♡ Sicilia Terra Mia ♡
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La Sicilia è una terra stupenda,tutta da scoprire, con la sua storia, le sue origini, la sua cultura tradizioni e tante curiosità

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📍Sciacca,una zona costiera da sogno.

Coda della Volpe o “pittusu” di Cammordino è senza dubbio il luogo più suggestivo della città di Sciacca, davanti al complesso termale si intravede una promontorio a strapiombo sul mare con al centro un enorme buco (pittuso) che l’attraversa da un lato all’altro. Si dice che in passato un pastore di origine genovese lo abbia scavato per far passare il suo gregge.

Il promontorio divenne la sede di colonie greche, come quella di Heraclea Minoa, oggi interessante parco archeologico.

Da questa terrazza sul mare si può ammirare il porto di Sciacca e il suo mare.

Ringraziamo chi ha realizzato queste riprese meravigliose, noi abbiamo semplicemente montato il tutto. Grazie a 👇🏻

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Doppio sogno: Iseo (BS) rende omaggio a Giacinto Bosco (Alcamo, TP, 1956), uno degli scultori figurativi più accreditati e riconoscibili del panorama artistico italiano, tra quelli che proseguono la tradizione classica del Novecento.

Il Lungolago e l’Arsenale accolgono 40 opere in bronzo, alcune monumentali, in grado di ripercorrere il percorso creativo dell’artista siciliano.

La mostra è stata innaugurata sabato 11 Giugno, sarà possibile vedere le opere fino all' 11 Settembre 2022.

Giacinto Bosco nasce nel 1956 ad Alcamo, Trapani. La necessità della quotidianità e un’innata curiosità lo avvicinano subito alle botteghe del luogo, permettendogli di crescere nell’ingegno e intuito di abili artigiani.

All’età di 15anni si trasferisce a Milano: la vocazione artistica lo porta a incontrarsi con la fonderia d’arte, quel luogo senza tempo che diviene per lui scenario d’incontro e di conoscenza con artisti, fonte di stimolo e ispirazione.

Alcune delle creazioni di Bosco ruotano attorno al tema della luna. A queste opere si aggiungono quelle in cui l’artista riflette sul mito dell’amore.

Da esse traspare la solennità di sentimenti antichi e primari, come quello dello stupore umano di fronte all’astro notturno, che fu cantato da poeti e che ispirò musicisti che, a loro volta, sono modelli culturali e della tradizione per Bosco.

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Taobook 2022

Taormina è il Festival.

Oltre 200 protagonisti per condividere insieme al pubblico le riflessioni legate ai mutamenti e all’evoluzione, spesso dettati dall’imponderabilità di cause e scenari. Personalità straordinarie della cultura internazionale.

Luoghi e palazzi sono tappe visibili della sua storia. La città oggetto e soggetto di una narrazione che si snoda per le sue vie.

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Se c’è un mezzo trasporto che – in Italia – si distingue per originalità, quello è il carretto siciliano. Per un lungo periodo (dal XIX al XX secolo), fu utilizzato per trasportare le merci. Oggi, è al centro di manifestazioni, di tradizioni, di interpretazioni. Perché, coi suoi coloratissimi disegni e gli intagli bucolici, è un vero e proprio oggetto d’arte e d’artigianato, ma anche una folcloristica icona di Sicilia.

Quando nacque, il carretto siciliano veniva utilizzato per trasportare i prodotti della terra e il legname.

In principio, si trattava di piccoli carri semplici, di solito monocromatici e dalle ruote ampie per poter avanzare lungo i percorsi ancora tortuosi.

Ben presto, però, il loro aspetto si fece sempre più elaborato. I libri, a quell’epoca, erano riservati a pochi. E il carretto siciliano – da semplice mezzo di trasporto – divenne una narrazione storica in chiave raffigurativa. Per dipingerli, i pittori traevano spunto dall’opera dei pupi siciliani (Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO), ma anche dalle vicende religiose e letterari.

Oggi che il carretto è di fatto relegato alle sagre e alle feste di paese, rimane comunque una testimonianza d’arte tramandata di generazione in generazione.

Negli anni più recenti, il carretto siciliano ha ispirato l’arte e la moda. Il pittore Renato Guttuso attinse al loro mondo per tutta la sua opera, il celebre marchio Dolce & Gabbana trasformò lo stile dei carretti in una collezione moda dedicata alla Sicilia. Del resto, oggi come ieri, quei piccoli capolavori di legno in movimento non fanno che destare stupore in chi li vede. Ecco perché, la Sicilia, ne custodisce gelosamente la loro produzione.

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Non c’è siciliano che non ami la pasta con le sarde! Un primo piatto questo dal sapore intenso, che fa venire immediatamente l’acquolina in bocca.

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Le origini della pasta con le sarde: tra storia e leggenda

Molte delle ricette nascono quasi per caso, nascono dall’arte di arrangiarsi, dalla necessità cioè di portare in tavola un piatto ricco non solo di gusto ma anche di sostentamento, avendo però a disposizione pochi e semplici ingredienti.

Sono quindi ricette povere, che poi con il passare degli anni sono diventate tradizionali. È il caso della pasta con le sarde.

Si narra che sia stato un cuoco arabo ad inventare questo piatto durante il 1800, per la precisione il cuoco di Eufemio da Messina.

Di fronte ad un intero esercito da sfamare questo cuoco decise di accettare tutti i doni che questa meravigliosa isola offriva, sia quelli del mare che quelli della terra.

Sarde a cui aggiunse del finocchietto fresco così da smorzare un po’ il sapore intenso del pesce e donare freschezza al piatto, pinoli che erano considerati utilissimi per evitare eventuali intossicazioni, zafferano per amalgamare al meglio i sapori: con questi ingredienti dette vita ad un condimento eccezionale per la pasta, rimasto nella storia.

Ricetta:

Ecco la lista di tutti gli ingredienti necessari con le dosi:

320 g di tonnarelli
1 mazzo di finocchio selvatico
300 g di sarde fresche
4 acciughe
1 cipolla
30 g di uvetta
25 g di pinoli
1 bustina di zafferano
Olio extra vergine di oliva q.b.
Sale q.b.
Pepe q.b.

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