La sua storia riporta come data di edificazione quella del 1470, desunta da una primitiva iscrizione non più esistente documentata sulla porta d'ingresso.
Il 20 aprile del 1487 papa Innocenzo VIII concesse a Nino III Tagliavia il permesso di edificare un convento domenicano adiacente alla Cappella di Santa Maria di Gesù, primitivo insediamento francescano ancor prima dell'avvento dei domenicani.
Nel luglio del 1489 il luogo ottenne il titolo e il diritto di convento formale della congregazione osservante facente capo al convento di Santa Cita di Palermo e, nel 1550, rientrò a far parte della giurisdizione della provincia domenicana.
La chiesa tardo-gotica sorse, invece, come mausoleo della famiglia Aragona - Tagliavia; la cappella, del quale il casato deteneva il patrocinio, era utilizzata per le cerimonie private.
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Il 20 aprile del 1487 papa Innocenzo VIII concesse a Nino III Tagliavia il permesso di edificare un convento domenicano adiacente alla Cappella di Santa Maria di Gesù, primitivo insediamento francescano ancor prima dell'avvento dei domenicani.
Nel luglio del 1489 il luogo ottenne il titolo e il diritto di convento formale della congregazione osservante facente capo al convento di Santa Cita di Palermo e, nel 1550, rientrò a far parte della giurisdizione della provincia domenicana.
La chiesa tardo-gotica sorse, invece, come mausoleo della famiglia Aragona - Tagliavia; la cappella, del quale il casato deteneva il patrocinio, era utilizzata per le cerimonie private.
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Successivamente, all'esterno dell'edificio, si stratificarono altre cappelle, volute da Giovanni Vincenzo Tagliavia e da altri componenti della famiglia nonché da privati, accorpandosi attorno al nucleo iniziale, fiancheggiando la navata centrale.
Praticamente ciascun rappresentante della famiglia aggiungeva un pezzo di edificio, a testimonianza del contributo personale.
In particolare fu l’intervento di Carlo d'Aragona Tagliavia, primo principe di Castelvetrano per regia investitura, marchese di Terranova, barone di Avola, Magnus Siculus, presidente del Regno sotto Filippo I di Sicilia (dal 1566 al 1571 e dal 1571 al 1582), viceré di Sicilia (dal 1556 al 1568 e dal 1571 al 1577), il mecenate e patrocinatore della cappella e del cappellone.
A lui si deve la decorazione del presbiterio, della Cappella del Coro, del Mausoleo di famiglia e dell'innalzamento della navata centrale.
Gli stucchi che hanno reso famoso l’edificio sacro rappresentano, maestosamente, l'Albero di Jesse ovvero l'albero genealogico che partendo da Jesse, padre di re Davide, schematizza la discendenza che porta alla Beata Vergine Maria, rappresentata al sommo dell'albero, coronata da angeli, con il bambino sul ginocchio sinistro.
Una ricchezza di personaggi e di dettagli artistici, opera del pittore Antonino Ferraro da Giuliana, che è difficile da raccontare poiché è un’esperienza sensoriale da vivere in prima persona.
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Praticamente ciascun rappresentante della famiglia aggiungeva un pezzo di edificio, a testimonianza del contributo personale.
In particolare fu l’intervento di Carlo d'Aragona Tagliavia, primo principe di Castelvetrano per regia investitura, marchese di Terranova, barone di Avola, Magnus Siculus, presidente del Regno sotto Filippo I di Sicilia (dal 1566 al 1571 e dal 1571 al 1582), viceré di Sicilia (dal 1556 al 1568 e dal 1571 al 1577), il mecenate e patrocinatore della cappella e del cappellone.
A lui si deve la decorazione del presbiterio, della Cappella del Coro, del Mausoleo di famiglia e dell'innalzamento della navata centrale.
Gli stucchi che hanno reso famoso l’edificio sacro rappresentano, maestosamente, l'Albero di Jesse ovvero l'albero genealogico che partendo da Jesse, padre di re Davide, schematizza la discendenza che porta alla Beata Vergine Maria, rappresentata al sommo dell'albero, coronata da angeli, con il bambino sul ginocchio sinistro.
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Pollara, a Salina, è l’unica spiaggia-paese d’Italia. Forse non tutti lo sanno, ma la Sicilia detiene anche questo primato. Pollara, frazione di Malfa, è un tesoro segreto della penisola italiana ed è una delle spiagge più amate dell’arcipelago delle Isole Eolie!
