La villa è una residenza del diciottesimo secolo e sorge alle falde del monte Catalfano, in una posizione meravigliosa che si rivolge verso la Conca d’Oro e il Golfo di Palermo. È stata edificata da Bernardo Gravina, principe di Ramacca e parente del principe di Palagonia.
L’entrata è caratterizzata da un giardino di piante esotiche che accompagna il visitatore nel suo percorso sino ai piedi della struttura.
A ciò si aggiungono dei particolari motivi decorativi sui capitelli dei due grandi pilastri che introducono nel viale d’ingresso. I dettagli architettonici fanno trapelare una grande eleganza e semplicità, elementi che caratterizzano interamente la Villa.
Luogo vissuto dalla Famiglia Gravina, dopo la dominazione spagnola in Sicilia, è divenuto una caserma prima e un lazzaretto poi.
Pensando che fosse un edificio infetto, venne abbandonato per molti anni prima dell’arrivo del principe Baldassarre Scaduto che, acquistandola all’asta, vi apportò degli importanti cambiamenti.
Ad esempio, affidò i lavori di ristrutturazione del frontone del palazzo all’architetto Pietro Piraino.
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L’entrata è caratterizzata da un giardino di piante esotiche che accompagna il visitatore nel suo percorso sino ai piedi della struttura.
A ciò si aggiungono dei particolari motivi decorativi sui capitelli dei due grandi pilastri che introducono nel viale d’ingresso. I dettagli architettonici fanno trapelare una grande eleganza e semplicità, elementi che caratterizzano interamente la Villa.
Luogo vissuto dalla Famiglia Gravina, dopo la dominazione spagnola in Sicilia, è divenuto una caserma prima e un lazzaretto poi.
Pensando che fosse un edificio infetto, venne abbandonato per molti anni prima dell’arrivo del principe Baldassarre Scaduto che, acquistandola all’asta, vi apportò degli importanti cambiamenti.
Ad esempio, affidò i lavori di ristrutturazione del frontone del palazzo all’architetto Pietro Piraino.
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Lago Biviere, il fascino dei Nebrodi 💙
Amici oggi vi portiamo in #Sicilia immersi nel bellissimo parco dei #Nebrodi.
Il lago #Biviere si trova nel parco dei Nebrodi nel territorio del comune di #Cesarò, in provincia di #Messina. Immerso in un fondovalle fittissimo di vegetazione della faggeta Sollazzo Verde, sul versante meridionale della catena dei Nebrodi, a quota 1278 m s.l.m., esso si stende tra le faggete delle pendici nordorientali di Monte Soro e quelle nordoccidentali di Monte Scafi a circa 5 chilometri dall'artificiale Lago Maullazzo.
Il lago è meta di molti escursionisti.
📸© ANTONINO BARTUCCIO 2023
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#montagna #lago #parcodeinebrodi #nebrodimountains #nebrodi #sicily
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Il lago è meta di molti escursionisti.
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La #trinacria, simbolo della #Sicilia, è composta dalla testa di un personaggio mitologico, la #Gorgone. Secondo il poeta greco #Esiodo la Gorgone era ognuna delle tre figlie di #Forco e #Ceto, due divinità del mare: #Medusa, #Steno ed #Euriale.
Figure dotate di zanne di cinghiale, mani di bronzo, ali d'oro, serpenti sulla testa e nella vita, abitavano presso le #Esperidi, ed erano in grado, con uno sguardo, di pietrificare gli uomini.
Analizzando gli altri simboli, le spighe di grano rappresentano la fertilità del territorio, mentre le tre gambe i tre promontori della Sicilia, ossia #CapoPeloro, #CapoPassero e #CapoLilibeo; Inoltre, la disposizione delle tre gambe fa pensare alla simbologia religiosa orientale, in particolare quella del dio del Tempo Baal oppure a quella della luna, dove le tre gambe sono sostituite da falci.
#Omero, nella #Odissea, alludendo alla forma dell'isola, utilizza il termine #Thrinakie, che deriva da #thrinax ovvero dalle tre punte
Quindi le origini della trinacria sono da ricercare nella storia dell'antica #Grecia, popolo che ha dominato e colonizzato il #Mediterraneo.
Curiosità:
Arrivati in Sicilia nel 1072, i #Normanni esportarono la trinacria nell'isola di #Man 🇮🇲, che la scelse come simbolo identificativo.
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Figure dotate di zanne di cinghiale, mani di bronzo, ali d'oro, serpenti sulla testa e nella vita, abitavano presso le #Esperidi, ed erano in grado, con uno sguardo, di pietrificare gli uomini.
Analizzando gli altri simboli, le spighe di grano rappresentano la fertilità del territorio, mentre le tre gambe i tre promontori della Sicilia, ossia #CapoPeloro, #CapoPassero e #CapoLilibeo; Inoltre, la disposizione delle tre gambe fa pensare alla simbologia religiosa orientale, in particolare quella del dio del Tempo Baal oppure a quella della luna, dove le tre gambe sono sostituite da falci.
#Omero, nella #Odissea, alludendo alla forma dell'isola, utilizza il termine #Thrinakie, che deriva da #thrinax ovvero dalle tre punte
Quindi le origini della trinacria sono da ricercare nella storia dell'antica #Grecia, popolo che ha dominato e colonizzato il #Mediterraneo.
Curiosità:
Arrivati in Sicilia nel 1072, i #Normanni esportarono la trinacria nell'isola di #Man 🇮🇲, che la scelse come simbolo identificativo.
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Il labirinto nascosto e un giardino incantato sul mare: dove si trova (in Sicilia) Gigliopoli
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Il labirinto nascosto e un giardino incantato sul mare: dove si trova (in Sicilia) Gigliopoli
Con questo video vi portiamo alla scoperta di un un posto di straordinaria bellezza, sia nei luoghi che nella finalità. Un luogo dove riscopri il rapporto con la natura Ci sono bellezze che sono sotto gli occhi di tutti e vi sono bellezze sconosciute, poco…
Sorge sulla Falce di Saturno e "sorveglia" il porto: dov'è il (maestoso) castello in Sicilia
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Qui si crede ci fosse il tempio dell’antichissima dea Peloria, associata alle acque interne e alle montagne, dalla quale prendono il nome i Peloritani La Madonna della Lettera di Messina Se Messina, nel periodo in cui fu una repubblica marinara de facto,…
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L'arancino più grande del mondo, oggi a Messina la sfida per entrare nel Guinness dei primati.
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