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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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🐈‍⬛ Il gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris) è una sottospecie continentale presente in un vasto areale comprendente la #Scozia, l’Europa centrale, la penisola Iberica ed i #Balcani. Presente anche in Italia, con una popolazione stimata in circa 700 – 800 animali, vive sulle Alpi Giulie ed in alcune valli delle Alpi Carniche, sulle #Alpi occidentali, sull’Appennino centrale, sull’Appennino calabro, nel Gargano, nel Vulture, in Sardegna ed in Sicilia.

In Sicilia il gatto selvatico ha un patrimonio genetico «unico» e distinto dagli altri esemplari europei e italiani. La distribuzione del gatto selvatico siciliano è a macchia di leopardo. Esistono piccole colonie isolate che vivono sull’Etna, sui #Nebrodi e sulle #Madonie.

I numeri dei soggetti sono estremamente limitati e ciò rende il gatto selvatico siciliano a rischio estinzione.
La diversità e la tipicità dei soggetti siciliani è dimostrata da uno studio che ha accertato una unicità del suo patrimonio genetico rispetto al patrimonio genetico delle colonie italiane ed europee. Il paradosso è che seppure il patrimonio genetico del gatto selvatico siciliano è più simile a quello domestico di quanto non lo sia con gli altri nuclei di gatti selvatici europei, è geneticamente discendente dal gatto selvatico europeo, mentre i gatti domestici europei sono discendenti dal gatto selvatico africano.

Questo paradosso è legato probabilmente all’insularità che come in altre specie ha creato dei soggetti con patrimonio genetico peculiari. La peculiarità genetica si palesa anche nell’espressione fenotipica. I soggetti siciliani infatti, hanno una colorazione di base più scura per una maggiore presenza di melanina e si tratta di soggetti più corposi.

Il gatto selvatico siciliano è il carnivoro selvatico di maggiore taglia presente nella fauna selvatica siciliana. Si trovano circa 1000 esemplari nei parchi dell’Etna, delle Madonie e dei Nebrodi. Avvistamenti sporadici sono stati rilevati nel trapanese nella #Riserva dello Zingaro. Le popolazioni più numerose, complessivamente si stima circa un migliaio di esemplari, sono state avvistate sull’Etna e nei boschi delle Madonie e dei Nebrodi.

Un centinaio nella zona etnea quelle studiate grazie alle foto trappole di cui si è servito Stefano Anile. Due avvistamenti insoliti sono avvenuti invece alla Riserva dello Zingaro.
L’Etna rappresenta per il gatto selvatico un habitat idoneo e ospita una popolazione tra le più dense riportate in letteratura (0,3 gatti per km2). Lo studio ha tuttavia evidenziato una contrazione dell’habitat del gatto selvatico probabilmente derivante da un pascolo eccessivo e prolungato.

L’ibridazione con le specie domestiche e il bracconaggio mette a rischio di estinzione il gatto selvatico siciliano.

💻 Fonte

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📍Cefalù ☀️ Voilà🎻

Samuele Palumbo, violinista e giovane talento della Kids Orchestra del Teatro Massimo di Palermo ha vinto la decima edizione del programma televisivo Tu Si Que Vales.

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Il giovane ha conquistato la giuria e il pubblico del talent show con l’energia e la verve della sua esibizione sbaragliando gli avversari.

“Una grande emozione per tutti noi e un grande orgoglio” – dice il Maestro Michele De Luca, direttore delle formazioni giovanili della Fondazione Teatro Massimo, di cui Samuele fa parte. 

Nato a Cefalù nel 2011, Samuele è stato ammesso all’età di 6 anni al Conservatorio di Musica “A. Scarlatti” di Palermo dove attualmente segue gli studi di violino nella classe della Professoressa Roberta di Marco.

Nel 2020 ha superato brillantemente l’audizione per entrare a far parte della “Massimo Kids Orchestra”, compagine giovanile della Fondazione Teatro Massimo di Palermo, con cui tuttora collabora tra i primi violini.

Si è già esibito da solista al Teatro Massimo, accompagnato dalla “Massimo Youth Orchestra” e sotto la direzione del Maestro Michele De Luca.

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Il Castello di Roccavaldina (ME)

In un paese di circa 1000 abitanti situato a metà strada tra Messina e Milazzo prende vita il Castello di Roccavaldina, la testimonianza storico-architettonica più importante e significativa di Roccavaldina.

Si tratta di una maestosa costruzione sorta inizialmente come struttura difensiva e successivamente ampliata ed adibita a residenza principesca della nobile famiglia dei Prinicipi Valdina.

Il Castello presenta una facciata tipica normanno-sveva con configurazione medioevale di due torri fortificate e merlature guelfe ed un grandioso portale a sesto acuto. Da qui si apre un prezioso loggiato rinascimentale a cinque arcate attributo a Camillo Camilliani o a Jacopo Del Duca, entrambi discepoli di Michelangelo e un monumentale scalone di accesso di marmo della rinomata, ma ormai estinta cava di Billiemi.

Il Castello è unico nel suo genere in quanto l’unico castello di stile fiorentino della Sicilia. Sugli architravi in marmo delle porte e delle finestre si alternano una pigna ed una conchiglia in uno stile simil-barocco esuberante che anticipa il mondo siciliano del seicento. Sul lato nord del castello una merlatura ghibellina a sorpresa, in contrasto con la merlatura anteriore guelfa.

Oggi il Castello di Roccavaldina è la dimora privata degli ultimi discendenti di questa antica famiglia nobiliare che si prodigano per far conoscere questo capolavoro storico-architettonico, rendendolo fruibile alla comunità e occasionalmente aprendo le sue porte ad eventi e cerimonie per poter conseguire una ottimale valorizzazione del bene stesso.

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