Capitale italiana cultura 2022, i cento progetti di Trapani - Sicilia @sicilianewseinfo
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Capitale italiana cultura 2022, i cento progetti di Trapani - Sicilia
(ANSA) - PALERMO, 02 GEN - Trapani è in trepidazione per la scadenza del 18 gennaio, quando sarà proclamata la città "Capitale italiana della Cultura 2022", alla quale sàrà assegnato un contributo di un milione di euro. 'Arte e Cultura, Vento di Rigenerazione'…
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Epifania in Sicilia, i dolci tipici del 6 gennaio: dai "cantucci" alla "cubbaita", la lista completa @sicilianewseinfo
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Epifania in Sicilia, i dolci tipici del 6 gennaio: dai "cantucci" alla "cubbaita", la lista completa
SICILIA – In Sicilia il 6 gennaio si festeggia l’Epifania. Si tratta dell’ultima occasione del periodo per riempire di cibo le tavolate, dai piatti salati ai dolci tipici. Una serie di abbuffate che ha inizio il 24 dicembre per la vigilia di Natale, prosegue…
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L'Etna è la tana del diavolo? La rivincita di Lucifero e la piuma strappata a San Michele @sicilianewseinfo
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L'Etna è la tana del diavolo? La rivincita di Lucifero e la piuma strappata a San Michele
CATANIA – Sono innumerevoli le leggende che si narrano sul conto dell’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa. Nel corso dei secoli, i racconti esposti in forma orale e scritta si sono tramandati fino ai giorni nostri e continuano tutt’ora ad affascinare…
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SICILIA - La nuova GIBELLINA (dopo il terremoto del Belice)
Gibellina (Jibbiḍḍina in siciliano) è un comune italiano di 3 913 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia.
Il centro abitato attuale, noto anche come Gibellina Nuova, è sorto dopo il terremoto del Belìce del 1968 in un sito che in linea d'aria dista circa 11 km dal precedente. Il vecchio centro, distrutto dal sisma, è stato abbandonato e negli anni ottanta è stato trasformato nel Cretto di Burri, un'opera di land art dell'artista Alberto Burri.
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Gibellina (Jibbiḍḍina in siciliano) è un comune italiano di 3 913 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani in Sicilia.
Il centro abitato attuale, noto anche come Gibellina Nuova, è sorto dopo il terremoto del Belìce del 1968 in un sito che in linea d'aria dista circa 11 km dal precedente. Il vecchio centro, distrutto dal sisma, è stato abbandonato e negli anni ottanta è stato trasformato nel Cretto di Burri, un'opera di land art dell'artista Alberto Burri.
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Le origini
Il nome si suppone derivi dall'arabo Gebel (Montagna, Altura) e Zghir (Piccola); il nome completo significa, pertanto, "piccola montagna", "piccola altura".
Secondo alcuni storici fondata dagli Arabi nell'Alto medioevo, il centro medioevale si formò nel secolo XIV intorno al castello edificato da Manfredi Chiaromonte.
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Il nome si suppone derivi dall'arabo Gebel (Montagna, Altura) e Zghir (Piccola); il nome completo significa, pertanto, "piccola montagna", "piccola altura".
Secondo alcuni storici fondata dagli Arabi nell'Alto medioevo, il centro medioevale si formò nel secolo XIV intorno al castello edificato da Manfredi Chiaromonte.
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L'era Corrao e la ricostruzione
Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del Belice.
Dopo il terremoto del 1968 e le devastazioni, fu lentamente avviata la ricostruzione del paese. Tuttavia, invece di riedificare nelle vicinanze dell'antica Gibellina, essa fu ripresa una ventina di chilometri più a valle. La scelta del sito avrebbe potuto seguire la logica della vicinanza alla costruenda autostrada sino a Mazara del Vallo, se non fosse che il terreno di nuova edificabilità era dei cugini Ignazio e Nino Salvo, boss della mafia.
Gibellina nuova sorse quindi sul territorio del comune di Salemi, in contrada Salinella, a seguito di una votazione del consiglio comunale.
Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa
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Lo stesso argomento in dettaglio: Terremoto del Belice.
Dopo il terremoto del 1968 e le devastazioni, fu lentamente avviata la ricostruzione del paese. Tuttavia, invece di riedificare nelle vicinanze dell'antica Gibellina, essa fu ripresa una ventina di chilometri più a valle. La scelta del sito avrebbe potuto seguire la logica della vicinanza alla costruenda autostrada sino a Mazara del Vallo, se non fosse che il terreno di nuova edificabilità era dei cugini Ignazio e Nino Salvo, boss della mafia.
Gibellina nuova sorse quindi sul territorio del comune di Salemi, in contrada Salinella, a seguito di una votazione del consiglio comunale.
Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò il Cretto di Burri, o Grande Cretto, sulla vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa
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I resti del terremoto sono ancora visibili, in parte sotto il Cretto di Alberto Burri, monumento della morte che ripercorre le vie e vicoli della vecchia città[5]. Esso infatti sorge nello stesso luogo dove una volta vi erano le macerie, attualmente "cementificate" dall'opera di Burri. Dall'alto l'opera appare come una serie di fratture di calcestruzzo sul terreno, il cui valore artistico risiede nel congelamento della memoria storica di un paese. Il cretto è una tra le opere d'Arte contemporanea più estese al mondo.
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