La Fata Morgana
La leggenda della Fata Morgana è diffusa in tutto lo Stretto. Narra che durante le invasioni barbariche, un’orda di conquistatori arrivò presso le rive della città di Reggio Calabria. A pochi chilometri, sull’altra sponda, il Re barbarico fu attratto dall’improvvisa visione di un’isola dai rilievi dolci e da un cratere fumante. Così d’improvviso, apparve una donna molto bella, che offrì al Re l’Isola che tanto lo attraeva. Con un cenno, la avvicinò a lui di pochi passi. Immediatamente allora, il Re si gettò in acqua, ma l’Isola non era davvero a due passi come pensava: era un miraggio operato da quella bella donna, la Fata Morgana; e quando si ruppe l’incanto, lui affogò.
La leggenda della Fata Morgana è diffusa in tutto lo Stretto. Narra che durante le invasioni barbariche, un’orda di conquistatori arrivò presso le rive della città di Reggio Calabria. A pochi chilometri, sull’altra sponda, il Re barbarico fu attratto dall’improvvisa visione di un’isola dai rilievi dolci e da un cratere fumante. Così d’improvviso, apparve una donna molto bella, che offrì al Re l’Isola che tanto lo attraeva. Con un cenno, la avvicinò a lui di pochi passi. Immediatamente allora, il Re si gettò in acqua, ma l’Isola non era davvero a due passi come pensava: era un miraggio operato da quella bella donna, la Fata Morgana; e quando si ruppe l’incanto, lui affogò.
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Visit Sicily
@newseinfo
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L’origine del termine babbaluci non è proprio sicula. Il sostantivo viene dall’antica Grecia: qui, con il termine boubalàkion si indicavano sia le lumache che i bufali (se vi state chiedendo perché, è perché hanno in comune le corna). Il suono, in Sicilia, è stato modificato, diventando buvalàci e rimanendo tale per alcuni secoli.
Dopo la dominazione araba, però, la parola subì la contaminazione del termine babbūš, che per la gente del luogo era diventato babbùcia. Da quella commistione, dunque, nacque la forma che conosciamo oggi, cioè babbaluci.
Alternativa a questa è vavaluci, che tuttavia ha origini diverse: nascerebbe, infatti, dall’incontro tra babbaluci e vava, cioè bava. Volendo fare un confronto, possiamo dire che il termine vavaluci è un po’ più colorita e rende l’idea delle lumachine che, camminando, lasciano la loro scia. @newseinfo
Dopo la dominazione araba, però, la parola subì la contaminazione del termine babbūš, che per la gente del luogo era diventato babbùcia. Da quella commistione, dunque, nacque la forma che conosciamo oggi, cioè babbaluci.
Alternativa a questa è vavaluci, che tuttavia ha origini diverse: nascerebbe, infatti, dall’incontro tra babbaluci e vava, cioè bava. Volendo fare un confronto, possiamo dire che il termine vavaluci è un po’ più colorita e rende l’idea delle lumachine che, camminando, lasciano la loro scia. @newseinfo
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Castellammare nasce come Emporium Segestanorum (porto della vicina Segesta, in greco Αἰγεσταίων ἐμπόριον; il termine empòrion designava nel Mediterraneo antico una località marittima adibita allo scarico, al deposito e alla vendita di merci) e fino all'arrivo degli Arabi la sua storia si identifica con quella della città elima. Si ipotizza che l'emporio esistesse già a partire almeno dagli inizi del V secolo a.C. Testimonianze in tal senso si ricavano sia dagli scritti di Erodoto sia da quelli di Diodoro Siculo e di Tucidide, che a proposito della spedizione ateniese in Sicilia del 415 a.C., più volte parla di navi che andavano o venivano da Segesta.
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I siciliani parlano anche con le mani!
Un’abitudine siciliana molto conosciuta all’estero e che ci dipinge come un popolo di gente allegra e festaiola, è quella di dialogare con un continuo gesticolare delle mani ed in generale con un movimento di tutto il corpo, questa particolarità aggiunge enfasi al dialogo e permette di sottolineare o definire meglio alcuni concetti di un discorso. @newseinfo
Un’abitudine siciliana molto conosciuta all’estero e che ci dipinge come un popolo di gente allegra e festaiola, è quella di dialogare con un continuo gesticolare delle mani ed in generale con un movimento di tutto il corpo, questa particolarità aggiunge enfasi al dialogo e permette di sottolineare o definire meglio alcuni concetti di un discorso. @newseinfo