alla fase finale, con le due gare di Giardini Naxos in programma il 5 e 8 dicembre che assegneranno i titoli di campioni, gli ultimi ancora in palio della stagione 2021 del motocross.
Il campionato è fermo dalla gara di Maccarese, corsa a fine marzo, che ha congelato le posizioni in classifica fino al rush finale che inizierà domenica in terra siciliana.
🎥 @pioandreaperi
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
Gli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross si preparano alla fase finale, con le due gare di Giardini Naxos in programma il 5 e 8 dicembre che assegneranno i titoli di campioni, gli ultimi ancora in palio della stagione 2021 del motocross.
Il campionato è fermo dalla gara di Maccarese, corsa a fine marzo, che ha congelato le posizioni in classifica fino al rush finale che inizierà domenica in terra siciliana.
🎥 @pioandreaperi
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
Tante le iniziative collaterali messe sul piatto dal moto club Taormina New, che come sempre vuole onorare al massimo l’appuntamento con un campionato a cui da oltre un decennio offre ospitalità e spazio. Oltre alle due prove del Supermarecross, sabato 4 dicembre la pista allestita sul lungomare di Giardini Naxos ospiterà anche l’ultima prova del campionato regionale siciliano. E fuori dalla pista sono in programma una conferenza stampa di presentazione della “settimana del Supermarecross”, una mostra fotografica sulla quasi quarantennale storia del campionato e un giro di moto turismo.
La mostra sarà allestita nell’area retrostante la pista, al lido di Giardini Naxos, insieme a un’esposizione di moto storiche e mezzi elettrici, e sarà visitabile (con green pass obbligatorio) per tutto il periodo delle gare, dal 4 all’8 dicembre. Il giro di moto turismo, chiamato Superturismo, scatterà la mattina del 5 dicembre e porterà i partecipanti a scoprire le bellezze della Sicilia orientale, tra l’Etna e il litorale di Taormina, con arrivo in concomitanza con le premiazioni di giornata della gara del Supermarecross.
Piatto ricchissimo, dunque, ma gli occhi degli spettatori saranno puntati soprattutto sulle due tappe degli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross. Tutti i titoli sono ancora in palio e la gara finale dell’8 dicembre assegnerà punteggio doppio, quindi i giochi potrebbero restare aperti fino alla fine. In palio, oltre alla gloria, c’è anche il montepremi da 8700 euro messo in palio dalla Federazione Motociclistica Italiana.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
La mostra sarà allestita nell’area retrostante la pista, al lido di Giardini Naxos, insieme a un’esposizione di moto storiche e mezzi elettrici, e sarà visitabile (con green pass obbligatorio) per tutto il periodo delle gare, dal 4 all’8 dicembre. Il giro di moto turismo, chiamato Superturismo, scatterà la mattina del 5 dicembre e porterà i partecipanti a scoprire le bellezze della Sicilia orientale, tra l’Etna e il litorale di Taormina, con arrivo in concomitanza con le premiazioni di giornata della gara del Supermarecross.
Piatto ricchissimo, dunque, ma gli occhi degli spettatori saranno puntati soprattutto sulle due tappe degli Internazionali d’Italia EICMA Supermarecross. Tutti i titoli sono ancora in palio e la gara finale dell’8 dicembre assegnerà punteggio doppio, quindi i giochi potrebbero restare aperti fino alla fine. In palio, oltre alla gloria, c’è anche il montepremi da 8700 euro messo in palio dalla Federazione Motociclistica Italiana.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Nella cantina di Camilleri le figlie trovano scritti inediti - Ultima Ora
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
via www.ansa.it
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
via www.ansa.it
Telegraph
Nella cantina di Camilleri le figlie trovano scritti inediti - Ultima Ora
(ANSA) - ROMA, 05 DIC - Garage e cantina restituiscono le carte intatte di Andrea Camilleri. Faldoni originali, foto di scena, privato. Una scoperta per le figlie del "papà" del commissario Montalbano: "Abbiamo ritrovato un uomo affascinante e intelligente"…
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Vi è mai capitato di pronunciare o di sentire additare qualcuno con l’espressione babb’i l’ova o babbu ri l’ova? Se vi trovate a Catania, prestate attenzione, vi accorgerete che sarà una consuetudine. Si tratta di un modo buffo e colorito per indicare una persona sciocca, sempliciona e credulona.
