A Latisana l'unica tappa friulana della festa siciliana "A Vucciria Sicilia street food"
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A Latisana l'unica tappa friulana della festa siciliana "A Vucciria Sicilia street food"
L'associazione culturale musicale San Paolino di Aquileia & Sezione di Latisana e l'associazione Sicilia Promotion in collaborazione con la Pro Latisana e il Comune di Latisana annunciano l'arrivo a Latisana come unica tappa friulana della “FESTA SICILIANA…
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Sono oasi (esotiche) e dal profumo di zagara: cinque giardini tra i più belli in Sicilia
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Sono oasi (esotiche) e dal profumo di zagara: cinque giardini tra i più belli in Sicilia
Ideali da visitare sia in primavera che in estate, regalano esperienze uniche e viste mozzafiato sul mare. Ecco quali sono i giardini più belli della nostra Isola La Sicilia, con il suo clima mediterraneo, ricca di storia e cultura vibrante, offre una varietà…
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"PALERMO IN PUREZZA"
Video 🎥 repost by @ricordati.divivere
Le straordinarie immagini di questo piccolo capolavoro sono di @mindthejack
Le bellissime parole del testo sono di @ale_zima.
La voce di @filippo.velardi.
🎥 @tiporto_insicilia
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"Ricordati di Vivere" nasce da una meravigliosa idea di Giacomo de Franchis e Alessandro Zimatore...
E parte proprio da Palermo, dai suoi colori, dai suoi profumi, dai suoi mille volti, dai personaggi che ne fanno la storia quotidiana... per le vie, per le strade e per le piazze, tra la gente che vive la città nella sua essenza.
Ricordati di vivere è un progetto che racconta dunque delle "storie", attraverso le immagini e le parole.
Vivere un'esperienza, trasformandola poi in un racconto descritto con testi e video straordinari.
Parole d'ordine: indagare la realtà, ricercare la bellezza e dare un significato a ciò che si vuole diffondere.
Un progetto culturale, dove per cultura si intende intreccio di passioni e di amore per la vita stessa.
Sensibilizzare i giovani, fare arrivare alle nuove generazioni tutto questo, raccontando delle storie belle ed autentiche sulle persone.
Per evitare che queste storie, questi posti, questi mestieri si perdano nel tempo e nello spazio.
Per mostrare loro la bellezza dell'autentico rispetto al virtuale ed artificiale in cui la società li sta facendo crescere.
Perché un domani, possano essere degli adulti più consapevoli.
Per mostrare loro la vera bellezza della vita...
"Ricordati di vivere" partendo da Roma, andrà nelle scuole e soprattutto nei licei.
Porterà questo messaggio, attraverso le testimonianze delle storie raccontate, ai ragazzi...al vero futuro di questo nostro straordinario mondo ❤️🌍
Supportare e condividere questo bellissimo messaggio e diffondere questo progetto, è il nostro scopo..
buona visione a tutti 🎥❤️
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E parte proprio da Palermo, dai suoi colori, dai suoi profumi, dai suoi mille volti, dai personaggi che ne fanno la storia quotidiana... per le vie, per le strade e per le piazze, tra la gente che vive la città nella sua essenza.
Ricordati di vivere è un progetto che racconta dunque delle "storie", attraverso le immagini e le parole.
Vivere un'esperienza, trasformandola poi in un racconto descritto con testi e video straordinari.
Parole d'ordine: indagare la realtà, ricercare la bellezza e dare un significato a ciò che si vuole diffondere.
Un progetto culturale, dove per cultura si intende intreccio di passioni e di amore per la vita stessa.
Sensibilizzare i giovani, fare arrivare alle nuove generazioni tutto questo, raccontando delle storie belle ed autentiche sulle persone.
Per evitare che queste storie, questi posti, questi mestieri si perdano nel tempo e nello spazio.
Per mostrare loro la bellezza dell'autentico rispetto al virtuale ed artificiale in cui la società li sta facendo crescere.
Perché un domani, possano essere degli adulti più consapevoli.
Per mostrare loro la vera bellezza della vita...
"Ricordati di vivere" partendo da Roma, andrà nelle scuole e soprattutto nei licei.
Porterà questo messaggio, attraverso le testimonianze delle storie raccontate, ai ragazzi...al vero futuro di questo nostro straordinario mondo ❤️🌍
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Pesca del pesce spada🦈 nello stretto di Messina
Buongiorno Sicilia Terra Mia☀️☕️🌻💋
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Sutera, borgo romantico abbracciato da un'antica rupe
Nel borgo di Sutera (Caltanissetta) si respira l’antico spirito della Sicilia. Gli Arabi fondarono il loro villaggio tra gli spuntoni di roccia, sotto la rupe del monte di San Marco, che offre una straordinaria vista sull’Etna e sul mare di Agrigento. Così, è possibile girare tra i vicoli in pietra lavica e calcarea del quartiere Rabato, tra i cortili arabi e tra le vecchie case di gesso e gli orti incolti in cui fioriscono pistacchi. La casbah si confonde con il presepe, che in occasione del Natale prende vita con i figuranti e le tradizioni locali.
Il nome Sutera conserva un’origine greca medievale. Probabilmente deriva da Sotéra, accusativo di Sotér, “salvatore”, in riferimento al baluardo difensivo rappresentato dal monte e dalle fortificazioni bizantine. Potrebbe anche derivare da Sotéira, “colei che salva”, attribuito alla dea Artemide, praticato in una zona collinare vicino il paese.
