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📍Castelbuono, Palermo

Il borgo di Castelbuono è situato alle pendici del “Colle Milocca”, nella vallata delle Madonie, ed è inserito nella scenografia dei rilievi di Pollina, San Mauro, Geraci, Gibilmanna, Isnello, tra numerosi boschi di querce, castagno, ciliegio, e frassino. Il centro storico conserva ancora edifici di un antico passato che si innalzano tra le vie strette di questo Borgo Autentico.

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Castelbuono è inserito in un territorio dalle origini molto antiche, quello della valle delle Madonie, frequentato sin dal neolitico. Le prime notizie storiche risalgono al periodo medievale quando il borgo passò sotto la giurisdizione del monastero benedettino di Lipari. Nel 1316 il conte Francesco di Ventimiglia fece costruire il castello su un antico sito bizantino intorno al quale si sviluppò il centro abitato. Da quel momento, la famiglia Ventimiglia decise di trasferirsi a Castelbuono ma, alla fine del 1500, la popolazione locale fu quasi del tutto sterminata da due terribili epidemie. La corte decise di diventare una sorta di residenza d’artisti di notevole pregio, tra cui Torquato tasso, che contribuirono all’accrescimento artistico e urbanistico.

Castelbuono è un Comune di circa 9.000 abitanti della provincia di Palermo e si contraddistingue per la caratteristica e rarissima Manna, prodotto pregiatissimo ottenuto dalla corteccia del frassino.

Il Borgo di Castelbuono
Il borgo di Castelbuono è situato alle pendici del “Colle Milocca”, nella vallata delle Madonie, ed è inserito nella scenografia dei rilievi di Pollina, San Mauro, Geraci, Gibilmanna, Isnello, tra numerosi boschi di querce, castagno, ciliegio, e frassino. Il centro storico conserva ancora edifici di un antico passato che si innalzano tra le vie strette di questo Borgo Autentico.

La Storia

Castelbuono è inserito in un territorio dalle origini molto antiche, quello della valle delle Madonie, frequentato sin dal neolitico. Le prime notizie storiche risalgono al periodo medievale quando il borgo passò sotto la giurisdizione del monastero benedettino di Lipari. Nel 1316 il conte Francesco di Ventimiglia fece costruire il castello su un antico sito bizantino intorno al quale si sviluppò il centro abitato. Da quel momento, la famiglia Ventimiglia decise di trasferirsi a Castelbuono ma, alla fine del 1500, la popolazione locale fu quasi del tutto sterminata da due terribili epidemie. La corte decise di diventare una sorta di residenza d’artisti di notevole pregio, tra cui Torquato tasso, che contribuirono all’accrescimento artistico e urbanistico.

Nel XVII secolo, con l’apertura al pubblico della chiesa della “Matrice nuova” in costruzione dal 1600 circa, il casale fu elevato al rango di città la quale fu dotata anche di un teatro. Con l’abolizione della società feudale, l’abitato di Castelbuono mantenne la sua importanza grazie all’operato di importanti famiglie e personalità illustri presenti sul territorio come Minà Palumbo, medico botanico italiano a cui oggi è dedicato il museo naturalistico. Nel 1821 assunse l’autonomia amministrativa e diventò comune.
 
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Un po' di bella musica di
👉🏻 @raquelromeo_ nel cuore del centro storico di Palermo

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PS : Copi i miei post e poi scrivi: #copiapurequesto sei un mito 🤣

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Raquel Romeo, considerata la voce della Palermo "di strada".

Quarantatre anni, palermitana, suona per strada da 10 anni. Il suo palcoscenico è il centro storico della Città.

I palermitani che frequentano quello che lei chiama “casa mia”, sicuramente l’avranno vista correre su e giù per il Cassaro a bordo della sua stravagante bicicletta con un vano anteriore dove Raquel ripone basso, chitarra e l’abitudine di rimboccarsi le maniche.

Ha sette fratelli, rimasti orfani, si è sempre dovuta reinventare nella vita. Mamma, ha due figlie di 18 e 14 anni. Rimasta sola con le sue bambine, a spingerla a cantare è stata «la necessità, cantare per me è una terapia». Canzoni siciliane ne canta poche, il suo repertorio è quello dei cantautori italiani come Lucio Dalla, di cui ha interpretato uno dei brani più significativi. Raquel non suona nei locali (neanche morta!) ma solo per strada.

La gente le dice «Se Palermo avesse una voce, sarebbe la tua».

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“La paglia vicino al fuoco si è sempre bruciata”.

Si tratta di una metafora e del linguaggio figurato del popolo per indicare la debolezza della carne e rappresenta l'uomo e la donna come fuoco e paglia, cioè il binomio che per eccellenza porta alla combustione.La passione può scoppiare all'improvviso ed è difficile sottrarsi.

Dunque, conviene evitare l'eccessiva vicinanza, nei casi in cui secondo le regole sociali lo scoppio di un amore ardente sarebbe sbagliato.

Buongiorno Sicilia Terra Mia☀️☕️🌻💋

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Fontana di Orione

La Fontana di Orione, legata al mito di fondazione della città, è una grande fontana al centro della piazza del Duomo.

