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Valle dei Templi, gli scavi per riportare alla luce il teatro ellenistico @sicilianewseinfo
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Valle dei Templi, gli scavi per riportare alla luce il teatro ellenistico
E' stato uno dei grandi rebus degli archeologi almeno fino al 2016, quando fu scoperto il sito del teatro ellenistico della Valle dei Templi di Agrigento. La comunità internazionale riversò la sua attenzione su Agrigento e due ulteriori campagne di scavo…
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"A Siracusa camminavamo nei boschi d'aranci, vedendo tra i tronchi splendere il mare...Là voi vorreste vivere, là è la gioia".
-Gabriele D'Annunzio_
Ortogia, Siracusa
📸 di _xclars
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#LetteraturaSiciliana
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ANTICHISSIMI AFFRESCHI MEDIEVALI, si trovano sulle pareti della GROTTA DI SANTA MARGHERITA, che sorge nel tratto di costa compreso tra CASTELLAMARE DEL GOLFO e SCOPELLO, in provincia di Trapani.
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Di origine antiche, trattasi di formazioni ROCCIOSE di natura molto singolare, sviluppate sia in senso orizzontale che verticale e su più livelli collegate tra di loro da un fitto sistema di scivoli e pozzi. La grotta si trova a 15 metri di altezza su livello del mare, e proprio questa peculiarità l’ha salvata dall’azione erosiva del mare. Nel passato sono state molto probabilmente abitate, ma oggi sono raggiungibile solo via mare.
L’ingresso è preceduto da un BALLATOIO in pietra e muratura, probabilmente un vecchio accesso e i segni di una base per un cancello probabilmente mai realizzato. All’interno la grotta è asciutta e profonda 17 metri.
I dipinti sono databili tra il XII, il XIII ed in XIV sec.: entrando all’interno si nota una Madonna con Bambino, affiancata da un Santo e da un altro pannello a destra, contenente un personaggio non identificato, che indossa all’apparenza un manto serico decorato e svolazzante; in fondo un grande pesce ed una Santa circondata da Angeli; sul lato opposto, a sinistra dell’ingresso, una Crocifissione ed altre figure. Tra le varie ipotesi che spiegherebbero l’origine delle pitture vi sarebbe quella di essere collegate con la vicina antica tonnara, e quindi ad una funzione apotropaica di difesa dai pericoli del mare, dei pescatori o a forme di ringraziamento per lo scampato pericolo, a seguito di un qualche naufragio, di naviganti devoti di Santa Margherita.
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L’ingresso è preceduto da un BALLATOIO in pietra e muratura, probabilmente un vecchio accesso e i segni di una base per un cancello probabilmente mai realizzato. All’interno la grotta è asciutta e profonda 17 metri.
I dipinti sono databili tra il XII, il XIII ed in XIV sec.: entrando all’interno si nota una Madonna con Bambino, affiancata da un Santo e da un altro pannello a destra, contenente un personaggio non identificato, che indossa all’apparenza un manto serico decorato e svolazzante; in fondo un grande pesce ed una Santa circondata da Angeli; sul lato opposto, a sinistra dell’ingresso, una Crocifissione ed altre figure. Tra le varie ipotesi che spiegherebbero l’origine delle pitture vi sarebbe quella di essere collegate con la vicina antica tonnara, e quindi ad una funzione apotropaica di difesa dai pericoli del mare, dei pescatori o a forme di ringraziamento per lo scampato pericolo, a seguito di un qualche naufragio, di naviganti devoti di Santa Margherita.
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William Shakespeare era in realtà il siciliano Michelangelo Florio?
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William Shakespeare era in realtà il siciliano Michelangelo Florio?
Cultura | Società Messina Un mistero siculo-inglese William Shakespeare era in realtà il siciliano Michelangelo Florio? di Giusi Patti Holmes 14 Gennaio 2019 La vostra Patti Holmes ritorna indagatrice per istillarvi dubbi e curiosità su un caso, quello di…
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Le chiese del periodo Normanno-Svevo - La chiess Maria SS. Annunziata dei Catalani
Dell'originario impianto della Chiesa SS. Annunziata dei Catalani, si ammira tutta la parte absidale, col transetto sormontato da una cupoletta dal tamburo cilindrico ad arcate cieche su piccole colonne e strette finestre, dai vivaci ed armonici motivi geometrici.
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Dell'originario impianto della Chiesa SS. Annunziata dei Catalani, si ammira tutta la parte absidale, col transetto sormontato da una cupoletta dal tamburo cilindrico ad arcate cieche su piccole colonne e strette finestre, dai vivaci ed armonici motivi geometrici.
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La chiesa, priva dell'originario patrimonio di opere d'arte, come del resto tutti i monumenti antichi di Messina, è una basilica a croce latina con tre navate che si trovano innestate su un transetto preceduto da archi. La facciata è composta di tre porte, sopra quella centrale si trova uno stemma catalano a forma di rombo, le due porte laterali, diverse da quella centrale, sono architravate. Nel sottosuolo vi è la cripta che si snoda sotto il transetto ed è costituita da più locali di cui il principale ha forma rettangolare con volta in muratura ed altare rustico.
