Le sarde a beccafico, in siciliano sardi a beccaficu, sono una preparazione di sarde tipica della gastronomia siciliana, in particolare Palermitana, Messinese e Catanese. È un piatto tipico siciliano e come tale è stato ufficialmente riconosciuto e inserito nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T) del Ministero delle politiche agricole alimentari e Forestali.
Il nome del piatto deriva dai beccafichi volatili della famiglia dei Silvidi. In passato i nobili siciliani li consumavano, dopo averli cacciati, farciti delle loro stesse viscere e interiora. Il piatto era gustoso ma inavvicinabile al popolo in quanto bene di lusso. I popolani siciliani ripiegarono quindi sulle materie prime che potevano permettersi ovvero le sarde. Per imitare il ripieno d'interiora si pensò di utilizzare la mollica di pane, i pinoli e poco altro.
Buon pranzo 💋
Il nome del piatto deriva dai beccafichi volatili della famiglia dei Silvidi. In passato i nobili siciliani li consumavano, dopo averli cacciati, farciti delle loro stesse viscere e interiora. Il piatto era gustoso ma inavvicinabile al popolo in quanto bene di lusso. I popolani siciliani ripiegarono quindi sulle materie prime che potevano permettersi ovvero le sarde. Per imitare il ripieno d'interiora si pensò di utilizzare la mollica di pane, i pinoli e poco altro.
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Viennesi Messinesi
Sono morbidi e profumati. Potrebbero definirsi come “panini” aromatizzati al rum
Come far diventare un prodotto da forno un dolce irresistibile.
L’odore e la fragranza del panino al burro appena sfornato è irresistibile. Come non lasciarsi tentare da un panino morbido, caldo, dolce e profumato. Come può un prodotto così goloso diventare qualcosa di più delizioso? A Messina ci siamo riusciti. Lo abbiamo aromatizzato al rum aperto e farcito con della semplice crema chantilly e spolverato di zucchero a velo. Il Viennese Messinese è servito.
@sicilianewseinfo
Sono morbidi e profumati. Potrebbero definirsi come “panini” aromatizzati al rum
Come far diventare un prodotto da forno un dolce irresistibile.
L’odore e la fragranza del panino al burro appena sfornato è irresistibile. Come non lasciarsi tentare da un panino morbido, caldo, dolce e profumato. Come può un prodotto così goloso diventare qualcosa di più delizioso? A Messina ci siamo riusciti. Lo abbiamo aromatizzato al rum aperto e farcito con della semplice crema chantilly e spolverato di zucchero a velo. Il Viennese Messinese è servito.
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Il Melone Cartucciaro di Paceco
Dolce e gustoso da luglio,quasi fino a Natale,il Melone Cartucciaro di Paceco, nonostante sia a forte rischio estinzione, è una vera e propria istituzione della tradizione agroalimentare della cittadina di Paceco alle porte Trapani dove la sua coltivazione è stata recuperata.La sua dolcezza ed il suo ottimo sapore lo rendono un ingrediente perfetto per preparare ottime granite e gelati.Prima notizia sul melone giallo risale al I secolo a.C. nel “corno dell'abbondanza”,rinvenuto ad Alessandria d'Egitto,che ritrae quello che con ogni probabilità è un melone d'inverno.Non bisogna attendere molto per collocare in Sicilia la coltivazione di questa varietà di meloni. Era,infatti,il IV secolo a.C. quando lo storico Diodoro Sículo lo citava tra i frutti prodotti sull'isola ed in particolare in una zona che corrispondeva alle attuali pianure trapanesi.Si può affermare che quella del melone rappresenta una delle più antiche coltivazioni dell'agricoltura isolana.
@sicilianewseinfo
Dolce e gustoso da luglio,quasi fino a Natale,il Melone Cartucciaro di Paceco, nonostante sia a forte rischio estinzione, è una vera e propria istituzione della tradizione agroalimentare della cittadina di Paceco alle porte Trapani dove la sua coltivazione è stata recuperata.La sua dolcezza ed il suo ottimo sapore lo rendono un ingrediente perfetto per preparare ottime granite e gelati.Prima notizia sul melone giallo risale al I secolo a.C. nel “corno dell'abbondanza”,rinvenuto ad Alessandria d'Egitto,che ritrae quello che con ogni probabilità è un melone d'inverno.Non bisogna attendere molto per collocare in Sicilia la coltivazione di questa varietà di meloni. Era,infatti,il IV secolo a.C. quando lo storico Diodoro Sículo lo citava tra i frutti prodotti sull'isola ed in particolare in una zona che corrispondeva alle attuali pianure trapanesi.Si può affermare che quella del melone rappresenta una delle più antiche coltivazioni dell'agricoltura isolana.
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Capo Milazzo, una penisola circondata dal mare, allungata sul Tirreno e che guarda alle Isole Eolie tra cale d'acqua cristallina e panorami mozzafiato. Un tuffo alla scoperta di meraviglie naturali che corrono lungo la costa frastagliata, in un mare rigoglioso tra fondali e secche piene di vita. Il sito presenta delle peculiarità naturalistiche che lo rendono unico.
@newseinfo
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Capo Milazzo è il capo col quale si conclude a ovest il Golfo di Milazzo e inizia il Golfo di Patti. Si trova nel territorio di Milazzo, comune italiano della città metropolitana di Messina.
Nell'estremità del capo è prossima alla costituzione una Riserva marina del Promontorio di Capo Milazzo. Sull'interno del promontorio vi è collocata una cittadella fortificata costruita in epoca federiciana e più volte ampliata nel corso dei secoli.
Situato nella parte finale del promontorio, è il Santuario di Sant'Antonio da Padova, un vero e proprio rifugio rupestre, dove il santo trovò riparo dopo essere naufragato su quella costa nel gennaio 1221 e poi trasformato in luogo di culto. Nei pressi sorge un faro militare, costruito nel XVI secolo e attivato dal Genio civile nel 1853 e reso nuovamente funzionante dal 2013
Nel 2019 è stata istituita l'Area marina protetta "capo Milazzo"
Nell'estremità del capo è prossima alla costituzione una Riserva marina del Promontorio di Capo Milazzo. Sull'interno del promontorio vi è collocata una cittadella fortificata costruita in epoca federiciana e più volte ampliata nel corso dei secoli.
Situato nella parte finale del promontorio, è il Santuario di Sant'Antonio da Padova, un vero e proprio rifugio rupestre, dove il santo trovò riparo dopo essere naufragato su quella costa nel gennaio 1221 e poi trasformato in luogo di culto. Nei pressi sorge un faro militare, costruito nel XVI secolo e attivato dal Genio civile nel 1853 e reso nuovamente funzionante dal 2013
Nel 2019 è stata istituita l'Area marina protetta "capo Milazzo"