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📍Teatro Greco Romano di Catania
Il teatro romano di Catania è situato nel centro storico della città etnea, tra piazza S. Francesco, via Vittorio Emanuele, via Timeo e via Teatro greco.
Il suo aspetto attuale risale al II secolo ed è stato messo in luce a partire dalla fine del XIX secolo. A est confina con un teatro minore, detto odeon.
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Il teatro romano di Catania è situato nel centro storico della città etnea, tra piazza S. Francesco, via Vittorio Emanuele, via Timeo e via Teatro greco.
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Il Teatro antico di Catania insiste sulle estreme pendici meridionali della collina di Montevergine, l’acropoli della città antica, tra le odierne vie Vittorio Emanuele, Crociferi e Teatro greco. L’area presenta testimonianze di frequentazione dall’età preistorica e conserva tratti dell’edificio teatrale di età greca, verosimilmente collegato al santuario di Demetra e Kore individuato nell’attigua via Crociferi. L’attuale struttura risale all’età romana e presenta diverse fasi costruttive, la prima risalente al I secolo d.C.
Nel corso della seconda, databile al secolo successivo, il teatro assunse proporzioni maggiori e più fastose grazie alla costruzione di un ingresso monumentale, di una cavea più ampia e di un edificio scenico più articolato e riccamente decorato. Alla stessa fase risale la costruzione dell’attiguo Odeon, utilizzato per gare poetiche e musicali e per le prove degli spettacoli messi in scena nel teatro maggiore. Ulteriormente modificato e restaurato nel III e IV secolo d.C., tra V e VI secolo, dopo essere stato utilizzato per spettacoli acquatici, il teatro, come l’Odeon, venne abbandonato e progressivamente coperto da edifici. Due abitazioni (Casa Pandolfo – Casa Liberti), preservate dalla demolizione, fungono oggi da Antiquarium ed espongono le testimonianze più significative prodotte dalle indagini archeologiche.
In Via Vittorio Emanuele, 270 e in Via Teatro greco, 7 sono presenti gli accessi per i disabili.
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☀️Previsioni Giovedi 3 Agosto 2023☀️
☀️Condizioni: Sarà una giornata di bel tempo caratterizzata da condizioni di cielo sereno o poco nuvoloso ovunque.
🌊Mari: Mari poco mossi.
🌡Temperature: Temperature saranno in aumento.
🌬Venti: venti soffieranno deboli dai quadranti meridionali.
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Scilla e Cariddi, due mostri che abitavano lo stretto di Messina.
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Scilla, ninfa dai bellissimi occhi azzurri, come si racconta nelle “Metamorfosi” di Ovidio, era fortemente amata da un giovane e bellissimo pescatore di nome Glauco. Si racconta che il ragazzo, un giorno, mentre pescava in un punto in cui l’erba cresceva più verde, si accorse che i pesci, ormai morti, che poggiava su quell’erba, tornavano in vita e si rigettavano in acqua. Decise di assaggiare quell’erba e improvvisamente il suo corpo cominciò a trasformarsi. Gli comparve una coda di pesce al posto delle gambe e le sue braccia, il corpo, i capelli diventarono di un verde-azzurro, colore del mare. Così Glauco, diventato tritone si gettò in mare felice, dove viveva come una divinità marina.Nuotando verso lo stretto Glauco incontrò la bellissima ninfa Scilla. Non appena la vide, il dio marino se ne innamorò follemente ma la ragazza lo rifiutò per il suo aspetto; così Glauco decise di rivolgersi ad una esperta maga perché facesse innamorare Scilla di lui.
Questo grande amore scatenò però la furiosa gelosia di Circe, che voleva Glauco (figlio di Nettuno?) tutto per sé. E sappiamo di cosa fosse capace la maga Circe, in altre storie e avventure epiche raccontate da Omero. Circe si offrì a Glauco, ma respinta da costui perché fortemente innamorato di Scilla, architettò una crudele vendetta nei confronti della rivale in amore e gettò una pozione magica nelle acque della caletta, dove la ninfa si immergeva.
