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Tradizionali Feste Aragonesi e Corteo Storico il 19 e 20 Agosto 2023
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Il fiore all'occhiello dell'estate Montalbanese.
Rievocazione storica dell'arrivo del Re di Sicilia Federico III a Montalbano Elicona, sua residenza estiva prediletta. La manifestazione animerà con giochi e rievocazioni storiche l'intero paese, annoverato per il suo centro storico fra "i borghi più belli d'Italia" e ricco di bellezze naturali e di monumenti storici, primo fra tutti il castello svevo-aragonese (XIII sec.).
Apertura delle BOTTEGHE DEI MESTIERI TRADIZIONALI e il CORTEO STORICO riproporranno l'atmosfera medievale e faranno rivivere ai visitatori un'esperienza unica, fondendo presente e passato, l'amore per la storia e la tradizione con la capacità di ricreare a beneficio del pubblico uno spettacolo affascinante.
La naturale scenografia del borgo viene esaltata dalla presenza di dame, cavalieri e donzelle, arcieri, trovatori e giullari che improvvisano suggestivi spettacoli, animando con le loro rappresentazioni le strade del paese. Sarà possibile gustare pietanze medievali, cibo di strada e vino speziato.
Il corteo storico rievoca l'ingresso del re Federico II d'Aragona a Montalbano. Secondo quanto riportato dagli archivi storici, il sovrano si recava saltuariamente e per brevi periodi a Montalbano, accompagnato dalla sua corte e dal suo consigliere e medico personale Arnaldo da Villanova.
La rievocazione è quindi un modo per mantenere vivo il legame con la storia e con il territorio, festeggiando l'identità di una comunità intera e regalando al pubblico la possibilità di un tuffo nel passato.
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Rievocazione storica dell'arrivo del Re di Sicilia Federico III a Montalbano Elicona, sua residenza estiva prediletta. La manifestazione animerà con giochi e rievocazioni storiche l'intero paese, annoverato per il suo centro storico fra "i borghi più belli d'Italia" e ricco di bellezze naturali e di monumenti storici, primo fra tutti il castello svevo-aragonese (XIII sec.).
Apertura delle BOTTEGHE DEI MESTIERI TRADIZIONALI e il CORTEO STORICO riproporranno l'atmosfera medievale e faranno rivivere ai visitatori un'esperienza unica, fondendo presente e passato, l'amore per la storia e la tradizione con la capacità di ricreare a beneficio del pubblico uno spettacolo affascinante.
La naturale scenografia del borgo viene esaltata dalla presenza di dame, cavalieri e donzelle, arcieri, trovatori e giullari che improvvisano suggestivi spettacoli, animando con le loro rappresentazioni le strade del paese. Sarà possibile gustare pietanze medievali, cibo di strada e vino speziato.
Il corteo storico rievoca l'ingresso del re Federico II d'Aragona a Montalbano. Secondo quanto riportato dagli archivi storici, il sovrano si recava saltuariamente e per brevi periodi a Montalbano, accompagnato dalla sua corte e dal suo consigliere e medico personale Arnaldo da Villanova.
La rievocazione è quindi un modo per mantenere vivo il legame con la storia e con il territorio, festeggiando l'identità di una comunità intera e regalando al pubblico la possibilità di un tuffo nel passato.
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“Chi non ti conosce, ti compra caro”.
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La consegna del Premio Nobel a Salvatore Quasimodo | Aste Bolaffi.
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#siciliacultura #limportanzadellamemoria #letteratura #orgogliosiciliano
#accaddeoggi
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Il 20 agosto 1901 nasce a Modica SALVATORE QUASIMODO, premiato con il Nobel per la Letteratura nel 1959.
Nel video Salvatore Quasimodo riceve il Premio Nobel per la Letteratura, Stoccolma 10 dicembre 1959.
In seguito a tale riconoscimento, Quasimodo diventa celebre a livello mondiale.
E' stato un poeta e traduttore, esponente di rilievo dell'ermetismo. Ha contribuito alla traduzione di vari componimenti dell'età classica, tra cui opere liriche greche, ma anche di opere teatrali di Molière e William Shakespeare. È considerato uno dei più grandi poeti del XX sec.
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968)
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#siciliacultura #limportanzadellamemoria #letteratura #orgogliosiciliano
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Nel video Salvatore Quasimodo riceve il Premio Nobel per la Letteratura, Stoccolma 10 dicembre 1959.
In seguito a tale riconoscimento, Quasimodo diventa celebre a livello mondiale.
