♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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All'interno del maniero è presente la Cappella Reale privilegio esclusivo dei sovrani; è una ‘cuba’ di epoca bizantina dedicata alla Santissima Trinità. Essa sorse cronologicamente coeva alla chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, nata nel centro abitato, fuori dunque dalle mura del castello, nota con il nome attuale di Basilica minore di Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo.
All'interno della cappella è presente la lapide commemorativa in onore di Arnaldo da Villanova, medico-alchimista e consigliere della Corona d'Aragona.
Il castello, dopo essere passato per le mani di diversi feudatari, tra cui quelle della nota famiglia Lanza (1396), venne ceduto all'Ordine dei Gesuiti che ne fece un monastero. Dal 1921 al 1967, il castello è stato sede del Comune di Montalbano. Edificio che è ancor oggi di proprietà comunale, dopo due campagne di restauri, è diventato sede del Museo delle Armi.
Museo delle armi Montalbano Elicona
Il Duomo di Montalbano Elicona, o Duomo di Santa Maria Assunta e San Nicolò Vescovo, è, assieme al Castello Svevo, l’edificio che più rappresenta Montalbano Elicona, e che gli è valso, assieme ai parametri di armonia del tessuto urbano, di massima vivibilità e quelli legati alla fornitura dei servizi, il titolo di ‘borgo più bello d’Italia’, nel 2011.
Il Duomo è la più grande delle chiese del paese; sorge nella piazza principale e appartiene alla Diocesi di Messina. Le sue origini vengono fatte risalire tra il IX e il X secolo; è costituita da una pianta a croce latina con tetto a capriate, che caratterizza l’originaria navata centrale. Nel 1646 infatti, alcuni lavori di ricostruzione hanno portato all’ampliamento della chiesa che è stata dichiarata basilica minore da Giovanni Paolo II nel 1997. Nacquero così le due navate laterali, caratterizzate da cinque arcate ciascuna e da cinque altari minori a sinistra e quattro a destra.
Gli archi a tutto sesto che caratterizzano la volta, poggiano su robusti pilastri che terminano, nella navata centrale, con medaglioni in stucco raffiguranti personaggi biblici.
Duomo Montalbano Elicona
La navata laterale sinistra è caratterizzata da mense murali sovrastate da pregevoli tele di scuola siciliana, che raffigurano la Vergine e i Santi. Particolarmente sentito è infatti il culto della Vergine Maria, a cui in Sicilia sono state dedicate diverse Cattedrali e i principali santuari religiosi. In onore del rapporto epistolare tra l'Ambasceria del Senato Messinese e Maria, la Vergine è Patrona delle principali città dell’Isola nonché Patrona Principale del Regno delle Due Sicilie e Patrona dell’attuale Sicilia tutta.
Presso il lato Sud della prima campata a destra della navata laterale sinistra, è collocata l’insegna marmorea che ricorda e attesta, con scritte in latino, l’elevazione della chiesa a Basilica minore.
Presso il lato Nord della navata, campeggiano una serie di altari costituiti da nicchie che ospitano i simulacri di diversi Santi, tra cui San Giuseppe e Sant’Antonio da Padova.
Nella prima campata a sinistra è collocata un’altra iscrizione, che attesta, sempre in latino, la consacrazione del ’92 del tempio, alla Santissima Beata Vergine Maria in Cielo Assunta.
La cappella posta nell’abside minore della navata di destra, è dedicata a San Nicola, il cui culto è legato alla chiesa greco-bizantina. Il monumento del Santo Patrono, assiso sul trono, è stato realizzato da Giacomo Gagini nel 1587. L'arcata, sostenuta da colonna ioniche, sottende il seggio vescovile dove, in atto benedicente, è stata scolpita la figura di San Nicola. Alle sue spalle, il bassorilievo marmoreo raffigurante putti alati con in mano la mitra vescovile, e i quattro bassorilievi posti sul basamento, che raffigurano eventi legati alla vita del Santo, completano l’opera.
La cappella posta nell’abside minore a sinistra è dedicata invece al Santissimo Sacramento di Gesù.
Il campanile è stato realizzato tra il 1665 e il 1673.
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Montalbano Elicona - Sicily -
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Le canzoni popolari siciliane mi hanno chiamato: Come,ti sei dimenticato di noi che siamo state un vanto della cultura popolare siciliana,che abbiamo fatto il giro del mondo per vantare le bellezze e le virtù della Sicilia e del popolo siciliano?NO,assolutamente non mi sono dimenticato..So benissimo che nella vita dei nostri nonni,bisnonni e indietro ancora,vita legata alla terra e fatta di fatica,di sudore,di sofferenza,Voi,li canti popolari siete stati momenti di gioia,di allegria..C'erano canzoni per la vendemmia,la raccolta delle olive,dei limoni,per la mietitura del grano,per la Sicilia,per l'amore..Mi ricordo che quando c'erano ciurme di uomini e donne che lavoravano a distanza d'orecchio,un gruppo iniziava un canto e l'altro rispondeva con la seconda strofa..e così via si alleviava la fatica...Oggi pubblico la canzone per la raccolta dei limoni..limoni che rappresentavano una fonte di ricchezza,poi,nei tempi moderni,con la globalizzazione e l'Europa sono diventati un peso inutile..

