Vini: Donnafugata premiata come migliore produttore in Cina - Sicilia @sicilianewseinfo
#goodnews 〽️
#goodnews 〽️
Telegraph
Vini: Donnafugata premiata come migliore produttore in Cina - Sicilia
(ANSA) - PALERMO, 21 DIC - La storica azienda vinicola siciliana Donnafugata è stata premiata in Cina con l'Excellent Wine Producer, il riconoscimento assegnato da WineITA, il più importante portale di informazione dedicato alla promozione dei vini italiani…
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Cuccia !!!!
La cuccìa è un dolce di grano bollitto solitamente mescolato con crema di ricotta , zucca candita e scaglie di cioccolato. Tipico e apprezzatissimo dolce della Festa di Santa Lucia del 13 dicembre la cuccìa di Santa Lucia è consumata in particolar modo nelle zone di Palermo e Siracusa, che se ne contendono l’invenzione. Infatti, secondo la tradizione, la cuccìa intende ricordare due episodi molto simili avvenuti a Palermo nel 1646 e a Siracusa nel 1763. Da tempo il popolo era stremato da una terribile carestia e invocava l’aiuto divino affinché la propria sofferenza avesse termine. Impietosita dalle sue preghiere, Santa Lucia si impegnò a fare attraccare alcune navi cariche di grano nei rispettivi porti delle due città. Tuttavia, serviva troppo tempo per trasformare il grano in farina e poi in pane e così tanto i palermitani quanto i siracusani decisero di adottare la soluzione più immediata per placare la fame: bollirono il grano e lo condirono con un po’ d’olio. Così nacque la prima cuccìa ed è per rispetto di quei giorni difficili e della misericordiosa Santa Lucia che ancora oggi è usanza molto osservata tra gli abitanti delle due città siciliane e dei paesi vicini astenersi dal consumo di pasta e pane ogni 13 dicembre.
Ingredienti
800 g di ricotta di pecora
500 g di grano tenero
300 g di zucchero
100 g di gocce di cioccolato
100 g di capelli d'angelo (zucca candita a strisce sottili)
Cannella in polvere q.b.
Per la crema di ricotta
Mettere la ricotta di pecora a sgocciolare in un colino e riporla in frigorifero finché non avrà perso il siero, quindi setacciarla, mescolarla per bene in una terrina insieme allo zucchero e aggiungere le gocce di cioccolato e i capelli d'angelo.
Per la cottura della cuccìa
Tenere il grano in acqua per tre giorni, avendo cura di cambiare l’acqua ogni 24 ore.
Trascorsi i tre giorni in ammollo, sciacquare il grano in acqua corrente e lessarlo in acqua abbondante con una presa di sale e una punta di bicarbonato di sodio (meglio cuocerlo in una pentola a pressione per 50 minuti circa, altrimenti la cottura si prolungherà di almeno tre ore).
Quando il grano sarà diventato gonfio e molto morbido, lasciarlo intiepidire nella sua stessa acqua di cottura, quindi scolarlo e condirlo con la crema di ricotta e la cannella in polvere.
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
La cuccìa è un dolce di grano bollitto solitamente mescolato con crema di ricotta , zucca candita e scaglie di cioccolato. Tipico e apprezzatissimo dolce della Festa di Santa Lucia del 13 dicembre la cuccìa di Santa Lucia è consumata in particolar modo nelle zone di Palermo e Siracusa, che se ne contendono l’invenzione. Infatti, secondo la tradizione, la cuccìa intende ricordare due episodi molto simili avvenuti a Palermo nel 1646 e a Siracusa nel 1763. Da tempo il popolo era stremato da una terribile carestia e invocava l’aiuto divino affinché la propria sofferenza avesse termine. Impietosita dalle sue preghiere, Santa Lucia si impegnò a fare attraccare alcune navi cariche di grano nei rispettivi porti delle due città. Tuttavia, serviva troppo tempo per trasformare il grano in farina e poi in pane e così tanto i palermitani quanto i siracusani decisero di adottare la soluzione più immediata per placare la fame: bollirono il grano e lo condirono con un po’ d’olio. Così nacque la prima cuccìa ed è per rispetto di quei giorni difficili e della misericordiosa Santa Lucia che ancora oggi è usanza molto osservata tra gli abitanti delle due città siciliane e dei paesi vicini astenersi dal consumo di pasta e pane ogni 13 dicembre.