E' stato un poeta e traduttore, esponente di rilievo dell'ermetismo. Ha contribuito alla traduzione di vari componimenti dell'età classica, tra cui opere liriche greche, ma anche di opere teatrali di Molière e William Shakespeare. È considerato uno dei più grandi poeti del XX sec.
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SI RESTI, ARRINESCI!
💻 "Si Resti Arrinesci"
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"Cu 'nesci arrinesci" è un modo di dire in lingua Siciliana molto diffuso che sottende una delle conseguenze principali della storica condizione coloniale della Sicilia: la drammatica piaga dell’emigrazione.
Un proverbio usato per farsi forza, per immaginare in positivo il proprio futuro lontano dalla propria terra. Un futuro nel quale, si spera, potrà concretizzarsi finalmente il miglioramento delle proprie condizioni di vita.
"Chi esce, riesce": questa la traduzione letterale in lingua italiana.
E in effetti, per i benpensanti siamo la Generazione Erasmus, quella del cosmopolitismo, delle esperienze all'estero. Quelli che, per diventare qualcuno, devono iscriversi in qualche Università al Nord o fare i lavapiatti a Londra.
Molti, moltissimi di noi sono cresciuti con la convinzione che il nostro futuro sarebbe stato lontano dalla Sicilia: Roma, Milano o qualche capitale europea. Con la convinzione che la nostra terra, il posto in cui siamo nati e cresciuti, dove abbiamo messo le nostre radici, non potesse essere il posto in cui avremmo costruito il nostro futuro.
L'emigrazione giovanile in Sicilia è un fenomeno drammatico che riguarda migliaia di famiglie. Anzi, forse, ogni famiglia siciliana. C’è chi parte alla fine della scuola, chi dopo l’università.
In tutti i casi le ragioni sono le medesime: le condizioni economiche in cui versa la Sicilia. Il nostro tessuto produttivo è molto limitato e circoscritto e i settori economici fondamentali per l’Isola vivono una crisi sempre maggiore che non sembra avere una fine. Le università siciliane non riescono a tenere il passo di quelle competitive del Nord e in più subiscono un progressivo e strutturale de-finanziamento. Non è un caso, quindi, se la nostra regione conta un tasso di disoccupazione pari al 53%. Non è un caso se i tassi di povertà sono in continua crescita e le emergenze sociali dilagano. Non è un caso, appunto, se ogni anno 20 mila giovani fanno le valigie e vanno via.
Anche i politici siciliani non sembrano mostrare interesse nei confronti di questa emergenza.
Spesso fanno finta di non vedere. Altre volte spendono qualche parola che si perde, però, tra le tante chiacchiere. Nella maggior parte dei casi sono troppo indaffarati a eseguire ordini che arrivano dai loro segretari di partito, dalle sedi romane, da luoghi in cui non si ha la minima idea di cosa voglia dire nascere e crescere in Sicilia. Eppure sono loro che dettano l’agenda, sono loro che stabiliscono le priorità, sono loro che decidono cosa è buono e cosa no per noi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: devastazione del territorio, progressivo impoverimento e precarizzazione, riduzione di diritti e servizi fondamentali, emigrazione forzata.
Abbiamo ormai chiaro che per invertire la rotta, per fermare questa emorragia bisogna ripartire da noi, costruire le condizioni per poter restare e non essere costretti a lasciare la nostra terra.
Solo noi giovani possiamo fermare l’emigrazione forzata. Per farlo, però, non basterà soltanto mettere un X su una scheda elettorale ogni cinque anni.
Per farlo dobbiamo ripartire da noi, dalla Sicilia.
Lasciamoci alle spalle il vecchio detto per lanciare un nuovo grido. "Si resti, arrinesci" (se resti, riesci).
Per questo abbiamo scelto di ribaltare questa retorica con “Si Resti Arrinesci”.
Tramite questa campagna vogliamo far emergere un altro tipo di narrazione, che parla delle lotte di chi in Sicilia resiste e mette in pratica delle alternative. Tramite un nuovo modo di essere comunità e di intendere il significato di “riuscire” vogliamo avere la possibilità di restare nella nostra terra senza dover soffrire le condizioni ad oggi imposte. Non accettiamo che con una tale leggerezza si possa trattare il tema dell'emigrazione, amplificando narrazioni tossiche e distorte sulle nostre vite.
Restiamo per lottare.
Lottiamo ogni giorno per restare.