La Chiesa, restaurata più volte nel corso dei secoli, sorge a una quota più bassa dell'odierno livello stradale evidenziando come, per l'ammasso delle macerie del terremoto del 28 dicembre 1908, la città fu ricostruita a una quota di qualche metro più elevata. Ormai una peculiarità questa che al disattento turista non risulta poi così evidente ma che drammaticamente pone la questione della cancellazione di un tessuto urbano artisticamente e storicamente tra i più importanti di tutta l'area del Mediterraneo.
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La Chiesa, restaurata più volte nel corso dei secoli, sorge a una quota più bassa dell'odierno livello stradale evidenziando come, per l'ammasso delle macerie del terremoto del 28 dicembre 1908, la città fu ricostruita a una quota di qualche metro più elevata. Ormai una peculiarità questa che al disattento turista non risulta poi così evidente ma che drammaticamente pone la questione della cancellazione di un tessuto urbano artisticamente e storicamente tra i più importanti di tutta l'area del Mediterraneo.
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Scarpari a inizio '900.
Una volta gli scarpari non avevano la bottega, si mettevano davanti la porta di casa con un
tavolino e sistemavano le scarpe
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Strombolicchio è una piccola isola vulcanica della Sicilia. L'isola ha un'estensione 7 620 metri quadri ed è posta a circa un chilometro e mezzo a nord-est di Stromboli
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Il Castello di Poira, meglio noto come castello della Baronessa di Poira è un antico edificio, oggi in rovina, situato nel territorio di Paternò, in provincia di Catania.
L'Antico Castello sorge in contrada Poira, nella strada che conduce da Paternò a Centuripe. Fu probabilmente edificato in età medievale sui resti di un antico centro abitato dai Siculi. L'imponente complesso edilizio costituito da quattro grandi corpi di fabbrica congiunzione abitativa, di magazzino, di riparo per gli animali e religiosa,fu sede di una masseria fino alla fine del XX secolo.
In etá moderna il Castello fu residenza dei Baroni Spitaleri di Adernó, proprietari del feudo di Poira.
Qui alla fine dell'800 si verificóil "sequestro Spitaleri" ad opera della Banda Maurina, un gruppo di briganti attivo nelle campagne del Catanese e del Messinese. I membri della banda assaltarono il castello del Barone Spitaleri, per la cui incolumità la banda chiese ed ottenne 50.000 lire. I briganti fecero comunque irruzione nel Castello depradandolo, per poi fuggire.
Sulla collina di Poira, nel 1995, la sopraintendenza ai beni culturali di Catania ha portato alla luce una necropoli ellenista con tombe del VI e V secolo a.C., contenenti all' interno vasellami di vario stile. Poco lontana la "grotta degli Schiavi" , probabilmente un Ergastulum Romano, dove al termine del lavoro venivano posti gli schiavi e incatenato chi si ribellava ai lavori imposti.
Dall'antico edificio oggi rimangono alcuni resti. Si possono ancora vedere tracce della doppia cinta muraria, le feritoie, le finestre strombate, l' enorme cisterna, la cappella e una stanza con i camini. Il sito è stato abbandonato e saccheggiato negli ultimi decenni.
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L'Antico Castello sorge in contrada Poira, nella strada che conduce da Paternò a Centuripe. Fu probabilmente edificato in età medievale sui resti di un antico centro abitato dai Siculi. L'imponente complesso edilizio costituito da quattro grandi corpi di fabbrica congiunzione abitativa, di magazzino, di riparo per gli animali e religiosa,fu sede di una masseria fino alla fine del XX secolo.
In etá moderna il Castello fu residenza dei Baroni Spitaleri di Adernó, proprietari del feudo di Poira.
Qui alla fine dell'800 si verificóil "sequestro Spitaleri" ad opera della Banda Maurina, un gruppo di briganti attivo nelle campagne del Catanese e del Messinese. I membri della banda assaltarono il castello del Barone Spitaleri, per la cui incolumità la banda chiese ed ottenne 50.000 lire. I briganti fecero comunque irruzione nel Castello depradandolo, per poi fuggire.
Sulla collina di Poira, nel 1995, la sopraintendenza ai beni culturali di Catania ha portato alla luce una necropoli ellenista con tombe del VI e V secolo a.C., contenenti all' interno vasellami di vario stile. Poco lontana la "grotta degli Schiavi" , probabilmente un Ergastulum Romano, dove al termine del lavoro venivano posti gli schiavi e incatenato chi si ribellava ai lavori imposti.
Dall'antico edificio oggi rimangono alcuni resti. Si possono ancora vedere tracce della doppia cinta muraria, le feritoie, le finestre strombate, l' enorme cisterna, la cappella e una stanza con i camini. Il sito è stato abbandonato e saccheggiato negli ultimi decenni.
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