Età contemporanea
Ai giorni nostri la popolazione è intorno ai 200 abitanti stabili (in inverno, nei mesi estivi con i turisti può facilmente decuplicare). Gli isolani vivono ora soprattutto del successo turistico dell'isola, esploso alla fine degli anni settanta, ma iniziato alla fine degli anni cinquanta, con la scoperta di queste isole da parte di villeggianti più avventurosi, alla ricerca di un'oasi di vita più semplice e a contatto diretto con la natura.
Ai giorni nostri la popolazione è intorno ai 200 abitanti stabili (in inverno, nei mesi estivi con i turisti può facilmente decuplicare). Gli isolani vivono ora soprattutto del successo turistico dell'isola, esploso alla fine degli anni settanta, ma iniziato alla fine degli anni cinquanta, con la scoperta di queste isole da parte di villeggianti più avventurosi, alla ricerca di un'oasi di vita più semplice e a contatto diretto con la natura.
Il 29 giugno Panarea festeggia S.Pietro, patrono dell'isola. La statua del Santo viene portata a spalla dai fedeli lungo le stradine principali dell'isola, la processione è accompagnata dalla banda con intervalli di preghiera. La caratteristica di questa processione, che la rende affascinante e suggestiva, riguarda il momento in cui la statua viene messa su una barca e si prosegue via mare. Una processione suggestiva del patrono che protegge l'isola ed il suo mare, che benedice i fedeli e le ricchezze naturali dell'isola. La processione via mare ricorda la passione degli abitanti dell'isola per la pesca, fonte primaria di lavoro, quasi fosse una vocazione naturale per chi nasce in questi luoghi. Da qui comprendiamo anche la forte devozione degli abitanti di Panarea a S.Pietro, pescatore nella vita, prima di incontrare Gesù, pescatore di uomini dopo l'incontro con il figlio di Dio.
I festeggiamenti durano tutta la giornata del 28 e del 29 giugno. La processione, in genere (dipende chiaramente dall'organizzazione annuale dell'evento), è organizzata a chiusura della festa, il 29 giugno. Il giorno della vigilia della festa è ricco di eventi che preparano al clima di festeggiamenti: gruppi folkloristici, balli, canti, prodotti tipici, bancarelle, ricreano un quadretto pittoresco e delizioso che richiama l'attenzione e la curiosità di tanti turisti e risveglia la fede negli animi degli abitanti dell'isola che, attraverso queste ricorrenze, mostrano quanto sia bella la loro storia e quanto valore abbiano le tradizioni e la cultura autoctona. Anche il giorno in cui si svolge la processione non mancano momenti di arte e spettacolo. La chiusura della festa vede come protagonisti dei sorprendenti giochi pirotecnici sul mare.
I festeggiamenti durano tutta la giornata del 28 e del 29 giugno. La processione, in genere (dipende chiaramente dall'organizzazione annuale dell'evento), è organizzata a chiusura della festa, il 29 giugno. Il giorno della vigilia della festa è ricco di eventi che preparano al clima di festeggiamenti: gruppi folkloristici, balli, canti, prodotti tipici, bancarelle, ricreano un quadretto pittoresco e delizioso che richiama l'attenzione e la curiosità di tanti turisti e risveglia la fede negli animi degli abitanti dell'isola che, attraverso queste ricorrenze, mostrano quanto sia bella la loro storia e quanto valore abbiano le tradizioni e la cultura autoctona. Anche il giorno in cui si svolge la processione non mancano momenti di arte e spettacolo. La chiusura della festa vede come protagonisti dei sorprendenti giochi pirotecnici sul mare.
Il Fai torna a celebrare la bellezza italiana: tutti i luoghi all'aperto da visitare in Sicilia
@sicilianewseinfo
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Telegraph
Il Fai torna a celebrare la bellezza italiana: tutti i luoghi all'aperto da visitare in Sicilia
Dalla sequoia gigante tra i pochissimi sopravvissuti al disastro del Vajont nel 1963 alla Palma di San Pietro nell'Orto Botanico di Padova, che tanto entusiasmò Goethe nel suo viaggio in Italia. Con oltre 200 luoghi in più di 150 località, il Fondo Ambiente…
“Sì proprio na camurrìa!”. Quante volte avete detto, o vi siete sentiti dire questa frase? La camurria, in siciliano, è la scocciatura ed esiste anche l’aggettivo“camurriusu/camurriusa”, ovviamente con lo stesso significato. Tra le varianti, c’è anche càmula (quindi potete tranquillamente dare della càmula a qualcuno, qualora vi stesse seccando. Vi siete mai chiesti da dove derivino questi termini?
Nel suo “Nuovo dizionario siciliano-italiano” datato 1876, Vincenzo Mortillaro definisce la camurria una “sorta di malattia, scolagione celtica, virulenta, contagiosa, venerea, vedi Gonorrea”. Da questa discenderebbe, per metafora, “noia, fastidio, importunità”. Secondo altri, invece, la parola deriverebbe da “camula”, che è il tarlo. Questo, con il suo fastidioso “camuliare”, produre un caratteristico e ossessivo rumore quando rode il legno.
In entrambi i casi, comunque, rende benissimo l’idea. In un intervento pubblicato sul Corriere della Sera Magazine del settembre del 2008, Andrea Camilleri ha scritto:
«Forse è la parola più spesso usata e anche pensata ma non detta per ragioni di civile comportamento da chi sta scrivendo questo lemma, tanto che una sua nipotina, appena cominciò a parlare, oltre a mamma, disse distintamente “camurria” pur non essendo siciliana.
Accrescitivi di camurria sono: “gran camurria” e “grannissima camurria”, frequente è anche “granni e grannissima camurria”. Il massimo è costituito dalla composizione “grannissima camurria buttana”.
Qui si ricorda la variante introdotta dal barone Logreco in punto di morte: “Il munno è ‘na grannissima camurria buttana e ‘mpistata”, dove, ‘mpistata equivalendo a leutica, veniva realizzato un felice ritorno del termine a una delle supposte origini».
@sicilianewseinfo
Nel suo “Nuovo dizionario siciliano-italiano” datato 1876, Vincenzo Mortillaro definisce la camurria una “sorta di malattia, scolagione celtica, virulenta, contagiosa, venerea, vedi Gonorrea”. Da questa discenderebbe, per metafora, “noia, fastidio, importunità”. Secondo altri, invece, la parola deriverebbe da “camula”, che è il tarlo. Questo, con il suo fastidioso “camuliare”, produre un caratteristico e ossessivo rumore quando rode il legno.
In entrambi i casi, comunque, rende benissimo l’idea. In un intervento pubblicato sul Corriere della Sera Magazine del settembre del 2008, Andrea Camilleri ha scritto:
«Forse è la parola più spesso usata e anche pensata ma non detta per ragioni di civile comportamento da chi sta scrivendo questo lemma, tanto che una sua nipotina, appena cominciò a parlare, oltre a mamma, disse distintamente “camurria” pur non essendo siciliana.
Accrescitivi di camurria sono: “gran camurria” e “grannissima camurria”, frequente è anche “granni e grannissima camurria”. Il massimo è costituito dalla composizione “grannissima camurria buttana”.
Qui si ricorda la variante introdotta dal barone Logreco in punto di morte: “Il munno è ‘na grannissima camurria buttana e ‘mpistata”, dove, ‘mpistata equivalendo a leutica, veniva realizzato un felice ritorno del termine a una delle supposte origini».
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“Camurrìa!”, “cchi camurrìa” o “si ‘na camurrìa” o in alternativa “si ‘na càmula” o “ti mittisti a càmula” tutti i modi di dire in dialetto per fare notare a qualcuno che sta esagerando con le sue ciarle
Il siciliano, quando vuole, sa essere un vero rompiscatole. Non che in altre regioni d’Italia la gente sia una scocciatura di minore portata: l’unica differenza sta nel fatto che gli abitanti della Trinacria riescono a dare fastidio anche a perfetti sconosciuti.
Non è raro, infatti, che alla fermata dell’autobus un’anziana signora inizi con una scusa a raccontarci i più intimi dettagli della sua famiglia fino alla settimana generazione, che lo faccia il panettiere o addirittura il postino, per non parlare di chi in un negozio non abbiamo neanche interpellato per un’informazione e che già si sta sottoponendo a un interrogatorio volontario, nemmeno fossimo entrati con la divisa da carabinieri.
Anche in casa genitori, figli e parenti di ogni sorta trovano sempre un modo per risultare insistenti con le loro chiacchiere, opinioni o richieste. Ed ecco che non si può fare a meno di esclamare “camurrìa!”, “cchi camurrìa” o “si ‘na camurrìa” (se ci si dà del tu), perché una camurrìa non è altro che una scocciatura, di quelle che vorremmo risparmiarci volentieri ma che siamo obbligati a sorbirci.
Dal sostantivo è possibile formare anche l’aggettivo “camurriùsu/sa”, in cui è forse più facile da intuire l’etimologia di questo modo di dire. Per la precisione, ad avere dato origine al termine dialettale è la camorra, organizzazione mafiosa della Campania e famosa perché i suoi membri tendevano spesso ad assillare la povera gente con ricatti, minacce ed estorsioni, dai toni chiaramente molto ostinati.
In Sicilia la sfumatura di significato è più leggera e ormai priva di connotazioni criminali, tant’è che secondo il Nuovo dizionario siciliano-italiano del 1876 di Vincenzo Mortillaro deriverebbe da “gonorrea” o addirittura dal toscano camòrro, cioè “malanno”. Ad ogni modo, se qualcuno dovesse trovarla poco gradevole da usare si ricordi che esiste pur sempre un’alternativa: “si ‘na càmula” o “ti mittisti a càmula” si può dire infatti a chi è particolarmente petulante, intendendo “sei una seccatura”. E magari non tutti sanno che “càmula” è un termine al 100% mutuato dall’italiano, dato che in zoologia la “càmula” è una particolare tipologia di insetto parassita, simile ai tarli e alle tarme.
Gira che ti rigira, insomma, un modo per fare notare a qualcuno che sta esagerando con le sue ciarle in dialetto si trova sempre
Il siciliano, quando vuole, sa essere un vero rompiscatole. Non che in altre regioni d’Italia la gente sia una scocciatura di minore portata: l’unica differenza sta nel fatto che gli abitanti della Trinacria riescono a dare fastidio anche a perfetti sconosciuti.
Non è raro, infatti, che alla fermata dell’autobus un’anziana signora inizi con una scusa a raccontarci i più intimi dettagli della sua famiglia fino alla settimana generazione, che lo faccia il panettiere o addirittura il postino, per non parlare di chi in un negozio non abbiamo neanche interpellato per un’informazione e che già si sta sottoponendo a un interrogatorio volontario, nemmeno fossimo entrati con la divisa da carabinieri.
Anche in casa genitori, figli e parenti di ogni sorta trovano sempre un modo per risultare insistenti con le loro chiacchiere, opinioni o richieste. Ed ecco che non si può fare a meno di esclamare “camurrìa!”, “cchi camurrìa” o “si ‘na camurrìa” (se ci si dà del tu), perché una camurrìa non è altro che una scocciatura, di quelle che vorremmo risparmiarci volentieri ma che siamo obbligati a sorbirci.
Dal sostantivo è possibile formare anche l’aggettivo “camurriùsu/sa”, in cui è forse più facile da intuire l’etimologia di questo modo di dire. Per la precisione, ad avere dato origine al termine dialettale è la camorra, organizzazione mafiosa della Campania e famosa perché i suoi membri tendevano spesso ad assillare la povera gente con ricatti, minacce ed estorsioni, dai toni chiaramente molto ostinati.
In Sicilia la sfumatura di significato è più leggera e ormai priva di connotazioni criminali, tant’è che secondo il Nuovo dizionario siciliano-italiano del 1876 di Vincenzo Mortillaro deriverebbe da “gonorrea” o addirittura dal toscano camòrro, cioè “malanno”. Ad ogni modo, se qualcuno dovesse trovarla poco gradevole da usare si ricordi che esiste pur sempre un’alternativa: “si ‘na càmula” o “ti mittisti a càmula” si può dire infatti a chi è particolarmente petulante, intendendo “sei una seccatura”. E magari non tutti sanno che “càmula” è un termine al 100% mutuato dall’italiano, dato che in zoologia la “càmula” è una particolare tipologia di insetto parassita, simile ai tarli e alle tarme.
Gira che ti rigira, insomma, un modo per fare notare a qualcuno che sta esagerando con le sue ciarle in dialetto si trova sempre
Ho voluto raccogliere in questo articolo, alcune curiosità interessanti sulla mia terra che in pochi conoscono, buona lettura!
@newseinfo
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1. IL PRIMO PARLAMENTO
Nel 1130 nel Regno di Sicilia veniva istituito il primo Parlamento del mondo ed era ripartito in tre bracci: aristocratico, ecclesiastico, demaniale. Fu uno Stato indipendente per 686 anni.
2. NASCE LA CHIRURGIA
Nei primi del 1400, per mano di due medici catanesi, Gustavo ed Antonio Branca, nasceva in Sicilia la chirurgia plastica: i due riuscivano a ricucire, con notevole maestria, nasi, labbra e orecchie mutilate.
3. LA REGIONE PIU’ GRANDE D’ITALIA
Con i suoi 25.832,39 km2 è la regione più grande d’Italia, l’isola più popolosa dell’intero mediterraneo ed ha il capoluogo di provincia più alto, Enna, con ben 931 metri sul livello del mare.
4. L’AREA MARINA PROTETTA PIU’ GRANDE D’EUROPA
L’arcipelago delle isole Egadi in provincia di Trapani detiene il primato come area marina protetta più grande d’europa.
5. I SITI UNESCO
L’italia è la nazione con il più alto numero di siti unesco al mondo, ben 53. La Sicilia, con 7 siti, è la regione con maggior concentrazione di siti unesco del territorio italiano pari merito con la Toscana.
6. IL SITO ARCHEOLOGICO PIU’ ESTESO AL MONDO
Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, con i suoi 1300 ettari, è il sito archeologico più esteso al mondo.
@newseinfo
Nel 1130 nel Regno di Sicilia veniva istituito il primo Parlamento del mondo ed era ripartito in tre bracci: aristocratico, ecclesiastico, demaniale. Fu uno Stato indipendente per 686 anni.
2. NASCE LA CHIRURGIA
Nei primi del 1400, per mano di due medici catanesi, Gustavo ed Antonio Branca, nasceva in Sicilia la chirurgia plastica: i due riuscivano a ricucire, con notevole maestria, nasi, labbra e orecchie mutilate.
3. LA REGIONE PIU’ GRANDE D’ITALIA
Con i suoi 25.832,39 km2 è la regione più grande d’Italia, l’isola più popolosa dell’intero mediterraneo ed ha il capoluogo di provincia più alto, Enna, con ben 931 metri sul livello del mare.
4. L’AREA MARINA PROTETTA PIU’ GRANDE D’EUROPA
L’arcipelago delle isole Egadi in provincia di Trapani detiene il primato come area marina protetta più grande d’europa.
5. I SITI UNESCO
L’italia è la nazione con il più alto numero di siti unesco al mondo, ben 53. La Sicilia, con 7 siti, è la regione con maggior concentrazione di siti unesco del territorio italiano pari merito con la Toscana.
6. IL SITO ARCHEOLOGICO PIU’ ESTESO AL MONDO
Il parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi, con i suoi 1300 ettari, è il sito archeologico più esteso al mondo.
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7. IL PRIMO ATTO DI TUTELA AMBIENTALE
Prima dell’istituzione di parchi o riserve naturali nel 1745 si tutelava istituzionalmente il Castagno dei Cento Cavalli (uno tra gli alberi più vecchi d’europa). Questo è il primo tentativo documentato al mondo di tutela ambientale.
8. LE ORIGINI DEL JAZZ
Nelle origini del Jazz scorre sangue siciliano. il 26 febbraio 1917 Nick la Rocca figlio di emigranti siciliani incide il primo disco jazz della storia a New York.
9. LA PIU’ ANTICA CROCE LIGNEA
La più antica croce lignea del mondo, con i suoi 2000 anni, si trova a Casteltermini in provincia di Agrigento.
10. VARIETA’ CLIMATICA
la Sicilia ospita (quasi) tutti i climi presenti tra Europa e Africa settentrionale. Dal clima alpino, con veri e propri ghiacciai perenni sull’Etna, fino a pianure assolate coperte di dune, come nel Sahara. Una ricchezza paesaggistica che si traduce in una ricchezza di tesori da scoprire.
11. L’ORIGINE DEGLI SPAGHETTI
L’origine degli spaghetti. Nel 1154, Al-Idrisi, geografo di Ruggero II di Sicilia, descrive Trabia, un paese a 30 km da Palermo, come una zona con molti mulini, dove si fabbricava una pasta a forma di fili leggermente arrotondati, chiamata ‘itrya’ che veniva spedita con navi in abbondanti quantità per tutta l’area del Mediterraneo.
12. I VULCANI
Due dei tre vulcani attivi d’Italia si trovano in Sicilia: Stromboli e l’Etna. L’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa e circa il 25% della popolazione siciliana vive sulle sue pendici.
Prima dell’istituzione di parchi o riserve naturali nel 1745 si tutelava istituzionalmente il Castagno dei Cento Cavalli (uno tra gli alberi più vecchi d’europa). Questo è il primo tentativo documentato al mondo di tutela ambientale.
8. LE ORIGINI DEL JAZZ
Nelle origini del Jazz scorre sangue siciliano. il 26 febbraio 1917 Nick la Rocca figlio di emigranti siciliani incide il primo disco jazz della storia a New York.
9. LA PIU’ ANTICA CROCE LIGNEA
La più antica croce lignea del mondo, con i suoi 2000 anni, si trova a Casteltermini in provincia di Agrigento.
10. VARIETA’ CLIMATICA
la Sicilia ospita (quasi) tutti i climi presenti tra Europa e Africa settentrionale. Dal clima alpino, con veri e propri ghiacciai perenni sull’Etna, fino a pianure assolate coperte di dune, come nel Sahara. Una ricchezza paesaggistica che si traduce in una ricchezza di tesori da scoprire.
11. L’ORIGINE DEGLI SPAGHETTI
L’origine degli spaghetti. Nel 1154, Al-Idrisi, geografo di Ruggero II di Sicilia, descrive Trabia, un paese a 30 km da Palermo, come una zona con molti mulini, dove si fabbricava una pasta a forma di fili leggermente arrotondati, chiamata ‘itrya’ che veniva spedita con navi in abbondanti quantità per tutta l’area del Mediterraneo.
12. I VULCANI
Due dei tre vulcani attivi d’Italia si trovano in Sicilia: Stromboli e l’Etna. L’Etna è il vulcano attivo più alto d’Europa e circa il 25% della popolazione siciliana vive sulle sue pendici.
13. IL PRIMO SONETTO
Forma popolare di poesia, ha origini siciliane. Inventato da Jacopo Da Lentini, capostipite della “Scuola Siciliana”.
14. LO STREET FOOD
Il capoluogo della Sicilia, Palermo, è stato eletto Capitale Europea della Street Food. In una recente classifica redatta da Forbes, è stato elencato tra i primi cinque al mondo tra le città con ottimo cibo di strada, attestandosi al primo posto in Europa.
15. LA BANDIERA PIU’ ANTICA AL MONDO
E’ la più antica di Italia e la quarta al mondo, risale al 1282, un bel primato che in pochi conoscono.
Forma popolare di poesia, ha origini siciliane. Inventato da Jacopo Da Lentini, capostipite della “Scuola Siciliana”.
14. LO STREET FOOD
Il capoluogo della Sicilia, Palermo, è stato eletto Capitale Europea della Street Food. In una recente classifica redatta da Forbes, è stato elencato tra i primi cinque al mondo tra le città con ottimo cibo di strada, attestandosi al primo posto in Europa.
15. LA BANDIERA PIU’ ANTICA AL MONDO
E’ la più antica di Italia e la quarta al mondo, risale al 1282, un bel primato che in pochi conoscono.