💻 "Si Resti Arrinesci"
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Un proverbio usato per farsi forza, per immaginare in positivo il proprio futuro lontano dalla propria terra. Un futuro nel quale, si spera, potrà concretizzarsi finalmente il miglioramento delle proprie condizioni di vita.
"Chi esce, riesce": questa la traduzione letterale in lingua italiana.
E in effetti, per i benpensanti siamo la Generazione Erasmus, quella del cosmopolitismo, delle esperienze all'estero. Quelli che, per diventare qualcuno, devono iscriversi in qualche Università al Nord o fare i lavapiatti a Londra.
Molti, moltissimi di noi sono cresciuti con la convinzione che il nostro futuro sarebbe stato lontano dalla Sicilia: Roma, Milano o qualche capitale europea. Con la convinzione che la nostra terra, il posto in cui siamo nati e cresciuti, dove abbiamo messo le nostre radici, non potesse essere il posto in cui avremmo costruito il nostro futuro.
L'emigrazione giovanile in Sicilia è un fenomeno drammatico che riguarda migliaia di famiglie. Anzi, forse, ogni famiglia siciliana. C’è chi parte alla fine della scuola, chi dopo l’università.
In tutti i casi le ragioni sono le medesime: le condizioni economiche in cui versa la Sicilia. Il nostro tessuto produttivo è molto limitato e circoscritto e i settori economici fondamentali per l’Isola vivono una crisi sempre maggiore che non sembra avere una fine. Le università siciliane non riescono a tenere il passo di quelle competitive del Nord e in più subiscono un progressivo e strutturale de-finanziamento. Non è un caso, quindi, se la nostra regione conta un tasso di disoccupazione pari al 53%. Non è un caso se i tassi di povertà sono in continua crescita e le emergenze sociali dilagano. Non è un caso, appunto, se ogni anno 20 mila giovani fanno le valigie e vanno via.
Anche i politici siciliani non sembrano mostrare interesse nei confronti di questa emergenza.
Spesso fanno finta di non vedere. Altre volte spendono qualche parola che si perde, però, tra le tante chiacchiere. Nella maggior parte dei casi sono troppo indaffarati a eseguire ordini che arrivano dai loro segretari di partito, dalle sedi romane, da luoghi in cui non si ha la minima idea di cosa voglia dire nascere e crescere in Sicilia. Eppure sono loro che dettano l’agenda, sono loro che stabiliscono le priorità, sono loro che decidono cosa è buono e cosa no per noi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: devastazione del territorio, progressivo impoverimento e precarizzazione, riduzione di diritti e servizi fondamentali, emigrazione forzata.
Abbiamo ormai chiaro che per invertire la rotta, per fermare questa emorragia bisogna ripartire da noi, costruire le condizioni per poter restare e non essere costretti a lasciare la nostra terra.
Solo noi giovani possiamo fermare l’emigrazione forzata. Per farlo, però, non basterà soltanto mettere un X su una scheda elettorale ogni cinque anni.
Per farlo dobbiamo ripartire da noi, dalla Sicilia.
Lasciamoci alle spalle il vecchio detto per lanciare un nuovo grido. "Si resti, arrinesci" (se resti, riesci).
Per questo abbiamo scelto di ribaltare questa retorica con “Si Resti Arrinesci”.
Tramite questa campagna vogliamo far emergere un altro tipo di narrazione, che parla delle lotte di chi in Sicilia resiste e mette in pratica delle alternative. Tramite un nuovo modo di essere comunità e di intendere il significato di “riuscire” vogliamo avere la possibilità di restare nella nostra terra senza dover soffrire le condizioni ad oggi imposte. Non accettiamo che con una tale leggerezza si possa trattare il tema dell'emigrazione, amplificando narrazioni tossiche e distorte sulle nostre vite.
Restiamo per lottare.
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IL KAMELAUKION
- Chi ha detto che non abbiamo la Corona del Re? -
Quello che potete vedere in foto, proveniente dal suo sarcofago, è il Camaleuco di Costanza d'Aragona (Palermo, Tesoro della cattedrale), la prima moglie di Federico II di Svevia (I di Sicilia).
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Il Camaleuco era il tipico copricapo utilizzato degli Imperatori Romani d'Oriente e dai primi Re di Sicilia (Dinastie Altavilla e Hohenstaufen).
Secondo alcuni studi tuttavia la preziosa corona non sarebbe appartenuta alla Regina Costanza ma allo stesso Federico.
Sulla scorta degli studi di Josef Deér (1952) infatti, questo monile è considerato una tipica corona maschile, di conseguenza una corona di Federico II, che, secondo questa ipotesi, l'avrebbe deposta nella tomba della moglie.