Ingredienti
800 g di ricotta di pecora
500 g di grano tenero
300 g di zucchero
100 g di gocce di cioccolato
100 g di capelli d'angelo (zucca candita a strisce sottili)
Cannella in polvere q.b.
Per la crema di ricotta
Mettere la ricotta di pecora a sgocciolare in un colino e riporla in frigorifero finché non avrà perso il siero, quindi setacciarla, mescolarla per bene in una terrina insieme allo zucchero e aggiungere le gocce di cioccolato e i capelli d'angelo.
Per la cottura della cuccìa
Tenere il grano in acqua per tre giorni, avendo cura di cambiare l’acqua ogni 24 ore.
Trascorsi i tre giorni in ammollo, sciacquare il grano in acqua corrente e lessarlo in acqua abbondante con una presa di sale e una punta di bicarbonato di sodio (meglio cuocerlo in una pentola a pressione per 50 minuti circa, altrimenti la cottura si prolungherà di almeno tre ore).
Quando il grano sarà diventato gonfio e molto morbido, lasciarlo intiepidire nella sua stessa acqua di cottura, quindi scolarlo e condirlo con la crema di ricotta e la cannella in polvere.
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
CATANIA (22 dicembre 2020) - Spettacolare eruzione dell’Etna la scorsa notte con esplosioni e fontane di lava ben visibili da Catania e da molti paesi pedemontani. L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo continua a monitorare le colate laviche: quella lungo la Valle del Bove che si muove sulla parete occidentale di quest’ultima con il fronte che ha raggiunto la quota stimata di circa 2400 metri. Dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza, è stato possibile osservare una piccola esplosione freatica in Valle del Bove, determinata dall’interazione del flusso lavico con il manto nevoso. Anche la colata diretta a Sud-Ovest è tuttora alimentata ed il fronte si trova ad una quota stimata di circa 2500 metri sul livello del mare. Dal punto di vista sismico, il tremore vulcanico ha mostrato un netto decremento della sua ampiezza media riportandosi attualmente su un valore medio.
@siciliaterramia
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
@sicilianewseinfo
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Fiumara d'Arte
(Villa Margi - Messina - Sicily)
Monumento per un Poeta Morto (1989)
Conosciuta come la “Finestra sul mare”, per il chiaro impatto visivo, la scultura, ideata da Tano Festa e dedicata al fratello poeta, è un inno al colore e all’infanzia, temi ricorrenti nelle opere dell’artista. La cornice, alta 18 metri, realizzata in cemento armato ed armatura ferrosa, è il trionfo dell’azzurro, non di quello che vediamo di solito sulla tavolozza di un pittore, ma di quello che c’è nell’animo, quando un poeta-scultore come Tano Festa, che fu insieme adulto e bambino, decide di affacciarsi sull’infinito. Questa enorme finestra che tenta di incorniciare il mare, esprime il senso limitato di una possibilità diversa di fermarsi con il pensiero sull’orizzonte. Ma e’ anche una tensione alla serenità, anch’essa ricercata da Festa, spezzata dal monolite nero, senso finito della nostra esistenza, che “buca” la gioiosa finestra ornata dalle tipiche candide nuvolette ricorrenti
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
(Villa Margi - Messina - Sicily)
Monumento per un Poeta Morto (1989)
Conosciuta come la “Finestra sul mare”, per il chiaro impatto visivo, la scultura, ideata da Tano Festa e dedicata al fratello poeta, è un inno al colore e all’infanzia, temi ricorrenti nelle opere dell’artista. La cornice, alta 18 metri, realizzata in cemento armato ed armatura ferrosa, è il trionfo dell’azzurro, non di quello che vediamo di solito sulla tavolozza di un pittore, ma di quello che c’è nell’animo, quando un poeta-scultore come Tano Festa, che fu insieme adulto e bambino, decide di affacciarsi sull’infinito. Questa enorme finestra che tenta di incorniciare il mare, esprime il senso limitato di una possibilità diversa di fermarsi con il pensiero sull’orizzonte. Ma e’ anche una tensione alla serenità, anch’essa ricercata da Festa, spezzata dal monolite nero, senso finito della nostra esistenza, che “buca” la gioiosa finestra ornata dalle tipiche candide nuvolette ricorrenti
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
la “Finestra sul mare” e lungomare di Villa Margi
Villa Margi è una frazione di Reitano, comune italiano della città metropolitana di Messina in Sicilia.
