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📍Sperlinga un tesoro nascosto di Sicilia.
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🏰 Il castello di Sperlinga e le sue grotte.
Tra i Nebrodi e le Madonie, quasi al centro della Sicilia, incastrato in un'alta roccia, che sovrasta tutte le altre sulle quali è costruito il paese, sorge il castello in parte scavato in una gigantesca mole d'arenaria dai Siculi a partire dal XII secolo a.C., e in parte costruito sulla stessa roccia intorno all'anno Mille.
Oltre al castello, un altro spettacolo è dato dall' "aggrottato". Tutto il fianco del castello che si riversa sul paese è interamente "traforato" da una cinquantina di grotte artificiali, scavate dall'uomo in tempi lontanissimi. Collegate le une alle altre da stradine e scalini anch'essi ricavati dalla rupe, costituiscono, nel loro insieme, un suggestivo borgo rupestre. Ognuna, al suo interno, si è trasformata in umile abitazione, con una o due stanze al massimo che ancora recano i segni dei millenni trascorsi lì dentro. Alcune sono state acquistate dal Comune e adibite a museo etnografico.
Tutta la zona intorno a Sperlinga è, come dice il nome, ricca di spelonche, di grotte scavate nella roccia arenaria. Tra i siti rupestri più interessanti si segnalano quello di Contrada Rossa, che forse ospitava una comunità paleocristiana (sulla cui chiesa è stata successivamente impiantata una moschea, come si può notare), quello della Contrada SS. Quaranta, nelle cui grotte sono ricavate nicchie sepolcrali dei sec. IV-VI sec. d.C, e quello di Peirito, con tombe paleocristiane.
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Tra i Nebrodi e le Madonie, quasi al centro della Sicilia, incastrato in un'alta roccia, che sovrasta tutte le altre sulle quali è costruito il paese, sorge il castello in parte scavato in una gigantesca mole d'arenaria dai Siculi a partire dal XII secolo a.C., e in parte costruito sulla stessa roccia intorno all'anno Mille.
Oltre al castello, un altro spettacolo è dato dall' "aggrottato". Tutto il fianco del castello che si riversa sul paese è interamente "traforato" da una cinquantina di grotte artificiali, scavate dall'uomo in tempi lontanissimi. Collegate le une alle altre da stradine e scalini anch'essi ricavati dalla rupe, costituiscono, nel loro insieme, un suggestivo borgo rupestre. Ognuna, al suo interno, si è trasformata in umile abitazione, con una o due stanze al massimo che ancora recano i segni dei millenni trascorsi lì dentro. Alcune sono state acquistate dal Comune e adibite a museo etnografico.
Tutta la zona intorno a Sperlinga è, come dice il nome, ricca di spelonche, di grotte scavate nella roccia arenaria. Tra i siti rupestri più interessanti si segnalano quello di Contrada Rossa, che forse ospitava una comunità paleocristiana (sulla cui chiesa è stata successivamente impiantata una moschea, come si può notare), quello della Contrada SS. Quaranta, nelle cui grotte sono ricavate nicchie sepolcrali dei sec. IV-VI sec. d.C, e quello di Peirito, con tombe paleocristiane.
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Racconta Viaggi
Cosa visitare in Sicilia - Castello di Sperlinga e il borgo
Il Castello di Sperlinga è uno dei posti da visitare in Sicilia. Con le sue grotte Sperlinga e il suo castello, è un luogo che regala magia e stupore antico.
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🏰 Castello di Sperlinga
É un #castellomedievale costruito sulla rocca 🪨 che domina il #borgo di #sperlinga scavato in un grande monolite di roccia arenaria, sopra #grotte di #templi sacri che risalgono a 4.000 anni fa.
Arrivati in cima si può godere di un #panorama mozzafiato 🌅
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Semplicemente Ortigia/Siracusa
Il bellissimo Duomo baciato dalla Luna Rossa.
Buona Notte✨
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🏛 AGRIGENTO
Valle dei Templi, costruita nel 581 a.C dagli abitanti di Gela (che a sua volta erano originari delle isole di Rodi e Creta) e dichiarata dall’Unesco, nel 1997, “patrimonio mondiale dell’umanità”, tra ulivi centenari e mandorli, si trova uno dei maggiori complessi archeologici del Mediterraneo.
Questo in foto è “Il Tempio della Concordia” l’unico tempio rimasto intatto.
