♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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📍Ortigia, Siracusa
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Licata è un comune italiano di 37 089 abitanti del libero consorzio comunale di Agrigento in Sicilia.

Neolitico e Paleolitico

Le origini di Licata risalgono al neolitico stentinelliano (5° millennio a.C.), all'eneolitico di tipo San Cono e alla prima metà del bronzo di tipo castellucciano (2° millennio a.C.) e paleolitico superiore.
Dai Fenici ai Romani

La città risulta frequentata dai Fenici che vi mercanteggiarono tra il XII e l'VIII secolo a.C. Alla fine del VII secolo a.C. i Geloi (abitanti dell'antica Gela) vi edificarono una stazione fortificata a guardia della foce del fiume Salso e nella prima metà del VI secolo a.C. Falaride, tiranno di Agrigento, vi costruì un frourion, un avamposto fortificato. Nel 310 a.C. nei dintorni della città si svolse la battaglia del monte Ecnomo nella quale Agatocle venne battuto dai Cartaginesi. La città cadde nelle mani dei Cartaginesi. Fu liberata nel corso della prima guerra punica dai Romani in seguito ad un'importante battaglia navale, la Battaglia di Capo Ecnomo, nella quale la flotta romana di Marco Attilio Regolo, sconfisse quella cartaginese. Sotto i Romani Licata divenne un grande emporio commerciale.
Dai bizantini ai Borboni

Nel periodo bizantino venne edificato il castello a mare Lympiados. Nell'827 d.C. la città fu conquistata dal cadì Asad e rimase sotto i musulmani per più di due secoli. Fu espugnata dai Normanni il 25 luglio 1086. Federico II annoverò Licata tra le 42 città demaniali della Sicilia concedendole nel 1234 il titolo di "Dilectissima", al quale nel 1447 il re Alfonso I unì quello di "Fidelissima". L'11 Luglio 1553 la città fu assalita e saccheggiata per sette giorni dall'ammiraglio turvo Dragut che la distrusse quasi completamente.

Tra Seicento e Settecento la città si sviluppò sempre più all'interno della cinta muraria interamente ricostruita e si vestì di nuove e prestigiose architetture lungo l'asse del vecchio e nuovo Cassaro. L'antico porto divenne il "Regio Caricatore" di grano al quale approdavano velieri provenienti da tutto il Mediterraneo.

Il 10 Luglio del 1806 re Ferdinando III concesse il titolo di senato alla città di Licata e l’onore della toga ai giurati senatori.

Nel 1820 Licata si sollevò contro i Borboni. La resistenza contro il re di Napoli fu guidata dal patriota Matteo Vecchio Verderame che fondò nel suo sontuoso palazzo una delle prime logge massoniche della Sicilia. Dopo lo sbarco di Garibaldi, Licata inviò un proprio drappello di uomini armati al seguito di Menotti e ospitò Nino Bixio, nel palazzo del marchese Cannarella, il 20 luglio 1860.
Decreto con il quale il re Ferdinando III concede il titolo di senato. Fondo Librario Antico.
Nel regno d'Italia

Passata la Sicilia sotto il governo piemontese, fu di stanza a Licata in qualità di comandante della 9ª compagnia del 57º reggimento di fanteria, Edmondo De Amicis, l'autore del libro "Cuore". Nel 1870 Licata costruì a sue spese il ponte sul fiume Salso e nel 1872 il porto commerciale aprendo poi le strade di collegamento con le miniere di zolfo che determinarono la sua fortuna economica. La città divenne residenza abituale di facoltose famiglie e di numerose sedi consolari. Vennero edificati parecchi palazzi e ville liberty, alcune progettate da Ernesto Basile ed affrescate da Salvatore Gregorietti. Nel 1881 venne raggiunta dalla ferrovia proveniente da Canicattì, importante veicolo di trasporto dei prodotti zolfiferi dell'interno. Lo zolfo alimentava ben cinque raffinerie, la più grande delle quali, costruita nel 1912 dalla Ditta Alonso & Consoli di Catania, era forse la più importante d'Europa. Il 28 febbraio 1911fu aperta la prima tratta della ferrovia a scartamento metrico tra Canicattì e Naro, il 4 dicembre 1911fu raggiunta Camastra, infine il 7 ottobre 1915 il treno arrivò a Licata. Mulini, oleifici, fabbriche di ghiaccio, pastifici, nonché il grande stabilimento chimico della Società Montecatini e i primaticci della fertile piana costituivano le fonti del benessere di Licata.

Il 9 luglio 1943 sbarcò a Licata la 3ª divisione di fanteria USA nella spiaggia di Mollarella, 5 chilometri a ovest di Licata. Sulle coste di Licata ebbero luogo le operazioni di sbarco della JOSS Force USA 3rd Infantry Division guidata dal Generale Lucian King Truscott, con a capo il generale Patton sbarco degli Alleati
Blasonatura stemma:

All'aquila, di nero al volo abbassato caricata in petto d'uno scudo d'azzurro al castello torricellato di quattro pezzi d'oro e finestrato di nero sorgente dalla campagna di azzurro, ondata di nero e di argento. Corona murale della città. Titolo: Diletta; motto: Alicata.

