PROVERBI SICILIANI
>A bon vasceddu nun manca timuni? “A un buon vascello non manca il timone”. Un vascello che naviga bene, dunque, ha una buona guida. Chi ha in mano il controllo delle cose o, in generale, di una gestione oculata della nave della vita, potrà navigare più serenamente.
>A lingua unn’avi uossa ma rumpi l’uossa. “La lingua non ha ossa, ma rompe le ossa” Vuole dire che, in alcune occasioni, ciò che si dice è in grado di fare male più di qualsiasi altra cosa, incluso il male fisico.
>U sceccu si pò vestiri ri cavaddu, ma prima o poi aragghia. “L’asino può anche vestirsi da cavallo, ma prima o poi raglia”. Si può anche fingere di essere ciò che non si è, ma la propria natura, prima o poi, verrà fuori. Quindi sarebbe meglio non mentire sulla propria natura e a mostrarsi sempre in modo sincero.
>A bon vasceddu nun manca timuni? “A un buon vascello non manca il timone”. Un vascello che naviga bene, dunque, ha una buona guida. Chi ha in mano il controllo delle cose o, in generale, di una gestione oculata della nave della vita, potrà navigare più serenamente.
>A lingua unn’avi uossa ma rumpi l’uossa. “La lingua non ha ossa, ma rompe le ossa” Vuole dire che, in alcune occasioni, ciò che si dice è in grado di fare male più di qualsiasi altra cosa, incluso il male fisico.
>U sceccu si pò vestiri ri cavaddu, ma prima o poi aragghia. “L’asino può anche vestirsi da cavallo, ma prima o poi raglia”. Si può anche fingere di essere ciò che non si è, ma la propria natura, prima o poi, verrà fuori. Quindi sarebbe meglio non mentire sulla propria natura e a mostrarsi sempre in modo sincero.
Zagara di Sicilia Profumo- La Sicilia ti dà tutto o quasi, in Sicilia puoi avere il mare, e che mare, spiagge, montagna, arte, cultura, un misto di tradizioni di origini antichissime, prima ancora che qui arrivassero i greci, poi gli arabi, i Saraceni, i Normanni, i Romani, tutti i popoli che hanno in qualche modo dominato la Sicilia hanno lasciato unpatrimonio artistico, architettonico, culturale. Gli agrumi sono una produzione caratteristica della Sicilia e da questi si ottengono anche ottimi profumi che non trovi altrove. Zagara di Sicilia Profumo.
@newsenfo
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Zagara di Sicilia Fiore d’Arancio
Uscendo dall’ambito storico culturale, la Sicilia produce prelibatezze della terra che in qualche caso si trasformano in altri prodotti eccellenti e con questo ci riferiamo a varietà di uve da cui originano vini dal sapore unico, meno conosciuti forse di altri più blasonati ma non per questo di gusto e qualità inferiore. L’unicità di alcuni vini deriva dalla particolare composizione del terreno delle aree etnee che non si ritrova in altri territori della nostra Patria.
La Sicilia è conosciuta in tutto il mondo per gli Agrumi che si coltivano in grande quantità in questa terra.
Le arance di Sicilia, i suoi limoni, i Cedri, sono una ricchezza e un vanto nello stesso tempo, una bontà conosciuta ovunque: l’arancia tarocco, la sanguinelle, il moro, e tante altre varietà siciliane riempiono i banchi dei supermercati e dei mercati rionali e alimentano le industrie conserviere per produrre una miriade di prodottiapprezzati ovunque. Tra le varietà di arance, anche quelle amare che si utilizzano anche nell’industria alimentare ma dai cui fiori si ottiene anche un profumo unico che sa di Sicilia: il Zagara di Sicilia Profumo ai Fiori d’Arancio.
Uscendo dall’ambito storico culturale, la Sicilia produce prelibatezze della terra che in qualche caso si trasformano in altri prodotti eccellenti e con questo ci riferiamo a varietà di uve da cui originano vini dal sapore unico, meno conosciuti forse di altri più blasonati ma non per questo di gusto e qualità inferiore. L’unicità di alcuni vini deriva dalla particolare composizione del terreno delle aree etnee che non si ritrova in altri territori della nostra Patria.
La Sicilia è conosciuta in tutto il mondo per gli Agrumi che si coltivano in grande quantità in questa terra.
Le arance di Sicilia, i suoi limoni, i Cedri, sono una ricchezza e un vanto nello stesso tempo, una bontà conosciuta ovunque: l’arancia tarocco, la sanguinelle, il moro, e tante altre varietà siciliane riempiono i banchi dei supermercati e dei mercati rionali e alimentano le industrie conserviere per produrre una miriade di prodottiapprezzati ovunque. Tra le varietà di arance, anche quelle amare che si utilizzano anche nell’industria alimentare ma dai cui fiori si ottiene anche un profumo unico che sa di Sicilia: il Zagara di Sicilia Profumo ai Fiori d’Arancio.