Sul lungomare di Villa Margi è installata l’opera ideata da Tano Festa Monumento per un poeta morto (1989), meglio nota come Finestra sul mare. La scultura, alta 18 metri, è dedicata alla memoria del fratello poeta Francesco e costituisce, insieme ad altre undici opere di arte contemporanea poste nel comprensorio, il museo all’aperto Fiumara d’arte.
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
Villa Margi è una frazione di Reitano, comune italiano della città metropolitana di Messina in Sicilia.
Sul lungomare di Villa Margi è installata l’opera ideata da Tano Festa Monumento per un poeta morto (1989), meglio nota come Finestra sul mare. La scultura, alta 18 metri, è dedicata alla memoria del fratello poeta Francesco e costituisce, insieme ad altre undici opere di arte contemporanea poste nel comprensorio, il museo all’aperto Fiumara d’arte.
@sicilianewseinfo
@siciliaterramia
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Forwarded from News e Info CULINARIA (👑🇶 🇺 🇪 🇪 🇳👑)
Panettone Vulcano, la ricetta della Chef Maria Rosa Furnari per un dolce Made in Catania dedicato all'Etna - INGREDIENTI e PROCEDIMENTO
@newseinfo
@newseinfo
Telegraph
Panettone Vulcano, la ricetta della Chef Maria Rosa Furnari per un dolce Made in Catania dedicato all'Etna - INGREDIENTI e PROCEDIMENTO
Un panettone totalmente made in Catania, una ricetta – con tanto di ingredienti e procedimento – dedicato a mamma Etna e ideato dalla Chef catanese Maria Rosa Furnari di Ristoworld: è quella che di seguito vi proponiamo. Un dolce fatto in casa semplice da…
❤1
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
This media is not supported in your browser
VIEW IN TELEGRAM
Il presepe più antico del mondo si trova in Sicilia, a Siracusa.
Il più antico presepe del mondo si trova in Sicilia, a Siracusa ed è scolpito in un sarcofago in marmo risalente al IV secolo d.C.
Il prezioso reperto si trova al museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa ed è conosciuto come il sarcofago di Adelfia. Adelfia era la moglie del conte Valerio, sposa a cui il marito volle dedicare un’urna di marmo decorata da immagini del Vecchio e del Nuovo Testamento tra cui una delle prime scene della natività di Cristo risalente al IV secolo d.C..
@siciliaterramia
@vogliadisapere
Il più antico presepe del mondo si trova in Sicilia, a Siracusa ed è scolpito in un sarcofago in marmo risalente al IV secolo d.C.
Il prezioso reperto si trova al museo archeologico regionale “Paolo Orsi” di Siracusa ed è conosciuto come il sarcofago di Adelfia. Adelfia era la moglie del conte Valerio, sposa a cui il marito volle dedicare un’urna di marmo decorata da immagini del Vecchio e del Nuovo Testamento tra cui una delle prime scene della natività di Cristo risalente al IV secolo d.C..
@siciliaterramia
@vogliadisapere
Il Sarcofago venne ritrovato nel luglio del 1872 da Francesco Cavallari all’interno delle Catacombe di San Giovanni. Siracusa è la seconda città al mondo dopo Roma per grandezza delle sue catacombe. Sotto le strade e le piazze della città, si nascondono tracce antichissime risalenti alle primissime comunità cristiane dell’isola.
A impreziosire il sarcofago è la raffinata decorazione tra cui spiccano le scena dell’Adorazione dei re Magi. I tre re camminano verso destra recando i loro doni e protendendo le mani verso Gesù. Una rustica capanna ripara il bambino in fasce, deposto in un cesto e scaldato dal fiato del bue e dell’asinello mentre Maria siede accanto.
@siciliaterramia
@vogliadisapere
A impreziosire il sarcofago è la raffinata decorazione tra cui spiccano le scena dell’Adorazione dei re Magi. I tre re camminano verso destra recando i loro doni e protendendo le mani verso Gesù. Una rustica capanna ripara il bambino in fasce, deposto in un cesto e scaldato dal fiato del bue e dell’asinello mentre Maria siede accanto.
@siciliaterramia
@vogliadisapere