♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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L'estate di San Martino
La leggenda narra che Martino, figlio di un ufficiale dell'esercito romano, a causa di un'ordinanza dell'epoca divenne anch'egli soldato romano e trovandosi, in una grigia giornata d’autunno, alle porte della città di Amiens con i suoi soldati incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Miracolosamente il freddo si affievolì e comparve il sole: fu quella la prima estate di San Martino.
Le feste e la gastronomia in Sicilia
Questa data, simbolicamente associata alla maturazione del vino nuovo, è quindi un'occasione di ritrovo e festeggiamenti nei quali si brinda stappando il vino novello e molte cantine aprono le loro porte per le degustazioni.
Un altro proverbio, s'ammazza lu porcu e si sazza lu vinu, ci ricorda che in questa ricorrenza molte famiglie siciliane macellavano il maiale per farne prosciutti, salami e salsicce. Questa tradizione è ancora viva in alcuni centri agricoli.
Le feste di San Martino in Sicilia sono l'occasione giusta per gustare le classiche caldarroste e il buon vino novello, ma anche il pane casereccio e i dolci tipici di questa ricorrenza, come i biscotti di San Martino.
Nel palermitano si mangia u viscottu di San Martino abbagnatu, biscotti rotondi aromatizzati con semi d’anice, che vengono gustati bagnati nel vino moscato. Ma i dolci tipici di San Martino sono tanti e diffusi in tutta la Sicilia: il tricotto (croccante e friabile perfetto per l’inzuppo), il rasco (pasta morbida, inzuppata di liquore, ripiena di crema di ricotta) e la versione del biscotto decorato (pasta morbida, scavato e riempito di conserva, glassato e merlettato con zucchero e decorato con un cioccolatino e frangette d’argento).

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SALSO IL FIUME PIÙ LUNGO DI SICILIA

Esteso per ben 144 Km, l'Imera meridionale "noto anche come Salso o Salso Himeras" è il più lungo corso d'acqua dell'isola di Sicilia. Il nome "Salso" è legato alla salinità leggera delle sue acque dal tratto centrale fino alla foce, ciò a causa delle composizioni minerali nelle rocce lungo il suo letto. Nasce a quota 1660 m in una fresca ed incontaminata valle dei Monti Madonie.

Attraversa il palermitano, l'ennese, il nisseno e sfocia nell'agrigentino tagliando in due "tra parte antica e nuova" la cittadina di Licata sul Canale di Sicilia. Lungo il suo percorso sono presenti rigogliose macchie di Salice piangente e Canna palustre. L'ormai rarissima Anguilla europea predilige le fredde acque del Salso in particolare nei primi chilometri di percorso. Tra gli uccelli presenti nell'habitat fluviale va citato il Merlo acquaiolo che adora cibarsi dei vermi nel fango.

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Cadìri da naca.

Come sempre siamo alla scoperta di detti e proverbi della bella Sicilia.

Oggi ci fermiamo nel Messinese, per conoscere da vicino un’espressione molto particolare.
La Sicilia è ricca di modi di dire davvero particolari e interessanti.
È proprio vero: non si finisce mai di conoscere le infinite sfumature della lingua siciliana. Con una tradizione talmente importante, d’altronde, è praticamente impossibile comprenderne tutti gli aspetti.

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Spostandosi una provincia all’altra di questa bellissima isola, si scoprono espressioni tipiche e modi di dire molto divertenti, che affondano le radici nel passato. Sono quelle espressioni che usavano i nonni e che ci sono state insegnate. Le abbiamo fatte nostre e, magari, non ne conosciamo l’origine. Quella che abbiamo scelto oggi è Cadìri da naca. Vi suona familiare? Qualora non la conosceste, non preoccupatevi: siamo qui per spiegarvela! Vediamo subito quando si utilizza. Questo modo di dire indica il momento in cui una persona, venuta a conoscenza di una determinata notizia, si ritrova spaesata, sorpresa per quella inaspettata novità.
Ora che sappiamo cosa vuol dire questa frase, dobbiamo per forza comprendere meglio da dove deriva. È presto detto. La naca era un particolare tipo di culla, molto rudimentale, costituita da una pelle di montone, o da un panno. Era solitamente sospesa con corde sul letto matrimoniale. In passato, soprattutto nei paesini della Sicilia, i bimbi si mettevano a dormire nella naca tenuti costantemente sotto controllo dai genitori. Poteva anche capitare che i bambini cadessero, nonostante l’attenzione del sorvegliarli. Così, una notizia inaspettata dà la stessa sensazione di quel tipo di caduta che avviene all’improvviso. La prossima volta che verrete a conoscenza di un fatto che vi stupisce, state attenti a dove vi trovate: non vorrete mica ritrovarvi a Cadìri da naca!

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A’ mè figghiu

U sacciu già
ca quannu sarai ranni
i me brazzi, ca ora cerchi comu àncora
non li cercherai chiù.
U sacciu già
ca quannu sarai ranni
i me carizzi, li scancerai cu mani scunusciuti
ca l’amuri ti farannu canusciri.
U sacciu già
ca la tò ucca, ca ora chiama “mamma” milli voti o iornu,
quannu sarai ranni
sarà na saracinesca chiusa a chiavi,
ca la lingua tò vulissi furzari, ma pì pudori e pì orgogliu
la tò menti terrà stritta e serrata.
Ma non ti preoccupari, sangu miu
non ci su porti
non ci su serraturi
ca na mamma non pò iapriri
ca chiavi di lu cori.

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Si bastàssi 'na carìzza,
pi livàri ogni amarìzzza;
a dicìni ti 'ni dassi,
e stai sicùru un mi firmàssi.

'Na carìzza un costa nenti,
ma lu cori fa cuntènti.
N'ànima 'mpena pò aiutàri,
quantu beni chi pò fari.

Ora c'un 'ni putèmu chiù tuccàri,
nè vasàri e né abbrazzàri;
'na sula carìzza n'abbisugnàssi,
cu tuttu lu cori ti la dassi.

Attenta a mia e a soccu ti ricu,
unn'aspittàri chi si fannu li ficu.
Lu tempu unn'è chiddu chi voi,
accarìzza, accarìzza chiù chi poi.

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Tagliere Siculo😍