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Biodiversità e inclusione sociale, in Sicilia nascono due frutteti solidali
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Biodiversità e inclusione sociale, in Sicilia nascono due frutteti solidali
Nell'ottica della promozione della biodiversità e dell'inclusione sociale, in Sicilia nascono due frutteti solidali, uno a Modica e uno a Catania, con 120 nuove piante di limoni, fichi e melograni, capaci di assorbire 60 tonnellate di CO2. I frutteti sono…
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Il CRISTO NERO custodito nel DUOMO di S.MARIA LA NUOVA di LICATA in provincia di AGRIGENTO
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Affacciandosi sul mare, Licata ne ha tratto i benefici oltre che le vulnerabilità e nel passato, i rischi maggiori, erano rappresentati dalle invasioni provenienti proprio dal mare.
Per difendere la città si costruirono fortificazioni, castelli e torri di avvistamento, misure non sempre efficaci.
Nel luglio del 1553, una flotta di 104 navi composta da turchi e francesi riuscì ad invadere Licata; diversi furono i morti e i deportati, la città fu saccheggiata e data alle fiamme.
Ingenti furono i danni, alla devastazione non fu risparmiata la chiesa di Santa Maria La Nova (chiesa Madre).
Il crocifisso in legno presente nella chiesa, e risalente alla seconda metà del XV secolo, secondo la leggenda, non fu sottratto alla “tradizione” dei turchi di distruggere i simboli delle altre religioni, e sarebbe stato dato alle fiamme, non fu distrutto dal rogo ma ne rimase solamente annerito.
In realtà, il crocifisso è nero per una tendenza artistica dell’epoca, dei fratelli Matinali, sarebbe dunque già stato concepito di questo colore.
La Cappella del Cristo Nero sarebbe quindi stata costruita dai fedeli come segno di devozione per il “miracolo” accaduto al crocifisso.
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Per difendere la città si costruirono fortificazioni, castelli e torri di avvistamento, misure non sempre efficaci.
Nel luglio del 1553, una flotta di 104 navi composta da turchi e francesi riuscì ad invadere Licata; diversi furono i morti e i deportati, la città fu saccheggiata e data alle fiamme.
Ingenti furono i danni, alla devastazione non fu risparmiata la chiesa di Santa Maria La Nova (chiesa Madre).
Il crocifisso in legno presente nella chiesa, e risalente alla seconda metà del XV secolo, secondo la leggenda, non fu sottratto alla “tradizione” dei turchi di distruggere i simboli delle altre religioni, e sarebbe stato dato alle fiamme, non fu distrutto dal rogo ma ne rimase solamente annerito.
In realtà, il crocifisso è nero per una tendenza artistica dell’epoca, dei fratelli Matinali, sarebbe dunque già stato concepito di questo colore.
La Cappella del Cristo Nero sarebbe quindi stata costruita dai fedeli come segno di devozione per il “miracolo” accaduto al crocifisso.
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CATANIA - VIA ETNEA - SICILY
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Potenza di un aggettivo, come dire, vulcanico. “Etneo” viene detto tutto ciò che sta sopra e sotto le pendici dell'enorme vulcano siciliano, ma quando si parla di “città etnea” e di “via etnea” il pensiero va in una sola direzione: quella del capoluogo e della sua splendida strada principale, ovvero di Catania e di quella meraviglia urbanistica e artistica che è la sua, appunto, Via Etnea.
Una strada senza uguali in Italia: tre chilometri rettilinei e in leggera salita, lungo cui scorrono le varie anime di una città fiera e operosa, mordace e fantasiosa, collegando idealmente il mare alla Muntagna.
E pazienza se questa arteria longitudinale in principio si chiamava via Duca di Uzeda, e in seguito pure via Stesicorea.
📸 @pioandreaperi
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Potenza di un aggettivo, come dire, vulcanico. “Etneo” viene detto tutto ciò che sta sopra e sotto le pendici dell'enorme vulcano siciliano, ma quando si parla di “città etnea” e di “via etnea” il pensiero va in una sola direzione: quella del capoluogo e della sua splendida strada principale, ovvero di Catania e di quella meraviglia urbanistica e artistica che è la sua, appunto, Via Etnea.
Una strada senza uguali in Italia: tre chilometri rettilinei e in leggera salita, lungo cui scorrono le varie anime di una città fiera e operosa, mordace e fantasiosa, collegando idealmente il mare alla Muntagna.
