♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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📸Pio Andrea Peri
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Siracusa è un comune siciliano di 118 178 abitanti, capoluogo del libero consorzio comunale omonimo.

Siracusa detiene una storia millenaria: Primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. A Siracusa nacque Archimede, che si pose a capo della sua difesa durante l'assedio dei Romani nel 212 a.C. Siracusa fu per secoli la città capitale della Sicilia, fino alla conquista da parte degli Arabi, avvenuta nell'878.

Trasformatasi in epoca spagnola in una fortezza, il centro storico, ovvero Ortigia, assunse l'odierno aspetto barocco con la ricostruzione intrapresa a seguito del terremoto del 1693.
Nel 1943, venne firmato a Siracusa, l'armistizio che sanciva la cessazione delle ostilità tra il Regno d'Italia e le forze alleate degli anglo-americani; passato alla storia come l'armistizio di Cassibile.

Nel 1953, nella città di Siracusa avvenne la miracolosa lacrimazione di un'effigie in gesso raffigurante il Cuore Immacolato di Maria, posta al capezzale dei coniugi Iannuso presso la loro umile abitazione in via degli Orti. E così venne eretta La basilica santuario Madonna delle Lacrime è una basilica minore e santuario mariano.

Data la sua importanza, nel 2005 la città è stata dichiarata patrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO.

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I protagonisti della ricetta di oggi sono i totani ripieni, cucinati a ghiotta alla siciliana, o meglio alla messinese. Dovete sapere che il 15 agosto per Messina è un giorno importante: è il giorno della Vara. E per la mia famiglia è il giorno dei totani ripieni a ghiotta. In realtà, la tradizione messinese vorrebbe che per festeggiare la Vara si preparino i galletti con il pomodoro. Mia madre però, che è di origine palermitana, li detesta cordialmente. E io anche. Così, da quando ho memoria, mia madre prepara i totani. Ho scelto di raccontarvi proprio oggi la ricetta dei totani ripieni a ghiotta e la tradizione della Vara (fuori stagione), perché per me sono due cose legate in modo inscindibile. Ho trovato i totani dal mio pescivendolo. E non posso non approfittare della ghiotta occasione (battuta facile, lo ammetto) per raccontarvi questa ricetta e la festa della Vara.

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II sugo alla ghiotta
Uno dei piatti simbolo della mia città, infatti, è il sugo a ghiotta alla messinese: un intingolo preparato con olio extravergine, cipolle, sedano, capperi, olive in salamoia e pomodoro, semplice ma goloso. In questo sugo viene cotto il pesce. Innanzitutto il pesce spada dello Stretto. E se passaste da Messina, vi suggerirei di guardare il mare la notte, con le luci delle lampare che segnalano le piccole imbarcazioni disseminate sull’acqua. Un paesaggio dell’anima per ogni siciliano che varchi il mare dello Stretto.
Alla ghiotta vengono preparati anche il pesce stocco e il baccalà, lasciati a Messina in eredità dai norvegesi che, con le loro navi, hanno soccorso la cittadinanza all’indomani del terremoto e del conseguente maremoto del 1908. Pesce spada e pesce stocco a ghiotta sono molto noti, la loro fama ha sorpassato anche i confini cittadini. Pochi conoscono invece la ricetta che vi presento oggi, i totani ripieni a ghiotta. Un piatto che unisce il sugo più tipico della città dello Stretto ai totani, un altro dei pesci simbolo dei mari siciliani.

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Totani e calamari
Totani e calamari appartengono entrambi alla famiglia dei cefalopodi e sono molto simili. Nonostante i calamari siano ritenuti un pesce pregiato e siano sicuramente più morbidi, un vero siciliano ha nel proprio cuore i totani. Un pesce più rustico, da trattare con attenzione. Più duro se non gli si lascia il giusto tempo di cottura, ma sicuramente molto, molto più saporito. Ripieni, con la solita farcia sicula a base di pane grattugiato, pecorino canestrato, prezzemolo, capperi, pomodoro e olio extravergine, i totani fanno la loro magia e diventano un piatto delizioso e profumato. Cotti nel sugo alla ghiotta sono indimenticabili, come anche in umido o ripieni. Trovate tante idee da provare tra le mie RICETTE CON TOTANI E CALAMARI.
Purtroppo, questo è un piatto che ormai si mangia soltanto in famiglia, spesso durante il rito del pranzo della domenica: i ristoranti non lo propongono quasi più, anche perché privilegiano l’uso dei calamari a quello dei totani. La cottura ottimale è in una pentola di coccio: anticamente la si poggiava sulla brace, esattamente come si faceva per la PASTA ‘NCASCIATA ALLA MESSINESE e per tante altre RICETTE SICILIANE. Ho abbinato i totani ripieni a ghiotta alla messinese con un altro dei simboli della mia città: la birra Messina Cristalli di Sale. La storia di Messina è legata a quella di questa birra che è cresciuta insieme a questa città, fino ad essere conosciuta in tutta la Sicilia e anche oltre. Quando mi è stato chiesto dal Brand Birra Messina di ideare una ricetta che rappresenti la mia terra e le sue tradizioni, non ho avuto dubbi. L’abbinamento totani ripieni e birra ghiacciata è perfetto. Lo capirete da voi provando questa ricetta e gustandola con una birra Messina. Vi sembrerà di essere in Sicilia.