La parola siciliana ‘babbu’ ha origini nello spagnolo ‘bobo’ che vuol dire ‘babbeo’. Sin da subito l’espressione babbu ‘i l’ova era molto probabilmente riferita a qualcuno che non brillava esattamente per acume e sagacia.
I racconti tramandati lo dimostrano.
Chi poteva mai essere u babbu ‘i l’ova?
Un venditore che distribuiva le uova per racimolare qualche soldo e occupare il tempo? Un signorotto? O Giufà?
Il personaggio tipico di molte storie della tradizione popolare siciliana, noto per cacciarsi spesso nei guai riuscendo ad uscirne quasi sempre illeso.
Candido e spensierato, riesce a far sorridere con le sue storie di sfortuna, sciocchezza e saggezza.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
La parola siciliana ‘babbu’ ha origini nello spagnolo ‘bobo’ che vuol dire ‘babbeo’. Sin da subito l’espressione babbu ‘i l’ova era molto probabilmente riferita a qualcuno che non brillava esattamente per acume e sagacia.
I racconti tramandati lo dimostrano.
Chi poteva mai essere u babbu ‘i l’ova?
Un venditore che distribuiva le uova per racimolare qualche soldo e occupare il tempo? Un signorotto? O Giufà?
Il personaggio tipico di molte storie della tradizione popolare siciliana, noto per cacciarsi spesso nei guai riuscendo ad uscirne quasi sempre illeso.
Candido e spensierato, riesce a far sorridere con le sue storie di sfortuna, sciocchezza e saggezza.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
In una di queste la madre di Giufà apprestandosi ad andare a messa gli disse:
Si cunta ca ‘na vota cc’era Giufà; sò matri si nni ij’ a la Missa e cci dissi: «Giufà, vidi ca staju jennu a la Missa, vidi ca cc’è la hjocca, e havi a scuvari l’ova, la pigli, cci duni a manciari la suppa e pùa la minti ‘n capu arrieri, ca nun bazzi ca s’arriffriddanu I’ova». ‘Nqua Giufà piglia la hjocca, cci fa la suppa cu pani e vinu e la civa, tantu chi la civava ca cci la fuddava cu la jita e l’affuccà’ e murì’; quannu Giufà vitti la hjocca ‘n puortu, dissi: «Ora comu fazzu, ca l’ova s’arrifriddanu! ora mi cci mintu ia ‘n capu l’ova». Si leva li canzi e la cammísa e s’incula ‘n capu l’ova, e si cci assetta. Vinni sò mà’ e eci gridava: «Giufà, Giufà! Arrispunni Giufà: «Chila, chila, ‘un cci puozzu vinii, i ca sugnu hjocca e sugnu misu ‘n capu l’ova , manzinò s’arrifriddanu». Sò matri si misi a gridari: «Birbanti, birbanti ! ca tutti l’ova scafazzasti!» Si susi Giufà e I’ova eranu tutti ‘na picata”.
Giufà e la chioccia
Traduzione:
Si narra che una volta c'era Giufà; Sua madre andò a messa e gli disse: "Giove, guarda, io vado a messa, poi sdraiati avanti e indietro, perché le uova non si raffreddino". ‘Nqua Giufà prende la cavalla, le fa la minestra con pane e vino e la civa, tanto che la mangia e gliela getta addosso e lo affoga’ e muore’; Quando Giufà ha visto il cappello al porto, ha detto: "Adesso come faccio, lascia raffreddare le uova!" ora sto mentendo nella mia testa.' Solleva le canzoni e la maglietta, si mette le uova in testa e si sistema. Venne da me e gridò: "Giufà, Giufà!" Giufà rispose: "Chila, chila, non posso venire qui, quelli che sono scavati e le uova sono state messe sulla testa, si raffreddano anche". Sua madre gridò: "Ladro, mascalzone!" voi tutti uova strapazzate! ” Giufà e le uova erano tutte 'morse'.
