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Scopello
Scopello sorge sulla costa occidentale della Sicilia ed è una frazione del comune di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. Conta appena più di un centinaio di abitanti, ma in estate il delizioso borgo si popola di turisti.
🎥 @sicilian_story
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
📚#sicil_iaterramia
Scopello sorge sulla costa occidentale della Sicilia ed è una frazione del comune di Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. Conta appena più di un centinaio di abitanti, ma in estate il delizioso borgo si popola di turisti.
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Scopello, dal greco Scopelos, (letteralmente scogli), deve il suo nome alla presenza dei due bellissimi faraglioni che emergono fieri dalle acque cristalline della baia. La storia di questo borgo è molto antica.
I primi reperti che attestano la presenza dell’uomo in queste terre sono stati rinvenuti nella grotta dell’Uzzo, all’interno della Riserva dello Zingaro.
Gli scavi effettuati negli anni 70 hanno riportato alla luce una delle necropoli mesolitiche più interessanti di tutto il territorio italiano. I primi abitanti, giunti fin qui dall’asia minore, furono gli Elimi, che fondarono anche Erice e Segesta e si stabilirono su queste coste. Dalle ricerche effettuate pare che il fiume di Guidaloca fosse il porto dell’antica città di Elima.
In tutta la zona attorno a Scopello sono stati ritrovati resti che testimoniano il passaggio di civiltà antichissime come le colonne ritrovate nella baia di Guidaloca, reperti risalenti al II sec a.C. (visibili nel percorso archeologico sommerso dei faraglioni) e l’antica Tonnara. Pare infatti che nel sito attuale della Tonnara sorgesse la mitologica città di Cetaria, così chiamata per l’abbondante presenza di tonni in queste acque.
Il nome di Scopello compare per la prima volta in lingua Greca nel 1097. Alla dominazione greca seguì quella romana e successivamente quella normanna. Durante quest’ultima venne costruito il baglio. Nel XIII sec. L’imperatore Federico II di Svevia donò Scopello ai Lombardi e al Piemontese Oddone di Camerana. Dopo qualche decennio Scopello diventò feudo della città di Monte San Giuliano, oggi conosciuta come Erice.
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💻scopello.sicilia.it
I primi reperti che attestano la presenza dell’uomo in queste terre sono stati rinvenuti nella grotta dell’Uzzo, all’interno della Riserva dello Zingaro.
Gli scavi effettuati negli anni 70 hanno riportato alla luce una delle necropoli mesolitiche più interessanti di tutto il territorio italiano. I primi abitanti, giunti fin qui dall’asia minore, furono gli Elimi, che fondarono anche Erice e Segesta e si stabilirono su queste coste. Dalle ricerche effettuate pare che il fiume di Guidaloca fosse il porto dell’antica città di Elima.
In tutta la zona attorno a Scopello sono stati ritrovati resti che testimoniano il passaggio di civiltà antichissime come le colonne ritrovate nella baia di Guidaloca, reperti risalenti al II sec a.C. (visibili nel percorso archeologico sommerso dei faraglioni) e l’antica Tonnara. Pare infatti che nel sito attuale della Tonnara sorgesse la mitologica città di Cetaria, così chiamata per l’abbondante presenza di tonni in queste acque.
Il nome di Scopello compare per la prima volta in lingua Greca nel 1097. Alla dominazione greca seguì quella romana e successivamente quella normanna. Durante quest’ultima venne costruito il baglio. Nel XIII sec. L’imperatore Federico II di Svevia donò Scopello ai Lombardi e al Piemontese Oddone di Camerana. Dopo qualche decennio Scopello diventò feudo della città di Monte San Giuliano, oggi conosciuta come Erice.
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Alì Terme (ME)
Il Borgo di Alì, definito “una veranda pensile sullo Ionio” per la sua posizione panoramica.
Il primo insediamento fu Elis, fondato nel 638 a.C. dai greci provenienti dall’Elide.
