Altro che cappuccino e cornetto: in Sicilia la colazione estiva per eccellenza è “a granita câ brioscia”, cioè granita e brioche, praticamente un binomio inscindibile. Non una semplice abitudine, ma una vera e propria istituzione che permette di iniziare la giornata con dolcezza e freschezza. Se siete in vacanza in Sicilia, non potrete davvero fare a meno di assaggiarla!
La granita a colazione
Tipica della Sicilia, la granita è un dolce freddo realizzato con un composto di acqua, zucchero e frutta che viene ghiacciato lentamente, ma mai completamente, e continuamente mescolato, per ottenere una consistenza granulosa e cremosa allo stesso tempo. Una vera delizia che tradizionalmente si accompagnava a pane fresco e croccante, con il tempo sostituito dalla tipica ‘brioscia‘ siciliana, fatta con pasta lievitata all’uovo e aromatizzata alla vaniglia o agli agrumi. A renderla riconoscibile sono la morbida “pellicina” di cui è ricoperta e la particolare forma, simile a quella di uno chignon: una base semisferica sormontata dal cosiddetto “tuppu”(dal francese tupè: i capelli raccolti sulla nuca). La brioche viene servita calda insieme alla granita, in cui può essere inzuppata. Per quanto riguarda i gusti della granita, ce n’è davvero per tutti e variano anche a seconda della città in cui si gusta la granita. Da provare sono senza dubbio limone, mandorla, caffè, cioccolato, ma anche pistacchio, fragola e gelsi neri.
Quella al caffè di Messina è marchio tutelato
Un vero e proprio marchio tutelato: a Messina la granita al caffè,servita nel classico bicchiere di vetro insieme ad una calda brioche, è stata inserita tra i marchi di denominazione comunale De.Co. Il consiglio comunale, il 9 marzo scorso, ha infatti approvato il regolamento per l’istituzione del marchio, creato per “censire e valorizzare la produzione tipica locale legata alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio comunale, quale strumento di promozione dell’immagine del territorio e della città”. Se passate per Messina non rinunciate quindi a chiedere al bar la “mezza con panna”, il termine utilizzato in città per indicare lagranita al caffè con panna. Potrete scegliere poi se mescolare la panna insieme alla granita oppure se consumare prima l’una e poi l’altra. Due vere e proprie scuole di pensiero, non vi resta che scegliere da quale parte stare.
La granita a colazione
Tipica della Sicilia, la granita è un dolce freddo realizzato con un composto di acqua, zucchero e frutta che viene ghiacciato lentamente, ma mai completamente, e continuamente mescolato, per ottenere una consistenza granulosa e cremosa allo stesso tempo. Una vera delizia che tradizionalmente si accompagnava a pane fresco e croccante, con il tempo sostituito dalla tipica ‘brioscia‘ siciliana, fatta con pasta lievitata all’uovo e aromatizzata alla vaniglia o agli agrumi. A renderla riconoscibile sono la morbida “pellicina” di cui è ricoperta e la particolare forma, simile a quella di uno chignon: una base semisferica sormontata dal cosiddetto “tuppu”(dal francese tupè: i capelli raccolti sulla nuca). La brioche viene servita calda insieme alla granita, in cui può essere inzuppata. Per quanto riguarda i gusti della granita, ce n’è davvero per tutti e variano anche a seconda della città in cui si gusta la granita. Da provare sono senza dubbio limone, mandorla, caffè, cioccolato, ma anche pistacchio, fragola e gelsi neri.
Quella al caffè di Messina è marchio tutelato
Un vero e proprio marchio tutelato: a Messina la granita al caffè,servita nel classico bicchiere di vetro insieme ad una calda brioche, è stata inserita tra i marchi di denominazione comunale De.Co. Il consiglio comunale, il 9 marzo scorso, ha infatti approvato il regolamento per l’istituzione del marchio, creato per “censire e valorizzare la produzione tipica locale legata alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio comunale, quale strumento di promozione dell’immagine del territorio e della città”. Se passate per Messina non rinunciate quindi a chiedere al bar la “mezza con panna”, il termine utilizzato in città per indicare lagranita al caffè con panna. Potrete scegliere poi se mescolare la panna insieme alla granita oppure se consumare prima l’una e poi l’altra. Due vere e proprie scuole di pensiero, non vi resta che scegliere da quale parte stare.