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Fu realizzata per celebrare la costruzione del primo acquedotto cittadino nel '500 da Giovanni Angelo Montorsoli, allievo di Michelangelo, nel 1553 ed eseguita in collaborazione con Domenico Vanello.

“La più bella fontana del Cinquecento europeo”, è stata definita dallo storico d'arte Bernard Berenson, ed infatti è un'opera di una bellezza non comune, di grande significato e di forte impatto emozionale.

Fu voluta dal Senato messinese nel 1547 a scopo celebrativo, con l'idea di fissare nella memoria la realizzazione del primo acquedotto cittadino che sfruttava convogliando le acque dei torrenti Camaro e Bordonaro, iniziato nel 1530 ed ultimato nel 1547 su progetto dell'architetto taorminese Francesco La Cameola.

L'opera fu talmente apprezzata che il Senato messinese decise di commissionare allo scultore una seconda fontana, oggi conosciuta come fontana del Nettuno.

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Pachino, ecco il programma della 17^ edizione dell’Inverdurata

Inverdurata: work in progress

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Dalla magia della realizzazione dei bozzetti coi vegetali su via Cavour, al via nel pomeriggio di venerdì 12 maggio, alla mattina di lunedì 15 maggio dedicata alla visita delle scolaresche, passando per il clou degli spettacoli tra sabato 13 e domenica 14, che crearono la cornice di festa in piazza Vittorio Emanuele per l’attesa diciassettesima edizione dell’Inverdurata di Pachino sul tema “Sicilia bedda tra storia, arte, miti e colori”.

Ecco i primi dettagli del ricco programma, a cura dell’Associazione Inverdurata Pachino.

Venerdì alle ore 16, artisti e scuole realizzeranno su via Cavour i sedici bozzetti selezionati dalla giuria del concorso, con l’agricoltura del territorio a tradursi in arte effimera.

Inizieranno quindi i lavori che, in molti casi, procedono fino all’alba del sabato. Musica dal vivo, sulla stessa via, accompagnerà le fasi realizzative, in uno scenario di luci e attrazioni assicurate anche dai mercatini dell’artigianato nelle adiacenti via Rossi e via Roma, dalla ore 17 alla mezzanotte. Sabato alle ore 10, l’inaugurazione istituzionale dell’Inverdurata, alla presenza delle autorità civili e religiose, con la benedizione impartita dal parroco e la marcia festosa della banda musicale “Vincenzo Rizza”.

Si animerà quindi piazza Vittorio Emanuele, con lo spazio gestito dal Consorzio di Tutela IGP Pomodoro di Pachino, oltre alle aziende vivaistiche e vinicole, e lo spazio laboratorio dell’Istituto superiore Calleri di Pachino indirizzi agrario e alberghiero.

Presenti numerosi stand delle associazioni di volontariato.

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Il lago di Ganzirri è distante circa 9 Km dal centro di Messina.Il toponimo Ganzirri deriva probabilmente dall’arabo Gadir (stagno,palude).Tale etimo appare verosimile, dato che nell’antichità l’intera zona dei laghi era paludosa,e solo con i primi stanziamenti e la creazione di nuclei abitativi stabili si determinò una progressiva bonifica del territorio. Le acque del lago sono in comunicazione con il mare adiacente per mezzo di canali, alcuni fatti costruire dagli Inglesi intorno al 1830,il primo dei quali,il canale Catuso,è coperto e si trova situato nella zona sud del lago,mentre il secondo,denominato Carmine o Due Torri,è scoperto e si trova quasi al confine nord del lago;un terzo canale, scavato in contrada Margi,collega il lago di Ganzirri con quello di Faro. Il lago di Faro è più ridotto ed è situato più a nord rispetto a quello di Ganzirri o Lago Grande;esso si trova cioè più vicino al Capo Peloro;quest’ultimo sarebbe stato in origine fortificato dagli Zanclei.

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Laguna di Capo Peloro

La loro origine è correlata alla formazione alluvionale della costa orientale dello Stretto di Messina e si fa risalire tra il 3000 ed il 2500 a.C. Il materiale alluvionale derivato principalmente da terreni cristallini che si estendevano da Capo Rasocolmo fino ai Peloritani, ha formato le colline che si affacciano sullo Stretto. Tutta la pianura costiera, che include i due laghi, è derivata quindi dall’apporto di sabbie detritiche e dall’azione delle correnti marine che hanno formato un cordone di dune che si è esteso fino a Capo Peloro.

La laguna così creatasi si è suddivisa in più parti, determinando la formazione di quattro pantani: Ganzirri, Faro, Madonna di Trapani e Margi.

Il Margi doveva trovarsi tra quello Madonna di Trapani e quello di Faro (propriamente nella località oggi chiamata Margi) ed era più che altro una palude pestifera al centro della quale, secondo gli antichi, sorgeva un tempio sacro dedicato al Dio Nettuno, fatto erigere da Orione. In seguito il pantano Margi fu del tutto, o almeno in parte, prosciugato da interramenti o per bonifica, mentre il Madonna di Trapani si unificò a quello di Ganzirri formando un unico lago che è l’attuale laguna di Ganzirri.

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