♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Pochi chilometri ad est di Canicattì si estende la contrada Vito Soldano, sede di un vasto insediamento tardoromano, noto da lungo tempo ed indagato con diverse campagne di scavo a partire dalla fine degli anni ’50.

Gli scavi hanno messo in luce un edificio di carattere termale, costituito da ambienti strettamente destinati al ciclo dei bagni, sia riscaldati (tepidarium, calidarium) che non riscaldati (apodyterium, frigidarium), e da vani accessori, che possiamo immaginare venissero utilizzati per l’attività ginnica, i massaggi ecc.

Gli ambienti propriamente termali erano costruiti in conglomerato cementizio ed avevano probabilmente copertura a volta: parte di una delle volte, relativa ad un ambiente absidato, si è conservata nel corso dei secoli.

Durante gli scavi inoltre sono stati rinvenuti diversi esemplari di tubuli fittili, del tipo utilizzato di solito per alleggerire le volte. Il rinvenimento di numerose tessere di mosaico testimonia che alcuni degli ambienti dovevano avere pavimenti musivi, che non si sono però conservati.

Il complesso termale era inserito all’interno di un vasto insediamento, del quale finora sono state messe in luce alcune strade, ortogonali tra di loro, e una piccola parte dell’abitato, coevo, a quanto sembra, all’edificio dei bagni, che risulta costruito in età costantiniana (fine del III secolo/inizi del IV) ed abbandonato intorno alla metà del V secolo.

Nell’insediamento si è proposto di riconoscere la mansio di Corconiana, una delle stazioni di sosta menzionate dall’Itinerarium Antonimi lungo la strada romana Agrigento-Catania.

(Parchi Archeologici Regione Sicilia )

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🗓️ 7 GENNAIO 2024

📖Proverbiu du jionnu

"L'invidiusu campa piniannu"

🗞Videmu chi succidiu na vota di sti tempi.

👑 FINE DELL’USURPATORE

Il 7 gennaio 1285 moriva a #Foggia Carlo d’#Angiò, il fratello del Re di #Francia noto nella storia siciliana per aver usurpato la corona del Regno di #Sicilia dal 1266, anno della vittoria su Re Manfredi, al 1282, anno della rivoluzione del #Vespro che condusse alla cacciata degli angioini dall’Isola.

Privato della Sicilia, ma rimasto sul trono di #Napoli e in perenne guerra contro la coalizione siculo-aragonese, Carlo morì stremato dalla febbre. A succedergli fu il figlio Carlo II lo Zoppo.

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Sarcofago di Adelfia, il presepe più antico del mondo, si trova al "Museo di Siracusa".

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"Eccezionale appare il sarcofago di Adelfia, conservato nel Museo di Siracusa. La cassa, datata tra 340 e 350, è decorata a fregio continuo con le storie di Cristo.

Sotto una fragile capanna con il tetto di tegole e coppi, avvolto nelle fasce, dorme il Bambino sdraiato in una greppia fatta di vimini. Il bue e l’asino stanno di lato.

Dopo un pastore (Luca, 2, 4-19), riconoscibile dal caratteristico bastone, Maria è seduta ai margini della scena avvolta nel pallio, il mantello; sull’altro lato i Magi con i loro doni seguono la stella che sembra quasi muoversi per posarsi sul tetto…” (da un articolo di Maria Milvia Morciano in Vatican News).

Meraviglia dell’età costantiniana, ritrovato il 12 giugno 1872 all’interno della Catacomba di San Giovanni, nelle viscere di Siracusa, durante la campagna di scavi diretta da Francesco Saverio Cavallari, con lo scopo di accertare l'epoca delle catacombe presenti.

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I “Ciaramiddari”, gli zampognari siciliani.

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Fra le tradizioni musicali, connesse alla celebrazione del Natale in Sicilia, si sono mantenute quelle dei ciaramiddari: gli zampognari.Con canti, musiche strumentali e azioni drammatiche si torna ogni anno a celebrare la Natività: dal 29 novembre, quando inizia la novena dell’Immacolata, fino al 6 gennaio, ricorrenza dell’Epifania.

La zampogna o ciaramedda è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni a sacco, dotato di quattro o cinque canne, che vengono inserite in un ceppo, dove viene legato l’otre.

L’otre in questione è creato con un’intera pelle di capra o di pecora. Delle cinque canne, solo due sono strumento di canto, mentre le altre servono ad emettere una nota fissa.

La diffusione di questo strumento è da far risalire a epoche molto antiche. Il repertorio degli zampognari consisteva in semplici melodie popolari, legate alle festività natalizie. Dal 1754, anno in cui Sant’Alfonso Maria de Liguori inventò “Tu Scendi dalle Stelle”, questa fu una delle canzoni che gli zampognari si tramandarono più spesso.

La Cartolina postale è dei primi anni del '900, raffigura un suonatore di zampogna a chiave di Monreale davanti alla cona (coll. G. Fugazzotto)

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Antichi mulini ad acqua - Castrofilippo (AG)

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Ubicati tra le campagne del Castellaccio, Azzalora e Pìcciola di Castrofilippo, si trovano i resti di quattro antichi mulini ad acqua risalenti al 1600, che rispecchiano la tipica forma del mulino ad acqua siciliano.

La struttura muraria di questo tipo di mulino era formata dalla successione architettonica di un acquedotto, un bastione e la casa del mulino.

I mulini ad acqua di Castrofilippo erano: il Mulino delle Rocche, detto anche Mulinu di Susu; il Mulino d’Immiezzu; il Mulino dell’Azzalora, detto Mulinu di Jusu; il Mulino di S.Antonino. Quest’ultimo era il meno adoperato perché si trovava in una posizione disagiata e spesso veniva travolto dalla potenza dell’acqua (è stato infatti ricostruito più volte).

Dunque i mulini più importanti della zona, per la quantità di grano molita, erano solo i primi tre, che si trovavano in un territorio la cui conformazione naturale permetteva un’ingente raccolta di acqua che alimentava il fiume Bigini in un tratto breve di poco più di un km.

I mulini erano di proprietà dei Duchi di Castrofilippo, che ottenevano il guadagno tenendo per loro un ottavo del macinato; la quinta parte di esso andava al Comune, che aveva il compito di curare la manutenzione tramite operai specializzati, noti come maestri dei corsi d’acqua.

Il più importante tra i tre mulini, che erano attivi tutto l’anno, era il Mulino d’Immiezzu in quanto era dotato di una macina più grande, che di conseguenza macinava una quantità di grano maggiore; tale mulino era inoltre gravato dal censo, pertanto annualmente destinava 500 onze per la manutenzione della Chiesa Madre.

I mulini ad acqua furono utilizzati fino agli anni Trenta del ‘900, quando fu costruito il più moderno mulino cittadino del Sacro Cuore di Gesù da parte di Don Vincenzo Savatteri.

(Informazioni storiche tratte da C. Serravillo)

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