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È il più piccolo teatro d’Italia e si trova in Sicila: all'interno del fastoso Palazzo Donnafugata Ragusa Ibla che come alveo accoglie questa perla incastonata
Il Barone Corrado Arezzo De Spucches realizzò il Palazzo Donnafugata, con annesso il Teatro Donnafugata verso la seconda metà dell’800. Era privo di altre stanze, poiché essendo esclusivamente per uso privato gli spettatori vi accedevano dall'interno della casa e, dopo lo spettacolo, risalivano nella maestosa ed elegantissima casa corredata di splendide stanze.
Le sale che accolgono gli ospiti sono illuminate da sfavillanti lampadari, caratterizzate dai colori della pietra viva e del calcare e della pece, dominate dagli arredi rossi e dal rosso dei velluti che fluttuano sulle aperture che collegano una stanza all'altra. Qui ci si ristora dopo il vortice di sensazioni che come irrefrenabili spire avvolgono lo spettatore nella minuscola sala che ospita novantasette poltroncine rosse.
Le pareti e i soffitti dai colori pastello sovrastano quel piccolo Palco che è la metà esatta della grandezza della sala, particolare non trascurabile nella progettazione di un teatro. Se potessero parlare, quelle antiche mura racconterebbero di come il piccolo palco è stato calcato dai discendenti della famiglia Arezzo Donnafugata, che scrivevano da sé le opere da interpretare e al contempo ne erano gli attori stessi.
✍🏻@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
📚 #sicil_iaterramia
Il Barone Corrado Arezzo De Spucches realizzò il Palazzo Donnafugata, con annesso il Teatro Donnafugata verso la seconda metà dell’800. Era privo di altre stanze, poiché essendo esclusivamente per uso privato gli spettatori vi accedevano dall'interno della casa e, dopo lo spettacolo, risalivano nella maestosa ed elegantissima casa corredata di splendide stanze.
Le sale che accolgono gli ospiti sono illuminate da sfavillanti lampadari, caratterizzate dai colori della pietra viva e del calcare e della pece, dominate dagli arredi rossi e dal rosso dei velluti che fluttuano sulle aperture che collegano una stanza all'altra. Qui ci si ristora dopo il vortice di sensazioni che come irrefrenabili spire avvolgono lo spettatore nella minuscola sala che ospita novantasette poltroncine rosse.
Le pareti e i soffitti dai colori pastello sovrastano quel piccolo Palco che è la metà esatta della grandezza della sala, particolare non trascurabile nella progettazione di un teatro. Se potessero parlare, quelle antiche mura racconterebbero di come il piccolo palco è stato calcato dai discendenti della famiglia Arezzo Donnafugata, che scrivevano da sé le opere da interpretare e al contempo ne erano gli attori stessi.
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Forwarded from Io dico, Tu dici, Egli dice ..
La scimmia imita l’uomo. E’ per questo che fa delle smorfie.
{Emile Pontich}
Bye 💋
@iodicotudicieglidice👑
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@iodicotudicieglidice👑
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L'unica testimonianza di arte rinascimentale della Sicilia Orientale: il "CAMPANARAZZU" di Misterbianco in provincia di Catania.
Campanarazzu è il nome che fu dato alle vestigia dell’antico campanile della chiesa Madre sepolta dalla lava del marzo 1669 e che adesso indica non solo il campanile diroccato, ma una intera contrada. Gli scavi realizzati a Campanarazzu per il recupero dell’antica chiesa Madre, edificata tra il ‘400 e il ‘500, ma forse anche prima, pare che sia un fatto unico a livello mondiale, resi possibili per il tipo di lava dell’Etna e per il modo come la chiesa è stata investita dal fronte lavico. A Pompei si è scavato per togliere la cenere, a Campanarazzu si è scavato per svuotare oltre dieci metri di basalto lavico una navata lunga oltre 40 metri e larga nove. Un esperimento mai tentato prima. Considerato che il terremoto del 1693 distrusse tutta la Val di Noto, la chiesa resta un importante, se non unica, testimonianza di arte rinascimentale nella Sicilia orientale.