Giufà e la gallina
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Si cunta ca ‘na vota cc’era Giufà; sò matri si nni ij’ a la Missa e cci dissi: «Giufà, vidi ca staju jennu a la Missa, vidi ca cc’è la hjocca, e havi a scuvari l’ova, la pigli, cci duni a manciari la suppa e pùa la minti ‘n capu arrieri, ca nun bazzi ca s’arriffriddanu I’ova». ‘Nqua Giufà piglia la hjocca, cci fa la suppa cu pani e vinu e la civa, tantu chi la civava ca cci la fuddava cu la jita e l’affuccà’ e murì’; quannu Giufà vitti la hjocca ‘n puortu, dissi: «Ora comu fazzu, ca l’ova s’arrifriddanu! ora mi cci mintu ia ‘n capu l’ova». Si leva li canzi e la cammísa e s’incula ‘n capu l’ova, e si cci assetta. Vinni sò mà’ e eci gridava: «Giufà, Giufà! Arrispunni Giufà: «Chila, chila, ‘un cci puozzu vinii, i ca sugnu hjocca e sugnu misu ‘n capu l’ova , manzinò s’arrifriddanu». Sò matri si misi a gridari: «Birbanti, birbanti ! ca tutti l’ova scafazzasti!» Si susi Giufà e I’ova eranu tutti ‘na picata”.
Giufà e la chioccia
Traduzione:
Si narra che una volta c'era Giufà; Sua madre andò a messa e gli disse: "Giove, guarda, io vado a messa, poi sdraiati avanti e indietro, perché le uova non si raffreddino". ‘Nqua Giufà prende la cavalla, le fa la minestra con pane e vino e la civa, tanto che la mangia e gliela getta addosso e lo affoga’ e muore’; Quando Giufà ha visto il cappello al porto, ha detto: "Adesso come faccio, lascia raffreddare le uova!" ora sto mentendo nella mia testa.' Solleva le canzoni e la maglietta, si mette le uova in testa e si sistema. Venne da me e gridò: "Giufà, Giufà!" Giufà rispose: "Chila, chila, non posso venire qui, quelli che sono scavati e le uova sono state messe sulla testa, si raffreddano anche". Sua madre gridò: "Ladro, mascalzone!" voi tutti uova strapazzate! ” Giufà e le uova erano tutte 'morse'.
Giufà e la gallina
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Babb’i l’ova, babbu ri l’ova
Quante volte abbiamo pronunciato o abbiamo sentito pronunciare babb’i l’ova o babbu ri l’ova?
Uno scherno, un modo colorito, ma mai volgare per designare una persona sciocca e un po’ stupida.
Un termine divertente e che racconta di un popolo e delle sue tradizioni.
Il siciliano babbu – stupido – deriva dallo spagnolo “bobo” e significa “babbeo”. U “babbu ‘i l’ova” era molto probabilmente una figura realmente esistita; un ambulante di quartiere che distribuiva e vendeva le uova.
Il personaggio, per l’epiteto utilizzato, non brillava certamente per arguzia o per talento e da ciò veniva schernito dagli avventori.
Il compito, infatti, era dato a persone dalle menti semplici, per racimolare qualche soldo e occupare il tempo.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Quante volte abbiamo pronunciato o abbiamo sentito pronunciare babb’i l’ova o babbu ri l’ova?
Uno scherno, un modo colorito, ma mai volgare per designare una persona sciocca e un po’ stupida.
Un termine divertente e che racconta di un popolo e delle sue tradizioni.
Il siciliano babbu – stupido – deriva dallo spagnolo “bobo” e significa “babbeo”. U “babbu ‘i l’ova” era molto probabilmente una figura realmente esistita; un ambulante di quartiere che distribuiva e vendeva le uova.
