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Ecco un meraviglioso Castello di Sicilia che forse non conosci
A circa due chilometri dall’abitato di Adrano, in provincia di Catania, sorge il Castello della Solicchiata, o di Solicchiata. Il suggestivo edificio, di proprietà del Barone Don Antonino Spitaleri, è costruito in pietra lavica ed è circondato da un grande fossato e da un ponte levatoio, per rendere asciutti i sotterranei.
Guardando le foto, appare subito evidente la struttura. Fu eretto intorno al 1875, per essere adibito ad uso rurale. L’architettura si rifà allo stile medievale: come anticipato, è costruito in pietra lavica e l’accesso avviene con un ponte levatoio.
@sicilianewseinfo
A circa due chilometri dall’abitato di Adrano, in provincia di Catania, sorge il Castello della Solicchiata, o di Solicchiata. Il suggestivo edificio, di proprietà del Barone Don Antonino Spitaleri, è costruito in pietra lavica ed è circondato da un grande fossato e da un ponte levatoio, per rendere asciutti i sotterranei.
Guardando le foto, appare subito evidente la struttura. Fu eretto intorno al 1875, per essere adibito ad uso rurale. L’architettura si rifà allo stile medievale: come anticipato, è costruito in pietra lavica e l’accesso avviene con un ponte levatoio.
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Nel XX secolo, nel castello prosperò l’industria vinicola. Il vino Castello Solicchiata è da ricordare come il primo taglio bordolese d’Italia vinificato col metodo francese.
Nel 1855 il Barone Felice Spitaleri di Muglia mise a dimora sull’Etna tra gli 800 e i 1.000 metri d’altezza, nel feudo Solicchiata, in ampie terrazze vulcaniche, i vitigni bordolesi Cabernet franc Merlot e Cabernet sauvignon gli stessi che ancora oggi producono questo importante vino.
Il Castello Solicchiata ricevette il primo premio all’Esposizione di Londra nel 1888, il Grande Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro a Palermo nel 1889, Vienna 1890, Berlino 1892, Bruxelles 1893, Milano 1894 e fu la prima fornitura ufficiale della Real Casa d’Italia. Il Barone Spitaleri ebbe il privilegio di potere innalzare lo stemma reale sul detto castello per il progresso enologico del Regno d’Italia.
Il Barone Spitaleri produsse pure i primi Pinot nero d’Italia, la cui base fornì la formula del primo Etna rosso da lui stesso inventato seguito dall’Etna bianco e la produzione nei migliori terroirs dell’Etna del Boschetto Rosso (Pinot nero) e del Sant’Elia (Pinot nero) premiati a Londra nel 1888, Bruxelles 1893, Zurigo 1894.
Fu tra i primi produttori di champagne d’Italia, con lo Champagne Etna, ed in assoluto il primo produttore di cognac italiano, con il Cognac Etna.
Nel 1855 il Barone Felice Spitaleri di Muglia mise a dimora sull’Etna tra gli 800 e i 1.000 metri d’altezza, nel feudo Solicchiata, in ampie terrazze vulcaniche, i vitigni bordolesi Cabernet franc Merlot e Cabernet sauvignon gli stessi che ancora oggi producono questo importante vino.
Il Castello Solicchiata ricevette il primo premio all’Esposizione di Londra nel 1888, il Grande Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro a Palermo nel 1889, Vienna 1890, Berlino 1892, Bruxelles 1893, Milano 1894 e fu la prima fornitura ufficiale della Real Casa d’Italia. Il Barone Spitaleri ebbe il privilegio di potere innalzare lo stemma reale sul detto castello per il progresso enologico del Regno d’Italia.
Il Barone Spitaleri produsse pure i primi Pinot nero d’Italia, la cui base fornì la formula del primo Etna rosso da lui stesso inventato seguito dall’Etna bianco e la produzione nei migliori terroirs dell’Etna del Boschetto Rosso (Pinot nero) e del Sant’Elia (Pinot nero) premiati a Londra nel 1888, Bruxelles 1893, Zurigo 1894.
Fu tra i primi produttori di champagne d’Italia, con lo Champagne Etna, ed in assoluto il primo produttore di cognac italiano, con il Cognac Etna.