Quest’acqua così contaminata trasformò la bella Scilla in un bruttissimo mostro marino. Quando la ragazza vide il suo corpo mostruoso, disperata, si immerse, per non riemergere più, negli abissi dello stretto di Messina, in una profonda grotta, nelle cui vicinanze viveva, nascosto, un altro mostro marino, Cariddi, con una gigantesca bocca piena di varie file di numerosissimi denti e una voracità infinita.
La rabbia nei confronti di Circe si ingigantiva nell’animo di Scilla e la vendetta si abbatté per prima su Ulisse e i suoi compagni, quando questi tentarono di oltrepassare lo stretto di Messina. Il povero mostro marino- racconta Ovidio – a causa di questo gesto fu trasformato in uno scoglio, ma anche come scoglio era l’incubo dei marinai che se ne tenevano alla larga.
Questi personaggi mitologici, esaltati dalla fantasia dei grandi scrittori Greci, che riuscivano a rendere umani certi fenomeni naturali inspiegabili, continuano ad affascinare la fantasia popolare. Per tale motivo appartengono di diritto al patrimonio culturale e a quel bagaglio di storie e leggende che si tramandano, si trasformano, si adattano e segnano l’appartenenza a un territorio.
Nella realtà Scilla non è altro che uno scoglio, mentre Cariddi è un gorgo. In passato, però, essi rappresentavano, davvero, un grave pericolo per pescatori e marinai, poiché le imbarcazioni, in uso allora, non erano in grado di attraversare, senza correre pericoli, quel tratto di mare. In effetti ci sono forti correnti che attraversano lo Stretto di Messina e causano particolari fenomeni, tra cui i vortici, chiamati bocche di Cariddi, dovuti all’incontro-scontro dei due mari, il Tirreno e lo Ionio, che hanno caratteristiche e profondità diverse. Niente di magico, perciò, ma puro fenomeno naturale...
Siamo tutti con la Sicilia duramente colpita!
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Questo grande amore scatenò però la furiosa gelosia di Circe, che voleva Glauco (figlio di Nettuno?) tutto per sé. E sappiamo di cosa fosse capace la maga Circe, in altre storie e avventure epiche raccontate da Omero. Circe si offrì a Glauco, ma respinta da costui perché fortemente innamorato di Scilla, architettò una crudele vendetta nei confronti della rivale in amore e gettò una pozione magica nelle acque della caletta, dove la ninfa si immergeva.
Quest’acqua così contaminata trasformò la bella Scilla in un bruttissimo mostro marino. Quando la ragazza vide il suo corpo mostruoso, disperata, si immerse, per non riemergere più, negli abissi dello stretto di Messina, in una profonda grotta, nelle cui vicinanze viveva, nascosto, un altro mostro marino, Cariddi, con una gigantesca bocca piena di varie file di numerosissimi denti e una voracità infinita.
La rabbia nei confronti di Circe si ingigantiva nell’animo di Scilla e la vendetta si abbatté per prima su Ulisse e i suoi compagni, quando questi tentarono di oltrepassare lo stretto di Messina. Il povero mostro marino- racconta Ovidio – a causa di questo gesto fu trasformato in uno scoglio, ma anche come scoglio era l’incubo dei marinai che se ne tenevano alla larga.
Questi personaggi mitologici, esaltati dalla fantasia dei grandi scrittori Greci, che riuscivano a rendere umani certi fenomeni naturali inspiegabili, continuano ad affascinare la fantasia popolare. Per tale motivo appartengono di diritto al patrimonio culturale e a quel bagaglio di storie e leggende che si tramandano, si trasformano, si adattano e segnano l’appartenenza a un territorio.
Nella realtà Scilla non è altro che uno scoglio, mentre Cariddi è un gorgo. In passato, però, essi rappresentavano, davvero, un grave pericolo per pescatori e marinai, poiché le imbarcazioni, in uso allora, non erano in grado di attraversare, senza correre pericoli, quel tratto di mare. In effetti ci sono forti correnti che attraversano lo Stretto di Messina e causano particolari fenomeni, tra cui i vortici, chiamati bocche di Cariddi, dovuti all’incontro-scontro dei due mari, il Tirreno e lo Ionio, che hanno caratteristiche e profondità diverse. Niente di magico, perciò, ma puro fenomeno naturale...
