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Taobook 2022
Taormina è il Festival.
Oltre 200 protagonisti per condividere insieme al pubblico le riflessioni legate ai mutamenti e all’evoluzione, spesso dettati dall’imponderabilità di cause e scenari. Personalità straordinarie della cultura internazionale.
Luoghi e palazzi sono tappe visibili della sua storia. La città oggetto e soggetto di una narrazione che si snoda per le sue vie.
🎥 @pioandreaperi
👉@sicilianewseinfo
📌@siciliaterramia
🌎@postidavedere
🌅@cartolinesiciliaterramia
🗞Fonte
Taormina è il Festival.
Oltre 200 protagonisti per condividere insieme al pubblico le riflessioni legate ai mutamenti e all’evoluzione, spesso dettati dall’imponderabilità di cause e scenari. Personalità straordinarie della cultura internazionale.
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Se c’è un mezzo trasporto che – in Italia – si distingue per originalità, quello è il carretto siciliano. Per un lungo periodo (dal XIX al XX secolo), fu utilizzato per trasportare le merci. Oggi, è al centro di manifestazioni, di tradizioni, di interpretazioni. Perché, coi suoi coloratissimi disegni e gli intagli bucolici, è un vero e proprio oggetto d’arte e d’artigianato, ma anche una folcloristica icona di Sicilia.
Quando nacque, il carretto siciliano veniva utilizzato per trasportare i prodotti della terra e il legname.
In principio, si trattava di piccoli carri semplici, di solito monocromatici e dalle ruote ampie per poter avanzare lungo i percorsi ancora tortuosi.
Ben presto, però, il loro aspetto si fece sempre più elaborato. I libri, a quell’epoca, erano riservati a pochi. E il carretto siciliano – da semplice mezzo di trasporto – divenne una narrazione storica in chiave raffigurativa. Per dipingerli, i pittori traevano spunto dall’opera dei pupi siciliani (Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO), ma anche dalle vicende religiose e letterari.
Oggi che il carretto è di fatto relegato alle sagre e alle feste di paese, rimane comunque una testimonianza d’arte tramandata di generazione in generazione.
Negli anni più recenti, il carretto siciliano ha ispirato l’arte e la moda. Il pittore Renato Guttuso attinse al loro mondo per tutta la sua opera, il celebre marchio Dolce & Gabbana trasformò lo stile dei carretti in una collezione moda dedicata alla Sicilia. Del resto, oggi come ieri, quei piccoli capolavori di legno in movimento non fanno che destare stupore in chi li vede. Ecco perché, la Sicilia, ne custodisce gelosamente la loro produzione.
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Quando nacque, il carretto siciliano veniva utilizzato per trasportare i prodotti della terra e il legname.
In principio, si trattava di piccoli carri semplici, di solito monocromatici e dalle ruote ampie per poter avanzare lungo i percorsi ancora tortuosi.
Ben presto, però, il loro aspetto si fece sempre più elaborato. I libri, a quell’epoca, erano riservati a pochi. E il carretto siciliano – da semplice mezzo di trasporto – divenne una narrazione storica in chiave raffigurativa. Per dipingerli, i pittori traevano spunto dall’opera dei pupi siciliani (Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO), ma anche dalle vicende religiose e letterari.
Oggi che il carretto è di fatto relegato alle sagre e alle feste di paese, rimane comunque una testimonianza d’arte tramandata di generazione in generazione.
Negli anni più recenti, il carretto siciliano ha ispirato l’arte e la moda. Il pittore Renato Guttuso attinse al loro mondo per tutta la sua opera, il celebre marchio Dolce & Gabbana trasformò lo stile dei carretti in una collezione moda dedicata alla Sicilia. Del resto, oggi come ieri, quei piccoli capolavori di legno in movimento non fanno che destare stupore in chi li vede. Ecco perché, la Sicilia, ne custodisce gelosamente la loro produzione.
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🗞 Fotografie: aggiudicata all'asta per 225mila euro raccolta Verga
👉 In corso oggi e domani allo Spazio Bolaffi a Torino
⚡ News e Info ⚡ #newsnazionali #AnsaSicilia
#goodnews〽️
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ANSA.it
Fotografie: aggiudicata all'asta per 225mila euro raccolta Verga
È stata aggiudicata per 225 mila euro (inclusi diritti) la più importante raccolta di fotografie di Giovanni Verga, top lot dell'asta di Libri rari e autografi di Aste Bolaffi, in corso oggi e domani allo Spazio Bolaffi a Torino. (ANSA)
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Non c’è siciliano che non ami la pasta con le sarde! Un primo piatto questo dal sapore intenso, che fa venire immediatamente l’acquolina in bocca.
