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Sturnelli a trasi e nesci
Ciuri, ciuriddu e ciuri d'amarena!
Ora chi ti canusciu bona bona,
amariti nun vali cchiù la pena:
picchì si' bedda ma si' culumbrina.
Ciuri, ciuriddu e rosi e tulipani!
La sira davanti a la televisioni,
m'aviti datu tanti pizzuluni,
ch'àiu la carni comu milinciani.
Ciuri, ciuriddu e ciuri di cutugnu!
Ora la po finiri cu stu mpegnu;
di chiddu chi mi dici 'un mi lagnu,
chi di l'amuri to lu schiavu sugnu.
Ciuri, ciuriddu e ciuri prufumati!
Si veramenti beni mi vuliti
e cu la gilusia vui vi calmati,
di lu me amuri nun vi ni pintiti.
Ciuri, ciuriddu e ciuri di la nuci!
Nun mi la firu cchiù, facemu paci;
ma si mi voi fari cchiù filici,
dammillu un vasuneddu duci duci.
(Luciano Maglia)
@sicilianewseinfo
Ciuri, ciuriddu e ciuri d'amarena!
Ora chi ti canusciu bona bona,
amariti nun vali cchiù la pena:
picchì si' bedda ma si' culumbrina.
Ciuri, ciuriddu e rosi e tulipani!
La sira davanti a la televisioni,
m'aviti datu tanti pizzuluni,
ch'àiu la carni comu milinciani.
Ciuri, ciuriddu e ciuri di cutugnu!
Ora la po finiri cu stu mpegnu;
di chiddu chi mi dici 'un mi lagnu,
chi di l'amuri to lu schiavu sugnu.
Ciuri, ciuriddu e ciuri prufumati!
Si veramenti beni mi vuliti
e cu la gilusia vui vi calmati,
di lu me amuri nun vi ni pintiti.
Ciuri, ciuriddu e ciuri di la nuci!
Nun mi la firu cchiù, facemu paci;
ma si mi voi fari cchiù filici,
dammillu un vasuneddu duci duci.
(Luciano Maglia)
@sicilianewseinfo
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La Vara di Messina è un grande carro votivo dedicato alla Madonna Assunta portato in processione il 15 agosto di ogni anno.
Il ciclo di eventi culminanti con la festa della Madonna Assunta rappresentano il momento di massima espressione religiosa da parte del popolo messinese, nonostante la festa patronale cittadina sia quella della Madonna della Lettera, la cui ricorrenza liturgica cade il 3 giugno.
Il ciclo di eventi culminanti con la festa della Madonna Assunta rappresentano il momento di massima espressione religiosa da parte del popolo messinese, nonostante la festa patronale cittadina sia quella della Madonna della Lettera, la cui ricorrenza liturgica cade il 3 giugno.
Stazionamento della Vara in piazza Castronovo
Il termine "Vara" è l'equivalente di "bara", nella fattispecie indica il giaciglio ove è ricomposto il corpo della Dormitio Virginis (iconografia della Madonna Dormiente o nella tradizione bizantina, della «Koimesis tes Theotokou»).
Generalmente col termine di vara si indica la macchina o manufatto processionale, nello specifico la grandiosa struttura piramidale. La bara propriamente detta, costituita da un'urna di cristallo è collocata sulla piattaforma del primo ordine delle slitte (cippu), nell'ampio vano sotto l'incastellatura.
Il termine "Vara" è l'equivalente di "bara", nella fattispecie indica il giaciglio ove è ricomposto il corpo della Dormitio Virginis (iconografia della Madonna Dormiente o nella tradizione bizantina, della «Koimesis tes Theotokou»).
Generalmente col termine di vara si indica la macchina o manufatto processionale, nello specifico la grandiosa struttura piramidale. La bara propriamente detta, costituita da un'urna di cristallo è collocata sulla piattaforma del primo ordine delle slitte (cippu), nell'ampio vano sotto l'incastellatura.
Pròdromi normanni
La letteratura epica attraverso le opere del Placido Samperi, Giuseppe Buonfiglio e Caio Domenico Gallo indica il Gran Conte Ruggero quale promotore dei festeggiamenti. L'ingresso trionfale del conquistatore sulla groppa di un cammello, immagine allegorica della sottomissione dei dominatori sconfitti, i Giganti Mata e Grifone a riservare gli onori al Condottiero, lo sventolio di vessilli, tra i quali in testa, lo stendardo consegnato da Papa Niccolò II a L'Aquila nel 1059, investendo il Normanno del Regno di Sicilia contro i Saraceni.
