♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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In occasione di questo trentesimo anniversario dall'Oscar, il Comune di Bagheria, con il patrocinio oneroso dell'assessorato regionale ai Beni culturali e dell'Identità siciliana ed il coordinamento dell'assessorato comunale ai Beni Culturali e Spettacolo, si è fatto promotore di un evento on line, che verrà trasmesso lunedì, alle 21.30, sui canali social del Comune di Bagheria grazie alla produzione e collaborazione di Quintosol Production s.r.l. e Loredana Caltagirone e Giuseppe Sorce.

L'evento celebrativo on line si svolgerà tra Villa Cattolica, sede del museo Guttuso, e villa Butera. Parteciperanno il sindaco Filippo Tripoli con le altre autorità cittadine, i sodalizi culturali e il pianista Giovanni Moncada che eseguirà brani di Ennio Morricone, splendido autore della colonna sonora del film nonché cittadino onorario di Bagheria. Chiuderà la manifestazione on line il saluto del regista Giuseppe Tornatore alla sua città che continua a dimostrargli grandissimo affetto.

“Nuovo Cinema Paradiso” vinse anche a Cannes, dove nel 1989 conquistò l’ambito Gran Premio Speciale della Giuria, presieduta quell’anno da Wim Wenders, per poi arrivare il 26 marzo del 1990, sul palco del Kodak Theatre (oggi Dolby Theatre) di Los Angeles dove Jack Lemmon e l’attrice russa Natalya Negoda annunciarono che il film vincitore dell’ambita statuetta per la categoria film straniero era proprio “Nuovo Cinema Paradiso”.
Sul palco a ritirare l’Oscar salirà l’emozionatissimo regista Tornatore, accompagnato dal produttore Franco Cristaldi. Un successo, forse anche inatteso, per un’opera che, a distanza di più di trent’anni, suscita ancora tanto interesse ed emozione ed è più attuale che mai vista l’ondata di piattaforme streaming che sta progressivamente allontanando il pubblico dalle sale cinematografiche.

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Il Castello di San Marco,sorge in uno degli angoli più affascinanti della Sicilia orientale, la riviera di Taormina, fra la foce del fiume Alcantara e la riserva naturale di Fiumefreddo: e più precisamente, Il Castello di San Marco si trova nell’omonima contrada, nel territorio di Calatabiano in provincia di Catania.

Magnifico esempio di architettura barocca siciliana, dimora principesca, immerso in un lussureggiante parco di quattro ettari.
I saloni all’interno del castello, la chiesetta, il palmento e gli antichi fabbricati restaurati rispecchiano fedelmente lo stile secentesco e conservano tutto il fascino del tempo.
Negli ultimi anni il Castello di San Marco è stato trasformato in uno splendido Resort, una dimora prestigiosa ed ancestrale.

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Una LEGGENDA, una CAPPELLA, un PAESAGGIO meraviglioso: La CAPPELLA DI SANTA CRESCENZIA a SAN VITO LO CAPO in provincia di Trapani.

La leggenda narra che il giovane VITO, patrizio mazarese figlio di un alto funzionario di Roma, sia dovuto fuggire dalla sua città natale assieme alla nutrice Crescenzia e all'istitutore Modesto, che lo avevano convertito al cristianesimo, per sottrarsi alle persecuzioni ordinate da Diocleziano.

Dopo alcuni giorni di navigazione, una tempesta costrinse la nave di Vito ad approdare in un golfo protetto dal vento da un capo roccioso ben conosciuto dai naviganti del tempo.
Qui, Vito cercò inutilmente di convertire gli abitanti del villaggio di Conturrana, i quali vennero puniti da Dio, per non avere ascoltato la predicazione, con una frana che seppellì l’abitato.

La Cappella, si presenta con una struttura arabeggiante, ma si possono notare influenze di altri stili, in particolare GOTICO e NORMANNO.
Inizialmente è stata utilizzata come luogo di pellegrinaggio. Attorno al XV secolo, invece, diventa una vera e propria fortezza.

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I pasticcini alle mandorle sono certamente un vanto della pasticceria siciliana. Sono dei dolcetti davvero deliziosi e non è inusuale che molti siciliani che vivono al nord o all’estero ne facciano scorta quando tornano in Sicilia, prima di ripartire. Infatti, i pasticcini alle mandorle più buoni ed inimitabili vengono prodotti con maestria solo qui, sull’Isola. Questa è la ricetta che vi propongo io…

Ingredienti:

1 kg di mandorle di Sicilia già sgusciate
500 g zucchero
2 uova
2 bustine di vanillina
1 fialetta di aroma di limone
1 fialetta di aroma di mandorle
2 cucchiai di miele millefiore

Per decorare:

ciliegie candite
mandorle sgusciate
cioccolato bianco
confettura a piacere
nutella
zucchero a velo

Procedimento:

Fate bollire dell’acqua e versatevi dentro le mandorle per 2-3 minuti. Questa operazione vi permetterà di spellarle facilmente. Ponete poi le mandorle in un mixer insieme allo zucchero e tritatele finemente.
Trasferite il composto in una ciotola capace ed aggiungetevi le uova, la vanillina, gli aromi di limone e mandorla, la cannella ed il miele. Impastate tutto con le mani fino ad ottenere un composto omogeneo.
Mettete parte del composto in una tasca da pasticcere con beccuccio a stella molto largo e formate i pasticcini di forma tonda e allungata direttamente su una placca rivestita di carta forno. Mettetevi sopra mezza ciliegia candita o una mandorla. Con parte del composto formate invece delle palline, appiattitele e scavatele un po’ al centro; mettetele su carta forno e riempite l’incavo con confettura o nutella.