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Campanarazzu è il nome che fu dato alle vestigia dell’antico campanile della chiesa Madre sepolta dalla lava del marzo 1669 e che adesso indica non solo il campanile diroccato, ma una intera contrada. Gli scavi realizzati a Campanarazzu per il recupero dell’antica chiesa Madre, edificata tra il ‘400 e il ‘500, ma forse anche prima, pare che sia un fatto unico a livello mondiale, resi possibili per il tipo di lava dell’Etna e per il modo come la chiesa è stata investita dal fronte lavico. A Pompei si è scavato per togliere la cenere, a Campanarazzu si è scavato per svuotare oltre dieci metri di basalto lavico una navata lunga oltre 40 metri e larga nove. Un esperimento mai tentato prima. Considerato che il terremoto del 1693 distrusse tutta la Val di Noto, la chiesa resta un importante, se non unica, testimonianza di arte rinascimentale nella Sicilia orientale.
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Birra Siciliana premiata in Francia: ben due Medaglie d'Oro per un'azienda del Palermitano @sicilianewseinfo
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Birra Siciliana premiata in Francia: ben due Medaglie d'Oro per un'azienda del Palermitano
13 Apr 2021 Enogastronomia Birra siciliana superstar. Birra dei Vespri vince due medaglie d’oro al Concours de Lyon. La prestigiosa competizione celebra il meglio a livello internazionale. Le birre siciliane premiate sono Lavika e MoraMora. Le eccellenze…
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🏺⛵️IL TESORO di CALA MINNOLA a Levanzo: il RELITTO di una nave romana piena di ANFORE!
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Il sito archeologico subacqueo di Cala Minnola si trova sulla costa orientale dell'isola di Levanzo (Trapani), nell'arcipelago delle Egadi. Il sito conserva il relitto di una nave da carico Romana, ad una profondità di circa 30 m.
Il relitto è noto da tempo ed è stato sottoposto a saccheggi frequenti. Indagini archeologiche, effettuate nel corso dell'estate del 2005, hanno portato alla luce tutti i reperti rimasti: un carico di anfore vinarie, del tipo Dressel 1B (circa cinquanta) e frammenti di ceramica a vernice nera (probabilmente ad uso dell'equipaggio), tutti databili alla prima metà del I secolo a.C. Poche tracce sopravvivono degli elementi in legno della nave, e pochi altri elementi in piombo, tra cui un tubo, appartenente al sistema di svuotamento della sentina, e tre ceppi d'ancora.
Il luogo di provenienza della nave è comprovato da un'iscrizione, leggibile su una delle anfore: "PAPIA", nome di una importante gens Romana dell'alto Lazio, nota sopattutto per la produzione di vino, che esportava in tutto il Mediterraneo. Secondo le fonti, all'epoca del naufragio doveva esserci una donna alla guida della famiglia: Tertia, che sappiamo essere vissuta, appunto, intorno alla prima metà del I secolo aC.
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Il relitto è noto da tempo ed è stato sottoposto a saccheggi frequenti. Indagini archeologiche, effettuate nel corso dell'estate del 2005, hanno portato alla luce tutti i reperti rimasti: un carico di anfore vinarie, del tipo Dressel 1B (circa cinquanta) e frammenti di ceramica a vernice nera (probabilmente ad uso dell'equipaggio), tutti databili alla prima metà del I secolo a.C. Poche tracce sopravvivono degli elementi in legno della nave, e pochi altri elementi in piombo, tra cui un tubo, appartenente al sistema di svuotamento della sentina, e tre ceppi d'ancora.
Il luogo di provenienza della nave è comprovato da un'iscrizione, leggibile su una delle anfore: "PAPIA", nome di una importante gens Romana dell'alto Lazio, nota sopattutto per la produzione di vino, che esportava in tutto il Mediterraneo. Secondo le fonti, all'epoca del naufragio doveva esserci una donna alla guida della famiglia: Tertia, che sappiamo essere vissuta, appunto, intorno alla prima metà del I secolo aC.
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Forwarded from News e Info CULINARIA (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
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Sarde allinguate in agrodolce | Fornelli di Sicilia
Condividi Le sarde allinguate in agrodolce sono tra i piatti più famosi della cucina siciliana e uno dei modi più deliziosi in cui preparare questo pesce meraviglioso. La ricetta può essere declinata secondo numerose varianti. Una delle più note è quella…
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Nei suoi sotterranei è nascosto un curioso segreto: Castello Biscari, la maestosa dimora dei Principi
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Nei suoi sotterranei è nascosto un curioso segreto: Castello Biscari, la maestosa dimora dei Principi
15 Apr 2021 Castelli Castelli Siciliani da scoprire. Visitiamo il Castello Biscari ad Acate. I Biscari furono una delle famiglie nobiliari della Sicilia più influenti. La loro residenza è uno dei simboli della città. I Castelli Siciliani ci rivelano il passato…
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