Questo insediamento primordiale venne poi abbandonato preferendo il Monte Scuderi, troppo esposto però alle intemperie e al clima rigido e quindi a sua volta abbandonato per l’attuale centro abitato.
Sotto il regno di Re Ruggero, Alì insieme ad Itala vennero ceduti ai monaci basiliani. Ne è testimonianza la bellissima chiesa arabo-normanna dei SS. Pietro e Paolo.
🎥 @pioandreaperi
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Il Borgo di Alì, definito “una veranda pensile sullo Ionio” per la sua posizione panoramica.
Il primo insediamento fu Elis, fondato nel 638 a.C. dai greci provenienti dall’Elide.
Questo insediamento primordiale venne poi abbandonato preferendo il Monte Scuderi, troppo esposto però alle intemperie e al clima rigido e quindi a sua volta abbandonato per l’attuale centro abitato.
Sotto il regno di Re Ruggero, Alì insieme ad Itala vennero ceduti ai monaci basiliani. Ne è testimonianza la bellissima chiesa arabo-normanna dei SS. Pietro e Paolo.
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SFRONTATA BELLEZZA DI SICILIA
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La bellezza a volte fa paura. Quando senti che dietro essa ci sono storie incredibili, o non c'è nulla.
In Sicilia è così.
Questi templi svettavano bianchi. Posti più in alto delle mura di Agrigento, per essere ben visibili dal mare. Era la città che gli antichi consideravano la più bella del mondo, e tutti lo dovevano sapere.
Agrigento aveva sconfitto Cartagine a Hymera e ,con i soldati punici ridotti in schiavitù, aveva avuto uno sviluppo edilizio senza pari.
Era ricca perché lucrò cinica sulla guerra del Peloponneso vendendo armi e vettovagliamenti - a prezzi maggiorati - agli Ateniesi e ai Siracusani stessi durante l'assedio.
Era sfrontata, perche pur combattendo i mercenari Cartaginesi non cessò contemporaneamente di commerciare con i suoi mercanti che non potevano rinunciare all'olio e al vino pregiatissimi per le aristocrazie della città di Didone.
Era la più superba, tanto che di lei Empedocle stesso scrisse: " I miei concittadini costruiscono palazzi come se dovessero vivere mille anni. E si godono ogni piacere come se dovessero vivere un giorno solo."
Agrigento, Akragas, fa l'ultima città greca ad essere fondata da Cretesi e Rodiesi insieme che si unirono a donne Sicule.
Città mezzosangue come tutto quel mondo nuovo che nasceva in Sicilia.
Con essa nel 580 la colonizzazione dei Greci ad occidente era conclusa.
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In Sicilia è così.
Questi templi svettavano bianchi. Posti più in alto delle mura di Agrigento, per essere ben visibili dal mare. Era la città che gli antichi consideravano la più bella del mondo, e tutti lo dovevano sapere.
Agrigento aveva sconfitto Cartagine a Hymera e ,con i soldati punici ridotti in schiavitù, aveva avuto uno sviluppo edilizio senza pari.
Era ricca perché lucrò cinica sulla guerra del Peloponneso vendendo armi e vettovagliamenti - a prezzi maggiorati - agli Ateniesi e ai Siracusani stessi durante l'assedio.
Era sfrontata, perche pur combattendo i mercenari Cartaginesi non cessò contemporaneamente di commerciare con i suoi mercanti che non potevano rinunciare all'olio e al vino pregiatissimi per le aristocrazie della città di Didone.
Era la più superba, tanto che di lei Empedocle stesso scrisse: " I miei concittadini costruiscono palazzi come se dovessero vivere mille anni. E si godono ogni piacere come se dovessero vivere un giorno solo."
Agrigento, Akragas, fa l'ultima città greca ad essere fondata da Cretesi e Rodiesi insieme che si unirono a donne Sicule.
Città mezzosangue come tutto quel mondo nuovo che nasceva in Sicilia.
Con essa nel 580 la colonizzazione dei Greci ad occidente era conclusa.
