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ORGANO TAMBURINI DUOMO DI MESSINA ALL'ORGANO M° ANGELO MARIA TROVATO
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Disposizioni foniche di organi a canne/Europa/Italia/Sicilia/Provincia di Messina/Messina/Messina - Cattedrale metropolitana di Santa Maria Assunta
Di questo grandioso apparato musicale, più volte ritoccato nel corso dei secoli per adattarsi ai gusti dell’epoca, oggi non resta nulla; ma, fortunatamente, durante il periodo di ricostruzione successivo al terremoto del 1908, si pensò di riparare al danno subito con un nuovo strumento più grande di tutti i precedenti messi assieme. Commissionato alla ditta Tamburini di Crema, una delle più importanti d’Italia, il nuovo organo fu ultimato nel 1930, ma ebbe vita breve: distrutto infatti dai bombardamenti del 1943, fu ricostruito dalla stessa ditta, ma ancora più in grande, nel 1948.
È questo l’organo che possiamo vedere e sentire oggi: con le sue cinque tastiere e i suoi 170 registri, può passare, nelle mani giuste, dai suoni più dolci e delicati a quelli più possenti e maestosi, in una gamma pressochè infinita di sfumature timbriche.
Ma c’è di più: le canne infatti sono divise in più corpi d’organo, distribuiti appositamente in diverse zone della chiesa: nei transetti di destra e di sinistra, dietro l’altar maggiore, in controfacciata, addirittura sopra l’arco trionfale. Il suono arriva quindi agli ascoltatori da davanti, da dietro, dai lati, persino dall’alto, in modo da sfruttare al meglio le peculiarità acustiche dell’edificio e creare incredibili effetti stereofonici.
Trattandosi di un organo sinfonico (secondo il gusto continentale in voga quando fu costruito), rende il massimo delle sue potenzialità in concerto, soprattutto in pezzi appositamente pensati per questo tipo di strumenti, come quelli di autori francesi del periodo romantico e tardo-romantico (vi offriamo un assaggio qui), pur potendo eseguire qualsiasi repertorio; oltre ad essere ovviamente ottimo per accompagnare il canto liturgico e la musica sacra.
Ma direi che ne abbiamo già parlato abbastanza: ora tutto quello che vi resta da fare è lasciar parlare la musica, correndo in Duomo ad ascoltarlo…
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È questo l’organo che possiamo vedere e sentire oggi: con le sue cinque tastiere e i suoi 170 registri, può passare, nelle mani giuste, dai suoni più dolci e delicati a quelli più possenti e maestosi, in una gamma pressochè infinita di sfumature timbriche.
Ma c’è di più: le canne infatti sono divise in più corpi d’organo, distribuiti appositamente in diverse zone della chiesa: nei transetti di destra e di sinistra, dietro l’altar maggiore, in controfacciata, addirittura sopra l’arco trionfale. Il suono arriva quindi agli ascoltatori da davanti, da dietro, dai lati, persino dall’alto, in modo da sfruttare al meglio le peculiarità acustiche dell’edificio e creare incredibili effetti stereofonici.
Trattandosi di un organo sinfonico (secondo il gusto continentale in voga quando fu costruito), rende il massimo delle sue potenzialità in concerto, soprattutto in pezzi appositamente pensati per questo tipo di strumenti, come quelli di autori francesi del periodo romantico e tardo-romantico (vi offriamo un assaggio qui), pur potendo eseguire qualsiasi repertorio; oltre ad essere ovviamente ottimo per accompagnare il canto liturgico e la musica sacra.
Ma direi che ne abbiamo già parlato abbastanza: ora tutto quello che vi resta da fare è lasciar parlare la musica, correndo in Duomo ad ascoltarlo…
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Opera della ditta Tamburini di Crema, fu inaugurato nel 1948, in sostituzione di un altro distrutto nel 1943. L'organo a trasmissione elettrica, è il secondo organo più grande d'Italia e si compone di un'unica consolle con cinque tastiere da 61 tasti, 170 registri, pedaliera concava a raggiera e 16.000 canne.
Costruttore: Tamburini (Opus 268)
Anno: 1948
Restauri/modifiche: no
Registri: 170
Canne: 15.700 ca.
Trasmissione: elettrica
Consolle: mobile indipendente, collocata nel transetto destro, in prossimità del presbiterio
Tastiere: 5 tastiere da 61 note
Pedaliera: concava-radiale da 32 note
Collocazione: Le canne sono collocate in 6 corpi differenti:
Organo Positivo (I tastiera): nel transetto di sinistra sopra la cantoria di destra, di fianco all'altare del SS.Sacramento
Organo Corale (II tastiera): dietro l'altar maggiore, nell'abside centrale
Grand'Organo e il Recitativo-Espressivo (II e III tastiera): sulla cantoria del transetto di destra
Organo Solo (IV tastiera): nell'intercapedine sopra l'arco trionfale, con canneti sia sulla navata centrale, sia sul transetto
Organo Eco (V tastiera): sopra una cantoria in controfacciata
Pedale: è suddiviso fra il corpo del Grand'Organo e un corpo a parte (il Pedale forte è posto nel transetto di sinistra, accanto al Positivo)
Note: Costruito sul progetto del precedente, inaugurato nel 1930 e distrutto dagli eventi bellici nel 1943
Anno: 1948
Restauri/modifiche: no
Registri: 170
Canne: 15.700 ca.