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Borghi di Sicilia - Castel di Lucio e Labirinto di Arianna (1990) Messina
La scultura la cui forma è un simbolo archetipo, il labirinto, è un percorso fisico, ma anche interiore, che è impossibile non attraversare tutto una volta entrati. Attraverso un varco naturale si entra nel labirinto e si esce dallo stesso, così come nel tempo l’uomo è entrato ed uscito dalla scena. Chi entra si pone domande che riguardano la propria esistenza, in un posto ed in una dimensione a-temporale, in cui è impossibile interrogarsi.
Il labirinto è riflessione, è spiritualità che deriva da una sorta di maternità, espressa in un dolce concentrico svolgersi di cerchi, culminante in una aspirazione all’alto, al sublime. Un viaggio che sembra dentro la terra ma è sotto il cielo, al cui centro è la vita, l’antica sorgente rappresentata da una lucente lastra metallica al centro della spirale che ci riporta al tema della Madre Terra e del mistero della fecondazione.
@sicilianewseinfo
La scultura la cui forma è un simbolo archetipo, il labirinto, è un percorso fisico, ma anche interiore, che è impossibile non attraversare tutto una volta entrati. Attraverso un varco naturale si entra nel labirinto e si esce dallo stesso, così come nel tempo l’uomo è entrato ed uscito dalla scena. Chi entra si pone domande che riguardano la propria esistenza, in un posto ed in una dimensione a-temporale, in cui è impossibile interrogarsi.
Il labirinto è riflessione, è spiritualità che deriva da una sorta di maternità, espressa in un dolce concentrico svolgersi di cerchi, culminante in una aspirazione all’alto, al sublime. Un viaggio che sembra dentro la terra ma è sotto il cielo, al cui centro è la vita, l’antica sorgente rappresentata da una lucente lastra metallica al centro della spirale che ci riporta al tema della Madre Terra e del mistero della fecondazione.
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Castelmola Sicilia
Castelmola ('A Mola in siciliano) è un comune italiano di 1 100 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.
La cittadina è a vocazione turistica, determinata dalla estrema vicinanza a Taormina.
@sicilianewseinfo
Castelmola ('A Mola in siciliano) è un comune italiano di 1 100 abitanti della città metropolitana di Messina in Sicilia.
La cittadina fa parte del circuito dei borghi più belli d'Italia.
La cittadina è a vocazione turistica, determinata dalla estrema vicinanza a Taormina.
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Le origini di Castelmola risalgono al periodo pre-ellenico. La denominazione trae ispirazione dalla conformazione del grande masso su cui sorge che ricorda appunto una "mola". Forse per la sua posizione sopraelevata fu un tempo la vera acropoli di Taormina, e le loro vicende sono talmente connesse da non poter distinguere quelle dell'una dall'altra.
Mylai era il nome del primo insediamento, risalente all'Età del ferro (VIII secolo a.C.), opera dei Siculi. Ciò è testimoniato dal ritrovamento della necropoli di Cocolonazzo. Le ceramiche con decorazioni dipinte a motivi geometrici, restituite dalle sepolture a grotticella artificiale, hanno consentito di determinare l'origine dell'abitato. Nel 396 a.C. Dionisio, tiranno di Siracusa, assedia Mylai (Μυλαί in greco antico), ma è sconfitto dai Siculi, che respingono l'assalto. Nel 392, lo stesso Dionisio, ritenta l'attacco, con maggiore fortuna e riesce ad occupare la zona. Alla sua morte, nel 367, la città è presa in mano da Andromaco che costruisce il centro abit
Mylai era il nome del primo insediamento, risalente all'Età del ferro (VIII secolo a.C.), opera dei Siculi. Ciò è testimoniato dal ritrovamento della necropoli di Cocolonazzo. Le ceramiche con decorazioni dipinte a motivi geometrici, restituite dalle sepolture a grotticella artificiale, hanno consentito di determinare l'origine dell'abitato. Nel 396 a.C. Dionisio, tiranno di Siracusa, assedia Mylai (Μυλαί in greco antico), ma è sconfitto dai Siculi, che respingono l'assalto. Nel 392, lo stesso Dionisio, ritenta l'attacco, con maggiore fortuna e riesce ad occupare la zona. Alla sua morte, nel 367, la città è presa in mano da Andromaco che costruisce il centro abit
Epoca bizantino - araba
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la città segue il destino dell'isola, passando sotto l'influenza bizantina. Il primo agosto 902, i Saraceni di Ibrahim II (Ibrāhīm (II) ibn Aḥmad ibn al-Aghlab), riescono a far breccia nelle fortificazioni della città e devastano l'abitato. Solo il castello resiste all'attacco dei Mori che si dirigono verso Tauromenion, attraversando il varco che da allora è detto Porta dei Saraceni.
Dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente, la città segue il destino dell'isola, passando sotto l'influenza bizantina. Il primo agosto 902, i Saraceni di Ibrahim II (Ibrāhīm (II) ibn Aḥmad ibn al-Aghlab), riescono a far breccia nelle fortificazioni della città e devastano l'abitato. Solo il castello resiste all'attacco dei Mori che si dirigono verso Tauromenion, attraversando il varco che da allora è detto Porta dei Saraceni.
Epoca normanno - svevo - aragonese
Il dominio arabo si conclude nel 1078, con l'ascesa di Ruggero il Normanno che conquistata Taormina, dopo sette mesi d'assedio, espugna anche la fortezza di Mola. Ruggero costruisce un nuovo centro abitato intorno al castello, chiamato Mola. Quale ringraziamento alla Madonna fece anche erigere la chiesetta della Santissima Annunziata, ubicata nei pressi dell'abitato.
Nei secoli successivi, il paese perde il suo carattere difensivo, ma assume un ruolo politico riconosciuto. Affidata ai nobili fedeli al re, Mola appoggia dapprima gli Svevi contro gli Angiò, restando fedele al casato Hohenstaufen fino all'ultimo, poi nel 1282, durante i Vespri Siciliani, insorge contro gli Angioini schierandosi a favore degli Aragonesi.
Il dominio arabo si conclude nel 1078, con l'ascesa di Ruggero il Normanno che conquistata Taormina, dopo sette mesi d'assedio, espugna anche la fortezza di Mola. Ruggero costruisce un nuovo centro abitato intorno al castello, chiamato Mola. Quale ringraziamento alla Madonna fece anche erigere la chiesetta della Santissima Annunziata, ubicata nei pressi dell'abitato.
Nei secoli successivi, il paese perde il suo carattere difensivo, ma assume un ruolo politico riconosciuto. Affidata ai nobili fedeli al re, Mola appoggia dapprima gli Svevi contro gli Angiò, restando fedele al casato Hohenstaufen fino all'ultimo, poi nel 1282, durante i Vespri Siciliani, insorge contro gli Angioini schierandosi a favore degli Aragonesi.
Epoca spagnolo - austriaca
Il castello di Mola piazzaforte spagnola, è alternativamente occupato dai contingenti francesi dopo i gravi e ripetuti scontri contro le truppe spagnole, lunga scia di episodi che si inserisce tra il 1673 e il 1678 nel triste contesto delle rivolte antispagnole.
Dal 1718 al 1720, la piazzaforte e il territorio sono basi dalle armate austro - piemontesi durante gli scontri contro gli spagnoli capitanati dal Viceré Jean François de Bette III Marchese di Lede. Nella "guerra di successione" le truppe della coalizione resistettero all'assedio spagnolo, per poi cedere la base. La Battaglia di Francavilla si inserisce nel contesto dei conflitti contro la Quadruplice alleanza combattuti dal regno di Spagna contro Inghilterra, Francia, Austria e Paesi Bassi per il predominio sul mar Mediterraneo. L'esito degli scontri sarà sfavorevole per la compagine iberica, evento che aprirà la breve parentesi austriaca in Sicilia.
Il castello di Mola piazzaforte spagnola, è alternativamente occupato dai contingenti francesi dopo i gravi e ripetuti scontri contro le truppe spagnole, lunga scia di episodi che si inserisce tra il 1673 e il 1678 nel triste contesto delle rivolte antispagnole.
Dal 1718 al 1720, la piazzaforte e il territorio sono basi dalle armate austro - piemontesi durante gli scontri contro gli spagnoli capitanati dal Viceré Jean François de Bette III Marchese di Lede. Nella "guerra di successione" le truppe della coalizione resistettero all'assedio spagnolo, per poi cedere la base. La Battaglia di Francavilla si inserisce nel contesto dei conflitti contro la Quadruplice alleanza combattuti dal regno di Spagna contro Inghilterra, Francia, Austria e Paesi Bassi per il predominio sul mar Mediterraneo. L'esito degli scontri sarà sfavorevole per la compagine iberica, evento che aprirà la breve parentesi austriaca in Sicilia.