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ACITRIZZA RIGINA
Di lu mari, Acitrizza, si’ rigina,
l’azzolu so’ di tia non s’alluntana,
t’ama e ti vasa di sira e matina
e si preja di quantu si’ baggiana.
’Sta maravigghia Diu la sappi fari,
l’Unniputenti ti desi biddizza
e pi signali a l’omu vosi dari
di lu Criatu la megghiu fattizza.
Di lu Joniu tu si’ la perna fina,
la gioia a cu’ ti visita ci acchiana
e quannu si ni va resta la spina
e lu so’ cori chiù non si risana.
Di tia n’arresta troppu ’nnamuratu,
ca non c’è bedda com’è ca si’ tu,
e cu’ ’na vota veni a lu to’ latu
di lu so’ cori non ti sciogghi chiù!
Di lu Joniu tu si’ la so’ sirena,
si’ amica di lu suli e di la luna,
li figghi to’ ti fannu la nuvena,
di lu mari, Acitrizza, si’ patruna.
Cu’ non ti vidi chiù ni prova pena
e lu pinzeru so’ non t’abbannuna,
li faragghiuni to’ fannu di scena,
di Acitrizza Diu ni fici una.
📝G.R.
Poeta Dialettale
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Di lu mari, Acitrizza, si’ rigina,
l’azzolu so’ di tia non s’alluntana,
t’ama e ti vasa di sira e matina
e si preja di quantu si’ baggiana.
’Sta maravigghia Diu la sappi fari,
l’Unniputenti ti desi biddizza
e pi signali a l’omu vosi dari
di lu Criatu la megghiu fattizza.
Di lu Joniu tu si’ la perna fina,
la gioia a cu’ ti visita ci acchiana
e quannu si ni va resta la spina
e lu so’ cori chiù non si risana.
Di tia n’arresta troppu ’nnamuratu,
ca non c’è bedda com’è ca si’ tu,
e cu’ ’na vota veni a lu to’ latu
di lu so’ cori non ti sciogghi chiù!
Di lu Joniu tu si’ la so’ sirena,
si’ amica di lu suli e di la luna,
li figghi to’ ti fannu la nuvena,
di lu mari, Acitrizza, si’ patruna.
Cu’ non ti vidi chiù ni prova pena
e lu pinzeru so’ non t’abbannuna,
li faragghiuni to’ fannu di scena,
di Acitrizza Diu ni fici una.
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Estate in musica a Trapani, da Venditti a Nannini, tutti gli eventi
via qds.it
@sicilianewseinfo📌
@siciliaterramia🔆
#goodnews〽️
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Telegraph
Estate in musica a Trapani, da Venditti a Nannini, tutti gli eventi
Nonostante la delicata situazione pandemica in Sicilia, i Comuni del trapanese continuano a portare avanti dei cartelloni estivi di qualità, con tante rassegne e concerti di artisti di carattere nazionale e in piena sicurezza e che proprio a causa del Covid…
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ARANCINU
Pi tia arancinu la genti su pazzi,
piaci e di tutti veni circatu,
ogn’annu 'na sagra c’è a Ficarazzi,
la fama e lu successu è assicuratu.
A la genti vo piaci lu to’gustu,
e 'nta l’ogghiu veni beddu frittu,
di tia manciari è lu mumentu giustu,
chinu di carni tuma e sugu strittu.
Arancinu si bonu di manciari,
a cu t’assaggia s’arrallegra ‘u cori,
‘na lu munnu si cosa di vantari,
e ti vantu cu li versi e palori.
Arancinu ti manciu 'i tuttu puntu,
e di prima fami ti cercu o spissu,
na la me' tavula si misu in cuntu,
di sapuri non c'è d'iddu lu stissu.
Lu gran meritu scrittu veni datu
na la Sicilia è chiara la so’ fama,
lu so’ bonu gustu e di mia vantatu
a cu ti mancia lu disiu lu chiama.
