♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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La storia del labirinto di Arianna affonda le sue radici nell’antica Grecia. Arianna era infatti la principessa di Creta.

La leggenda vuole che Arianna, innamoratasi di Teseo, avesse realizzato un gomitolo per poter ritrovare la strada del labirinto di Cnosso in cui si rifugiava il Minotauro.

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Il labirinto di Arianna è stato invece realizzato sulla cresta di un colle nel 1990 dall’artista Italo Lanfredini.

Si trova all’interno della Fiumara d’arte del magnate Antonio Presti, che parte da Castel di Tusa.

Il significato

La scultura in cemento, all’interno della quale si può camminare proprio come in un labirinto concentrico, affronta il tema dell’ascesa verso la purezza grazie al cammino.

“Il labirinto – recita il testo della fondazione – è riflessione, è spiritualità che deriva da una sorta di “maternità”, espressa in un dolce concentrico svolgersi di cerchi culminante in una aspirazione all’alto, al sublime”.

Si cammina pensando di fare un percorso preciso, poi d’un tratto ci si smarrisce grazie alla geometria del percorso.

Ed è allora che il viaggio ha davvero inizio. Sino all’arrivo in cui un albero di ulivo non rinnova la vita. L’ingresso invece è un chiaro messaggio di maternità.

Si entra da una porta che richiama l’organo genitale femminile da cui si viene in vita.

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Savoca, borgo collinare della riviera ionica messinese, è famosa per il suo ricco patrimonio storico-artistico, nonché per esser stata location di alcune scene de "Il Padrino", del registra Francis Ford Coppola.

Il paese, che deve il suo nome alla pianta di 'sambuco' definito 'savucu' in siciliano, fu fondato da re Ruggero II e conobbe grande fortuna durante tutta l'età medievale e moderna: si pensi che fino al 1492 vi era una comunità ebraica che aveva una sua sinagoga. Tra i monumenti più suggestivi vi sono le catacombe del Monastero dei Cappuccini che custodiscono i corpi mummificati di nobili e prelati.

La bellezza del paese, immersa in una cornice paesaggistica mozzafiato, fa ben comprendere perché il centro sia stato inserito nel circuito de 'I borghi più belli d'Italia.

🎥 @pioandreaperi

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Quando in autunno il sole volge al tramonto,indora la natura tutta come un colpo di vernice e come d'incanto tutto si tinge d'oro, creando un connubio perfetto con il luogo incantevole.

Le nuvole protagoniste ufficiali cadono sovrane,specchiandosi nelle azzurre acque delle vasche salanti,la salina Culcasi si specchia intatta nell'acqua,mentre lontane appaiono dalla torre di Nubia le isole Egusee,Erice si scopre ad un tratto davanti agli stormi di fenicotteri rosa che si sono appena insediati tra le vasche di Chiusicella e Calcara.

Ci si ferma solo per lasciarsi baciare il viso un attimo dal raggiante e caldo sole di Novembre e pensare che si è da soli padroni di questa straordinaria meraviglia.

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Falcone e Borsellino sulla moneta da 2 euro, l'omaggio a 30 anni dalle stragi.

La Zecca dello Stato rende omaggio alla memoria di PaoloBorsellino e GiovanniFalcone, coniando una moneta da 2 euro che riproduce la celebre foto scattata nel 1992 da Tony Gentile con i due magistrati accanto e sorridenti.

La moneta sarà in circolazione a partire dal 2 gennaio 2022.

Le monete, per un valore nominale di 6 milioni di euro, saranno prodotte in 3 milioni di esemplari e entreranno in circolazione a partire dal 2 gennaio 2022.

Sopra l'immagine la scritta "FALCONE - BORSELLINO" e l'acronimo RI della Repubblica Italiana tra le date 1992 e 2022. Ai lati dell'immagine dei due magistrati l'identificativo della Zecca di Roma, R, a destra, e la sigla "VdS" dell'autore del design della moneta, Valerio de Seta, a sinistra.

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La "vastedda" di Castelvetrano: il pane nero siciliano che profuma di cultura e tradizione.

pane nero di Castelvetrano ha la caratteristica forma di pagnotta rotonda, in siciliano chiamata “vastedda”, dalla crosta dura e scura e con un profumato interno di color giallo come il grano.

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Pane nero di Castelvetrano

Come tutto ciò che è naturale, semplice, per tutti, questo alimento era considerato pane dei poveri o “pane marzuolo”. Oggi è il principe della panetteria, uno dei prodotti di vanto dell’enogastronomia trapanese. Una specialità dalle caratteristiche uniche, la cui fama ha raggiunto tutti i paesi superando anche i confini nazionali.

La sua crosta, croccante, quasi musica nel romperla con le mani, come piace un po’ a noi che la consideriamo compagna fedele delle nostre merende, sprigiona note di mandorle tostate, profuma di venti e di aria di mare, di sole e di arsura!

La sua mollica è dolce e compatta e il suo caratteristico colore scuro è dovuto alla miscela dei due grani locali, preziosità del territorio, entrambi macinati a pietra, miscela con la quale viene prodotto. E’ il grano biondo siciliano e il Tumminìa (o Timilia). Quest’ultimo tipo di chicco che viene seminato a Marzo ed è pronto a Giugno, dà il nome di “pane marzuolo” alla pagnotta di Castelvetrano, tanto amata.

Il Tumminìa è un grano duro particolarmente raro, dà al pane una crosticina scura sui toni del caffè o del cioccolato e una mollica dal piacevole retrogusto di malto.

Per cuocere questo pane si predilige un fuoco alimentato con le fronde secche dell’ulivo. Il fuoco vivace surriscalda le pareti del forno facendo raggiungere ad esse la temperatura di 300°C. Le pagnotte si infornano dopo aver spento le fiamme e pulito bene con una scopettina tradizionale, col manico lungo, fatta con la “curina” ottenuta dalle foglie di palma nana. Il pane cuoce così lentamente e senza fuoco diretto man mano che la temperatura si abbassa.

La tradizione vuole che il pane nero di Castelvetrano, appena sfornato e ancora caldo, sia diviso in due e condito con olio extravergine d’oliva, sale, origano, pomodoro a fette, formaggio, acciughe e basilico. Ed è poesia!

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