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⚜Castello di Donnafugata
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Il Castello di Donnafugata è un’enorme dimora nobiliare ottocentesca voluta dal barone di Donnafugata che è circondata da un parco di 8 ettari. Grandi ficus, specie mediterranee e esotiche coprono una vasta area ricca di sorprese: un tempietto circolare, una caffeaus e un grande labirinto con muri a secco.
All’interno 120 lussuose stanze sono divise su 3 piani. Tra gli sfarzosi saloni si respira ancora l’atmosfera dell’aristocrazia siciliana di fine 800. Si può passare dalla sala della musica arredata con pianoforti, alla pinacoteca, dalla sala degli specchi a quella degli stemmi in cui sono presenti i blasoni delle famiglie nobili siciliane.
Il castello prende il nome dal feudo Donnafugata secondo una leggenda, potrebbe derivare da donna-fuggita e sarebbe legato alla regina Bianca di Navarra, rinchiusa nel castello da Bernardo Cabrera, conte di Modica. La regina con la sua fuga avrebbe dato nome al castello, ma per quanto affascinante sia la storia rimane solo una leggenda.
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All’interno 120 lussuose stanze sono divise su 3 piani. Tra gli sfarzosi saloni si respira ancora l’atmosfera dell’aristocrazia siciliana di fine 800. Si può passare dalla sala della musica arredata con pianoforti, alla pinacoteca, dalla sala degli specchi a quella degli stemmi in cui sono presenti i blasoni delle famiglie nobili siciliane.
Il castello prende il nome dal feudo Donnafugata secondo una leggenda, potrebbe derivare da donna-fuggita e sarebbe legato alla regina Bianca di Navarra, rinchiusa nel castello da Bernardo Cabrera, conte di Modica. La regina con la sua fuga avrebbe dato nome al castello, ma per quanto affascinante sia la storia rimane solo una leggenda.
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Castello di Donnafugata, storia e segreti di un edificio leggendario - Siciliafan
Ecco cosa lo rende unico.
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🚩Scala dei Turchi Realmonte (AG)
Dove si trova?
Sorge a Realmonte, in provincia di Agrigento, tra Punta Grande e Lido Rossello, ad appena 14 Km dalla Valle dei Templi.
Sono molte le cose che ogni visitatore deve sapere, per poterle apprezzare pienamente al di là del loro aspetto indubbiamente scenografico. Ecco dunque sette curiosità.
Video realizzato da👉🏻🎥@glanzetta
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Perché è bianca?
È composta da una particolare roccia chiamata marna, le cui origini sono preistoriche: pare infatti che si sia formata tra i 5 e i 2 milioni di anni fa. La marna è composta da argilla, calcare e minerali, i quali le donano quella particolare colorazione candida e quasi luccicante al sole. questa roccia, a picco sul mare turchese, è circondata ai lati da due spiaggette sabbiose e il contrasto cromatico che si crea è davvero eccezionale.
Come si sono formati i 'gradini'?
La Scala ha assunto questa particolarissima forma a causa dell’azione erosiva dei venti e delle onde del mare: il calcare più resistente e l’argilla più friabile hanno resistito in maniera e tempi differenti all’erosione, dando vita a questi gradoni ondulati assai scenografici. Questa monumentale scala sembra così perfetta da apparire più opera dell’uomo che della natura.
Perchè si chiama Scala dei Turchi?
Il nome di questo monumento rimanda al periodo in cui la Sicilia era soggetta alle incursioni degli arabi: presso questo promontorio di Realmonte le navi dei turchi attraccavano nel ‘500, in quanto trovavano facile salire questi gradoni e avviarsi a depredare i villaggi dell’entroterra siciliano, Realmonte compresa.
La scogliera bianca siciliana più famosa come set cinematografico.
La bellezza della Scala dei Turchi è stata immortalata in molte pellicole di successo, come ad esempio la serie tv legata alle vicende del Commissario Montalbano, tratta dagli omonimi libri di Camilleri. Anche il regista Giuseppe Tornatore ha girato alcune scene del suo film Malena in questo luogo spettacolare della Sicilia meridionale.
