A Catania, tra le viuzze barocche del centro storico, si cela lo Storico Mercato del Pesce. Si trova esattamente a pochi metri da Piazza del Duomo, proprio al di sotto delle mura antiche di Palazzo dei Chierici, vicino alla cosiddetta Fontana dei Sette Canali.
Se siete fermi sotto il famoso monumento dell’elefante a Catania, non stupitevi se in sottofondo comincerete a udire il brusio degli acquirenti e le cosiddette “abbanniate” (grida) dei pescivendoli.
Una volta entrati nel mercato verrete inghiottiti da un vortice fatto di colori, odori, sapori, ma soprattutto da una ventata di folclore siciliano, dato proprio dalla particolarità del luogo e dai catanesi che ci lavorano.
I colori predominati sono l’azzurro e tutte le sue sfumature date dai pesci messi in bella mostra sopra banchi di marmo bianco, che assumono, con il passare delle ore, un colorito rossiccio, conferitogli proprio dal colore del sangue del tonno o del pescespada appena affettato.
In questo luogo denso di storia e tradizioni, sembra che il tempo non si sia fatto contaminare dalla tecnologia e dalla modernità, e che la gente che ci lavora da sempre non abbia mai perso l’antica arte del mercanteggiare, che ci è stata lasciata in eredità dagli arabi.
Al mercato del pesce si comincia a lavorare già dalle prime luci dell’alba, quando i pescivendoli cominciano a disporre la loro pregiata mercanzia sopra le “balate” di marmo o i banchi di legno; i più attrezzati posseggono anche dei tendoni rossi, per ripararsi dal sole o dalle intemperie.
Sin da subito il mercato comincia a brulicare di clienti, soprattutto di donne, che da brave massaie cercano il miglior pesce al miglior prezzo. Tutto intorno è invece un susseguirsi di antichi palazzi e muri neri costruiti con la tipica pietra lavica.
L’odore che serpeggia all’interno del mercato è ovviamente quello del mare e del pesce, che però in certi punti, viene smorzato dal dolce profumo del pane appena sfornato dai panifici che si trovano sparsi qua e là per le vie del mercato.
Oltre ai banchi di pesce troverete bancarelle che espongono frutta e verdura di stagione. Vi posso assicurare che questo miscuglio di odori e colori affascina e rapisce chiunque si trovi a passare da Catania.
Per le vostre Vacanze in Sicilia, non dimenticate a fare un giretto per il mercato ittico di Catania! Solo in Sicilia Imparerete a stupirvi!
@sicilianewseinfo
Se siete fermi sotto il famoso monumento dell’elefante a Catania, non stupitevi se in sottofondo comincerete a udire il brusio degli acquirenti e le cosiddette “abbanniate” (grida) dei pescivendoli.
Una volta entrati nel mercato verrete inghiottiti da un vortice fatto di colori, odori, sapori, ma soprattutto da una ventata di folclore siciliano, dato proprio dalla particolarità del luogo e dai catanesi che ci lavorano.
I colori predominati sono l’azzurro e tutte le sue sfumature date dai pesci messi in bella mostra sopra banchi di marmo bianco, che assumono, con il passare delle ore, un colorito rossiccio, conferitogli proprio dal colore del sangue del tonno o del pescespada appena affettato.
In questo luogo denso di storia e tradizioni, sembra che il tempo non si sia fatto contaminare dalla tecnologia e dalla modernità, e che la gente che ci lavora da sempre non abbia mai perso l’antica arte del mercanteggiare, che ci è stata lasciata in eredità dagli arabi.
Al mercato del pesce si comincia a lavorare già dalle prime luci dell’alba, quando i pescivendoli cominciano a disporre la loro pregiata mercanzia sopra le “balate” di marmo o i banchi di legno; i più attrezzati posseggono anche dei tendoni rossi, per ripararsi dal sole o dalle intemperie.
Sin da subito il mercato comincia a brulicare di clienti, soprattutto di donne, che da brave massaie cercano il miglior pesce al miglior prezzo. Tutto intorno è invece un susseguirsi di antichi palazzi e muri neri costruiti con la tipica pietra lavica.
L’odore che serpeggia all’interno del mercato è ovviamente quello del mare e del pesce, che però in certi punti, viene smorzato dal dolce profumo del pane appena sfornato dai panifici che si trovano sparsi qua e là per le vie del mercato.
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L'ignoranza è una brutta malattia, noi abbiamo la cura.
Per non essere più la solita capra iscriviti sul nuovo canale Maledetta Ignoranza.
Notizie, curiosità e informazioni utili ai comuni mortali che vogliono sapere.
Http://t.me/maledettaignoranza
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Dolce&Gabbana raccontano l'amore per la Sicilia a partire da... Siracusa - Siracusa News @sicilianewseinfo
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Telegraph
Dolce&Gabbana raccontano l'amore per la Sicilia a partire da... Siracusa - Siracusa News
Gli affascinanti scorci senza tempo del centro di Ortigia, con le sue splendide architetture barocche e il candore della pietra bianca, faranno da sfondo alla tappa di Siracusa di un progetto speciale itinerante dedicato a cinema, tradizioni e sapori siciliani.…
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Ustica è un'isola del Mar Tirreno verde incontaminata, accerchiata da scogli coste alte e rocce,posta a circa 67 km a nord-ovest di Palermo e a 95 km a ovest di Alicudi,ma non fa parte delle Isole Eolie; occupa una superficie di circa 8,65 km2 con una circonferenza di 12 km e misura 3,5 km di lunghezza e 2,5 km di larghezza.Ospita una delle 20 Riserve Naturali Marine presenti in Italia che la rende un vero paradiso per i sub e vi è ubicata la stazione meteorologica di Ustica,ufficialmente riconosciuta dall'Organizzazione meteorologica mondiale.Per collegare l'isola a Palermo è presente un apposito servizio di traghetti mediante uso di moderni catamarani e aliscafi.
Gli antichi Romani La chiamavano già Ustica (da Ustum,"bruciato"),forse è per via delle rocce nere risalenti a preistoriche eruzioni vulcaniche che diedero origine all'Isola.
Gli antichi Romani La chiamavano già Ustica (da Ustum,"bruciato"),forse è per via delle rocce nere risalenti a preistoriche eruzioni vulcaniche che diedero origine all'Isola.
Paradossalmente pur essendo Isolani gli Usticesi sono noti per essere abili contadini,prodotto locale simbolico sono le "Lenticchie di Ustica"
Nel 1759 Ferdinando III di Sicilia volle una prima ufficiale colonizzazione dell'isola per creare un villaggio. L'Area marina protetta Isola di Ustica è la prima d'Italia istituita nel Novembre del 1986. San Bartolomeo è il santo patrono che viene festeggiato dagli isolani il 24 Agosto.
Nel 1759 Ferdinando III di Sicilia volle una prima ufficiale colonizzazione dell'isola per creare un villaggio. L'Area marina protetta Isola di Ustica è la prima d'Italia istituita nel Novembre del 1986. San Bartolomeo è il santo patrono che viene festeggiato dagli isolani il 24 Agosto.