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INGREDIENTI

150 grammi di pane grattugiato
200 grammi di mollica di pane o pane in cassetta
capperi dissalati, quanto basta
olio extravergine di oliva, quanto basta
sale e pepe, quanto basta
100 grammi di pecorino siciliano Dop grattugiato
uno spicchio di aglio
prezzemolo fresco, quanto basta
8 pomodori Piccadilly
PER IL SUGO ALLA GHIOTTA:
2 coste di sedano
una cipolla grande di Tropea o 2 piccole
una manciata di capperi di Pantelleria Igp
150 grammi olive verdi salate in salamoia
olio extravergine, quanto basta
sale, quanto basta
600 grammi di pomodori pelati

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ERICE

Erice è un comune siciliano di 26 909 abitanti del libero consorzio comunale di Trapani. Dal 1167 al 1934 ebbe il nome di Monte San Giuliano.

Nel centro cittadino che è posto sulla vetta dell'omonimo Monte Erice, sono residenti solo 1024 abitanti (popolazione che si decuplica nel periodo estivo), mentre la maggior parte della popolazione si concentra a valle, nell'abitato di Casa Santa, contiguo alla città di Trapani. Il nome di Erice deriva da Erix, un personaggio mitologico, figlio di Afrodite e di Bute, ucciso da Eracle.

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Nel 2003 casualmente venne scoperto questo splendore

Ecco dove si trova:

La Camera delle meraviglie fa parte di un appartamento della via Porta di Castro nei pressi del mercato di Ballarò di Palermo.

La sua scoperta risale al 2003, quando in una stanza dell'appartamento venne casualmente portata alla luce decorazioni con motivi arabi.

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L'Etna sorge sulla costa orientale della Sicilia, a sud-ovest dei Monti Peloritani e a sud-est dei Monti Nebrodi, nel territorio della città metropolitana di Catania ed è attraversato dal 15º meridiano est, che da esso prende il nome. Con un diametro di oltre 40 chilometri e un perimetro di base di circa 135 km, occupa una superficie di 1265 km².

L'Etna è il più alto vulcano attivo terrestre della placca euroasiatica. Le sue frequenti eruzioni hanno modificato a volte anche profondamente, il paesaggio circostante e in tante occasioni hanno costituito una minaccia per gli insediamenti abitativi circostanti.

Nel 2013 L'UNESCO, ha inserito l'Etna nell'elenco dei beni del Patrimonio dell'umanità.

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Vacci Lisciu è na frasi tipica chi da picciriddi sentiamu diri quannu si jucava a “briscula”, ma li
nanni ci cuntanu ca nni tempi passati ‘sta scritta, accumpagnata da n’assu di bastuni, si truvava
pitturata supra li “masciddari” di carretti siciliani di chiddi chi nun avianu paura di l’omini
malavitosi: era n’avvertimentu a stari luntani e a nun fari sciarre e macari na sorti di amuletu contru
li iettaturi di li ‘nvidiusi.

Questo e' il vero significato del famoso termine siciliano Vacci Lisciu.

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"Vacci Lisciu" Traduzione

È una tipica frase siciliana che da piccoli sentivamo dire quando si giocava a “briscola”, ma i nonni ci raccontano che in tempi passati questa scritta, accompagnata dall’asso di bastoni, si trovava dipinta sui “masciddari” dei carretti siciliani di coloro che non avevano paura degli uomini malavitosi: era un avvertimento a stare lontani e a non attaccar briga e, probabilmente, anche una sorta di amuleto contro le iettature degli invidiosi. Questo e' il vero significato del famoso termine siciliano Vacci Lisciu.

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