Infornate a 170° in forno preriscaldato per 25 – 30 minuti finché i pasticcini alle mandorle non saranno dorati.
Una volta sfornati, se volete, potete sciogliere il cioccolato bianco a bagnomaria per intingervi da un lato i dolcetti di forma allungata. Spolverizzate gli altri con zucchero a velo.

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In SICILIA c’è un monumento a forma di CUBO e precisamente a MILAZZO (ME).

Si tratta di una singolare costruzione CUBICA di circa 5 metri per lato. Si accede all'unico vano esistente per mezzo di un ingresso a sesto ribassato posto lungo la parete meridionale. L'ambiente interno risulta illuminato da due finestre quadrate poste lungo le pareti orientale e occidentale. Entrambe le aperture parrebbero risalire a non prima del XVI secolo.
La tecnica muraria si compone di pietrame locale unito da malta e presenta numerosi rifacimenti, che i recenti restauri hanno contribuito in parte a nascondere. Solo i cantonali si presentano rinforzati da conci squadrati di arenaria locale. Il vano interno è coperto da una cupola sorretta agli angoli da semplici pennacchi. Nell’angolo di nord-ovest è stato praticato un foro che consente, tramite scala in legno, laccesso al piccolo terrazzo. Ledificio è stato infatti rialzato al fine di coprire la cupola per mezzo di una sovrastante copertura piana e secondo lintento di trasformare la chiesa in una bassa torretta.

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Un fazzoletto di terra che sorge nella parte occidentale della SICILIA:

L'isola di MOZIA (Motya) è un'antica COLONIA FENICIA fondata nell'VIII sec. a.C., a pochi passi dalle coste, nel cuore della splendida LAGUNA delle SALINE di Marsala, in provincia di Trapani. Questa splendida zona fa parte della Riserva Naturale Orientata dello Stagnone, che occupa parte del litorale occidentale siciliano e comprende quattro splendide isole: Isola Grande, Schola, Santa Maria e naturalmente Mozia, conosciuta anche come isola di SAN PANTALEO.
Fu una stazione commerciale come la maggior parte delle colonie fenicie e fungeva da punto di attracco per le navi che solcavano il Mediterraneo.
Quando i Greci iniziarono a colonizzare la parte orientale della Sicilia i Fenici ripiegarono su quella occidentale e Motya divenne una cittadina di notevole importanza.
Coinvolta nel VI secolo a.C. negli scontri tra greci e cartaginesi per il dominio della Sicilia , viene cinta da mura affinché si potesse migliorare la sua difesa. Dionisio il Vecchio, tiranno di Siracusa, assediò e distrusse la città nel 397 a.C., costringendo i suoi abitanti a rifugiarsi sulla terraferma nella colonia di Lilibeo, ovvero l’attuale Marsala. Dopo la battaglia delle Isole Egadi nel 241 a.C. la Sicilia passò sotto il dominio romano (ad eccezione di Siracusa) e Mozia già allora doveva essere quasi del tutto abbandonata.

Fu Giuseppe Whitaker a riscoprire Motya, era questi un nobile inglese la cui famiglia si era stabilita in Sicilia, la sua casa è ancora oggi sull’isola ed è stata trasformata in un museo.
Il museo di Mozia, intitolato proprio a Giuseppe Whitaker, è situato nella palazzina che fu la sua residenza nell'isola. Esso accoglie i reperti della storica Collezione Whitaker e degli scavi effettuati dalle spedizioni della Soprintendenza della Sicilia Occidentale (poi Soprintendenza di Trapani), dell'Università di Roma La Sapienza, dell'Università di Leeds, dell'Università di Palermo, del C.N.R. e dell'Università di Bologna.

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Un LABIRINTO in cima al MONTE PELLEGRINO a Palermo.

Il labirinto di Monte Pellegrino è composto da 2260 pietre, è stato ideato da Stefano Baldi e realizzato con la collaborazione di Marina Modica.
A garantire l’accesso al labirinto vi sono due sentieri, uno a est, delimitato da pietre, e uno a sud. Quest’ultimo, inoltrandosi nel bosco, percorre per circa 200 metri un’antica strada di cui rimane soltanto la massicciata.
Le pietre utilizzate per costruire la struttura sono state raccolte tutte nel bosco circostante e disposte lungo una trincea ricavata sulla tracciatura.
Vicino al labirinto si trova una cassetta chiusa dove è possibile inserire dei foglietti con su scritte le proprie sensazioni percepite durante il cammino.

Se siete amanti della meditazione, cosa state aspettando a immergervi in questo luogo meraviglioso?

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