Orientato verso est per rispettare il criterio classico greco che prevedeva che l’ingresso alla cella ospitante la statua della divinità fosse illuminato dal sole nascente, fonte e principio di vita.
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Oggi parleremo di una delle più belle canzoni d’amore della musica popolare siciliana, il canto “Mi votu e mi rivotu“. Questa canzone popolare è stata cantata da diversi artisti siciliani e non, ma è conosciuta grazie all’interpretazione di Rosa Balistreri, cantante e cantastorie siciliana.
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Il canto è molto antico e l’autore, come in quasi tutti i canti popolari, è sconosciuto. Rosa Balistreri in un’intervista afferma di aver sentito cantare questa canzone per la prima volta dentro il carcere di Palermo, attribuendola così a un carcerato. In realtà il testo di questa canzone è antichissimo ed è presente in molte raccolte di canzoni siciliane.
La canzone si ritrova nella raccolta che Lionardo Vigo Calanna, marchese di Gallodoro (Acireale, 25 settebre 1799 – 14 aprile 1879), poeta, filologo e politico italiano, pubblico nel 1870 con il titolo “Raccolta amplissima di canti siciliani” frutto del lavoro intenso di ricerca e raccolta di canti in vari paesi della Sicilia durato più di 20 anni, con il numero 613 a pag. 230 con il titolo “Nun dormu né riposu” della zona di Palermo. La canzone è presente nella raccolta di Giuseppe Pitrè (Palermo, 21 dicembre 1841 – 01 aprile 1916) a pag. 3 dell’appendice del vol. 2 con la partitura musicale al n° 5. mi-votu-e-mi-rivotuIl Salomone Marino Salvatore, medico e folclorista (Borgetto, Palermo, 1847 – 1916), nel libro “Canti popolari siciliani in aggiunta a quelli di Vigo” la riporta con il titolo “Nun dormu né riposu a tia pinsannu” al n° 125. La canzone è presente nella raccolta di canzoni siciliane della provincia etnea del 1882 “Eco della Sicilia” di Francesco Paolo Frontini (Catania, 6 agosto 1860 – 26 luglio 1939), musicista e compositore siciliano, con il titolo di “Canzone villereccia” con spartito allegato.
Comunque la canzone è antichissima perchè, se è vero che si ritrova nei testi del 1870 del Vigo e del 1882 del Frontini, è presumibile che la canzone sia ancora più antica almeno di 100 anni, periodo impiegato perchè una canzone scritta da un autore sconosciuto, diventi canzone di tutti assumendo così i connotati di canto popolare.
Testo della canzone:
“Mi votu e mi rivotu suspirannu,
passu li notti ‘nteri senza sonnu,
e li biddizzi tòi vaiu cuntimplannu,
li passu di la notti nzinu a gghiornu.
Pi tia non pozzu ora cchiu arripusari,
paci non havi chiù st’afflittu cori.
Lu sai quannu ca iu t’aju a lassari
Quannu la vita mia finisci e mori.”
Nella sua interpretazione Rosa Balistreri aggiunse una seconda strofa:
Palumma chi camini mari mari
ferma, quantu ti dicu du paroli quantu ti tiru ‘na pinna di st’ali
quantu fazzu ‘na littra a lu me amuri.
Li littri ti ‘nni mannu a tri a dui
posta ca di tia nun ‘aiu mai.
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Comunque la canzone è antichissima perchè, se è vero che si ritrova nei testi del 1870 del Vigo e del 1882 del Frontini, è presumibile che la canzone sia ancora più antica almeno di 100 anni, periodo impiegato perchè una canzone scritta da un autore sconosciuto, diventi canzone di tutti assumendo così i connotati di canto popolare.
Testo della canzone:
“Mi votu e mi rivotu suspirannu,
passu li notti ‘nteri senza sonnu,
e li biddizzi tòi vaiu cuntimplannu,
li passu di la notti nzinu a gghiornu.
Pi tia non pozzu ora cchiu arripusari,
paci non havi chiù st’afflittu cori.
Lu sai quannu ca iu t’aju a lassari
Quannu la vita mia finisci e mori.”
Nella sua interpretazione Rosa Balistreri aggiunse una seconda strofa:
Palumma chi camini mari mari
ferma, quantu ti dicu du paroli quantu ti tiru ‘na pinna di st’ali
quantu fazzu ‘na littra a lu me amuri.