Sullo stendardo l'immagine dell'Assunta, sotto la cui egida, patrocinio, protezione, ebbe inizio il processo di ricristianizzazione dell'isola.
Il lungo ciclo di eventi in epoca normanna (1059 - 1096) è contrassegnato dalla costruzione, riedificazione, restauri di cattedrali, chiese, abbazie, monasteri, conventi dedicati espressamente alla Vergine Assunta in tutte le località dell'isola, a partire proprio dal ripristino della cattedrale peloritana, tempio in origine fondato e dedicato a Dio sotto il titolo di «Nostra Signora Assunta in Cielo»
La letteratura epica attraverso le opere del Placido Samperi, Giuseppe Buonfiglio e Caio Domenico Gallo indica il Gran Conte Ruggero quale promotore dei festeggiamenti. L'ingresso trionfale del conquistatore sulla groppa di un cammello, immagine allegorica della sottomissione dei dominatori sconfitti, i Giganti Mata e Grifone a riservare gli onori al Condottiero, lo sventolio di vessilli, tra i quali in testa, lo stendardo consegnato da Papa Niccolò II a L'Aquila nel 1059, investendo il Normanno del Regno di Sicilia contro i Saraceni.
Sullo stendardo l'immagine dell'Assunta, sotto la cui egida, patrocinio, protezione, ebbe inizio il processo di ricristianizzazione dell'isola.
Il lungo ciclo di eventi in epoca normanna (1059 - 1096) è contrassegnato dalla costruzione, riedificazione, restauri di cattedrali, chiese, abbazie, monasteri, conventi dedicati espressamente alla Vergine Assunta in tutte le località dell'isola, a partire proprio dal ripristino della cattedrale peloritana, tempio in origine fondato e dedicato a Dio sotto il titolo di «Nostra Signora Assunta in Cielo»
Epoca Aragonese
In epoca aragonese per la festa agostana è documentata la processione di una statua della Vergine sfarzosamente abbigliata, raffigurata a dorso di un cavallo paludato con preziosi finimenti. Evento inserito in un corollario di giostre, cortei, caroselli, tornei, cavalcata storica atti a celebrare gli intensi e floridi scambi commerciali dovuti all'istituzione della Fiera dal Campo del Santo Sepolcro, manifestazione la cui sede fu spostata alla Marina e la data posticipata da Alfonso V d'Aragona nel 1421 al 1º agosto, in modo da farne coincidere la chiusura con la conclusione dei sontuosi festeggiamenti in onore dell'Assunta, Patrona della città.
Un prototipo di carro trionfale fu costruito dal Radese.In seguito il manufatto fu ingrandito e perfezionato nelle forme da Giovannello Cortese, e ancora più avanti nel tempo, da Maestro Iacopo. Verosimilmente tutto ciò avvenne prima del termine del XV secolo e del transito del Regno di Sicilia dalla Corona d'Aragona alla Corona Asburgo - Castiglia. Infatti con Carlo V di Spagna e di Giovanni d'Austria il monumentale carro trionfale, ad uso sacro e profano, è ampiamente dettagliato e documentato
L'utilizzo come carro trionfale per uso profano risale al 21 ottobre 1535, in onore dell'imperatore Carlo V, di passaggio in Sicilia dopo la trionfale Conquista di Tunisi.
La macchina, opportunamente modificata in cima, al posto della figura del Padre Eterno che sorregge la Vergine Maria, presentava la statua raffigurante l'imperatore con le insegne della vittoria in mano.
In epoca aragonese per la festa agostana è documentata la processione di una statua della Vergine sfarzosamente abbigliata, raffigurata a dorso di un cavallo paludato con preziosi finimenti. Evento inserito in un corollario di giostre, cortei, caroselli, tornei, cavalcata storica atti a celebrare gli intensi e floridi scambi commerciali dovuti all'istituzione della Fiera dal Campo del Santo Sepolcro, manifestazione la cui sede fu spostata alla Marina e la data posticipata da Alfonso V d'Aragona nel 1421 al 1º agosto, in modo da farne coincidere la chiusura con la conclusione dei sontuosi festeggiamenti in onore dell'Assunta, Patrona della città.