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Sant'Agata di Militello (Sant'Àita di Militieddu in siciliano) è un comune italiano di 12 228 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia. Dista circa 100 km da Messina e 130 da Palermo.
Su 108 comuni è il settimo della città metropolitana per popolazione dopo Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Capo d'Orlando, Patti e Lipari.
Centro a prevalente vocazione turistica e commerciale del comprensorio dei Nebrodi, del quale è uno dei poli, insieme a Patti e Capo d'Orlando. Il borgo divenne comune autonomo nel 1857.
È un comune del Parco dei Nebrodi.
📸 @messinaeprov
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Su 108 comuni è il settimo della città metropolitana per popolazione dopo Messina, Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Capo d'Orlando, Patti e Lipari.
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🇮🇹 Lo scoglio Palumbo, a Trapani, si trova di fronte l’isola della colombaia e ospita un faro ad ottica fissa.
🇬🇧 The Palumbo rock, in Trapani, is located in front of the dovecote island and houses a fixed optic lighthouse.
📸 @markus.spatola
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Riparo Cassataro, il rifugio dei misteri: la storia dell'umanità è scritta nella roccia siciliana
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Riparo Cassataro, il rifugio dei misteri: la storia dell'umanità è scritta nella roccia siciliana
27 Ago 2021 Aree archeologiche Sicilia segreta: un sito da scoprire. Riparo Cassataro a Centuripe, un luogo ricco di mistero. In questa paleo-chiesa ci sono grandi blocchi simili ai dolmen, ma non solo. Il Rifugio include le uniche pitture rupestri a oggi…
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Catania Book Days, la rassegna di incontri letterari. Ingresso gratuito ma servirà esibire il green pass.
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Catania Book Days, la rassegna di incontri letterari. Ingresso gratuito ma servirà esibire il green pass.
Otto giorni di incontri culturali e presentazioni in giro per la città. La rassegna Catania Book Days partirà il 15 settembre e a organizzarla sarà lo staff del Catania Book Festival, che a maggio ha registrato il record di partecipanti, con oltre tremila…
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📍Chiesa del Gesú, Palermo
📸@mal_wy
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La chiesa del Gesù, comunemente conosciuta dai palermitani con il nome di Casa Professa, che le deriva dall’annessa casa madre dell’ordine, è uno dei monumenti più celebri del capoluogo: senza dubbio una delle chiese più fastose di tutta la Sicilia, tra le massime espressioni dell’arte barocca, nella sua forma più “ridondante”, ricca, appariscente ed esuberante.
L’interno, che presenta una pianta a croce latina con tre navate, un ampio presbiterio e una serie di cappelle laterali, col suo incredibile tripudio barocco, è in netto contrasto con l’austera facciata. Una opulenta decorazione copre interamente, da pavimento a soffitto, tutti i muri e le colonne della chiesa, dalla controfacciata al presbiterio, dalle navatealle cappelle, in ogni dove si estende un manto ininterrotto di sculture, tarsie policrome, ornati marmorei, stucchi e affreschi realizzati da una schiera di rinomati artisti.
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La chiesa del Gesù, comunemente conosciuta dai palermitani con il nome di Casa Professa, che le deriva dall’annessa casa madre dell’ordine, è uno dei monumenti più celebri del capoluogo: senza dubbio una delle chiese più fastose di tutta la Sicilia, tra le massime espressioni dell’arte barocca, nella sua forma più “ridondante”, ricca, appariscente ed esuberante.
L’interno, che presenta una pianta a croce latina con tre navate, un ampio presbiterio e una serie di cappelle laterali, col suo incredibile tripudio barocco, è in netto contrasto con l’austera facciata. Una opulenta decorazione copre interamente, da pavimento a soffitto, tutti i muri e le colonne della chiesa, dalla controfacciata al presbiterio, dalle navatealle cappelle, in ogni dove si estende un manto ininterrotto di sculture, tarsie policrome, ornati marmorei, stucchi e affreschi realizzati da una schiera di rinomati artisti.
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Generale dalla Chiesa, il ricordo indelebile di quando la mafia uccise la Sicilia onesta
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Generale dalla Chiesa, il ricordo indelebile di quando la mafia uccise la Sicilia onesta
PALERMO – Del 3 settembre 1982 si ricorda chiunque. È una di quelle date simbolo che difficilmente passano inosservate… Chi è abbastanza adulto rivive le sensazioni evocate dagli eventi di quella tragica sera di fine estate, chi è troppo giovane non può ricordare…
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