♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Fra le numerosi versioni di questo dolce dai toni pastello e dalle decorazioni barocche c'è quella mignon che viene preparata a Catania in onore della sua santa patrona. ...

Le cassatelle di Sant'Agata sono chiamate in dialetto “minnuzze ri Sant'Àjita” ... e rappresentano (come del resto fanno altri dolci in giro per l’Italia) i seni della santa, amputati durante il martirio.

Vengono preparate anche nel
convento di Santa Margherita per festeggiare il loro santo patrono.

In occasione della festa a lei dedicata più date nel corso dell’anno che seguono rituali ben precisi e vengono preparati questi deliziosi dolcetti a base di pan di spagna, ricotta e cioccolato, ricoperti di glassa fondente. Immancabile la ciliegia candita che rappresenterebbe il capezzolo.

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Ingredienti

Per il Pan di spagna

2 uova medie

60 g di zucchero semolato

42 g di farina

18 g di fecola

1 pizzico di sale

la scorza di mezzo limone

Per le minnuzze

Pan di Spagna

300 g di ricotta di pecora

50 g di gocce di cioccolato fondente

120 g di pasta di mandorle verde

100 g di zucchero semolato

Per la ghiaccia reale

135 g di zucchero a velo

30 g di albume

2 cucchiaini di succo di limone

Per la decorazione finale

4 ciliegie candite

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Una delicata e preziosa farfalla siciliana.

L’Aurora dell’Etna è una splendida farfalla endemica, molto preziosa.
Deve il nome ai suoi affascinanti colori.
È molto delicata e rischia di estinguersi: scopriamo insieme cosa la rende speciale.
Il territorio siciliano è ricco di una fauna preziosa, che ha trovato sulla nostra isola il suo habitat ideale. Alcune specie, a causa delle modifiche ambientali, rischiano di estinguersi, ed è per questo che vanno salvaguardate e protette. L’Aurora dell’Etna (Aurora Etnea) rientra tra queste specie: si tratta di una splendida farfalla endemica, il cui nome deriva dalla presenza, sulle ali, di una macchia arancione che ricorda il momento in cui sorge il sole, cioè l’aurora. Così piccola, ma così importante, è simbolo della biodiversità del Parco dell’Etna, un vero e proprio tesoro naturalistico. In alcuni eccezionali casi, la si può osservare nei boschi, in volo tra le ginestre.

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Una specie a rischio

La farfalla Aurora dell’Etna appartiene all’Ordine dei Lepidotteri ed è una specie protetta. Depone le sue uova nel bocciolo di una pianta chiamata Isatistinktoria, che nasce spontaneamente nel territorio etneo. Fa piccoli spostamenti e ama il nettare dei fiori dai colori accesi. A mettere a repentaglio la sua sopravvivenza, sono anzitutto i cambiamenti climatici. A causa delle stagioni, che a volte non seguono più i loro ritmi regolari, può accadere che, quando le femmine sono pronte per deporre le uova, il bocciolo che avrebbe dovuto accoglierle è già sfiorito.

L’uso dei pesticidi, inoltre, è nemico alla vita delle farfalle. Un altro fattore che influisce negativamente è lo scomparire dei corridoi biologici, cioè le aree di uno stesso tipo di habitat naturale che connettono tra loro le varie popolazioni di farfalle. Queste, purtroppo, vengono separate da barriere conseguenti dall’attività umana (ad esempio strade e case) e, non potendosi incontrare, non possono riprodursi. Per salvaguardare l’Aurora dell’Etna sono state avviate alcune attività mirate alla protezione di questa preziosa specie.

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Le teste di turco sono bignè enormi con farcitura di crema di ricotta o crema pasticcera esclusivi della cittadina ragusana di Scicli.

La loro forma intende ricordare il turbante dei saraceni dalla cui minaccia gli sciclitani si liberarono nel 1091 in seguito a un duro scontro che viene rievocato annualmente durante una suggestiva festa popolare che si tiene l’ultimo sabato di maggio. La festa è dedicata alla Madonna delle Milizie, la quale, secondo la leggenda, apparve in groppa a un cavallo bianco quando la battaglia sembrava volgere al peggio e, armata di spada, intervenne a sostegno dei normanni. Con la furia dell’Immacolata dalla propria parte la battaglia fu presto vinta.

Sul campo insanguinato giacevano gli innumerevoli cadaveri dei turchi e le loro teste fasciate ispirarono appunto questi grossi dolci che oggi, per soddisfare i turisti in aumento, vengono proposti dalle pasticcerie sciclitane tutto l’anno anche in dimensioni ridotte.

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Grani antichi siciliani caratteristiche e utilizzo.
Gli autentici grani della Sicilia sono tornati in auge ormai da un po’ di tempo, grazie alle loro caratteristiche.
Ognuno di essi è consigliato per un particolare utilizzo in cucina e un impiego in ricette siciliane deliziose.
I grani antichi siciliani quali sono? Ecco la risposta a questa e altre domande.
Sin dai tempi più antichi, la Sicilia è stata una terra particolarmente legata alla coltivazione del frumento. La qualità dei suoi prodotti le ha fatto guadagnare il titolo di “granaio di Roma“, prima, e “granaio d’Italia“, poi. Il merito è delle condizioni del terreno e del clima, un mix che offre alle spighe la possibilità di crescere ed essiccare naturalmente. In tempi relativamente recenti, si sono riaccesi i riflettori sulle varietà di grano più antiche. La domanda grani antichi siciliani quali sono? è diventata decisamente diffusa ed è cresciuta tanto la curiosità in merito all’argomento. Per questo motivo, oggi vogliamo dare una risposta e rivelare un po’ di curiosità, che scoprirete andando avanti con la lettura.

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