CARATTERISTICHE:
La calotta di stoffa è fittamente decorata da sottili lamine d'oro con filigrana vermicolare, piastrine di smalto e numerose pietre preziose.
Le forme del cerchio e dell'arco della corona sono messe in risalto anche da una duplice fila di perle. La corona possiede inoltre pendília (fili decorati pendenti) molto ampi con listelli in smalto dorato e piastre in smalto dorato a losanga, nonché globi e gocce in filigrana d'oro alle estremità inferiori.
La corona fu eseguita senza dubbio negli stessi ateliers da cui proviene anche quella parte dei gioielli imperiali direttamente riconducibile a Federico II: i guanti, le calzature e la cosiddetta spada da cerimonia (tutti conservati a Vienna, Kunsthistorisches Museum, Weltliche Schatzkammer).
💻 Hermann Fillitz
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Secondo alcuni studi tuttavia la preziosa corona non sarebbe appartenuta alla Regina Costanza ma allo stesso Federico.
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CARATTERISTICHE:
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Le forme del cerchio e dell'arco della corona sono messe in risalto anche da una duplice fila di perle. La corona possiede inoltre pendília (fili decorati pendenti) molto ampi con listelli in smalto dorato e piastre in smalto dorato a losanga, nonché globi e gocce in filigrana d'oro alle estremità inferiori.
La corona fu eseguita senza dubbio negli stessi ateliers da cui proviene anche quella parte dei gioielli imperiali direttamente riconducibile a Federico II: i guanti, le calzature e la cosiddetta spada da cerimonia (tutti conservati a Vienna, Kunsthistorisches Museum, Weltliche Schatzkammer).
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Uno dei 7 bar più particolari nel mondo.
☕️BAR TURRISI
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Se vi trovate a Taormina o nei pressi, non potete assolutamente perdervi l’esperienza unica del Bar Turrisi a Castelmola. Particolare è dir poco!
🌋Questo luogo incantevole si trova in una posizione d’effetto, con una struttura a più piani che offre una terrazza panoramica con vista sull’Etna fumante e il duomo.
🗿Ma ciò che rende il Bar Turrisi davvero stravagante e affascinante sono le sue sculture falliche, che rappresentano la fecondità e la virilità dell’uomo.
Queste sculture, presenti in tutto il locale, sono un omaggio alla vita e alla fertilità, e aggiungono un tocco di eccentricità e originalità all’atmosfera del bar. Non si tratta di uno scandalo, ma di un modo unico di celebrare la bellezza e la vitalità umana.
🌮 Ma non è solo l’aspetto visivo a stupire al Bar Turrisi. Anche il menù è degno di nota, con piatti deliziosi, ricchi e preparati al momento. Potrete gustare i sapori tipici del Mediterraneo, accompagnati da cocktail e long drink speciali.
🍷 E non potete lasciare il Bar Turrisi senza assaggiare il caratteristico vino alle mandorle, servito in un apposito bicchierino di forma fallica che poi potrete tenere come souvenir.
Questo luogo è un’esperienza da vivere e da raccontare. Il Bar Turrisi vi sorprenderà con la sua atmosfera unica, le sculture e i sapori autentici che vi delizieranno.
Non ve ne pentirete di aver fatto tappa in questo luogo stravagante e affascinante
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#castelmola #barturrisi # tsormina #messina
🌋Questo luogo incantevole si trova in una posizione d’effetto, con una struttura a più piani che offre una terrazza panoramica con vista sull’Etna fumante e il duomo.
🗿Ma ciò che rende il Bar Turrisi davvero stravagante e affascinante sono le sue sculture falliche, che rappresentano la fecondità e la virilità dell’uomo.
Queste sculture, presenti in tutto il locale, sono un omaggio alla vita e alla fertilità, e aggiungono un tocco di eccentricità e originalità all’atmosfera del bar. Non si tratta di uno scandalo, ma di un modo unico di celebrare la bellezza e la vitalità umana.
🌮 Ma non è solo l’aspetto visivo a stupire al Bar Turrisi. Anche il menù è degno di nota, con piatti deliziosi, ricchi e preparati al momento. Potrete gustare i sapori tipici del Mediterraneo, accompagnati da cocktail e long drink speciali.
🍷 E non potete lasciare il Bar Turrisi senza assaggiare il caratteristico vino alle mandorle, servito in un apposito bicchierino di forma fallica che poi potrete tenere come souvenir.
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