♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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Il termine dal punto di vista geologico è generico e si riferisce alla particolare tessitura porosa della roccia. Essa si forma principalmente da eruzioni di tipo esplosivo, quindi da magmi acidi, silicatici o felsici, ma ne esistono anche a parziale componente mafica, e la porosità è dovuta alla formazione di bolle di gas di struttura simile alla schiumanella matrice vetrosa della roccia.

Il rapido raffreddamento mantiene la struttura vescicolare (formante anche il 90% del volume mentre la scoria vulcanica è meno vescicolata), e la parte solida è costituita da roccia amorfa, raramente con una piccola componente cristallina. La massa solida è alla fine costituita prevalentemente da silice, con disciolti vari ossidi metallici (di alluminio, titanio, ferro, manganese ed altri).

Data la sua elevata porosità è l'unica pietra che galleggia nell'acqua. Avendo un peso specifico inferiore a quello dell'acqua, la pomice galleggia basandosi sulla sua struttura a cellule sferiche, ma comunicanti tra loro nella maggior parte dei casi attraverso una non completa chiusura; quelle che, verso l'interno del pezzo in esame, non vengono invase dall'acqua consentono alla pietra di galleggiare.

La pomice è comunemente di colore chiaro (esempio costa nord-orientale dell'Isola di Lipari), ma può assumere aspetto bianco, crema, grigio, verde o nero a seconda della composizione; in questi ultimi due casi spesso per la presenza prevalentemente del ferro, come per esempio la pomice nera delle isole Canarie.
Cava di pomice sull'isola di Lipari
È usata in campo cosmetico ed in quello del lavaggio industriale (stone wash). In edilizia viene usata per alleggerire il calcestruzzo e come isolante acustico e termico, sia in polvere sia in blocchi o pannelli; rientra nei materiali approvati per la bioedilizia.

Altri usi: florovivaismo, assorbente e filtrante per oli industriali, pulizia delle superfici in genere ed abrasivo leggero.

La cava di pomice sull'isola di Lipari è chiusa dal 2005 e da allora la concentrazione di pomice sulle spiagge si è ridotta drasticamente, riducendo in alcuni casi anche le dimensioni delle spiagge costituite dai materiali rimanenti dalla produzione.
〽️Scala dei Turchi, Agrigento.
Gelato artigianale siciliano, unico e inimitabile

Il gelato artigianale siciliano è un vero e proprio vanto per l’isola. Le ricette autentiche sono una tradizione che si tramanda da una generazione all’altra. La preparazione del gelato affonda le sue radici nel passato e trae origini da quella dominazione araba che tanto ha influenzato la cucina siciliana. Per preparare l’antico antenato del gelato, la neve veniva conservata nelle apposite neviere, scavate in particolari aree dell’Etna, quindi si univa a miele, frutta e succhi.

La fama del gelato siciliano era tale che già Caterina de’ Medici, in occasione del suo banchetto nuziale con Enrico II di Valois, fece giungere appositamente a Parigi i maestri siciliani, per preparare uno speciale sorbetto a base di latte.

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L’invenzione del gelato, tra l’altro, si deve a un siciliano: Francesco Procopio Cutò, che sviluppò una formula per preparare un gelato esclusivo: sostituì il miele con lo zucchero e aggiunse sale e ghiaccio per farlo durare di più. Cutò si trasferì a Parigi, dove aprì il suo Cafè Procope, primo caffè letterario d’Europa. Perfino Voltaire impazziva per i suoi gelati.

Quello del gelato artigianale siciliano è un culto. Se vi trovate a Palermo, dovete necessariamente assaggiare i cosiddetti “pezzi duri“, cioè tranci di gelato multigusto, come il tradizionale giardinetto (al gusto di fragola, limone e pistacchio). Tra i locali storici c’è, ad esempio, la gelateria Ilardo, che si trova al foro italico.
Il gelato artigianale siciliano è speciale…

Entrando nelle gelaterie siciliane, si rimane subito colpiti per i colori e la varietà di scelta. Che siano gusti a base di frutta o le classiche creme, è difficile sbagliare, soprattutto se si sceglie una bella brioscia con gelato. Molto buono e particolare, in estate, è scursunera, cioè gelsomino: un gusto che richiama la migliore tradizione di Sicilia. Si trova sia la granita, che il gelato.

La parte orientale dell’isola, rispetto a quella occidentale, è più specializzata nella preparazione delle granite: la bontà di quella del Messinese, ad esempio, è ben nota. Il consiglio è quello di prendersi tutto il tempo che serve e dedicarsi agli assaggi!
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Birra Messina Cristalli di Sale - Spot 2019

Birra Messina, spot d'autore per una straordinaria storia di coraggio e orgoglio siciliano.