Granita e brioche anche a casa: la ricetta
Se in questo momento la Sicilia è troppo lontana per voi, potete provare a preparare in casa una colazione con granita e brioche. La ricetta per un’ottima granita la trovate qui mentre per delle calde e soffici brioche, mescolate 250 g di farina 00 e 250 di farina manitoba insieme a 90 g di zucchero semolato: lavorate il tutto a mano o con il gancio di una planetaria. Aggiungete poi 200 ml di latte tiepido con un cucchiaino di miele e 12 g di lievito di birra. Impastate e unite man mano 2 uova, un cucchiaino di estratto di vaniglia, un pizzico di sale e poi 75 g di burro a temperatura ambiente. Fate lievitare l’impasto, coprendolo e lasciandolo a temperatura ambiente, fino a quando non sarà raddoppiato (3 ore circa). Poi dividete l’impasto in una decina di pezzi, dategli una forma circolare e staccate da ognuno una parte di impasto a cui dare una forma conica con la parte finale schiacciata (ed ecco che otterrete il ‘tuppu’!). Fate quindi una piccola fossetta al centro della pallina e posizionatevi la punta del cono. A questo punto, mettete le brioche su una leccarda rivestita con carta da forno, spennellate la superficiecon un uovo sbattuto con un cucchiaino di latte e un cucchiaino di zucchero a velo. Lasciatele ben distanti l’una dall’altra e fate ancora lievitare in forno spento, con la luce accesa, per un’ora e mezza circa. Il loro volume dovrebbe raddoppiare. Infine, fate cuocere in forno preriscaldato a 185° per circa 20 minuti.
Se in questo momento la Sicilia è troppo lontana per voi, potete provare a preparare in casa una colazione con granita e brioche. La ricetta per un’ottima granita la trovate qui mentre per delle calde e soffici brioche, mescolate 250 g di farina 00 e 250 di farina manitoba insieme a 90 g di zucchero semolato: lavorate il tutto a mano o con il gancio di una planetaria. Aggiungete poi 200 ml di latte tiepido con un cucchiaino di miele e 12 g di lievito di birra. Impastate e unite man mano 2 uova, un cucchiaino di estratto di vaniglia, un pizzico di sale e poi 75 g di burro a temperatura ambiente. Fate lievitare l’impasto, coprendolo e lasciandolo a temperatura ambiente, fino a quando non sarà raddoppiato (3 ore circa). Poi dividete l’impasto in una decina di pezzi, dategli una forma circolare e staccate da ognuno una parte di impasto a cui dare una forma conica con la parte finale schiacciata (ed ecco che otterrete il ‘tuppu’!). Fate quindi una piccola fossetta al centro della pallina e posizionatevi la punta del cono. A questo punto, mettete le brioche su una leccarda rivestita con carta da forno, spennellate la superficiecon un uovo sbattuto con un cucchiaino di latte e un cucchiaino di zucchero a velo. Lasciatele ben distanti l’una dall’altra e fate ancora lievitare in forno spento, con la luce accesa, per un’ora e mezza circa. Il loro volume dovrebbe raddoppiare. Infine, fate cuocere in forno preriscaldato a 185° per circa 20 minuti.
Trovi qui una selezione dei migliori gruppi, canali e bot Siciliani.
Http://t.me/siciliagruppi
Http://t.me/siciliagruppi
Telegram
Sicilia gruppi e canali Siciliani
I migliori gruppi, canali e bot della Sicilia.
Informazioni, Eventi, Cultura, Tradizioni, Sagre, Nuovi amici, un gruppo regionale e dieci gruppi provinciali. By @chatitaly
Informazioni, Eventi, Cultura, Tradizioni, Sagre, Nuovi amici, un gruppo regionale e dieci gruppi provinciali. By @chatitaly
Forwarded from ♡ Sicilia Terra Mia ♡ (⚡️ 🇳 🇦 🇳 🇩 🇴 ⚡️)
Trovi qui una selezione dei migliori gruppi, canali e bot Siciliani.
Http://t.me/siciliagruppi
Http://t.me/siciliagruppi
Telegram
Sicilia gruppi e canali Siciliani
I migliori gruppi, canali e bot della Sicilia.
Informazioni, Eventi, Cultura, Tradizioni, Sagre, Nuovi amici, un gruppo regionale e dieci gruppi provinciali. By @chatitaly
Informazioni, Eventi, Cultura, Tradizioni, Sagre, Nuovi amici, un gruppo regionale e dieci gruppi provinciali. By @chatitaly
Modica (Muòrica in siciliano) è un comune italiano di 54 107 abitanti del libero consorzio comunale di Ragusa in Sicilia.