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È composta da una particolare roccia chiamata marna, le cui origini sono preistoriche: pare infatti che si sia formata tra i 5 e i 2 milioni di anni fa. La marna è composta da argilla, calcare e minerali, i quali le donano quella particolare colorazione candida e quasi luccicante al sole. questa roccia, a picco sul mare turchese, è circondata ai lati da due spiaggette sabbiose e il contrasto cromatico che si crea è davvero eccezionale.
Come si sono formati i 'gradini'?
La Scala ha assunto questa particolarissima forma a causa dell’azione erosiva dei venti e delle onde del mare: il calcare più resistente e l’argilla più friabile hanno resistito in maniera e tempi differenti all’erosione, dando vita a questi gradoni ondulati assai scenografici. Questa monumentale scala sembra così perfetta da apparire più opera dell’uomo che della natura.
Perchè si chiama Scala dei Turchi?
Il nome di questo monumento rimanda al periodo in cui la Sicilia era soggetta alle incursioni degli arabi: presso questo promontorio di Realmonte le navi dei turchi attraccavano nel ‘500, in quanto trovavano facile salire questi gradoni e avviarsi a depredare i villaggi dell’entroterra siciliano, Realmonte compresa.
La scogliera bianca siciliana più famosa come set cinematografico.
La bellezza della Scala dei Turchi è stata immortalata in molte pellicole di successo, come ad esempio la serie tv legata alle vicende del Commissario Montalbano, tratta dagli omonimi libri di Camilleri. Anche il regista Giuseppe Tornatore ha girato alcune scene del suo film Malena in questo luogo spettacolare della Sicilia meridionale.
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Sicily Enjoy
Scala dei Turchi curiosità - Sicily Enjoy
Scala dei Turchi curiosità sulla meraviglia naturalistica a Realmonte plasmata ad arte da Madre Natura., tanto bella da sembrare artificiale.
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Cosa fare nel primo week end di agosto: gli eventi da non perdere a Palermo e in Sicilia
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Cosa fare nel primo week end di agosto: gli eventi da non perdere a Palermo e in Sicilia
Concerti, manifestazioni e persino visite guidate in notturna e spettacoli all'alba. Questo fine settimana c'è solo l'imbarazzo della scelta: gli eventi dal 4 al 6 agosto La Valle dei Templi di Agrigento vista dall'alto (foto dal sito Parco Valle dei Templi)…
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Premio Borghi dei Tesori, al via il contest online per scegliere i due vincitori
C’è tempo fino al 31 agosto per votare i ventotto progetti di rigenerazione urbana presentati da comuni, enti e associazioni che aderiscono alla rete nata sotto l’egida delle Vie dei Tesori.
Post 👉🏻©@sicil_iaterramia
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Dal 26 Agosto al 10 Settembre,si terrà la terza edizione del Borghi dei Tesori Fest, sostenuto da IGT.Durante il Festival, saranno proposti itinerari e scoperte in una quarantina di comuni della rete.
I premi in palio sono due: un premio di 3.000€, sostenuto dall’associazione Borghi dei Tesori, e un premio di 5.000€ offerto dalla Fondazione Sicilia, che ha sostenuto il Premio sin dal suo debutto.
I progetti presentati sono di natura variegata.Ad esempio,#AlcaraLiFusi vuole impiantare un telescopio per osservare i grifoni senza disturbarli, mentre #Bivona e #Blufi puntano sui murales per rigenerare quartieri o aree dismesse.#Buccheri propone di valorizzare le neviere, #ContessaEntellina vuole rendere il proprio teatro all’aperto ancora più inclusivo,#Cammarata sviluppa un percorso aperto ai disabili, #Burgio punta al restauro delle sue preziose mummie e #LicodiaEubea,che ha l’ambizioso obiettivo di far nascere un quartiere di artisti.
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Le Vie dei Tesori Magazine
Premio Borghi dei Tesori, al via il contest online per scegliere i due vincitori
C’è tempo fino al 31 agosto per votare i ventotto progetti di rigenerazione urbana presentati da comuni, enti e associazioni che aderiscono alla rete nata sotto l’egida delle Vie dei Tesori. Due i premi previsti: da 3mila e 5mila euro
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