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Nella Valle Dei Templi di Agrigento, i mandorli iniziano a fiorire già a febbraio ❤️
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Angelo Musco
Angelo Musco (Catania, 18 ottobre 1871 – Milano, 6 ottobre 1937) è stato un attore italiano di cinema e teatro.
Nacque nel popolare rione catanese del Fortino, ed era il quattordicesimo figlio di Sebastiano, un piccolo bottegaio di origini maltesi[1], e della casalinga Francesca Cosenza. Visse un'infanzia povera, e fin da adolescente Musco intraprese diversi lavori, anche umili: barbiere, calzolaio, muratore.
Entrò nel teatro all'età di sedici anni con l'"Opera dei pupi", il teatro tradizionale siciliano, e nel 1884 venne scritturato dalla compagnia marionettistica di Michele Insanguine.
Nel 1889 entrò in contatto con il teatro di varietà, e lavorò per vari teatri siciliani, fino al 1899, quando entrò nella compagnia teatrale di Giovanni Grasso, che recitava soprattutto in dialetto.
Dal 1902 iniziò a collaborare con Nino Martoglio, che lo aveva visto a Roma mentre rappresentava Malìa di Luigi Capuana e I Mafiusi di Giuseppe Rizzotto e Gaspare Mosca. Martoglio fu direttore della sua compagnia dal 1907 e per lui scrisse San Giovanni decollato e L'aria del continente. Collaborò anche con Pier Maria Rosso di San Secondo, che gli fornì Madre. Il 7 dicembre 1906 entrò come membro effettivo nella Loggia Roma di Roma[2]. Lavorò anche con Marinella Bragaglia con la quale fondò nel 1912 la compagnia teatrale denominata Drammatica Compagnia Siciliana Marinella Bragaglia - Angelo Musco e sciolta due anni dopo, e poi la Comica Compagnia Siciliana del Cav. Angelo Musco, dove entrò l'attrice Rosina Anselmi, e supportato dal critico Renato Simoni e da Luigi Pirandello.
Il premio Nobel scrisse per lui alcune commedie, tra cui 'A birritta cu' i ciancianeddi (che Musco rappresentò a Roma), Liolà e Pensaci, Giacomino!. Quest'ultima commedia venne trasposta anche in un film di cui Musco fu protagonista: la sua carriera cinematografica iniziò nel 1932 ed ebbe un grande successo.
Nel corso degli anni venti e trenta, Musco e la sua compagnia fecero numerose tournée in Italia e nel mondo, e riscosse enormi successi. Il suo esordio internazionale avvenne nel 1927 sul palcoscenico del Manhattan Opera House di New York con L'aria del continente di Martoglio.
Nel 1937, Musco recitò in uno spettacolo al Teatro Olimpia di Milano, ma subito dopo la rappresentazione venne colpito da un attacco di angina pectoris e morì.
La bravura di Musco stava nella sua comicità e nell'interpretazione psicologica dei personaggi che rappresentava. Spesso aggiungeva elementi estemporanei e originali alle opere che rappresentava, rendendole più reali. Giorgio Walter Chili ha diretto nel 1953 un film-documentario sulla sua vita: C'era una volta Angelo Musco.
@sicilianewseinfo
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#sicilia #catania #teatro #angelomusco #attorisiciliani
Angelo Musco (Catania, 18 ottobre 1871 – Milano, 6 ottobre 1937) è stato un attore italiano di cinema e teatro.
Nacque nel popolare rione catanese del Fortino, ed era il quattordicesimo figlio di Sebastiano, un piccolo bottegaio di origini maltesi[1], e della casalinga Francesca Cosenza. Visse un'infanzia povera, e fin da adolescente Musco intraprese diversi lavori, anche umili: barbiere, calzolaio, muratore.
Entrò nel teatro all'età di sedici anni con l'"Opera dei pupi", il teatro tradizionale siciliano, e nel 1884 venne scritturato dalla compagnia marionettistica di Michele Insanguine.
Nel 1889 entrò in contatto con il teatro di varietà, e lavorò per vari teatri siciliani, fino al 1899, quando entrò nella compagnia teatrale di Giovanni Grasso, che recitava soprattutto in dialetto.
Dal 1902 iniziò a collaborare con Nino Martoglio, che lo aveva visto a Roma mentre rappresentava Malìa di Luigi Capuana e I Mafiusi di Giuseppe Rizzotto e Gaspare Mosca. Martoglio fu direttore della sua compagnia dal 1907 e per lui scrisse San Giovanni decollato e L'aria del continente. Collaborò anche con Pier Maria Rosso di San Secondo, che gli fornì Madre. Il 7 dicembre 1906 entrò come membro effettivo nella Loggia Roma di Roma[2]. Lavorò anche con Marinella Bragaglia con la quale fondò nel 1912 la compagnia teatrale denominata Drammatica Compagnia Siciliana Marinella Bragaglia - Angelo Musco e sciolta due anni dopo, e poi la Comica Compagnia Siciliana del Cav. Angelo Musco, dove entrò l'attrice Rosina Anselmi, e supportato dal critico Renato Simoni e da Luigi Pirandello.
Il premio Nobel scrisse per lui alcune commedie, tra cui 'A birritta cu' i ciancianeddi (che Musco rappresentò a Roma), Liolà e Pensaci, Giacomino!. Quest'ultima commedia venne trasposta anche in un film di cui Musco fu protagonista: la sua carriera cinematografica iniziò nel 1932 ed ebbe un grande successo.