Lo stemma è una scultura lignea raffigurante l'“aquila sveva” (da alcuni erroneamente confusa con l'“aquila aragonese”). Essa rappresentava l'emblema della potenza imperiale e veniva riconosciuta come distintivo d'onore delle città demaniali fedeli a Federico II di Svevia.

La rocca merlata, circondata dal mare, dalla quale si alzano quattro torri dorate di diversa fattura e altezza (il regio castello a mare di San Giacomo, il Castel Nuovo, il bastione armato di Mangiacasale e la torre Gioietta), rappresenta la città stessa delimitata da due distinti rami del fiume Salso che le conferivano la forma di un'isola.
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Licata Mollarella e Poliscia 2019
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Sicilia, Terra di Sapori e profumi

Pistacchio di Bronte
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Monreale, la Città dei Re: un trionfo di storia e splendide architetture

@sicilianewseinfo
Paesi e città
Monreale è una delle località più famose della Sicilia. Sorge in una posizione panoramica e domina la Conca d’Oro e la Valle dell’Oreto. Poco distante da Palermo, racchiude secoli di storia e offre splendidi esempi di architettura.
Prima di scoprire insieme cosa vedere a Monreale, parliamo un po’ della sua storia. La cittadina ebbe origine nel XII secolo, con i Normanni. Qui i re si ritiravano per riposare dalle fatiche e dalle incombenze legate al governo. Si narra che in una notte del 1171 Guglielmo II, detto il Buono, ebbe in sogno l’apparizione della Madonna, che gli svelò il luogo in cui era nascosto un immenso tesoro. Il tesoro, un bottino di guerra, sarebbe servito per costruire il celebre Duomo. Il re iniziò senza indugi la costruzione della splendida Cattedrale. Già prima che fosse completata, il mondo ne parlava con meraviglia.
Una visita a Monreale rappresenta una tappa obbligata per chiunque si trovi a Palermo e dintorni. Camminare lungo le sue stradine e fermarsi ad ammirare le sue meraviglie, è un’esperienza indimenticabile

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Cosa vedere a Monreale
Bisogna necessariamente iniziare dal Duomo di Monreale, che fa parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco (Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale). La sua storia è legata alla figura di Guglielmo il Buono, come abbiamo già anticipato. Fondato nel 1174, venne eretto in pochi anni.
L’esterno, tendenzialmente lineare, racchiude un interno vasto e solenne. La principale attrazione sono i mosaici, opera collettiva di un gruppo di artisti fatti arrivare da Bisanzio. Vi sono raffigurati: la storia del creato, dagli inizi alla vita pubblica di Gesù, le vicende degli apostoli Pietro e Paolo, la corte gremita di santi, martiri e vescovi. Santi e vescovi sono distribuiti lungo le pareti, attorno al Pantocratore, Cristo benedicente.
Altra meraviglia è il Chiostro del Duomo di Monreale. Si trova sulla destra, guardando la facciata del Duomo, ed era legato all’antico convento dei Benedettini.
Arrivando a Monreale è impossibile non soffermarsi in piazza Vittorio Emanuele II, con la fontana marmorea del Tritone di Mario Rutelli. Qui si affaccia il Palazzo del Municio, che ha alle spalle il Seminario dei Chierici. Molto suggestiva è la vista dal Belvedere, il giardino pubblico che si affaccia sulla Conca d’Oro e, avanti con lo sguardo, fino al mare di Palermo.
Semplicemente passeggiando, si incontrano davvero molte chiese.
Per quanto riguarda le tradizioni di Monreale, la Festa del Crocifisso rappresenta un momento partecipato e sentito. Il clou avviene il 3 maggio, quando si svolge la processione con il crocifisso artistico. Vi sono riti religiosi solenni, ma anche bancarelle e fuochi d’artificio.
Cosa mangiare e cosa comprare a Monreale
Le specialità di Monreale sono semplici, ma buonissime. Il pane di Monreale è un si caratterizza per la crosta croccante e bruna. Viene realizzato sia in pagnotte che in filoncini dalla morbida mollica gialla, dopo un’attenta e lunga lavorazione di venti minuti e due diverse fasi di lievitazione, e viene completato dai semi di sesamo. Si realizza ancora secondo i metodi tradizionali, grazie alla sapienza dei fornai locali.
Caratteristici sono i biscotti a forma di “S”, con una glassa di zucchero bianco. Non mancano, poi, i dolcetti con pasta di mandorle e i prodotti siciliani più tipici.
Se volete portare con voi un souvenir di Monreale, potete scegliere una produzione artigianale: ceramica, mosaici, ricami o vimini.
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Uno dei luoghi più romantici in Sicilia Una finestra sul mare che si apre dalla costa di Santa Flavia a quella di Aspra, passando per Capo Mongerbino L'Arco Azzurro (Palermo)