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Le origini della pasta con le sarde: tra storia e leggenda
Molte delle ricette nascono quasi per caso, nascono dall’arte di arrangiarsi, dalla necessità cioè di portare in tavola un piatto ricco non solo di gusto ma anche di sostentamento, avendo però a disposizione pochi e semplici ingredienti.
Sono quindi ricette povere, che poi con il passare degli anni sono diventate tradizionali. È il caso della pasta con le sarde.
Si narra che sia stato un cuoco arabo ad inventare questo piatto durante il 1800, per la precisione il cuoco di Eufemio da Messina.
Di fronte ad un intero esercito da sfamare questo cuoco decise di accettare tutti i doni che questa meravigliosa isola offriva, sia quelli del mare che quelli della terra.
Sarde a cui aggiunse del finocchietto fresco così da smorzare un po’ il sapore intenso del pesce e donare freschezza al piatto, pinoli che erano considerati utilissimi per evitare eventuali intossicazioni, zafferano per amalgamare al meglio i sapori: con questi ingredienti dette vita ad un condimento eccezionale per la pasta, rimasto nella storia.
Ricetta:
Ecco la lista di tutti gli ingredienti necessari con le dosi:
320 g di tonnarelli
1 mazzo di finocchio selvatico
300 g di sarde fresche
4 acciughe
1 cipolla
30 g di uvetta
25 g di pinoli
1 bustina di zafferano
Olio extra vergine di oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.
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Molte delle ricette nascono quasi per caso, nascono dall’arte di arrangiarsi, dalla necessità cioè di portare in tavola un piatto ricco non solo di gusto ma anche di sostentamento, avendo però a disposizione pochi e semplici ingredienti.
Sono quindi ricette povere, che poi con il passare degli anni sono diventate tradizionali. È il caso della pasta con le sarde.
Si narra che sia stato un cuoco arabo ad inventare questo piatto durante il 1800, per la precisione il cuoco di Eufemio da Messina.
Di fronte ad un intero esercito da sfamare questo cuoco decise di accettare tutti i doni che questa meravigliosa isola offriva, sia quelli del mare che quelli della terra.
Sarde a cui aggiunse del finocchietto fresco così da smorzare un po’ il sapore intenso del pesce e donare freschezza al piatto, pinoli che erano considerati utilissimi per evitare eventuali intossicazioni, zafferano per amalgamare al meglio i sapori: con questi ingredienti dette vita ad un condimento eccezionale per la pasta, rimasto nella storia.
Ricetta:
Ecco la lista di tutti gli ingredienti necessari con le dosi:
320 g di tonnarelli
1 mazzo di finocchio selvatico
300 g di sarde fresche
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Il volto femminile dei Vespri siciliani: donne che segnarono la storia
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Il volto femminile dei Vespri siciliani: donne che segnarono la storia
Nel 1282, a Palermo, esplose la violenta ribellione dei "Vespri siciliani" contro gli oppressori Angioini. Lo scontro, dilagato presto in tutta l'Isola, ebbe come protagoniste alcune donne: ecco in che modo. La storia della Sicilia è caratterizzata dal passaggio…
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📍Palermo
CASCATELLE ROCCA DEI FIORI: UNA MERAVIGLIA BEN NASCOSTA
Nei pressi del vallone Parco Vecchio, un luogo apparentemente incontaminato ed a metà strada tra i comuni di Marineo e Santa Cristina, un torrente un tempo chiamato Kokena e oggi vigoroso tendenzialmente nelle stagioni delle piogge, genera uno splendido gioco d'acqua.
Passando tra rocce ed arbusti e complici giochi di luci dovute al sole che vi si insinua in mezzo, si creano così le particolarissime cascatelle di Rocca dei Fiori.
Difficili da raggiungere per via della mancanza di una strada in buone condizioni, la vista regala però un riscatto agli esploratori che le ricercano.
🎥 @madoniespiritual
👉@sicilianewseinfo
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CASCATELLE ROCCA DEI FIORI: UNA MERAVIGLIA BEN NASCOSTA
Nei pressi del vallone Parco Vecchio, un luogo apparentemente incontaminato ed a metà strada tra i comuni di Marineo e Santa Cristina, un torrente un tempo chiamato Kokena e oggi vigoroso tendenzialmente nelle stagioni delle piogge, genera uno splendido gioco d'acqua.
Passando tra rocce ed arbusti e complici giochi di luci dovute al sole che vi si insinua in mezzo, si creano così le particolarissime cascatelle di Rocca dei Fiori.
Difficili da raggiungere per via della mancanza di una strada in buone condizioni, la vista regala però un riscatto agli esploratori che le ricercano.
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Proverbi siciliani
Il proverbio è: Nun c’è megghiu sarsa di la fami!
Traduzione lettere: Il miglior condimento che ci sia è l'appetito!
Spiegazione: Per apprezzare davvero qualcosa dobbiamo desiderarla!
Se abbiamo una gran fame anche un piatto di semplice pasta al pomodoro ci sembrerà delizioso e ne gusteremo ogni singolo boccone, allo stesso modo se desideriamo qualcosa di cui siamo stati privati la apprezzeremo ancora di più appena potremo nuovamente goderne.
© @novanta_cento
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Il proverbio è: Nun c’è megghiu sarsa di la fami!
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Spiegazione: Per apprezzare davvero qualcosa dobbiamo desiderarla!
Se abbiamo una gran fame anche un piatto di semplice pasta al pomodoro ci sembrerà delizioso e ne gusteremo ogni singolo boccone, allo stesso modo se desideriamo qualcosa di cui siamo stati privati la apprezzeremo ancora di più appena potremo nuovamente goderne.
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Cucuzza: cucurbita della varietà serpente di Sicilia. La zucchina lunga (a zucchina Logna) che si presenta con un colore verde chiarissimo e la lunghezza può raggiungere anche più di due metri ma generalmente è lunga circa 80 centimetri-un metro.
Taddi: le foglie di queste zucchine tipiche siciliane. Una poesia.
Pulisci i taddi. Devi togliere le parti “riccioline”, semplicemente sfilandole. Alcuni tolgono anche i gambi -usando solo le foglie- ma a me piacciono parecchio e hanno un sapore buonissimo.
Questione di gusti, come sempre. Lava per bene i taddi perché sono molto “saponose” e togli l’acqua in eccesso. Sbollentale in acqua salata fino a quando sono morbidissime. Puoi tagliare le foglie (e i gambi eventualmente) dopo o prima.
Prepara la salsa con uno spicchio d’aglio se ti piace e qualche pomodorino fresco che fa la differenza. La salsa deve essere poca. Deve solo colorare il brodino. È una minestrina a tutti gli effetti.
Deve avere il brodo (acqua di cottura dei taddi). Ed essere appunto insaporita e colorata dalla salsa profumata al basilico di datterino. Spezza gli spaghetti con un canovaccio -con una mappina- e cuocila dopo aver scolato i taddi nella stessa acqua.
Nel frattempo passa i taddi nella salsa e nei pomodorini e allunga anche con un pochino di acqua di cottura della pasta e dei taddi. Servi mettendo in un piatto del brodo, della pasta cotta e dei taddi. Gira per bene.
Alcuni la mangiano con la ricotta salata ma questo dipende dai tuoi gusti. Io ti consiglio di farlo, eccome. La ricotta salata nei piatti catanesi, del resto, non manca mai.
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🍝#mangiare_siciliano
Taddi: le foglie di queste zucchine tipiche siciliane. Una poesia.
Pulisci i taddi. Devi togliere le parti “riccioline”, semplicemente sfilandole. Alcuni tolgono anche i gambi -usando solo le foglie- ma a me piacciono parecchio e hanno un sapore buonissimo.
Questione di gusti, come sempre. Lava per bene i taddi perché sono molto “saponose” e togli l’acqua in eccesso. Sbollentale in acqua salata fino a quando sono morbidissime. Puoi tagliare le foglie (e i gambi eventualmente) dopo o prima.
Prepara la salsa con uno spicchio d’aglio se ti piace e qualche pomodorino fresco che fa la differenza. La salsa deve essere poca. Deve solo colorare il brodino. È una minestrina a tutti gli effetti.
Deve avere il brodo (acqua di cottura dei taddi). Ed essere appunto insaporita e colorata dalla salsa profumata al basilico di datterino. Spezza gli spaghetti con un canovaccio -con una mappina- e cuocila dopo aver scolato i taddi nella stessa acqua.
Nel frattempo passa i taddi nella salsa e nei pomodorini e allunga anche con un pochino di acqua di cottura della pasta e dei taddi. Servi mettendo in un piatto del brodo, della pasta cotta e dei taddi. Gira per bene.
Alcuni la mangiano con la ricotta salata ma questo dipende dai tuoi gusti. Io ti consiglio di farlo, eccome. La ricotta salata nei piatti catanesi, del resto, non manca mai.
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Stonehenge in Sicilia.
C'è un angolo molto suggestivo in Sicilia, a Montalbano Elicona, eletto borgo dei borghi in provincia di Messina.
🎥 @ticidevoportare_insicilia
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C'è un angolo molto suggestivo in Sicilia, a Montalbano Elicona, eletto borgo dei borghi in provincia di Messina.
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