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Nel borgo di Sutera (Caltanissetta) si respira l’antico spirito della Sicilia. Gli Arabi fondarono il loro villaggio tra gli spuntoni di roccia, sotto la rupe del monte di San Marco, che offre una straordinaria vista sull’Etna e sul mare di Agrigento. Così, è possibile girare tra i vicoli in pietra lavica e calcarea del quartiere Rabato, tra i cortili arabi e tra le vecchie case di gesso e gli orti incolti in cui fioriscono pistacchi. La casbah si confonde con il presepe, che in occasione del Natale prende vita con i figuranti e le tradizioni locali.
Il nome Sutera conserva un’origine greca medievale. Probabilmente deriva da Sotéra, accusativo di Sotér, “salvatore”, in riferimento al baluardo difensivo rappresentato dal monte e dalle fortificazioni bizantine. Potrebbe anche derivare da Sotéira, “colei che salva”, attribuito alla dea Artemide, praticato in una zona collinare vicino il paese.
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La Storia
A pochi chilometri dal centro urbano sono state rinvenute sepolture pre-elleniche risalenti al VII secolo a.C., legate a un villaggio dei Sicani. Si ipotizza che nel VI secolo a.C. l’area del monte di San Marco fosse consacrata al culto di Artemide da coloni greci provenienti da Gela. In località San Marco sono stati rinvenute tracce di affreschi che potrebbero essere attribuiti a monaci basiliani di rito greco-ortodosso.
Nell’860 gli Arabi fondarono il quartiere del Rabato e nel IX secolo, sotto i Normanni, l’abitato si espanse. Anche gli Svevi e gli Aragonesi lasciarono importanti tracce a Sutera. Nel corso del 1300 passò ai baroni Chiaramonte, poi ai Moncada, per poi tornare, nel 1398, al pubblico demanio della Corona di Sicilia. Nel 1535 l’imperatore Carlo V vendette al Barone di Capaci Sutera, che tornò alla Corona nel 1560.
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A pochi chilometri dal centro urbano sono state rinvenute sepolture pre-elleniche risalenti al VII secolo a.C., legate a un villaggio dei Sicani. Si ipotizza che nel VI secolo a.C. l’area del monte di San Marco fosse consacrata al culto di Artemide da coloni greci provenienti da Gela. In località San Marco sono stati rinvenute tracce di affreschi che potrebbero essere attribuiti a monaci basiliani di rito greco-ortodosso.
Nell’860 gli Arabi fondarono il quartiere del Rabato e nel IX secolo, sotto i Normanni, l’abitato si espanse. Anche gli Svevi e gli Aragonesi lasciarono importanti tracce a Sutera. Nel corso del 1300 passò ai baroni Chiaramonte, poi ai Moncada, per poi tornare, nel 1398, al pubblico demanio della Corona di Sicilia. Nel 1535 l’imperatore Carlo V vendette al Barone di Capaci Sutera, che tornò alla Corona nel 1560.
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Cosa vedere a Sutera
Si comincia dal pittoresco belvedere di piazza Sant’Agata, con l’imponente chiesa di Sant’Agata, in contrasto con il Municipio ottocentesco. Percorrendo la via Roma, si incontrano i ruderi di palazzo Salamone, mentre a piazza Carmine si trova la chiesa di Maria Santissima del Carmelo, ricostruira nel 1934-36 (la struttura originaria è del 1185).
Alla sua destra vi è il piccolo convento del 1664, ristrutturato di recente. Proseguendo lungo via del Carmine di arriva al Rabato, fondato dagli Arabi intorno all’860 d.C. (il termine “Rabad” sta per “sobborgo”). L’insediamento arabo è sepolto sotto diversi strati edilizi: sulla moschea fu edificata la chiesa di Santa Maria Assunta.
Proseguendo per la scalinata da piazza del Carmine si sale al Monte San Paolino: qui Giovanni Chiaramonte fece erigere il santuario di San Paolino, affiancato dal settecentesco convento dei Padri Filippini. Per quanto riguarda i dintorni di Sutera, nella collina di San Marco si possono ammirare i figureddi, affreschi in stile bizantino che rappresentano i quattro Evangelisti, la Madonna e San Paolino, probabile opera di monaci basiliani tra il IV e il VI secolo.
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Si comincia dal pittoresco belvedere di piazza Sant’Agata, con l’imponente chiesa di Sant’Agata, in contrasto con il Municipio ottocentesco. Percorrendo la via Roma, si incontrano i ruderi di palazzo Salamone, mentre a piazza Carmine si trova la chiesa di Maria Santissima del Carmelo, ricostruira nel 1934-36 (la struttura originaria è del 1185).
Alla sua destra vi è il piccolo convento del 1664, ristrutturato di recente. Proseguendo lungo via del Carmine di arriva al Rabato, fondato dagli Arabi intorno all’860 d.C. (il termine “Rabad” sta per “sobborgo”). L’insediamento arabo è sepolto sotto diversi strati edilizi: sulla moschea fu edificata la chiesa di Santa Maria Assunta.
Proseguendo per la scalinata da piazza del Carmine si sale al Monte San Paolino: qui Giovanni Chiaramonte fece erigere il santuario di San Paolino, affiancato dal settecentesco convento dei Padri Filippini. Per quanto riguarda i dintorni di Sutera, nella collina di San Marco si possono ammirare i figureddi, affreschi in stile bizantino che rappresentano i quattro Evangelisti, la Madonna e San Paolino, probabile opera di monaci basiliani tra il IV e il VI secolo.
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Cosa mangiare a Sutera
Il piatto tipico è il maccu di fave e sono sicuramente da assaggiare li virciddata (biscotti deliziosi). Tra i prodotti tipici di questo territorio vi sono mandorle, olio d’oliva e formaggi, contenuti nel tradizionale panaru fatto di rami intrecciati artigianalmente.
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