@sicilianewseinfo
O PEDI DI LUMIA...

“O pedi di lumia ca ti rivesti
di pampini odurusi e di pinnenti,
si lu tò fruttu abbunna cci su festi
e li travagghi sù divirtimenti.

Quanta ricchizza cc'è 'ntra sti cuntrati,
quantu ci fu binigna la natura,
la zagra odura di 'nvernu e di stati,
lu fruttu tuttu l'annu si matura.

Ricoti li lumii di primu ciuri,
cugghemu li jancuzzi e li virdeddi
e travagghiannu cantamu d'amuri,
sù ccà 'nsicilia li picciotti beddi.

La sicilianedda ch'è massara,
non cura li strapazzi di campagna,
brucia lu suli, sta sutta la fara
e di l'acqua e lu ventu non si lagna”
TRADUZIONE:

O PIANTA DI LIMONE...

“ O pianta di limone che ti rivesti
di foglie odorose e di zagara,
se il tuo frutto è abbondante si fa festa
e il lavoro è un divertimento.

Quanta ricchezza c’è in queste contrade,
quanto è stata benigna la natura,
la zagara profuma d’inverno e d’estate,
il frutto matura per tutto l’anno.

Raccolti i limoni di primo fiore,
si raccolgono poi il secondo fiore e i verdelli
e lavorando cantiamo canzoni d’amore,
sono qua, in Sicilia i giovani belli.

La ragazza siciliana che fa la massaia,
non si cura delle fatiche in campagna,
brucia il sole, sta sotto la calura
e della pioggia e del vento non si lamenta.”
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Mistretta "Messina" 🇮🇲

La cittadina è sita su un monte tra gli 850 e i 1100 metri sul livello del mare, nei boscosi monti Nebrodi, ricchi di selvaggina e famosi fin dall'antichità per il loro splendore.

La cittadina,detta anche la "Sella dei Nebrodi",si trova a metà strada tra Palermo e Messina. Il panorama che si può ammirare dalle parti più alte del paese,infatti, è spettacolare:dai boscosi monti si scende con lo sguardo fino al mare, con sullo sfondo le Isole Eolie.Se a questo si aggiunge che durante l'inverno il paese è ricoperto di neve, lo scenario cui si può assistere è davvero incantevole.

Sul punto più alto della città si trovano i resti del Castello,edificato dai bizantini e ristrutturato e ampliato prima dagli arabi e poi dai normanni.Nei secoli successivi l'edificio subì diversi crolli che lo hanno portato allo stato attuale.

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@paolodaidone
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O PEDI DI LUMIA...

“O pedi di lumia ca ti rivesti
di pampini odurusi e di pinnenti,
si lu tò fruttu abbunna cci su festi
e li travagghi sù divirtimenti.

Quanta ricchizza cc'è 'ntra sti cuntrati,
quantu ci fu binigna la natura,
la zagra odura di 'nvernu e di stati,
lu fruttu tuttu l'annu si matura.

Ricoti li lumii di primu ciuri,
cugghemu li jancuzzi e li virdeddi
e travagghiannu cantamu d'amuri,
sù ccà 'nsicilia li picciotti beddi.

La sicilianedda ch'è massara,
non cura li strapazzi di campagna,
brucia lu suli, sta sutta la fara
e di l'acqua e lu ventu non si lagna”
TRADUZIONE:

O PIANTA DI LIMONE...

“ O pianta di limone che ti rivesti
di foglie odorose e di zagara,
se il tuo frutto è abbondante si fa festa
e il lavoro è un divertimento.

Quanta ricchezza c’è in queste contrade,
quanto è stata benigna la natura,
la zagara profuma d’inverno e d’estate,
il frutto matura per tutto l’anno.

Raccolti i limoni di primo fiore,
si raccolgono poi il secondo fiore e i verdelli
e lavorando cantiamo canzoni d’amore,
sono qua, in Sicilia i giovani belli.

La ragazza siciliana che fa la massaia,
non si cura delle fatiche in campagna,
brucia il sole, sta sotto la calura
e della pioggia e del vento non si lamenta.”
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📍I Faraglioni di Acitrezza.
📸 @Patrick.Noack

〽️Buona serata 💫

@siciliaforever
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La nostra amata Terra, la Sicilia, non solo è ricca di paesaggi bellissimi, emozionanti, ma vanta anche una cultura popolare straordinaria.
La nostra Terra è stata abitata da tanti popoli: Fenici, Greci, Romani, Bizantini, Normanni. Ognuno di loro ha lasciato qualcosa di importante e che fa parte della nostra cultura e delle nostre tradizioni.
Come straordinaria è la lingua che parliamo, che non è un semplice dialetto e non deriva dall’italiano, ma, come riconosciuto anche dall’Unesco, direttamente dal latino volgare.
Incredibile è la concisione della nostra lingua: con poche parole ben articolate si possono esprimere concetti, fatti, emozioni, stati d’animo, insegnamenti.
Per questo oggi pubblico alcuni detti a testimonianza….

Cugghiuta d'i lumia

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@siciliaforever
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