Città di origini neolitiche, fino al XIX secolo è stata capitale di una Contea che ha esercitato una vasta influenza politica, economica e culturale. Il suo centro storico, ricostruito a seguito del devastante terremoto del 1693, costituisce uno degli esempi più significativi di architettura tardo barocca.
Per i suoi capolavori la città è stata inclusa nel 2002, insieme ad alcuni centri della Val di Noto, nella lista dei Patrimoni dell'Umanitàdell'UNESCO.
È nota per la produzione del tipico cioccolato
@newseinfo
Città di origini neolitiche, fino al XIX secolo è stata capitale di una Contea che ha esercitato una vasta influenza politica, economica e culturale. Il suo centro storico, ricostruito a seguito del devastante terremoto del 1693, costituisce uno degli esempi più significativi di architettura tardo barocca.
Per i suoi capolavori la città è stata inclusa nel 2002, insieme ad alcuni centri della Val di Noto, nella lista dei Patrimoni dell'Umanitàdell'UNESCO.
È nota per la produzione del tipico cioccolato
@newseinfo
Il cedro di Trabia è un’eccellenza del territorio siciliano. La provincia di Palermo è l’unica della Sicilia in cui viene prodotto. Spesso confuso con il cedro del Libano, quello diffuso nella nostra Isola proviene certamente dall’Asia sudorientale, probabilmente da India e Birmania. Ha origini molto antiche e ce ne parla già Plinio il Vecchio, classificandolo nella sua Naturalis Historia.
I cedri di Trabia (in siciliano Pirittuna) hanno una forma bitorzoluta e sono dolci, più allungati rispetto a quelli calabresi (in Calabria si produce la specie più aspra, chiamata Diamante). A caratterizzare l’agrume siciliano è la pezzatura, che si aggira intorno ai 700-800 grammi: in casi eccezionali, ha raggiunto anche i 3 chili.
@newseinfo
I cedri di Trabia (in siciliano Pirittuna) hanno una forma bitorzoluta e sono dolci, più allungati rispetto a quelli calabresi (in Calabria si produce la specie più aspra, chiamata Diamante). A caratterizzare l’agrume siciliano è la pezzatura, che si aggira intorno ai 700-800 grammi: in casi eccezionali, ha raggiunto anche i 3 chili.
@newseinfo
In cucina il cedro è utilizzato per preparare canditi e succhi, ma viene anche presentato in insalata. È eccellente consumato fresco, da solo o accompagnato da sale.
In passato la zona di Trabia era molto ricca di acqua ed è per questo che è diventata zona eletta di produzione di questo agrume. In passato, sotto l’autorità del principe Lanza, qui si coltivava la canna da zucchero, grazie alla presenza di una sorgente risalente ad almeno 400 anni fa. Oggi la fonte si è ridotta, quindi è diventato più problematico coltivare i cedri. La pianta ha due fioriture, una tra marzo e aprile e l’altra tra luglio e agosto, quindi richiede una maggiore quantità di acqua per l’irrigazione.
In passato la zona di Trabia era molto ricca di acqua ed è per questo che è diventata zona eletta di produzione di questo agrume. In passato, sotto l’autorità del principe Lanza, qui si coltivava la canna da zucchero, grazie alla presenza di una sorgente risalente ad almeno 400 anni fa. Oggi la fonte si è ridotta, quindi è diventato più problematico coltivare i cedri. La pianta ha due fioriture, una tra marzo e aprile e l’altra tra luglio e agosto, quindi richiede una maggiore quantità di acqua per l’irrigazione.
Le caratteristiche del cedro di Trabia
Il cedro di Trabia è stato inserito tra le specie da salvaguardare dalla Sopat 57 di Caccamo dell’Ente di Sviluppo Agricolo. Oggi i produttori sono pochi e la coltivazione non supera i 3-4 ettari, al di là delle piante che si trovano nei giardini privati e destinate al consumo familiare. Tra dicembre e febbraio si realizza il grosso della produzione, soprattutto perché da sempre il frutto si utilizza per la preparazione dei canditi.
Il cedro di Trabia è stato inserito tra le specie da salvaguardare dalla Sopat 57 di Caccamo dell’Ente di Sviluppo Agricolo. Oggi i produttori sono pochi e la coltivazione non supera i 3-4 ettari, al di là delle piante che si trovano nei giardini privati e destinate al consumo familiare. Tra dicembre e febbraio si realizza il grosso della produzione, soprattutto perché da sempre il frutto si utilizza per la preparazione dei canditi.