Nata a Messina nel 1923, icona di una regione e di una città che ne rappresenta la porta d'ingresso, la birra Messina racconta una storia di orgoglio siciliano e di successo imprenditoriale.

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Granita e 'brioscia': la colazione dal sapore di Sicilia

In Sicilia è la colazione estiva per eccellenza: non una semplice abitudine, ma una vera e propria istituzione che permette di iniziare la giornata con dolcezza e freschezza. Se siete in vacanza qui non potete non provarla, se siete invece lontano dall'isola potete provare a replicarla a casa

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Altro che cappuccino e cornetto: in Sicilia la colazione estiva per eccellenza è “a granita câ brioscia”, cioè granita e brioche, praticamente un binomio inscindibile. Non una semplice abitudine, ma una vera e propria istituzione che permette di iniziare la giornata con dolcezza e freschezza. Se siete in vacanza in Sicilia, non potrete davvero fare a meno di assaggiarla!

La granita a colazione

Tipica della Sicilia, la granita è un dolce freddo realizzato con un composto di acqua, zucchero e frutta che viene ghiacciato lentamente, ma mai completamente, e continuamente mescolato, per ottenere una consistenza granulosa e cremosa allo stesso tempo. Una vera delizia che tradizionalmente si accompagnava a pane fresco e croccante, con il tempo sostituito dalla tipica ‘brioscia‘ siciliana, fatta con pasta lievitata all’uovo e aromatizzata alla vaniglia o agli agrumi. A renderla riconoscibile sono la morbida “pellicina” di cui è ricoperta e la particolare forma, simile a quella di uno chignon: una base semisferica sormontata dal cosiddetto “tuppu”(dal francese tupè: i capelli raccolti sulla nuca). La brioche viene servita calda insieme alla granita, in cui può essere inzuppata. Per quanto riguarda i gusti della granita, ce n’è davvero per tutti e variano anche a seconda della città in cui si gusta la granita. Da provare sono senza dubbio limone, mandorla, caffè, cioccolato, ma anche pistacchio, fragola e gelsi neri.

Quella al caffè di Messina è marchio tutelato

Un vero e proprio marchio tutelato: a Messina la granita al caffè,servita nel classico bicchiere di vetro insieme ad una calda brioche, è stata inserita tra i marchi di denominazione comunale De.Co. Il consiglio comunale, il 9 marzo scorso, ha infatti approvato il regolamento per l’istituzione del marchio, creato per “censire e valorizzare la produzione tipica locale legata alla storia, alle tradizioni e alla cultura del territorio comunale, quale strumento di promozione dell’immagine del territorio e della città”. Se passate per Messina non rinunciate quindi a chiedere al bar la “mezza con panna”, il termine utilizzato in città per indicare lagranita al caffè con panna. Potrete scegliere poi se mescolare la panna insieme alla granita oppure se consumare prima l’una e poi l’altra. Due vere e proprie scuole di pensiero, non vi resta che scegliere da quale parte stare.
Granita e brioche anche a casa: la ricetta

Se in questo momento la Sicilia è troppo lontana per voi, potete provare a preparare in casa una colazione con granita e brioche. La ricetta per un’ottima granita la trovate qui mentre per delle calde e soffici brioche, mescolate 250 g di farina 00 e 250 di farina manitoba insieme a 90 g di zucchero semolato: lavorate il tutto a mano o con il gancio di una planetaria. Aggiungete poi 200 ml di latte tiepido con un cucchiaino di miele e 12 g di lievito di birra. Impastate e unite man mano 2 uova, un cucchiaino di estratto di vaniglia, un pizzico di sale e poi 75 g di burro a temperatura ambiente. Fate lievitare l’impasto, coprendolo e lasciandolo a temperatura ambiente, fino a quando non sarà raddoppiato (3 ore circa). Poi dividete l’impasto in una decina di pezzi, dategli una forma circolare e staccate da ognuno una parte di impasto a cui dare una forma conica con la parte finale schiacciata (ed ecco che otterrete il ‘tuppu’!). Fate quindi una piccola fossetta al centro della pallina e posizionatevi la punta del cono. A questo punto, mettete le brioche su una leccarda rivestita con carta da forno, spennellate la superficiecon  un uovo sbattuto con un cucchiaino di latte e un cucchiaino di zucchero a velo. Lasciatele ben distanti l’una dall’altra e fate ancora lievitare in forno spento, con la luce accesa, per un’ora e mezza circa. Il loro volume dovrebbe raddoppiare. Infine, fate cuocere in forno preriscaldato a 185° per circa 20 minuti.