La Mafalda siciliana
Della storia delle mafalde siciliane non si sa tanto, ma secondo alcuni libri della gastronomia siciliana , sembrano siano nate nell’800 a Palermo. In realtà si pensa che ad ispirare questo profumatissimo lievitato sia stata una ricetta araba, visto la presenza di una delle caratteristiche culinarie arabe, cioè la giuggiulena o semi di sesamo.
Quello che sembra certo che sia siano diffuse in poco tempo in tutta la Sicilia, e che nel 900 sarà un panettiere Catanese, a dedicare questo particolare lievitato, alla principessa Mafalda di Savoia, chiamando questo panino in suo nome.
Del perché la forma sia a forma di doppia 's' anche questo sembra sconosciuto. Esistono altre due varianti di questi panini chiamate “gli occhi di Santa Lucia” e “la corona”.
Ancora una curiosità: in passato qui in Sicilia, prima che arrivasse la famosa brioche con il tuppo, la mafaldina era servita con la granita, ottimo abbinamento grazie al suo gusto.
Della storia delle mafalde siciliane non si sa tanto, ma secondo alcuni libri della gastronomia siciliana , sembrano siano nate nell’800 a Palermo. In realtà si pensa che ad ispirare questo profumatissimo lievitato sia stata una ricetta araba, visto la presenza di una delle caratteristiche culinarie arabe, cioè la giuggiulena o semi di sesamo.
Quello che sembra certo che sia siano diffuse in poco tempo in tutta la Sicilia, e che nel 900 sarà un panettiere Catanese, a dedicare questo particolare lievitato, alla principessa Mafalda di Savoia, chiamando questo panino in suo nome.
Del perché la forma sia a forma di doppia 's' anche questo sembra sconosciuto. Esistono altre due varianti di questi panini chiamate “gli occhi di Santa Lucia” e “la corona”.
Ancora una curiosità: in passato qui in Sicilia, prima che arrivasse la famosa brioche con il tuppo, la mafaldina era servita con la granita, ottimo abbinamento grazie al suo gusto.
La lingua siciliana è meravigliosa e musicale: ecco alcuni termini intraducibili...
AZZIZZARE. Significa mettere a posto, aggiustare, fare in modo che qualcosa funzioni.
AMMÀTULA. Vuol dire “inutilmente” o “invano”. Avrete sicuramente sentito il modo di dire “longo a matula”.
MURRITUSU. Questa parola vuol dire “discolo”.
INTRALLAZZO. Si definisce così un imbroglio, un affare illecito. Alla fine della seconda guerra mondiale questa parola entra nella lingua italiana, in seguito allo sviluppo del mercato nero.
SFUSO. Deriva dal termine siciliano “sfusu”, si utilizza per indicare qualcosa che non è confezionato.
SCIABICA. Questa parola ha origini arabe (shabaka) ed è entrata a far parte della lingua italiana già nel 1600, grazie il siciliano. Indica la rete da pesca a strascico.
ARRIDDUCÌRISI prende il senso dalla frase: m'arridducìvu tardu, ho fatto tardi; talè còmu s'arridducìu, guarda come si è ridotto.
AZZIZZARE. Significa mettere a posto, aggiustare, fare in modo che qualcosa funzioni.
AMMÀTULA. Vuol dire “inutilmente” o “invano”. Avrete sicuramente sentito il modo di dire “longo a matula”.
MURRITUSU. Questa parola vuol dire “discolo”.
INTRALLAZZO. Si definisce così un imbroglio, un affare illecito. Alla fine della seconda guerra mondiale questa parola entra nella lingua italiana, in seguito allo sviluppo del mercato nero.
SFUSO. Deriva dal termine siciliano “sfusu”, si utilizza per indicare qualcosa che non è confezionato.
SCIABICA. Questa parola ha origini arabe (shabaka) ed è entrata a far parte della lingua italiana già nel 1600, grazie il siciliano. Indica la rete da pesca a strascico.
ARRIDDUCÌRISI prende il senso dalla frase: m'arridducìvu tardu, ho fatto tardi; talè còmu s'arridducìu, guarda come si è ridotto.
Basta un attimo per sentirti avvolta da una sensazione nuova e antica, avvolgente e narcotizzante assieme, quell’attimo in cui poggi il piede su quest’isola, appena scesa da un treno o da un aereo. E subito capisci che questa terra, questo paesaggio, questa luce ti appartengono, fanno parte del tuo dna, delle tue radici, della tua anima, di qualcosa che senti tuo…
(Claudia Cardinale)
(Claudia Cardinale)