Epoca contemporanea
Nel 1928 il territorio di Castelmola fu annesso al comune di Taormina. Questo periodo fu particolarmente negativo per Castelmola, in quanto la crescita economica attraversò anni di immobilità che di certo non le giovarono; questa parentesi fortunatamente non durò a lungo, perché nel 1947 riacquistò l'autonomia amministrativa.
L'aspetto del paese e la sua struttura urbanistica medievale si sono mantenuti pressoché inalterati fino al 1928, anno in cui, per creare l'accesso al centro urbano, fu del tutto modificata l'affascinante entrata del borgo. Una scalinata quasi intagliata nella roccia conduceva ai piedi del castello, fino alla porta vera e propria di entrata nel centro; a mantenere l'idea di quello che era, rimane l'arco d'entrata posto su una gradinata in pietra calcarea; l'auditorium comunale conserva al suo interno le straordinarie foto che ne testimoniano la bellezza. Nel tempo, malgrado le modifiche apportate al suo aspetto, questo paese riesce ancora a conservare racchiuso nei suoi vicoli la magia e il fascino immutato dell'antico che, mescolandosi al nuovo, trasmette l'impressione che qui il tempo si sia fermato.
Nel 1928 il territorio di Castelmola fu annesso al comune di Taormina. Questo periodo fu particolarmente negativo per Castelmola, in quanto la crescita economica attraversò anni di immobilità che di certo non le giovarono; questa parentesi fortunatamente non durò a lungo, perché nel 1947 riacquistò l'autonomia amministrativa.
L'aspetto del paese e la sua struttura urbanistica medievale si sono mantenuti pressoché inalterati fino al 1928, anno in cui, per creare l'accesso al centro urbano, fu del tutto modificata l'affascinante entrata del borgo. Una scalinata quasi intagliata nella roccia conduceva ai piedi del castello, fino alla porta vera e propria di entrata nel centro; a mantenere l'idea di quello che era, rimane l'arco d'entrata posto su una gradinata in pietra calcarea; l'auditorium comunale conserva al suo interno le straordinarie foto che ne testimoniano la bellezza. Nel tempo, malgrado le modifiche apportate al suo aspetto, questo paese riesce ancora a conservare racchiuso nei suoi vicoli la magia e il fascino immutato dell'antico che, mescolandosi al nuovo, trasmette l'impressione che qui il tempo si sia fermato.
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Montalbano Elicona, in provincia di Messina: arte, storia e cultura di diverse epoche, s’incontrano e si integrano
@sicilianewseinfo
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Montalbano Elicona è un comune della provincia di Messina, che rientra nel circuito ‘Borghi più belli d’Italia’, messo appunto dall’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (A.N.C.I.).
Le origini del borgo sono relativamente recenti, così come parte della sua toponomastica, che ruota attorno al castello-svevo aragonese, realizzato nel XII secolo per volere di re Federico II d’Aragona.
Il nome ‘Montalbano’ si pensa derivi infatti dal latino ‘mons’ (monte) e ‘albus’ (bianco),ovvero il massiccio su cui venne fatto costruire il castello che domina il centro abitato. Altri invece pensano che ‘Montalbano’ derivi dall’arabo ‘al bana’,termine che significa ‘luogo eccellente’. Non ci sono dubbi invece sulle origini dell’appellativo ‘Elicona’,che risale ai tempi della colonizzazione greca di Sicilia.Secondo le testimonianze storiche, i Dori, una stirpe indoeuropea della Grecia Antica, attribuirono al monte sui cui sorse il castello, e al fiume sottostante,l’appellativo di Helikon.
📽pioandreaperi🏰
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Le origini del borgo sono relativamente recenti, così come parte della sua toponomastica, che ruota attorno al castello-svevo aragonese, realizzato nel XII secolo per volere di re Federico II d’Aragona.
Il nome ‘Montalbano’ si pensa derivi infatti dal latino ‘mons’ (monte) e ‘albus’ (bianco),ovvero il massiccio su cui venne fatto costruire il castello che domina il centro abitato. Altri invece pensano che ‘Montalbano’ derivi dall’arabo ‘al bana’,termine che significa ‘luogo eccellente’. Non ci sono dubbi invece sulle origini dell’appellativo ‘Elicona’,che risale ai tempi della colonizzazione greca di Sicilia.Secondo le testimonianze storiche, i Dori, una stirpe indoeuropea della Grecia Antica, attribuirono al monte sui cui sorse il castello, e al fiume sottostante,l’appellativo di Helikon.
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