📝G.R. poeta dialettale
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Pi tia arancinu la genti su pazzi,
piaci e di tutti veni circatu,
ogn’annu 'na sagra c’è a Ficarazzi,
la fama e lu successu è assicuratu.
A la genti vo piaci lu to’gustu,
e 'nta l’ogghiu veni beddu frittu,
di tia manciari è lu mumentu giustu,
chinu di carni tuma e sugu strittu.
Arancinu si bonu di manciari,
a cu t’assaggia s’arrallegra ‘u cori,
‘na lu munnu si cosa di vantari,
e ti vantu cu li versi e palori.
Arancinu ti manciu 'i tuttu puntu,
e di prima fami ti cercu o spissu,
na la me' tavula si misu in cuntu,
di sapuri non c'è d'iddu lu stissu.
Lu gran meritu scrittu veni datu
na la Sicilia è chiara la so’ fama,
lu so’ bonu gustu e di mia vantatu
a cu ti mancia lu disiu lu chiama.
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Si apre una nuova era per il Malvasia Day, l’evento dedicato alla viticoltura eroica nelle Eolie, la viticultura delle Isole Eolie è straordinaria e unica per molti motivi. È un simbolo di tenacia e di forza, di caparbietà e di capacità di produrre eccellenze anche in condizioni molto particolari.
Sulla meravigliosa isola di Salina il "Malvasia Day", la Festa della Malvasia. Sarà Capofaro Malvasia & Resort il teatro di questo evento che riunirà i principali produttori di Malvasia di Salina, questa tradizione siciliana sarà protagonista nella giornata del 20 luglio 2021, l’evento è stato pensato per celebrare il “nettare” di Salina, l’isola più ricca di vegetazione delle Eolie (Messina).
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💻www.siciliainfesta.com
#malvasia_day_isola_di_salina
Sulla meravigliosa isola di Salina il "Malvasia Day", la Festa della Malvasia. Sarà Capofaro Malvasia & Resort il teatro di questo evento che riunirà i principali produttori di Malvasia di Salina, questa tradizione siciliana sarà protagonista nella giornata del 20 luglio 2021, l’evento è stato pensato per celebrare il “nettare” di Salina, l’isola più ricca di vegetazione delle Eolie (Messina).
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L’isola verde è dal 1981 Patrimonio dell'Unesco e riserva naturale. Terra di eccellenze enogastronomiche, di viticultura estrema, di presidi slow food. Come quello del Cappero, che trova a Salina il centro della produzione italiana di qualità di questo prodotto.
Per un’intera serata gli esperti tecnici delle cantine produttrici dell’isola saranno a disposizione del pubblico di appassionati e intenditori per spiegare le caratteristiche della Malvasia attraverso degustazioni guidate.
L’evento sarà aperto al pubblico di intenditori e curiosi, amanti del buon bere e sempre alla ricerca delle migliori espressioni della nostra enogastronomia tradizionale. Questa è l'occasione ideale per visitare l'Isola Verde delle Eolie, Salina.
Terra non solo di mare e di coste con tramonti mozzafiato, ma perfetto anche per gli amanti del trekking e delle passeggiate all'aria aperta, e per gli appassionati della barca che possono circumnavigare Salina, in barca o in "gozzo", per scoprire segreti angoli di costa.
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L’evento sarà aperto al pubblico di intenditori e curiosi, amanti del buon bere e sempre alla ricerca delle migliori espressioni della nostra enogastronomia tradizionale. Questa è l'occasione ideale per visitare l'Isola Verde delle Eolie, Salina.
Terra non solo di mare e di coste con tramonti mozzafiato, ma perfetto anche per gli amanti del trekking e delle passeggiate all'aria aperta, e per gli appassionati della barca che possono circumnavigare Salina, in barca o in "gozzo", per scoprire segreti angoli di costa.
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Palazzo Manganelli e il suo giardino nascosto.
Pochi conoscono questo palazzo, molti si chiedono quando passano da via San Giuliano cosa cela quel misterioso edificio dal giardino sul tetto...