Nel corso degli anni venti e trenta, Musco e la sua compagnia fecero numerose tournée in Italia e nel mondo, e riscosse enormi successi. Il suo esordio internazionale avvenne nel 1927 sul palcoscenico del Manhattan Opera House di New York con L'aria del continente di Martoglio.
Nel 1937, Musco recitò in uno spettacolo al Teatro Olimpia di Milano, ma subito dopo la rappresentazione venne colpito da un attacco di angina pectoris e morì.
La bravura di Musco stava nella sua comicità e nell'interpretazione psicologica dei personaggi che rappresentava. Spesso aggiungeva elementi estemporanei e originali alle opere che rappresentava, rendendole più reali. Giorgio Walter Chili ha diretto nel 1953 un film-documentario sulla sua vita: C'era una volta Angelo Musco.
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Sfochiti, terra mia.
Sfoca tuttu lu duluri, munti mio.
Ca quannu fai accussì mi fai scantari...
A terra fai trimari, talmente si nirvusa, ca u focu ti fannu ittari, poi taqqueti picchi si fimmina e si sapi ca i fimmini u duluri so portunu ri rinta, e allura tutta muta, senza fari dannu ti metti a taliari u mari.
@sicilianewseinfo
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#catania
Sfoca tuttu lu duluri, munti mio.
Ca quannu fai accussì mi fai scantari...
A terra fai trimari, talmente si nirvusa, ca u focu ti fannu ittari, poi taqqueti picchi si fimmina e si sapi ca i fimmini u duluri so portunu ri rinta, e allura tutta muta, senza fari dannu ti metti a taliari u mari.
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Siracusa (Sicilia) - Questa bellissima e suggestiva immagine ritrae un particolare della monumentale Fontana di Diana, sita in piazza Archimede (Ortigia).
Al centro della Fontana di Diana, opera dell'architetto Giulio Moschetti (Ascoli Piceno, 26 maggio 1847 - Catania, 8 dicembre 1909) con la collaborazione del figlio scultore Mario Moschetti, la dea della caccia si erge nella sua calma fierezza olimpica.
Ai suoi piedi Alfeo assiste stupefatto alla trasformazione in fonte dell’amata ninfa Aretusa: estenuata dall’inseguimento erotico dell’amante, la fanciulla ha chiesto aiuto a Diana che opera la metamorfosi, facendola dapprima sprofondare nella terra e poi riaffiorare nell’isola di Ortigia, la porzione più antica della città siciliana.
Dando così vita alla fonte che di Aretusa ha preso il nome.
Il gruppo scultoreo in cemento armato di piazza Archimede, composto anche da quattro Tritoni (Tritone è, nella mitologia greca, il figlio del dio del mare Poseidone e della nereide Anfitrite) che cavalcano due cavalli marini e due Pistrici (la Pistrice nella mitologia greca e romana è un leggendario mostro marino, dotato di coda di serpente) impennati sulle onde, fu edificato, in stile liberty, tra il 1906 e il 1907, su commissione del Comune di Siracusa.
@sicilianewseinfo
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📚tradizionisiciliani
Al centro della Fontana di Diana, opera dell'architetto Giulio Moschetti (Ascoli Piceno, 26 maggio 1847 - Catania, 8 dicembre 1909) con la collaborazione del figlio scultore Mario Moschetti, la dea della caccia si erge nella sua calma fierezza olimpica.
Ai suoi piedi Alfeo assiste stupefatto alla trasformazione in fonte dell’amata ninfa Aretusa: estenuata dall’inseguimento erotico dell’amante, la fanciulla ha chiesto aiuto a Diana che opera la metamorfosi, facendola dapprima sprofondare nella terra e poi riaffiorare nell’isola di Ortigia, la porzione più antica della città siciliana.
Dando così vita alla fonte che di Aretusa ha preso il nome.
Il gruppo scultoreo in cemento armato di piazza Archimede, composto anche da quattro Tritoni (Tritone è, nella mitologia greca, il figlio del dio del mare Poseidone e della nereide Anfitrite) che cavalcano due cavalli marini e due Pistrici (la Pistrice nella mitologia greca e romana è un leggendario mostro marino, dotato di coda di serpente) impennati sulle onde, fu edificato, in stile liberty, tra il 1906 e il 1907, su commissione del Comune di Siracusa.
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Uno dei luoghi più belli della Sicilia e del mondo è chiuso al pubblico.
E' la meravigliosa, enorme, indescrivibile e sconosciuta cripta normanna della Cattedrale di Messina.
Una cripta con una luce naturale inimmaginabile, e un tessuto di stucchi barocchi da togliere il fiato, una trama che vibra...uno spazio che ha quasi 1000 anni, miracolosamente sopravvissuto a tutti i terremoti.
@@sicilianewseinfo
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#Messina
E' la meravigliosa, enorme, indescrivibile e sconosciuta cripta normanna della Cattedrale di Messina.
Una cripta con una luce naturale inimmaginabile, e un tessuto di stucchi barocchi da togliere il fiato, una trama che vibra...uno spazio che ha quasi 1000 anni, miracolosamente sopravvissuto a tutti i terremoti.
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#Messina
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Da Ciuri Ciuri a Vitti na crozza e Cocci d'amuri, la Sicilia raccontata attraverso le più belle canzoni popolari @sicilianewseinfo
#goodnews 〽️
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Telegraph
Da Ciuri Ciuri a Vitti na crozza e Cocci d'amuri, la Sicilia raccontata attraverso le più belle canzoni popolari
SICILIA – La Sicilia è una terra che si distingue per il suo forte legame degli abitanti al territorio, un senso d’appartenenza che trasuda di tradizione, storia, cultura e, perché no, anche musica. Tante sono, infatti, le canzoni popolari che – di generazione…
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