Li littri ti ‘nni mannu a tri a dui
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Giornate emozionanti e ricche di attività hanno segnato il quinto Festival degli Aquiloni 🪁 di Capo Peloro. Un evento che ha coinvolto appassionati, cittadini e autorità locali.
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La manifestazione è stata inaugurata con una vivace parata che ha attraversato le strade da Piazza Chiesa a Piazza Lanternino, guidata dalla contagiosa musica della Banda Giuseppe Verdi.
Il Sindaco di Messina, Federico Basile, ha condiviso la sua gioia per essere al secondo festival come sindaco e al quinto come cittadino, sottolineando l'importanza di questo evento nel riunire la comunità e rivalutare il pittoresco borgo di Capo Peloro.
L'Assessore al Turismo della Regione Sicilia, Elvira Amata, ha elogiato la Pro Loco Capo Peloro per il suo ruolo fondamentale nel collegare istituzioni, associazioni e cittadini. Inoltre, l'Assessore allo Spettacolo e ai grandi eventi del Comune di Messina, Massimo Finocchiaro, ha lodato l'impegno e l'entusiasmo profuso nell'organizzazione di questa festa che celebra l'unità.
Enzo Caruso, Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Messina, ha sottolineato l'importanza della cultura nel turismo, sostenendo la Pro Loco e il Festival degli Aquiloni come veicoli di promozione culturale. Nonostante le sfide legate al vento, gli aquilonisti professionisti hanno offerto uno spettacolo emozionante ai numerosi visitatori che si sono radunati sulla spiaggia.
Tra gli ospiti speciali figurano l'Associazione Aquilonisti "I Millepiedi" di Foligno, il gruppo Aquilonisti "Il Trio" di Bologna, gli Aquilonisti "Eolo Gubbio" e gli organizzatori del celebre Festival Internazionale degli Aquiloni di San Vito Lo Capo, tra cui Ignazio "Capitan" Billera.
Oltre ai professionisti, molti gli aquilonisti provenienti da diverse parti d'Italia.
💻Fonte
✍🏻@sicilianewseinfo
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Il Sindaco di Messina, Federico Basile, ha condiviso la sua gioia per essere al secondo festival come sindaco e al quinto come cittadino, sottolineando l'importanza di questo evento nel riunire la comunità e rivalutare il pittoresco borgo di Capo Peloro.
L'Assessore al Turismo della Regione Sicilia, Elvira Amata, ha elogiato la Pro Loco Capo Peloro per il suo ruolo fondamentale nel collegare istituzioni, associazioni e cittadini. Inoltre, l'Assessore allo Spettacolo e ai grandi eventi del Comune di Messina, Massimo Finocchiaro, ha lodato l'impegno e l'entusiasmo profuso nell'organizzazione di questa festa che celebra l'unità.
Enzo Caruso, Assessore al Turismo e alla Cultura del Comune di Messina, ha sottolineato l'importanza della cultura nel turismo, sostenendo la Pro Loco e il Festival degli Aquiloni come veicoli di promozione culturale. Nonostante le sfide legate al vento, gli aquilonisti professionisti hanno offerto uno spettacolo emozionante ai numerosi visitatori che si sono radunati sulla spiaggia.
Tra gli ospiti speciali figurano l'Associazione Aquilonisti "I Millepiedi" di Foligno, il gruppo Aquilonisti "Il Trio" di Bologna, gli Aquilonisti "Eolo Gubbio" e gli organizzatori del celebre Festival Internazionale degli Aquiloni di San Vito Lo Capo, tra cui Ignazio "Capitan" Billera.
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Grande successo del 5° Festival degli Aquiloni di Capo Peloro
Di Alessia Di Fiore - Giornate emozionanti e ricche di attività hanno segnato il quinto Festival degli Aquiloni di Capo Peloro, un evento che ha coinvolto appassionati, cittadini e autorità locali. La manifestazione è stata inaugurata con una vivace parata…
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Si chiamano "Genovesi" ma sono siciliane: irresistibili (anche gluten free), la ricetta
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Si chiamano "Genovesi" ma sono siciliane: irresistibili (anche gluten free), la ricetta
Ma qual è l’origine di questi deliziosi dolcetti? La storia risale al XIII secolo ed affonda, manco a dirlo in un periodo di occupazione della nostra splendida isola Le genovesi di Erice o ericine sono una prelibatezza che affonda le loro radici nella storia…