Perciò oggi ho deciso di farvelo conoscere, iniziando dalla sua storia:
L'edificio nasce nel XIV sec.ad opera dei Tornabene, per passare poi nel 1505 ad Alvaro e Isabella baroni di Sigona.
Con il terremoto del 1693 l'edificio si danneggiò e necessitò di interventi di ripristino.
Gli architetti Alonzo di Benedetto e Felice Palazzotto si occuparono dell'intervento di ampliamento e risistemazione nel 1694.
Nel 1870 si procedette alle decorazioni dei saloni, ad opera di Giuseppe Sciuti e Ernesto Bellandi (colui che affrescò il teatro Massimo).
L'edificio possiede molte stanze tra cui: la stanza grottesca, la stanza del mosaico.
La stanza del risorgimento: famoso il quadro dove viene siglata la nascita dell'università di Catania da parte di Alfonso d'Aragona nel 1434.
La stanza degli antenati: in cui è raffigurata Angela Torrisi colei che incitò la modifica del palazzo.
La sala degli specchi o salone da ballo che insieme alla stanza da pranzo si affacciavano sul giardino, al fine di incitare gli ospiti ad ammirarlo.
La stanza delle donne: decorata con colori pastello, cigni e elementi floreali.
Curiosità:
Qui sorge il primo giardino pensile di Catania ed è stato realizzato interamente sulle vecchie mura della città, si trova su due livelli collegato da una scalinata e due fontane.
Luchino Visconti si innamorò del Palazzo Manganelli e lo scelse per girare alcune scene del film " Il Gattopardo".
Attualmente l'edificio appartiene a gli eredi di Angela Paternò principessa di Sperlinga e Don Flavio Principe Borghese principe di Sulmona, che lo utilizzano come dimora.
Si può visitare solo in occasione delle Vie dei tesori o durante dei ricevimenti.
✍🏻@sicilianewseinfo
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Pochi conoscono questo palazzo, molti si chiedono quando passano da via San Giuliano cosa cela quel misterioso edificio dal giardino sul tetto...
Perciò oggi ho deciso di farvelo conoscere, iniziando dalla sua storia:
L'edificio nasce nel XIV sec.ad opera dei Tornabene, per passare poi nel 1505 ad Alvaro e Isabella baroni di Sigona.
Con il terremoto del 1693 l'edificio si danneggiò e necessitò di interventi di ripristino.
Gli architetti Alonzo di Benedetto e Felice Palazzotto si occuparono dell'intervento di ampliamento e risistemazione nel 1694.
Nel 1870 si procedette alle decorazioni dei saloni, ad opera di Giuseppe Sciuti e Ernesto Bellandi (colui che affrescò il teatro Massimo).
L'edificio possiede molte stanze tra cui: la stanza grottesca, la stanza del mosaico.
La stanza del risorgimento: famoso il quadro dove viene siglata la nascita dell'università di Catania da parte di Alfonso d'Aragona nel 1434.
La stanza degli antenati: in cui è raffigurata Angela Torrisi colei che incitò la modifica del palazzo.
La sala degli specchi o salone da ballo che insieme alla stanza da pranzo si affacciavano sul giardino, al fine di incitare gli ospiti ad ammirarlo.
La stanza delle donne: decorata con colori pastello, cigni e elementi floreali.
Curiosità:
Qui sorge il primo giardino pensile di Catania ed è stato realizzato interamente sulle vecchie mura della città, si trova su due livelli collegato da una scalinata e due fontane.
Luchino Visconti si innamorò del Palazzo Manganelli e lo scelse per girare alcune scene del film " Il Gattopardo".
Attualmente l'edificio appartiene a gli eredi di Angela Paternò principessa di Sperlinga e Don Flavio Principe Borghese principe di Sulmona, che lo utilizzano come dimora.
Si può visitare solo in occasione delle Vie dei tesori o durante dei ricevimenti.
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