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La leggenda di Deli e Ade e le origini delle isole Egadi
Prima che i fiumi corressero verso i mari, che gli uccelli volassero tra l’azzurro del cielo e i campi fossero arati, viveva in una terra misteriosa, bagnata da acque azzurrissime, una giovane. Il suo nome era Deli. Fu nascosta in quella terra lontana da…
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Ferragosto: 53 mila visitatori in luoghi cultura Regione - Sicilia
(ANSA) - PALERMO, 17 AGO - Successo di visitatori nel fine settimana di Ferragosto per i luoghi della cultura della Regione Siciliana, fra parchi archeologici e musei. Sono stati, infatti, 53.800 i visitatori nei giorni compresi fra il 13 e il 15 agosto,…
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Nel mezzo del cammin della vera vita, eravamo circondati da una malinconia oscura , che tante parole tristi e beffarde hanno espresso, nel caffè della gioventù perduta
( Guy Debord)
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Mondello - Palermo
Mondello è la metà turistica per eccellenza dei palermitani,poichè si trova a pochissimi chilometri dal centro della città.
Fino alla fine dell'800 era solo una palude malsana e maleodorante,fino a quando il nel 1898 venne bonificata dal principe Francesco Lanza di Scalea e successivamente su affidata dal comune alla società italo-belga che si impegnò a sfruttare la consessione in cambio della costruzione di uno stabilimento balneare,di un albergo e di 300 ville.
Fu così che fiorirono i capolavori delle ville liberty legate al periodo di Belle Epoque,alcune costruite da valenti architetti tra cui il siciliano Ernesto Basile.
Il borgo di pescatori si trasformò così in una elegante e ricca stazione balneare il cui sviluppo è progredito fino alla fine degli anni '90.
Oggi Mondello conserva intatto il suo patrimonio di ville storiche, alcune semi abbandonate altre restaurate nel corso degli anni
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Fino alla fine dell'800 era solo una palude malsana e maleodorante,fino a quando il nel 1898 venne bonificata dal principe Francesco Lanza di Scalea e successivamente su affidata dal comune alla società italo-belga che si impegnò a sfruttare la consessione in cambio della costruzione di uno stabilimento balneare,di un albergo e di 300 ville.
Fu così che fiorirono i capolavori delle ville liberty legate al periodo di Belle Epoque,alcune costruite da valenti architetti tra cui il siciliano Ernesto Basile.
Il borgo di pescatori si trasformò così in una elegante e ricca stazione balneare il cui sviluppo è progredito fino alla fine degli anni '90.
Oggi Mondello conserva intatto il suo patrimonio di ville storiche, alcune semi abbandonate altre restaurate nel corso degli anni
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Un luogo SELVAGGIO, un angolo di paradiso azzurro, dove l’acqua è trasparente, le sfumature possono variare dal verde smeraldo al blu cobalto, l’accesso è ripido, ma la scogliera è liscia.
Ci sono due accessi al mare da Scirocco e da Grecale.
Il nome della spiaggia, deve il suo nomo al fatto che un tempo, in quest’area ci sarebbe stato uno degli approdi prediletti dai pirati saraceni, i quali erano comunemente detti “TURCHI”.
Nel luglio del 1551, i SARACENI cercarono di conquistare AUGUSTA, quando l’eremita augustano PAOLO SERRA che viveva presso l’attuale Punta Serpaolo vide attraccare una nave saracena da cui scesero circa un centinaio di pirati saraceni.
Il frate si mise a suonare una campana per avvisare la popolazione locale, ma venne ucciso dai pirati. Una nuova invasione si ebbe nel maggio del 1594: si narra che non appena i saraceni arrivarono ad Augusta, apparve San Domenico dal cielo su di un cavallo.
Il Santo, brandendo una spada, si diresse minacciosamente verso i saraceni. Questi, terrorizzati, scapparono.
Un luogo ancora selvaggio, incontaminato che vale la pena visitare.
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Nel luglio del 1551, i SARACENI cercarono di conquistare AUGUSTA, quando l’eremita augustano PAOLO SERRA che viveva presso l’attuale Punta Serpaolo vide attraccare una nave saracena da cui scesero circa un centinaio di pirati saraceni.
Il frate si mise a suonare una campana per avvisare la popolazione locale, ma venne ucciso dai pirati. Una nuova invasione si ebbe nel maggio del 1594: si narra che non appena i saraceni arrivarono ad Augusta, apparve San Domenico dal cielo su di un cavallo.
Il Santo, brandendo una spada, si diresse minacciosamente verso i saraceni. Questi, terrorizzati, scapparono.
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In Sicilia, esiste una spiaggia “SEGRETA”. Si trova ad AUGUSTA, in provincia di Siracusa: la spiaggia di SBARCATORE DEI TURCHI.
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