Un prototipo di carro trionfale fu costruito dal Radese.In seguito il manufatto fu ingrandito e perfezionato nelle forme da Giovannello Cortese, e ancora più avanti nel tempo, da Maestro Iacopo. Verosimilmente tutto ciò avvenne prima del termine del XV secolo e del transito del Regno di Sicilia dalla Corona d'Aragona alla Corona Asburgo - Castiglia. Infatti con Carlo V di Spagna e di Giovanni d'Austria il monumentale carro trionfale, ad uso sacro e profano, è ampiamente dettagliato e documentato
L'utilizzo come carro trionfale per uso profano risale al 21 ottobre 1535, in onore dell'imperatore Carlo V, di passaggio in Sicilia dopo la trionfale Conquista di Tunisi.
La macchina, opportunamente modificata in cima, al posto della figura del Padre Eterno che sorregge la Vergine Maria, presentava la statua raffigurante l'imperatore con le insegne della vittoria in mano.
«L'omperator nella città, ecco di nanzi alla casa del signor della, scaletta dui carri trionphali, l'un grande, e l'altro, piccolo, il maggior se tal qual'e gli era io, potessi ridirloui, veramente, potrei far di me quel che far non posso, era questo sopra quatro rote posto, e quelle amantate d'ogni torno, con certi piramidoni, e cornicioni de ligname tutti posti d'oro, facevano questi quattro angoli alquanto sporgendosi fuori sopra delli quali v'erano posti quatro giovanetti, finti per gli quatro virtu Cardinali, vestiti ricchimente con strumenti in mano, qual portar sogliono, sopra di questi, erano due rote, circolari, nelle quali erano quatro puttini per una vestiti, et alati, li quali benche volgesero a torno le rote non di meno e gli fermistavano, queste rote nella parte, che veder si poteva erano depinte, e freggiate d'oro, nell'una un carro un campo azzurro di stelle ripieno resplendente in oro nell'altra un piano azzurro parimente di stelle ripieno con vn dragone e l'orsa maggiore e minore in cima di questi v'erano quattro fanciulli alati con palme nelle mani vestiti molto leggiadramente, e belle, con catene d'oro e gioie di molto preggio, sopra di questi vn tondo o vero vn mondo azzurro tutto stellato, a cui dintorno v'erano sei puttini vestiti d'un certo incarnato come si ignudi, fosseno, questi tenendo rami d'oleua, in mano rotavano a torno a torno col suo tondo sopra di questo veneua vn bellissimo giouanetto che mostraua esser L'omperator, armato, all'antica co vn manto purpureo, freggiato d'oro, nella testa vn mitrone Imperiale, e di sopra la palma della man destra la qual, sporgeua, fuori teneua vna vittoria, la qual era vn puttinu d'anni quatro circa haveua questa vittoria vn ramo.»
Il 2 novembre 1571 con Giovanni d'Austria vittorioso nella Battaglia di Lepanto, lo spettacolo del carro trionfale con le medesime strutture fu ripetuto apportando le dovute modifiche al personaggio posto in cima al pinnacolo principale.
Nel giugno del 1575 scoppiò a Messina un'epidemia di peste che durò circa trent'anni anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ed in breve tempo si propagò anche a Reggio e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche se in modo minore). I cittadini di Palmi, accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti consistenti in generi di vitto e olio.
Superata la calamità, Messina in segno di gratitudine e riconoscenza verso la cittadina calabrese, con delibera del Senato volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo.
L'11 gennaio 1582, accompagnata durante la traversata da una moltitudine di barche palmesi pavesate a festa, la barca di Giuseppe Tigano portò da Messina alla Marina di Palmi un reliquiario contenente il Sacro Capello.
Nel giugno del 1575 scoppiò a Messina un'epidemia di peste che durò circa trent'anni anni procurando la morte di oltre 40.000 persone. Il morbo fu portato da Levante dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) ed in breve tempo si propagò anche a Reggio e nelle altre coste della Calabria, tra cui Palmi (anche se in modo minore). I cittadini di Palmi, accolsero quanti fuggirono dalla città peloritana ed inoltre, tramite i suoi marinai, mandarono aiuti consistenti in generi di vitto e olio.
Superata la calamità, Messina in segno di gratitudine e riconoscenza verso la cittadina calabrese, con delibera del Senato volle donare alle autorità ecclesiali di Palmi, in segno di ringraziamento per gli aiuti prestati, uno dei capelli della Madonna che furono portati nella città siciliana nel 42 d.C. unitamente ad una lettera di benedizione e di protezione da parte della madre di Cristo.