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La granita siciliana è spesso considerata la madre di tutte le granite poi diffusesi nel Meridione, fino al Nord Italia. Molto probabilmente la sua ricetta deriva dalla preparazione di una bevanda araba: lo sherbet, un succo di frutta aromatizzato con acqua di rose e poi ghiacciato che i Siciliani apprezzarono durante l’epoca della colonizzazione araba sull’isola. Tradizionalmente si preparava usando la neve raccolta sull’Etna o sugli altri monti siciliani (Nebrodi, Peloritani, Iblei), stivandola nelle apposite neviere in pietra, all’interno di grotte naturali per mantenere una temperatura fresca.
Le scogliere di Punta Ciriga si trovano nel sud est della Sicilia, nel territorio di Ispica e a circa 50 km da Ragusa. Dopo Santa Maria del Focallo, la costa si estende formando delle micro calette, fino a creare un litorale di insenature sabbiose con fondali bassi e alte scogliere a picco sul mare, caratterizzato dalle falesie di Punta Ciriga e da acque turchesi che si infrangono sulla sabbia candida e sulle rocce bianche.
La ricetta delle pasta con la zucchina fritta, un vero e proprio “must” della cucina siciliana e, più in particolare, palermitana. Per zucchina si intende quella “napoletana“. Si tratta di un piatto semplice e godurioso come ogni pietanza “antica” e popolare che conferisce, anche ad una semplice zucchina, un ruolo importantissimo e un posto d’onore in tavola. A completare il tutto, ci pensa la ricotta salata!
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Lo zafferano siciliano è una produzione preziosa. Questa spezia, chiamata “oro rosso“, si ricava dagli stimmi del fiore di Crocus Sativus. I fiori color indaco, sono avvolti da foglie filiformi che sbucano dal terreno e tra i petali, ci sono i pistilli gialli e tre fili di colore rosso fuoco.
Quei fili sono proprio gli stimmi. Da metà ottobre a metà novembre le piantagioni si tingono di viola e rosso e inizia la raccolta. Le piantagioni di zafferano siciliano si trovano per lo più nell’Ennese. Non si tratta di grandi produzioni, ma sono di elevata qualità.
@newseinfo
Quei fili sono proprio gli stimmi. Da metà ottobre a metà novembre le piantagioni si tingono di viola e rosso e inizia la raccolta. Le piantagioni di zafferano siciliano si trovano per lo più nell’Ennese. Non si tratta di grandi produzioni, ma sono di elevata qualità.
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Un monumento a Caltanissetta si trova al centro della piazza principale ed è la Fontana del Tritone. La Fontana del Tritone è costituita da un gruppo bronzeo raffigurante un tritone che tenta di domare un cavallo marino di fronte a due mostri marini che lo insidiano. Ispirata alla mitologia greca il Tritone è un dio marino con il corpo per metà uomo e per metà pesce, figlio di Poseidone e Anfitrite. La figura mitologica è stata spesso usata nella costruzione di fontane e ninfei, anche il Bernini lo ha collocato nella sua famosa fontana a Roma. Fu scolpita dal nisseno Michele Tripisciano nel 1890 ed inizialmente posta nell'androne di Palazzo del Carmine: la fontana fu creata dall'architetto Gaetano Averna per essere posta nella sua attuale locazione.
La storia millenaria della ceramica di Caltagirone è scritta esattamente nel nome stesso della città, che deriva dal termine arabo Qal'at al Ghiran, la cui traduzione letterale è “Rocca deiVasi”.
@newseinfo
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La Ceramica di Caltagirone: Storia e Curiosità
La Ceramica di Caltagirone è uno dei manufatti artigianali siciliani più famosi. Le sue origini sono molto antiche. Secondo gli esperti, i ceramisti arabi, sin dall’827, a seguito della conquista musulmana dell’isola, si sarebbero stabiliti qui e avrebbero dato un forte impulso all’arte ceramica, con i procedimenti tecnici usati in Oriente.
La storia della ceramica di Caltagirone
Nel Medioevo la ceramica caltagironese ebbe un notevole impulso, grazie alla buona qualità delle argille. Le quartare per contenere il miele, in questo periodo, erano note ovunque. Sebbene dai documenti scritti e, principalmente dai Riveli,si rilevino molti nomi di ceramisti del Cinquecento, sono pochissime le opere superstiti a causa del terremoto del 1693, che sconvolse tutte le città della sicilia orientale.
La Ceramica di Caltagirone è uno dei manufatti artigianali siciliani più famosi. Le sue origini sono molto antiche. Secondo gli esperti, i ceramisti arabi, sin dall’827, a seguito della conquista musulmana dell’isola, si sarebbero stabiliti qui e avrebbero dato un forte impulso all’arte ceramica, con i procedimenti tecnici usati in Oriente.
La storia della ceramica di Caltagirone
Nel Medioevo la ceramica caltagironese ebbe un notevole impulso, grazie alla buona qualità delle argille. Le quartare per contenere il miele, in questo periodo, erano note ovunque. Sebbene dai documenti scritti e, principalmente dai Riveli,si rilevino molti nomi di ceramisti del Cinquecento, sono pochissime le opere superstiti a causa del terremoto del 1693, che sconvolse tutte le città della sicilia orientale.
La più classica delle prime colazioni nel trapanese vede come protagonista la graffa con la ricotta. Si tratta della versione locale del krapfen, dall’impasto però più soffice e gradevole, il quale viene spaccato per l’inserimento di una farcitura alla ricotta. Squisitezza imperdibile.
Buona giornata 🥐☕️☀️
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