Trasmissione: elettrica
Consolle: mobile indipendente, collocata nel transetto destro, in prossimità del presbiterio
Tastiere: 5 tastiere da 61 note
Pedaliera: concava-radiale da 32 note
Collocazione: Le canne sono collocate in 6 corpi differenti:
Organo Positivo (I tastiera): nel transetto di sinistra sopra la cantoria di destra, di fianco all'altare del SS.Sacramento
Organo Corale (II tastiera): dietro l'altar maggiore, nell'abside centrale
Grand'Organo e il Recitativo-Espressivo (II e III tastiera): sulla cantoria del transetto di destra
Organo Solo (IV tastiera): nell'intercapedine sopra l'arco trionfale, con canneti sia sulla navata centrale, sia sul transetto
Organo Eco (V tastiera): sopra una cantoria in controfacciata
Pedale: è suddiviso fra il corpo del Grand'Organo e un corpo a parte (il Pedale forte è posto nel transetto di sinistra, accanto al Positivo)
Note: Costruito sul progetto del precedente, inaugurato nel 1930 e distrutto dagli eventi bellici nel 1943
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Sono molteplici le storie che legano la città di Messina alla figura di Maria, fin dall'antichità venerata nella città dello Stretto. La Vergine è stata anche da sprono nei momenti di difficoltà che la città ha subito nella sua lunga storia: le tante pestilenze che hanno funestato ogni secolo, i grandi terremoti del 1693, del 1783 e del1908, i bombardamenti anglo-americani del 1943. In questi tristi episodi “‘a Matri ‘a Littra”, ovvero la Madonna della Lettera è stata sempre nel cuore dei messinesi, sostegno e motivo di rinascita.
Numerosi sono gli interventi miracolosi a lei collegati nella storia di Messina. Ad esempio l’apparizione della Madonna sul colle della Caperrina durante la Guerra del Vespro, che con il suo candido manto difese le mura della città dagli attacchi angioini, e sempre sullo stesso colle, si ricorda il volo di una colomba sul luogo dove la Madonna voleva fosse eretto un santuario, oggi il santuario di Montalto. Si narra anche di un’apparizione della Vergine, nelle campagne di Curcuraci, per non parlare del ripetuto e miracoloso arrivo di vascelli carichi di grano in occasione di carestie o di assedi alla città; come nel caso della nave carica di viveri che giunse a Messina, proprio durante la guerra del Vespro e l'assedio della città da parte di Carlo I d'Angiò. Si tratta del famoso "Vascidduzzu", una cui riproduzione viene portata in processione durante la domenica del Corpus Domini, che grazie all'intercessione miracolosa della Madonna della Lettera, riuscì ad eludere il blocco navale degli angioini ed ad arrivare in porto, sfamando i cittadini messinesi . Si ricordano, infine, anche i miracolosi arrivi dal mare delle icone della Madonna di Dinnamare e della Madonna della Scala. Un forte legame quindi, quello tra la Vergine Maria e la città di Messina; un legame che caratterizza fortemente l'aspetto identitario della città.
@sicilianewsinfo
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Numerosi sono gli interventi miracolosi a lei collegati nella storia di Messina. Ad esempio l’apparizione della Madonna sul colle della Caperrina durante la Guerra del Vespro, che con il suo candido manto difese le mura della città dagli attacchi angioini, e sempre sullo stesso colle, si ricorda il volo di una colomba sul luogo dove la Madonna voleva fosse eretto un santuario, oggi il santuario di Montalto. Si narra anche di un’apparizione della Vergine, nelle campagne di Curcuraci, per non parlare del ripetuto e miracoloso arrivo di vascelli carichi di grano in occasione di carestie o di assedi alla città; come nel caso della nave carica di viveri che giunse a Messina, proprio durante la guerra del Vespro e l'assedio della città da parte di Carlo I d'Angiò. Si tratta del famoso "Vascidduzzu", una cui riproduzione viene portata in processione durante la domenica del Corpus Domini, che grazie all'intercessione miracolosa della Madonna della Lettera, riuscì ad eludere il blocco navale degli angioini ed ad arrivare in porto, sfamando i cittadini messinesi . Si ricordano, infine, anche i miracolosi arrivi dal mare delle icone della Madonna di Dinnamare e della Madonna della Scala. Un forte legame quindi, quello tra la Vergine Maria e la città di Messina; un legame che caratterizza fortemente l'aspetto identitario della città.
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