L'11 gennaio 1582, accompagnata durante la traversata da una moltitudine di barche palmesi pavesate a festa, la barca di Giuseppe Tigano portò da Messina alla Marina di Palmi un reliquiario contenente il Sacro Capello.
Epoca borbonica
Dal 1720 l'evento processionale è spostato dal 14 al 15 agosto.
Nel periodo a cavallo tra il 1747 - 1773 sotto i mandati dei viceré di Sicilia Eustachio di Laviefuille e Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona fu rispettata un'antica consuetudine: la verginella che ricopriva il ruolo della Madonna godeva della prerogativa di concedere la grazia ad un condannato a morte.
Nell'epoca dei Grand Tour, il pittore e viaggiatore Jean-Pierre Houël documenta l'evento processionale del 1784 con schizzi e dettagliati commenti.
Nel 1681 e nel 1738 a causa di guasti, si verificarono cadute rovinose dei personaggi, fortunatamente senza conseguenze tragiche.Solo nel 1866 si è provveduto a diminuire l'altezza della Vara e sostituire i figuranti con simulacri in cartapesta.
Dal 1720 l'evento processionale è spostato dal 14 al 15 agosto.
Nel periodo a cavallo tra il 1747 - 1773 sotto i mandati dei viceré di Sicilia Eustachio di Laviefuille e Giovanni Fogliani Sforza d'Aragona fu rispettata un'antica consuetudine: la verginella che ricopriva il ruolo della Madonna godeva della prerogativa di concedere la grazia ad un condannato a morte.
Nell'epoca dei Grand Tour, il pittore e viaggiatore Jean-Pierre Houël documenta l'evento processionale del 1784 con schizzi e dettagliati commenti.
Nel 1681 e nel 1738 a causa di guasti, si verificarono cadute rovinose dei personaggi, fortunatamente senza conseguenze tragiche.Solo nel 1866 si è provveduto a diminuire l'altezza della Vara e sostituire i figuranti con simulacri in cartapesta.
Epoca contemporanea
Terremoto del 1908. Causa le distruzioni apportate dal disastroso sciame sismico e la lenta ricostruzione, la tradizionale sfilata del carro votivo riprese nel 1926 con Le Festa della Rinascita lungo la ricostruita via Ferdinandea, oggi via Garibaldi, da piazza Ottagona (piazza Filippo Juvarra) consolidando un nuovo itinerario che permetteva una maggiore capacità di pubblico.
Durante le manifestazioni delle annate della seconda guerra mondiale, per voto, furono principalmente le donne messinesi a tirare i canapi.
Dal 2000, a supporto dell'organizzazione comunale, esiste il Comitato Vara che gestisce il traino e promuove iniziative religiose e culturali per far conoscere sempre più la grande festa dell'Assunta a Messina. Il Comitato, spontaneo e senza fini di lucro, sostituisce la Commissione Storica e la Commissione Tecnica istituite dall'allora sindaco Franco Provvidenti. Attualmente il Comitato Vara è presieduto dal Cappellano mons. Vincenzo D'Arrigo e dai componenti: Sig. Franco Celona, Dott. Antonino Di Bernardo, Sig. Franco Forami, Prof. Marco Grassi, Sig. Franco Molonia, Prof. Franz Riccobono e Sig. Salvatore Rigano.
Terremoto del 1908. Causa le distruzioni apportate dal disastroso sciame sismico e la lenta ricostruzione, la tradizionale sfilata del carro votivo riprese nel 1926 con Le Festa della Rinascita lungo la ricostruita via Ferdinandea, oggi via Garibaldi, da piazza Ottagona (piazza Filippo Juvarra) consolidando un nuovo itinerario che permetteva una maggiore capacità di pubblico.
Durante le manifestazioni delle annate della seconda guerra mondiale, per voto, furono principalmente le donne messinesi a tirare i canapi.
Dal 2000, a supporto dell'organizzazione comunale, esiste il Comitato Vara che gestisce il traino e promuove iniziative religiose e culturali per far conoscere sempre più la grande festa dell'Assunta a Messina. Il Comitato, spontaneo e senza fini di lucro, sostituisce la Commissione Storica e la Commissione Tecnica istituite dall'allora sindaco Franco Provvidenti. Attualmente il Comitato Vara è presieduto dal Cappellano mons. Vincenzo D'Arrigo e dai componenti: Sig. Franco Celona, Dott. Antonino Di Bernardo, Sig. Franco Forami, Prof. Marco Grassi, Sig. Franco Molonia, Prof. Franz Riccobono e Sig. Salvatore Rigano.