♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Le Colonne Romane sommerse di Marzamemi

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La Sicilia è una terra ricca di storia, un luogo magico dove trovare mare pulito, spiagge bianche e tanti spazi culturali da conoscere e visitare. E proprio prendendo spunto dalle ricchezze del fondale marino, la Soprintendenza del Mare della Regione Sicilia ha dato vita a più di 20 itinerari archeologici subacquei, visitabile con imbarcazioni ad hoc o attraverso guide esperte che conducono i turisti attraverso avvincenti percorsi di snorkeling.
Scendendo a ben sette metri di profondità nell’Area Marina Protetta del Plemmirio, tra Marzamemi e Vendicari, è possibile ammirare numerose colonne semilavorate con alcuni blocchi di forma squadrata che venivano utilizzati di solito per la costruzione di capitelli e basi. Si tratta di un carico di materiale edile probabilmente contenuto in una nave romana che è rimasta inabissata tra le rocce del fondale, senza possibilità di risalita. Le scoperte degli archeologici, nel corso degli anni, sono state davvero meravigliose, perché hanno datato il relitto al 200 d.C. attribuendole origini orientali, probabilmente dell’Isola di Marmara, così come lo erano anche i blocchi trasportati.

Si tratta di ritrovamenti davvero rivoluzionari, che consentono a milioni di turisti di guardare dal mare colonne greche originali, lunghe anche 6,40 metri con circa 190 cm di diametro. Blocchi che hanno dimensioni tali da far sospettare agli esperti che servissero per realizzare opere maestose, tipiche di quel tempo. Vi è un tratto, in particolare, che riesce a catturare l’attenzione di tutti ed è la presenza di interessanti cespugli dell’alga posidonia, dalla quale emergono questi elementi architettonici antichi.Per godere appieno di questo percorso archeologico sottomarino, non è necessario essere un esperto sub o un nuotatore provetto, ma solo un grande appassionato di mare, cultura e archeologia. Non si tratta della classica visita archeologica, infatti, ma di un’avvincente esplorazione, che condurrà il visitatore in un mondo antico del quale la Sicilia è stata interprete e protagonista.

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Le bellissime forme geometriche del Museo Archeologico Regionale Paolo Orsi viste dal drone.

📷 Foto di @eliseolupo

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Borgo Pantano Rapano Messina

“ʜᴏ ʟ’ɪᴍᴘʀᴇssɪᴏɴᴇ ᴄʜᴇ ʟᴀ ᴍɪᴀ ɴᴀsᴄɪᴛᴀ sɪᴀ ᴀʟǫᴜᴀɴᴛᴏ ᴘᴏsᴛᴇʀɪᴏʀᴇ ᴀʟʟᴀ ᴍɪᴀ ʀᴇsɪᴅᴇɴᴢᴀ ǫᴜɪ. ʀɪsɪᴇᴅᴇᴠᴏ ɢɪà ǫᴜɪ ᴇ ᴘᴏɪ ᴠɪ sᴏɴᴏ ɴᴀᴛᴏ”.
ʟᴇᴏɴᴀʀᴅᴏ sᴄɪᴀsᴄɪᴀ

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📍Castelmola (ME)

È la corona che sta in testa a Taormina: un balcone sullo Ionio, un terrazzo con vista sull’Etna, una favola narrata alle stelle.

Certe stranezze della Sicilia i “continentali” fanno fatica a capirle. Ma poi sono proprio queste stranezze ad affascinarli. Come, a Castelmola, il bar dedicato al fallo, peraltro in una terra di antichi culti priapei. O il vanto di aver dato i natali al “vero” amante di Lady Chatterley. O, ancora, l’iperbole con cui i locali descrivono ciò che hanno: splendidi panorami, aria buona, ottima gastronomia – tutto vero, verissimo, ma detto in modo da sottintendere quasi il timore d’essere inferiori in qualcos’altro.
Retro-pensiero immotivato: perché i discendenti dell’antica Myle, l’acropoli di Taormina, hanno preso coscienza del valore della loro storia e della loro terra. Tra cielo e mare, Castelmola è la corona che sta in testa a Taormina: un balcone sullo Ionio, un terrazzo con vista sull’Etna, una favola.

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Perché a Messina si dice: "cuntari quantu u dui i coppi quannu a Briscola è a spadi"? Le carte mettono le persone al proprio posto.

“Cuntari quantu u dui i coppi quannu a Briscola è a spadi”, il modo di dire tipico messinese che usa la Briscola per rimettere le persone al proprio posto Sud Italia (e non solo).

Soprattutto nei paesi ma anche nelle città, fuori da un bar, al parco o seduti sulle panchine di una piazza, se avete avuto modo di scorgere un gruppo di vecchietti urlanti (e finchè sono solo urla va anche bene…) seduti intorno a un tavolo, è altamente probabile che ci sia in corso una partita a carte. E in questi casi di “partita fra amici” c’è ben poco, almeno durante la competizione: guai a sbagliare la giocata, fraintendere i segnali del compagno, o peggio, fare un clamoroso errore sul “carico” di turno.

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La Briscola è uno dei giochi più popolari e praticati in tutta Italia, fa parte della tradizione popolare, tanto che a differenti latitudini corrispondono anche le rispettive carte, a volte anche di difficile comprensione nella simbologia da Nord a Sud. E insieme ad esse cambia anche geograficamente un detto che a Messina suona più o meno così: “cuntari quantu u dui i coppi quannu a Briscola è a spadi”. Può cambiare il seme, può cambiare il suono di qualche parola, ma il significato è sempre lo stesso.

La tradizione popolare della Briscola ben si sposa con la lingua prediletta dal volgo, il dialetto, una sorta di italiano parallelo che conserva espressioni idiomatiche in grado di sintetizzare concetti più ampi attraverso immagini comuni, dunque comprensibili a tutti.

In questo caso, la traduzione letterale del detto risulta essere: “contare quanto il due di coppe quando la Briscola è a spade”. Il significato è piuttosto semplice da capire: il 2 è la carta dal punteggio più basso, in questo caso se non risulta essere neanche del seme di Briscola (è di coppe, quando la Briscola è a spade), allora è davvero inutile! L’espressione si usa spesso per rimettere al proprio posto le persone che si stanno dando troppe arie: “hey, cunti quantu u dui i coppi quannu a Briscola è a spadi!”. In alternativa si può utilizzare anche per sminuire l’importanza di qualcosa.

E se in questo caso in Sicilia, la Briscola viene associata al “poco”, il famoso gioco di carte torna utile anche in un’altra espressione per indicare il “tanto”. Quando si dice “semu quantu ‘a Briscola”, si vuole sottolineare l’elevato numero di persone presenti, come quelle che solitamente finiscono per assieparsi intorno ad un’accesa partita a carte.

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