Il personaggio, per l’epiteto utilizzato, non brillava certamente per arguzia o per talento e da ciò veniva schernito dagli avventori.
Il compito, infatti, era dato a persone dalle menti semplici, per racimolare qualche soldo e occupare il tempo.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Secondo un’altra versione, invece, un signorotto di Caltagirone e dei braccianti che assumeva per lavorare presso i campi.
Tronfio, prepotente e accorto, chiamava in disparte i lavoratori della terra e prometteva, oltre al compenso, un uovo al giorno.
Raccomandava a ciascuno di loro di lavorare di buona lena per ricevere il premio concordato e di non dire nulla agli altri.
Durante l’ispezione per i campi, gridava a gran voce: «Attia di l’ova!» Quelle urla destavano ansia e smuovevano i braccianti a lavorare con maggiore solerzia, ignari dell’inganno e quindi babb’i l’ova.
La “catanesitudine” è qualcosa che si acquisisce con il tempo.
U babbu ri l’ova non è cattivo, non è malizioso e si perde in un bicchiere d’acqua. La persona babba è scimunita, stupidina, sciocca. U babbu ri l’ova rafforza e carica di un significato maggiore l’aggettivo. Il catanese lo sa, il siciliano anche. Ogni parola (o ogni accostamento tra due o tre parole) crea un connubio di significati singolari e meravigliosi. I non autoctoni non lo sanno, forse difficilmente capiranno, ma è qualcosa che si acquisisce col tempo.
Questi semplici racconti confermano che u babb’i l’ova è una persona che si perde in un bicchiere d’acqua, sciocchina, facile da raggirare. L’espressione dà un colore ulteriore alla semplice parola che useremmo per indicare una persona credulona, creando un connubio di significati singolari e divertenti della lingua parlata.
Chi non è abituato a questi suoni difficilmente potrà coglierne le sfumature. Come qualsiasi altro dialetto, quello catanese (sia l’abitante che il dialetto della lingua siciliana)
è ricco di una moltitudine di usi e modi di dire, e rimane la maniera più colorita e vibrante per raccontare la cultura e la bellezza di un luogo e della sua gente.
Vibrante e straordinaria sedimentazione di cultura e bellezza.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
Tronfio, prepotente e accorto, chiamava in disparte i lavoratori della terra e prometteva, oltre al compenso, un uovo al giorno.
Raccomandava a ciascuno di loro di lavorare di buona lena per ricevere il premio concordato e di non dire nulla agli altri.
Durante l’ispezione per i campi, gridava a gran voce: «Attia di l’ova!» Quelle urla destavano ansia e smuovevano i braccianti a lavorare con maggiore solerzia, ignari dell’inganno e quindi babb’i l’ova.
La “catanesitudine” è qualcosa che si acquisisce con il tempo.
U babbu ri l’ova non è cattivo, non è malizioso e si perde in un bicchiere d’acqua. La persona babba è scimunita, stupidina, sciocca. U babbu ri l’ova rafforza e carica di un significato maggiore l’aggettivo. Il catanese lo sa, il siciliano anche. Ogni parola (o ogni accostamento tra due o tre parole) crea un connubio di significati singolari e meravigliosi. I non autoctoni non lo sanno, forse difficilmente capiranno, ma è qualcosa che si acquisisce col tempo.
Questi semplici racconti confermano che u babb’i l’ova è una persona che si perde in un bicchiere d’acqua, sciocchina, facile da raggirare. L’espressione dà un colore ulteriore alla semplice parola che useremmo per indicare una persona credulona, creando un connubio di significati singolari e divertenti della lingua parlata.
Chi non è abituato a questi suoni difficilmente potrà coglierne le sfumature. Come qualsiasi altro dialetto, quello catanese (sia l’abitante che il dialetto della lingua siciliana)
è ricco di una moltitudine di usi e modi di dire, e rimane la maniera più colorita e vibrante per raccontare la cultura e la bellezza di un luogo e della sua gente.
Vibrante e straordinaria sedimentazione di cultura e bellezza.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia