U putiaru bannìa chiddu chi avi.
Probabilmente non tutti conoscono questo proverbio siciliano. Torniamo a parlare di un argomento che ci piace davvero tanto e lo facciamo con un nuovo modo di dire molto saggio. Sappiamo che i proverbi sono un ottimo modo per conoscere la Sicilia e le sua cultura.
C’è stato un tempo in cui i proverbi rappresentavano delle vere e proprie massime di saggezza, che venivano tenute in gran conto per affrontare la vita di tutti giorni. Oggi si utilizzano meno ed è per questo che è importante riscoprirli e continuarli a tramandare anche alle nuove generazioni.
Cosa vuol dire U putiaru bannìa chiddu chi avi?
Iniziamo dalla traduzione letterale: “Il mercante o negoziante pubblicizza quello che ha "cioè la sua merce”. Dovrebbe già essere più semplice comprendere il senso. Questo proverbio siciliano ci spiega che ognuno tende a mettere in evidenza le sue qualità facendo credere di essere migliore di altri, così come un mercante pubblicizza la sua merce migliore. È normale, dunque, porre l’accento sui pregi e sui talenti, piuttosto che sulle lacune!
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Probabilmente non tutti conoscono questo proverbio siciliano. Torniamo a parlare di un argomento che ci piace davvero tanto e lo facciamo con un nuovo modo di dire molto saggio. Sappiamo che i proverbi sono un ottimo modo per conoscere la Sicilia e le sua cultura.
C’è stato un tempo in cui i proverbi rappresentavano delle vere e proprie massime di saggezza, che venivano tenute in gran conto per affrontare la vita di tutti giorni. Oggi si utilizzano meno ed è per questo che è importante riscoprirli e continuarli a tramandare anche alle nuove generazioni.
Cosa vuol dire U putiaru bannìa chiddu chi avi?
Iniziamo dalla traduzione letterale: “Il mercante o negoziante pubblicizza quello che ha "cioè la sua merce”. Dovrebbe già essere più semplice comprendere il senso. Questo proverbio siciliano ci spiega che ognuno tende a mettere in evidenza le sue qualità facendo credere di essere migliore di altri, così come un mercante pubblicizza la sua merce migliore. È normale, dunque, porre l’accento sui pregi e sui talenti, piuttosto che sulle lacune!
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Ciao!Mi presento per coloro che non mi conoscono. Mi chiamo Noemi Marchese, sono una studentessa di lingue presso l'Università di Bologna e sto conducendo un sondaggio per la mia tesi. L'obiettivo di questo sondaggio(e della mia tesi) è quello di capire l'importanza che ricopre la lingua siciliana per coloro che hanno delle origini siciliane, scoprire chi lo parla ancora e in quali contesti, ma soprattutto se la lingua siciliana viene vista come un valore da preservare e tramandare di generazione in generazione. Nella seconda parte ho preparato per te un piccolo test per scoprire le tue conoscenze della lingua siciliana.
Provaci senza timore!
👇🏻👇🏻👇🏻
https://docs.google.com/forms/d/12_wUS2i7BIXIJz016neSHWrKD3QAR0Jd5YDKsXB6uyE/edit
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Questionario sulla lingua siciliana
Ciao!Mi presento per coloro che non mi conoscono. Mi chiamo Noemi Marchese, sono una studentessa di lingue presso l'Università di Bologna e sto conducendo un sondaggio per la mia tesi. Nata e cresciuta in Sicilia sono fiera delle mie origini e delle tradizioni…
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U sceccu si pò vestiri i cavaddu, ma prima o poi ragghia. Ecco un altro proverbio Siciliano che vogliamo farvi conoscere meglio. Torniamo a parlare di proverbi della tradizione Siciliana.
Attraverso queste frasi semplici ed efficaci è possibile conoscere meglio la cultura della nostra isola e i suoi aspetti più veraci.
C’è stato un tempo in cui i proverbi erano indubbiamente più utilizzati. Facevano parte della quotidianità e ad essi si faceva ricorso quando si era in cerca di consigli utili. C’è un proverbio per ogni circostanza. Dal buon cibo, alla buona tavola, passando attraverso il passaggio delle stagioni, si trova sempre quello che fa al caso proprio.
Vediamo, dunque, cosa significa "U sceccu si pò vestiri i cavaddu, ma prima o poi ragghia".
Cominciamo da una semplice traduzione: “L’asino può anche vestirsi da cavallo, ma prima o poi raglia”. Vi è già più chiaro cosa voglia dire questo proverbio Siciliano?
Si può anche fingere di essere ciò che non si è, ma la propria natura, prima o poi, verrà fuori. Questo modo di dire, dunque, è un invito a non mentire sulla propria natura e a mostrarsi sempre in modo sincero che tanto prima o poi verrai fuori per quello che si è realmente. "Cioè falsi fino al midollo osseo".
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Attraverso queste frasi semplici ed efficaci è possibile conoscere meglio la cultura della nostra isola e i suoi aspetti più veraci.
C’è stato un tempo in cui i proverbi erano indubbiamente più utilizzati. Facevano parte della quotidianità e ad essi si faceva ricorso quando si era in cerca di consigli utili. C’è un proverbio per ogni circostanza. Dal buon cibo, alla buona tavola, passando attraverso il passaggio delle stagioni, si trova sempre quello che fa al caso proprio.
Vediamo, dunque, cosa significa "U sceccu si pò vestiri i cavaddu, ma prima o poi ragghia".
Cominciamo da una semplice traduzione: “L’asino può anche vestirsi da cavallo, ma prima o poi raglia”. Vi è già più chiaro cosa voglia dire questo proverbio Siciliano?
Si può anche fingere di essere ciò che non si è, ma la propria natura, prima o poi, verrà fuori. Questo modo di dire, dunque, è un invito a non mentire sulla propria natura e a mostrarsi sempre in modo sincero che tanto prima o poi verrai fuori per quello che si è realmente. "Cioè falsi fino al midollo osseo".
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Un corpo imbalsamato e un'urna di vetro: la leggenda dentro la Cattedrale di Agrigento
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Un corpo imbalsamato e un'urna di vetro: la leggenda dentro la Cattedrale di Agrigento
Questa immagine ha sempre prodotto un grande fascino. È l'idea ambigua della morte che non muore, del corpo esibito in una quiete eterna che l’occhio ammira La cattedrale di Agrigento Da nove secoli il centro storico di Agrigento è dominato dalla Cattedrale…
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"AN.TU.DO", ANTICHISSIMO MOTTO DEI SICILIANI
"ANimus TUus DOminus!", (il coraggio sia il tuo signore!).
Ecco come possiamo tradurre questo antico motto in lungua latina che nel passato caricò di forza gli abitanti di tutta la Sicilia per scacciare i malgoverni stranieri.
Fu usato per la prima volta nelle prime fasi del Vespro siciliano del 1282 quando, prima i palermitani e poi tutti i siciliani, colmi di rabbia, iniziarono la cacciata dei francesi.
Questa espressione fu persino ricamata sulla bandiera bandiera isolana.
Lo stesso termine venne utilizzato durante le rivolte siciliane del 1647, durante i moti del 1820, durante la rivolta del 1848 e più recentemente negli anni di successo del Movimento Indipendentista Siciliano (1940-1950).
Sul motto dedicò tanti studi lo storico Santi Correnti.
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"ANimus TUus DOminus!", (il coraggio sia il tuo signore!).
Ecco come possiamo tradurre questo antico motto in lungua latina che nel passato caricò di forza gli abitanti di tutta la Sicilia per scacciare i malgoverni stranieri.
Fu usato per la prima volta nelle prime fasi del Vespro siciliano del 1282 quando, prima i palermitani e poi tutti i siciliani, colmi di rabbia, iniziarono la cacciata dei francesi.
Questa espressione fu persino ricamata sulla bandiera bandiera isolana.
Lo stesso termine venne utilizzato durante le rivolte siciliane del 1647, durante i moti del 1820, durante la rivolta del 1848 e più recentemente negli anni di successo del Movimento Indipendentista Siciliano (1940-1950).
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È siciliano il miglior amaro al mondo. Un liquore etneo trionfa al World Liqueur Awards 2021 | All Food Sicily @sicilianewseinfo
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È siciliano il miglior amaro al mondo. Un liquore etneo trionfa al World Liqueur Awards 2021 | All Food Sicily
Creato nel 1998, è la punta di diamante dell’azienda Romeo. Si ottiene dalla lavorazione delle arance amare con erbe officinali e radici raccolte sulle pendici del vulcano. Applauso e grandissimo riconoscimento per Amaranca, l’Amaro Nobile dell’Etna a base…
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Tutta la meraviglia dello Stretto di Messina 😍
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A SAMBUCA DI SICILIA, in provincia di Agrigento, si trova un grande TERRAZZO: Il CALVARIO o BELVEDERE.
In passato era presente un’acropoli fortificata, che nel secondo 800 fu poi completamente demolita e fu ricavato un grande terrazzo per celebrarvi la Crocifissione del Venerdì Santo. Per questo fu chiamato Calvario.
Da qui è possibile ammirare uno stupendo panorama che sconfina oltre le terre sambucesi sino alle terre sveve di Giuliana di Caltabellotta di Chiusa Sclafani, nello sfondo le montagne delle Rose e la catena interna dei Monti Sicani.
La cittadina è inclusa nel club de I borghi più belli d'Italia, l'associazione dei piccoli centri italiani che si distinguono per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l'armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini.
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In passato era presente un’acropoli fortificata, che nel secondo 800 fu poi completamente demolita e fu ricavato un grande terrazzo per celebrarvi la Crocifissione del Venerdì Santo. Per questo fu chiamato Calvario.
Da qui è possibile ammirare uno stupendo panorama che sconfina oltre le terre sambucesi sino alle terre sveve di Giuliana di Caltabellotta di Chiusa Sclafani, nello sfondo le montagne delle Rose e la catena interna dei Monti Sicani.
La cittadina è inclusa nel club de I borghi più belli d'Italia, l'associazione dei piccoli centri italiani che si distinguono per la grande rilevanza artistica, culturale e storica, per l'armonia del tessuto urbano, la vivibilità e i servizi ai cittadini.
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Serri- Ganzirri 😍
Ganzirri (Canziri in dialetto messinese) è una frazione di Messina, situata 13 km a nord-est dal centro città, all'interno della Circoscrizione VI.
🎥De Domenico
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#Ganzirri_Messina
Ganzirri (Canziri in dialetto messinese) è una frazione di Messina, situata 13 km a nord-est dal centro città, all'interno della Circoscrizione VI.
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#Ganzirri_Messina
Ganzirri (Canziri in dialetto messinese) è una frazione di Messina, situata 13 km a nord-est dal centro città, all'interno della Circoscrizione VI.
Nel comprensorio di Ganzirri si trova il lago, detto Lago Grande o Pantano Grande (il Lago di Ganzirri) adiacente e collegato al Lago Piccolo o Pantano Piccolo (il Lago di Torre Faro) tramite il canale dei Margi. Il lago di Ganzirri è inoltre collegato direttamente con il Mare Ionio, mentre quello di Torre Faro con il Mar Tirreno. Rinomati in tutta la Sicilia sia per la tradizionale attività di molluschicultura sia come frequentata zona di villeggiatura dello Stretto, da qualche anno il lago di Ganzirri è stato inserito nell'area de la Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro (il cui nome deriva dalla sua posizione a ridosso dei monti Peloritani) istituita dalla regione il 21 giugno 2001 e che copre una superficie di 68,12 ettari a terra. Conseguentemente l'attività di molluschicultura è cessata.
Ganzirri con i caratteristici vicoli stretti e con le case basse, conserva la struttura tipica di un borgo marinaro. Insieme a Torre Faro, forma la punta nord orientale della Sicilia che è la zona più vicina alla Calabria. La distanza da una riva all'altro dello Stretto di Messina è di soli 3,1 km (circa 2 miglia).
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Nel comprensorio di Ganzirri si trova il lago, detto Lago Grande o Pantano Grande (il Lago di Ganzirri) adiacente e collegato al Lago Piccolo o Pantano Piccolo (il Lago di Torre Faro) tramite il canale dei Margi. Il lago di Ganzirri è inoltre collegato direttamente con il Mare Ionio, mentre quello di Torre Faro con il Mar Tirreno. Rinomati in tutta la Sicilia sia per la tradizionale attività di molluschicultura sia come frequentata zona di villeggiatura dello Stretto, da qualche anno il lago di Ganzirri è stato inserito nell'area de la Riserva Naturale Orientata della Laguna di Capo Peloro (il cui nome deriva dalla sua posizione a ridosso dei monti Peloritani) istituita dalla regione il 21 giugno 2001 e che copre una superficie di 68,12 ettari a terra. Conseguentemente l'attività di molluschicultura è cessata.
Ganzirri con i caratteristici vicoli stretti e con le case basse, conserva la struttura tipica di un borgo marinaro. Insieme a Torre Faro, forma la punta nord orientale della Sicilia che è la zona più vicina alla Calabria. La distanza da una riva all'altro dello Stretto di Messina è di soli 3,1 km (circa 2 miglia).
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